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Un concerto di quartiere, per raccogliere fondi ed iniziare a mettere su un oratorio nel rione Camaggio-Croci...            Un concerto fatto di parole e note... Fatto di sogni.

Andria Rassegna Stampa

Claudio & Miracoli... E don Riccardo cantò la maglietta fina (Gazzetta del mezzogiorno 13/07 2002)

Canta Camaggio con Claudio Baglioni, ed il parroco si trasforma idolo: il miracolo di don Riccardo Agresti si è concretizzato l'altra sera nel cortile di una scuola alla periferia di Andria, dove sul piccolo palco al centro di un quartiere che allo spaccio contrappone l'inesauribile voglia di crescere, si sono uniti i ricordi, le emozioni e le speranze di una intera comunità. Una serata diventata straordinaria ancora prima di cominciare: la presenza del musicista romano in un'atmosfera così diversa dagli stadi e dai palasport, quasi a tu per tu con il pubblico, ha creato un palpabile clima di emozione per i presenti, i circa 1500 che hanno contribuito a mettere da parte un bel gruzzolo di euro per la futura realizzazione del tanto sospirato oratorio.
Ed è stato proprio questo il leit motiv dell'inedito concerto: un Baglioni in forma smagliante, pantaloni neri e camicia candida, frangettona grigio metallizzato a coprirgli la fronte alta, pianoforte, chitarra e voce, ha ripercorso i momenti più intimi della sua adolescenza trascorsi nel quartiere romano di Centocelle, anche quello periferico e difficile, dove l'oratorio con i suoi frati, i suoi «cristo regni» ed i suoi «quante volte», sembrava essere il miglior punto di ritrovo, formazione e crescita. Già, l'oratorio: il sogno di don Riccardo e di tutta la comunità parrocchiale, degli operatori di un centro si aggregazione impegnato da anni con la gente, quell'oratorio che Baglioni con la sua presenza assolutamente gratuita forse permetterà di cominciare a realizzare.
Il concerto, dicevamo, si è svolto nel cortile della scuola elementare che porta lo stesso nome del quartiere, ed ha visto un Baglioni assolutamente diverso dal solito: allegro, brillante, simpatico, pronto alla battuta e al racconto di ironici aneddoti, organizzatore di improbabili cori a tenergli il tempo di una ipotetica sezione ritmica. Un Baglioni stile Fiorello, un insperato «one man show», che ha lasciato di stucco anche... lo stesso Baglioni: alla fine del concerto il cantautore romano si è detto sorpreso della sua performance, ha ammesso di non aver previsto una vera e propria scaletta, lasciandosi trasportare dalla magia della serata, calda ed unica come non mai.
Con Strada facendo ha aperto una notte di speranza, poi la struggente Uomini persi e la delicata Avrai, avanti e indietro nel tempo con Nel sole, nel sale, nel sud e La vita è adesso, alle origini con Cincinnato e un tuffo nelle emozioni più romantiche con una straordinaria Con tutto l'amore che posso. Brividi sulle braccia e nel cuore del pubblico, che sventola striscioni e mani: Baglioni racconta i suoi ricordi di ragazzetto, delle sue preghiere, delle sue occasioni perse e dei suoi giovani dolori, e offre Quante volte, Signora Lia, Chissà se mi pensi, saltando dalla chitarra acustica al pianoforte, alla tastiera. Tutti brani che nei mega concerti vengono spesso dimenticati e trascurati per far posto alle nuove produzioni, anche se sono quelli che la gente ama di più: ecco allora l'unicità della serata, con W l'Inghilterra, Porta Portese e Tu come stai, Amore bello, Solo, E tu.
Si canta, si ride, si scherza, e due ore sono già passate: Baglioni non può andare via senza aver cantato le sue canzoni preferite. Ma per far questo chiama a dargli man forte don Riccardo, ed il piccolo grande parroco di periferia sale sul palco e intona «Quella sua maglietta finaaaaa...», chiudendo poi la bocca e la mente sul resto, tra gli applausi ed i cori del pubblico ormai tutto in piedi. I ringraziamenti, i saluti, le strette di mano, poi l'arrivederci di Baglioni è su Mille giorni di te e di me: l'oratorio si farà, questa è almeno la speranza, poi via subito non senza aver caricato l'auto di burratine e olio extra vergine, simpatico omaggio per una serata che per certi versi ha del miracoloso.
Lucia de Mari

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Iniziativa a favore del rione periferico
Baglioni in concerto a Croci-Camaggio
(Gazzetta del mezzogiorno 11/07 2002)

