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Crescendo ...in tour Prove aperte per gli associati clab

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Maria Grazia di "Navigandoltre"e a Gio di http://giospecial.splinder.it/

La Stampa 9 Aprile
Chiuso ieri a Torino un tour di 56 tappe
Il «Crescendo» di Baglioni

Si è chiuso ieri a Torino, PalaMazda, «Crescendo», il tour invernale di Claudio Baglioni. Cinquantasei date con oltre 360 mila presenze per una tournée partita lo scorso 21 novembre proprio da Torino, per poi fare tappa nei principali palasport: Milano, Roma, Genova, Firenze, Bologna, Verona, Ancona, Reggio Calabria e Caserta. Con le sue tre ore e mezzo di musica dal
vivo, con oltre 35 dei successi più amati eseguiti da un gruppo di nove elementi, il tour ha fatto registrare il tutto esaurito in ogni tappa. Un calendario che è andato aumentando in corsa, fino ad arrivare ad un totale di 56 tappe: «Crescendo» è il tour più lungo mai fatto nei palasport.

AL MAZDA PALACE
La «Baglionimania»
Grande successo di pubblico per Claudio Baglioni, ieri sera al Mazda Palace con il concerto «Crescendo» che ha concluso il tour italiano incominciato il 21 novembre e passato sui palchi allestiti in 28 città. L'esibizione (prodotta da Bag e Friends & Partners) è stata sponsorizzata dalla Sai Fondiaria, per consentire a Baglioni di devolvere il ricavato del concerto in beneficenza: i soldi andranno a un giovane di **Treviso, rimasto paralizzato dopo la somministrazione di un antibiotico in un ospedale veneto. L'indagine della magistratura non ha evidenziato negligenze da parte dei medici e l'assicurazione non aveva potuto intervenire in modo diretto per rifondere il danno. Sul palco del Mazda Palace è stata allestita una sorta di casa, con tanto di cantina, soggiorno e terrazza. «Racconterò di questi 35 anni di musica» ha spiegato lo stesso Baglioni

Il Messaggero 8 Aprile
Baglioni, sempre un piacere
Tre ore di musica e perfezione. I fan ringraziano


ANCONA - E' tornato. Claudio Baglioni ha regalato ancora una volta emozioni e musica al pubblico marchigiano. Per la penultima tappa di Crescendo , il musicista romano ha scelto il Palarossini che la scorsa estate per un mese ha rappresentato un po' la sua seconda casa. Ed è proprio la casa al centro di questo nuovo tour, una "casa scenografica" in cui Baglioni accoglie i
suoi ospiti, migliaia di fan, come sempre in buona parte donne, per compiere insieme un viaggio sul filo dei ricordi, ma anche alla scoperta degli ultimi lavori. Baglioni canta senza prendere mai fiato, ripercorrendo 35 anni di carriera, condensati in oltre 3 ore di concerto. Poche parole
per salutare Ancona, c'è spazio solo per le note. In fondo le sue parole sono scritte nella musica, perfettamente incastonata all'interno di una monumentale scenografia da lui stesso progettata. Un grande palco al centro del parterre, contrassegnato da tre piani mobili, tre piattaforme che si
abbassano portando l'artista dalla cantina, in cui giovanissimo muoveva i primi passi, a un soggiorno, quindi il tetto e infine la pedana, metafora del mestiere, del successo. Si comincia con Yesterday per proseguire con Noi no , Quanto ti voglio , Fotografie . Un po' alla volta Baglioni sfodera il suo repertorio, al cospetto di un pubblico incantato, che si avvicina timidamente al palco per rubare una foto, una stretta di mano. Stelline, candele, accendini, cuoricini luminosi, incorniciano Notte di note , mentre Baglioni si muove lentamente per ogni angolo del palco senza sottrarsi al suo pubblico, seppur protetto da zelanti addetti alla sicurezza. Non nega il tocco delle sue mani, non nega il suo calore. Accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio , direttore musicale dello show, da una band rinnovata rispetto ai precedenti concerti e da un quintetto d'archi, il
cantautore romano prosegue instancabile sull'onda dei suoi più grandi successi. Ed allora non potevano mancare, tra i circa 40 brani proposti, Strada facendo , Questo Piccolo grande Amore , Mille giorni di te e di me e la Vita è adesso . Vivacità teatrale sul palco dal primo istante sino
all'ultimo. Gli artisti si improvvisano attori sotto la personale regia di Baglioni, protagonista assoluto insieme alla sua musica. Al termine del concerto un pensiero ad Alessandro, il ragazzo di Padova costretto a letto per mancate cure antibiotiche dopo un'operazione. Per lui l'incasso.di MARINA VERDENELLI