Il giorno di Baglioni, del concerto di Claudio Baglioni, è arrivato. Questa sera, alle 21, il cantautore romano terrà il suo concerto in città, anzi nel quartiere Croci-Camaggio. Un concerto singolare, unico: non in uno stadio, non tra migliaia e migliaia di fans, non in un palasport con effetti speciali, ma in un piccolo quartiere, tra una scuola ed una chiesa. Milletrecento posti, contati. Non uno in più.
E gli organizzatori sono chiari: chi non ha il biglietto, fa bene a non andarci. Non ci saranno altri biglietti, non sarà possibile entrare.
Il cancello verrà aperto alle 19.30 e, grazie al Comune, sono stati attrezzati tre parcheggi custoditi: al Largo Grotte, in un suolo di via Gran Sasso (dove dovrebbe nascere l'oratorio di quartiere), nella zona delle Fornaci.
Il concerto di «quartiere» nasce da lontano. Nasce da quando Claudio Baglioni incontra don Riccardo Agresti, parroco di SS.ma Addolorata alle Croci, la chiesa del rione.Il cantautore rimane colpito dal lavoro del parroco, un lavoro che punta al riscatto del quartiere, per tanti, troppi anni abbandonato ed isolato. Un lavoro fatto in collaborazione con la scuola, con il centro di aggregazione, soprattutto con i cittadini.
Un lavoro che è una costruzione di una nuova mentalità, di una nuova realtà. Come posso collaborare, si chiede Baglioni, a questa costruzione? Qual può essere il mio personale mattone? La risposta: offrire un concerto. Un concerto che servirà a raccogliere fondi per l'azione di don Agresti, magari per iniziare a mettere su un oratorio nel rione Camaggio-Croci.
Un concerto di quartiere, dunque, fatto di parole e note. Fatto di sogni. 

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Piccolo grande amore per i ragazzi di Andria  (La Repubblica 11/07/2002)
NICOLA CURCI

"Claudio Baglioni sarà qui tra noi per il dono di un dono: nella sua lettera, che ho ricevuto qualche giorno fa, questo è il messaggio che campeggia. Si è sentito subito uno di noi ed ha sposato con generosità la nostra causa": è felice don Riccardo Agresti, a qualche ora dal concerto che il cantautore romano terrà nella parrocchia di Santa Maria alle Croci. Quel concerto di beneficenza per costruire l'oratorio, Baglioni lo aveva promesso nell'agosto del 2000, a Castel del Monte. E ha mantenuto. Tra qualche ora i cancelli della scuola "Camaggio" si apriranno per una notte di note senza precedenti. Don Riccardo era arrivato nella parrocchia di frontiera, nell'agosto di dieci anni fa. Da allora la sua chiesa è diventata la tribuna d'eccellenza che ospita i testimoni della contemporaneità. Di qua sono passati Giancarlo Caselli, Luciano Violante, Sandro Curzi, Maria Falcone, Nicola Mancino. Questa sera passerà anche Claudio Baglioni.
"Un uomo straordinario commenta il sacerdote, seduto su una delle sedie della platea ancora vuote che mi ha conquistato subito. L'ho incontrato il mese scorso a Roma. Ebbene, ho come l'impressione che prenda ogni mattina una pillola per combattere il divismo e respingere con successo ogni protagonismo, per restare il grande uomo che è. Ha davvero un cuore grande commenta ancora il prete perché ha abbracciato la nostra causa senza conoscerci. Ma in fondo ha dimostrato di conoscerci da sempre".
L'autore di pezzi della storia musicale italiana ha così descritto l'incontro con don Riccardo: "Un prete e la sua gonna nera, dice nella lettera corrono felici dietro a un pallone, e, a poco a poco, è diventata il verso di una canzone. Forse sarà a quell'immagine che, istintivamente, la memoria mi ha portato quando, qualche anno fa, ho incontrato don Riccardo. Quando i suoi occhi, ancor più delle sue parole, e i gesti, mi hanno raccontato il suo universo, dischiuso il suo mondo e, per qualche istante, l'invisibile orizzonte nel quale il suo sguardo si perdeva è diventato anche il mio orizzonte". I milletrecento biglietti messi in vendita sono volati via, non bastando a tutti. Ma i moltissimi fans non demordono e si autotassano per acquistare un "bigliettone virtuale" ed essere presenti almeno con il cuore alla notte di canzoni. "E le canzoni conclude Baglioni nella sua lettere in fondo, altro non sono che piccole preghiere. Un sogno? Forse. Ma io, così come penso don Riccardo, sono tra quelli che credono che è vero che i sogni non si mangiano, ma che è altrettanto vero che nutrono".