Corriere Romagna 6 Aprile
RIMINI - L'atmosfera è tranquilla, fatta di signore e ragazze, qualcuna accompagnata da fidanzato e amici, altre in gruppetti, amiche, sorelle.
Dentro, il 105 Stadium non è gremitissimo ma accoglie 4000 persone (lui è abituato ai sold out, ma ha cantato a Forlì due settimane fa e questa data era un fuori programma). Il palco è là dove ci ha abituato negli anni, in basso, al centro del palazzetto, vicino vicino che ti immagini di poterlo
toccare. Anzi, qualcuna ci prova davvero a toccarlo, subito bloccata dai body guard, presenti ma non invadenti. Ore 21.15, Claudio Baglioni sale sul palco in un'esplosione di ormoni quasi imbarazzante, ma ci si sarà abituato, alla soglia del 53esimo compleanno (il 16 maggio come tutte
sanno) e in una forma sempre più smagliante. Anche la sua vita è stata un Crescendo, come il titolo di questo tour: da nasone arruffato occhialuto e pure timido (ma sempre adoratissimo), si è pian piano trasformato: prima in uno splendido quarantenen brizzolato, poi in un cinquantenne scattante e atletico, che non prende il fiato nemmeno una volta in tre ore e un quarto di concerto filato, urlando a squarciagola come se avesse vent'anni, con la voce di sempre e una grande voglia di reinventarsi e giocare. Non dev'essere facile stargli dietro, visto che in questo giro d'Italia si è
fatto accompagnare da musicisti nuovi e giovani (a parte il chitarrista Paolo Gianolio, osannato dalla folla che lo conosce bene), e l'unica defaillance che gli si può imputare è una certa mancanza di concentrazione, visto che ogni tanto sbaglia i testi delle canzoni più vecchie, subito corretto dal pubblico competente; del resto si tratta di un peccato >veniale, visto che il tour sta arrivando alla fine dopo aver praticamente raddoppiato le date previste (ancora stasera al Palarossini di Ancona e l'8 al Mazda Palace di Torino, poi riposo sul Mar Rosso).Il concerto: una overdose di un Claudio Baglioni doc che basta pure a placare le ansie dei più scatenati, una performance ad altissimo ritmo e intensità che quando sembra aver dato tutto ricomincia daccapo e va avanti ancora per 75 minuti.
Il palco che il quasi architetto Baglioni ha disegnato si alza e si abbassa, trasformandosi da cantina a soggiorno con camera da letto e futon dove l'ex timido mima pure castamente un atto sessuale (cantando la sexy Domani mai da Oltre). La terrazza infine diventa palco e lo show una vera escalation di successi. Lui rischia la vita ancheggiando una lap dance ai tralicci e scatenando reazioni inconsulte. Gioca con i riflettori, scansa i facchini-collaboratori che spostano in continuazione strumenti e oggetti di scena, si toglie e si mette giacche, sciarpe e camice, sculetta e saltella, non tocca il pianoforte (che del resto non c'è, sostituito da tastiere), indossa una chitarra con catarifrangenti sulla cinta, si commuove persino un po' sul finale quando, dopo aver stremato il pubblico, chiede teneramente di portare nel cuore almeno un po' di questa serata riminese.
Cominciata nel segno di Yesterday (una versione non memoriabile) per ricordare gli esordi in cantina, tra mobili polverosi e vecchi bauli, e conclusasi in un Crescendo (appunto) che ha riservato al finale delle vere e proprie "bombe" di energia: Io sono qui, La vita è adesso, Via. E pensare che c'era qualcuno che lo chiamava "Agonia": a vederlo oggi si potrebbe cambiare il nomignolo in "Energia" o "Voglia di vivere". Perché persino le canzoni più romantiche (qualche eretico direbbe melense) si sono trasformate con arrangiamenti più sofisticati e concedendo poco spazio alla cantilena. Riesce difficile anche cantarle in coro come ci si è abituati in tanti anni di fedeltà a un artista maniaco del live. Anche se ormai il divo Claudio ha ceduto le armi e concesso al suo pubblico (fedele, fedelissimo forse come quello di nessun altro nel nostro Paese) di avere una parte precisa nella partitura di ogni concerto, lasciando che siano le "curve" scatenate a intonare i ritornelli-slogan: noi, noi no, da solo continuerò, strada facendo vedrai, strada facendo troverai, tu come stai?, sarà una nuova età o solo un'altra età...Ampio spazio a Sono io l'uomo della porta accanto (Sony 2003) ma nessun brano storico "rinnegato": il concertone antologico non scontenta nessuno e non lascia il fiato per chiedere i bis.Con Baglioni sul palco, oltre agli archi declinati al femminile, Mario Guarini albasso, Stefano Melone alle tastiere, Adriano Molinari alla
batteria. Cinquantaquattresimo dei cinquantasei concerti del tour de force.Vera Bessone