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Baglioni Un dono «rionale» (Gazzetta del mezzogiorno 02/07/2002)

«E chiedendomi cosa avrei potuto portare, di concreto, quale avrebbe potuto essere il mio mattone per questa iniziativa su cui poggia una prospettiva così importante per la gente, di questo e di ogni altro "rione", ho capito che ciò che potevo offrire era il dono di un dono»: così scrive Claudio Baglioni in un messaggio che ha inviato a don Riccardo Agresti. Un messaggio che spiega perché il prossimo 11 luglio il cantautore romano terrà un concerto di «rione», ad Andria, un concerto nel quartiere Croci-Camaggio, dove opera, appunto, don Riccardo. Un messaggio che nelle mani del sacerdote andriese è stato consegnato da Massimiliano Savaiano, manager e amico di Baglioni.
Qual è il dono, in dono? Baglioni ha spiegato: «Una notte di note e parole, di quelle che a me arrivano in dono da mondi lontani e insondabili, e che, in tutti questi anni, hanno segnato la mia identità di uomo, il mio percorso personale e professionale. Parole e note come un bengala che scende a illuminare quest'angolo di mondo, gli uomini che lo abitano e le loro storie e, soprattutto, l'impegno di chi queste storie cerca di cucire insieme. Se, come scriveva qualcuno, le parole sono pietre, mi auguro che, in questo caso, siano pietre utili a costruire questa terra di tutti, e che questo spazio divenga simbolo di una costruzione e, soprattutto, di tante ricostruzioni».
Baglioni ha anche ricordato l'incontro con don Riccardo: «Qualche anno fa ho incontrato don Riccardo: è stato un incontro che costringe a voltare lo sguardo e a ritrovare il senso delle cose. I suoi occhi, ancor più delle sue parole, e i suoi gesti, mi hanno raccontato il suo universo, dischiuso il suo mondo e, per qualche istante, l'invisibile orizzonte nel quale il suo sguardo si perdeva è diventato il mio orizzonte.
Il valore di certi incontri non si misura con la loro durata. Un istante, a volte, vale tutta la strada. Ecco perché ho voluto essere ad Andria, per questo appuntamento, assolutamente unico ed irripetibile, tra amici che non si conoscono ancora, ma che amici lo sono già
».
Baglioni, don Riccardo, un quartiere, canzoni: «Canzoni - ha concluso Baglioni - che, in fondo, altro non sono che piccole preghiere, che lasciamo cadere come semi nel solco dei nostri cuori, sperando che generino nuove persone e persone nuove. Un sogno? Forse. Ma io, così come, penso, don Riccardo, sono tra quelli che credono che è vero che i sogni non si mangiano, ma è altrettanto vero che nutrono».
L'11 luglio, dunque, nel rione Croci-Camaggio di Andria, Baglioni in concerto. Non in uno stadio, non in un palasport. Ma in un piccolo rione. Dove un intreccio di parole e note rimanderà ad un altro intreccio, quello di doni e sogni. Di impegno e progetti.