Il Messaggero 6 Aprile
ANCONA - Inizia con Yesterday il Crescendo tour di Claudio Baglioni che questa sera fa tappa al Palarossini di Ancona. Ore 21 e la città dei dori potrà riaccendere gli accendini e fiammeggiare canzoni con il cantautore romano che riporta la sua musica nelle Marche per la quarta volta in un
anno: Muse e stadio Del Cònero di Ancona, Bpa Palas di Pesaro. Questa al Palarossini è la penultima data del tour che si concluderà a Torino dopo un viaggio di 56 date.
Il «più lungo tour nei palasport mai fatto in Italia»
ha spiegato lo stesso cantautore romano che ammette anche «in un secondo momento ho deciso di inserire Ancona in questo giro perché mi dispiaceva lasciare fuori la città da cui in fondo è partito il tour, un tour diverso rispetto a quello di giugno ma con la continuità temporale». Un tour  definito dallo stesso Baglioni "ridondante" che lascia il posto a questo più intimo Crescendo . Un allestimento studiato come fosse una casa. Dalla cantina alla terrazza, tutto proiettato in verticale, fino all'arrivo sul palco vero e proprio. Piano dopo piano, stanza dopo stanza, anno dopo anno, Baglioni proporrà 36 canzoni per scandire il tempo di un successo sempre inesauribile. E "in chiave", nella partitura delle sue canzoni, ci sono le emozioni raccolte da oltre 200mila spettatori l'hanno seguito solo negli ultimi due mesi. Con lui sul palco ci sono dieci musicisti. Di quelli che l'hanno accompagnato in questi 15 anni è rimasto solo Paolo Gianolio (chitarre). Poi Baglioni ha aperto le stanze della sua casa musicale a Simona Cazzulani al violino, Mario Guarini al basso e contrabbasso, Federica Mazzanti alla viola, Adriano Molinari a batteria e percussioni, Francesca Ruffilli al violoncello, Mariella Sanvito al violino, Pio Spiriti a violino, tastiere e fisarmonica. Dulcis in fundo, Stefano Melone il pesarese chiamato in questo Crescendo a suonare piano e tastiere. Ci sono ancora biglietti per assistere al concerto. Se lo acquistate questa mattina il costo è ancora comprensivo di prevendita: 48.30 euro in parterre numerato, 42.50 per posto numerato in gradinata, 36.80 per posto numerato in tribuna E/F e infine 26.50 per un posto non numerato in secondo anello. Dal pomeriggio il costo è del 5% in meno. Il T.Box del Palarossini sarà aperto dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 fino all'inizio dello spettacolo. I cancelli apriranno alle 19. lo spettacolo avrà inizio intorno alle 21. Info 071.2901224

Messaggero 4 Aprile
Baglioni, Luttazzi, Cucinotta
Martedì 6 aprile, una giornata fra le star. Ancona si sveglia