Michele Palumbo

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Per Baglioni concerto di quartiere (La gazzetta del mezzogiorno 19/06/2002)
Un concerto di beneficenza? Un'iniziativa per recuperare fondi che servono per un suolo? Un'esibizione a favore di un sacerdote di frontiera? Il concerto di Claudio Baglioni, l'11 luglio prossimo, nel rione Camaggio-Croci, ad Andria, è anche questo, ma non solo questo, o quantomeno non essenzialmente questo. È, invece, la conferma di un rapporto nato tra un cantautore, un prete ed una comunità di quartiere. Un rapporto che ruota intorno ad un progetto educativo. Per il concerto dell'11 luglio, i biglietti sono quasi esauriti (e non si sa se ce ne saranno altri a disposizione) e ad ascoltare Baglioni non ci saranno solo andriesi, ma anche ragazzi, giovani e adulti che vengono da tutte le parti d'Italia. Un concerto particolare, difficile da definire.  Usare il termine «privato» potrebbe sembrare troppo restrittivo. E, allora, la vera definizione è «concerto di quartiere». E la particolarità sta nel fatto che in un quartiere, quindi un luogo piccolo, interviene un cantautore, Baglioni, che riempie gli stadi, che fa tour lunghissimi nelle più grandi città. «Molti ci hanno chiesto - dice don Riccardo Agresti, parroco di S. Maria Addolorata alle Croci, la chiesa del rione Croci-Camaggio - perché il concerto non si tiene al palazzetto dello sport. La risposta è semplice: Baglioni, che ha conosciuto la realtà in cui lavoriamo e quello che stiamo facendo, ha voluto dedicarci un concerto. Certo, io ne ho parlato, ma è stato lui che un giorno mi ha detto: "don Riccardo, quello che state facendo è bello ed interessante. Come posso darvi una mano? Con un concerto?". Ecco, questo è il concerto». Baglioni venne in contatto con don Agresti qualche anno fa, quando, in occasione del suo duplice concerto al palazzetto, organizzò un incontro con la comunità di quel quartiere. L'incontro si tenne a Castel del Monte e fu un momento molto intenso. Baglioni scoprì in don Riccardo un figura di sacerdote di frontiera di enorme spessore. E gli promise aiuto in caso i necessità.  Don Riccardo Agresti da anni, con la parrocchia ma anche con la collaborazione del Centro di aggregazione del quartiere e la scuola «Camaggio-Oberdan», e con i cittadini, sta lavorando per ricreare un tessuto sociale nella zona. E i risultati, pur tra difficoltà, sono stati colti. Un'opera educativa e formativa, dunque, che sta dando frutti. Frutti che i cittadini del quartiere ritengono possano essere maggiori se ci fosse un luogo fisico di aggregazione, un oratorio. Un oratorio che dovrebbe nascere su un suolo, un suolo che ha provocato qualche polemica (il Comune ha concesso il suolo alla parrocchia, ma il vescovo ha considerato troppo onerosa per la diocesi la concessione), polemiche che i cittadini si dicono pronti a superare con impegno, energie e risorse. Ora, naturalmente, il concerto non poteva capitare in un momento migliore: quello che si ricaverà potrà contribuire ai lavori necessari per realizzare l'oratorio. Ma è una coincidenza, bella coincidenza: il concerto era stato fissato prima che nascesse il problema del suolo. Problemi o no, comunque, il concerto dell'11 luglio è un concerto clamoroso. Un concerto per un quartiere. Meglio: un concerto per un'idea, per un'azione. Idea e azione in un quartiere che piacciono a Baglioni: il cantautore, infatti, ha chiesto a don Riccardo di lasciare un posto libero. Una sedia vuota, per lo stesso Baglioni. Che in questo modo, prendendo pure un biglietto al suo concerto, vorrà dire a tutti che si sente uno del quartiere. Del quartiere Camaggio-Croci, qui ad Andria.

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Andria, il vescovo nega i fondi. L'artista: li raccolgo con un concerto.

E Baglioni canta per l'oratorio ( La Repubblica 16/06/2002 )

NICOLA CURCI

Non ci sono soldi per costruire l'oratorio nel quartiere Camaggio, ad Andria, diecimila anime che vivono pericolosamente assieme. Dalle casse del vescovado non arriverà neanche un euro per la struttura progettata in via Alpi. E allora il pretecoraggio che cosa fa? Don Riccardo Agresti, quarantuno anni, molti dei quali trascorsi a dribblare a muso duro le minacce dei narcotrafficanti, chiede aiuto a Claudio Baglioni. Il quale, divertito dall'idea di fare il menestrello tra mille giovani nel centro di aggregazione "Insieme per Camaggio", risponde immediatamente «sì». Giovedì 11 luglio, nella scuola elementare del quartiere, Claudio canterà per la realizzazione dell'oratorio. Un evento straordinario che il cantautore romano aveva promesso all'indomani della sua visita a Castel del Monte nel 2000.
«Verrò ad Andria e canterò per voi: voglio fare qualcosa per la vostra comunità», aveva assicurato l'artista che ha fatto sognare (e innamorare) generazioni di italiani. Promessa mantenuta. Il biglietto costa 35 euro e Baglioni donerà l'intero incasso alla parrocchia, affinché possa realizzare la struttura ricreativa dei sogni. «Vince la voglia di fare», commenta don Riccardo, che nel quartiere Camaggio, regno dello spaccio pesante, era arrivato una decina e passa di anni fa per una sorta di esilio. La stessa voglia che ha animato la comunità dal primo momento. Baglioni - sorride il sacerdote - «ha subito confermato la disponibilità mostrata qualche tempo addietro e questo evento non può che riempirmi di gioia, in qualità di beneficiario del suo intervento». Poi smorza le polemiche sul presunto diniego di monsignor Raffaele Calabro, il vescovo della diocesi di Andria, alla costruzione dell'oratorio: «Sono convinto che sua eccellenza sarà in platea al mio fianco, come è sempre accaduto per tutte le belle iniziative che abbiamo organizzato. Alla fine la buona volontà e la determinazione vengono sempre premiate».