ANCONA - Lui, Baglioni, concerto in serata. Contemporaneamente Luttazzi alle Muse. Nel pomeriggio Maria Grazia Cucinotta a inaugurare il cinema Goldoni. Una giornata così Ancona se la ricorderà ancora per chissà quanto tempo. Una giornata da star.
Dunque torna Claudio Baglioni . Sarà al Palarossini con il Crescendo tour (info 071.2901224). Torna dopo aver aperto la stagione di musica leggera alle Muse a gennaio dell’anno scorso, aver allestito il tour negli stadi a giugno per un mese al Del Cònero e dopo la tappa pesarese del 15 gennaio. Mai artista fu più di casa nelle Marche. Anche Fiorello, che quello
stesso 15 gennaio si trovava ad Ancona con Fiore, nessuno e centomila se l’era chiesto: ma che gli fate a Baglioni che ogni 6 mesi sta qui? E noi glielo chiediamo:

Claudio Baglioni, che le facciamo?
«Evidentemente c’è qualche pozione magica. È la città che per ben due volte ha tenuto a battesimo due tour importanti, quello
del 2000 e quello dell’anno scorso. Poi ci sono altri aspetti poco facilmente raccontabili legati alla sensazione di relax,
dello star bene, dei bei posti che ci sono. Chissà, trafficavo tra Sirolo e Numana quand’ero un vacanziero di 18 anni. Mi sa che mi è rimasto dentro qualcosa».
E a proposito, il suo tastierista Stefano Melone è di Pesaro.
«È stato un ottimo incontro in questa rotazione di musicisti. A parte Gianoglio, gli altri che suonavano con me da 15 anni sono cambiati. Una decisione consensuale per prendere un po’ d’aria nuova».
Siete in tour da moltissimo.
« Abbiamo fatto 56 date e abbiamo deciso di smettere altrimenti potevamo morire. Ho deciso di inserirci anche Ancona in un secondo momento, perché mi dispiaceva che restasse fuori. In fondo questo non è lo stesso tour partito da voi ma ne è la continuazione in senso temporale».
E’ così diverso?
«Sì. Qu ello partito da Ancona era un tour ridondante. Stavolta siamo in 10 sul palco e la musica è di nuovo protagonista della situazione. Ma è sempre spettacolare. Per la prima volta si sviluppa in verticale. È il racconto di 36 anni di musica a partire dalla cantina dove strimpellavo con gli amici, fino a oggi».
E in mezzo?
«Crescendo è un termine musicale ma è anche quello che accade. La musica è la mia casa e volevo portarla nei palasport. La casa è una metafora della vita, dalla cantina alla pedana che si fa casa, poi c’è la terrazza, il tetto e infine il palco.
Sono oltre 3 ore, 35 canzoni senza mai prender fiato».
Lo sa che martedì ad Ancona ci sarà anche Luttazzi?
«Luttazzi è un geni o. Mio figlio ne andava pazzo fin dagli inizi. Si è trovato a fare televisione in un momento in cui esiste una lotta di potere più alto. Oggi la tv è luogo di competizione per altri interessi e forse lui stesso ha dovuto estremizzare alcune posizioni».
Infatti è stato costretto a lasciare il video.
«Può anche es sere una fortuna. Non è detto che la tv... insomma bisognerebbe imparare dal caso Grillo».
Anche lei ultimamente è stato diverse volte in Tv, specie da Costanzo.
«Sì. Un paio pe r raccontare la mia storia musicale. La terza è stata per il movimento di opinione a cui mi sono affiancato in aiuto di Alessandro, un ragazzo di Padova di 27 anni costretto a letto per mancate cure antibiotiche dopo un’operazione.
La Sai Fondiaria ha chiesto di poter sponsorizzare 8 miei concerti il cui ricavato andasse in beneficenza e ho accettato. È una storia bella in mezzo a tanto cinismo. Magari invece è lui ad aiutare noi, a fermare questo carrozzone che spesso corre corre ma senza sapere più dove sta andando». di CLAUDIA GENTILI

Un Tour in Crescendo
Con un palco che si trasforma di volta in volta Baglioni emoziona con una performance-racconto che sa di magia Si avvia alla conclusione il tour "Crescendo" di Claudio Baglioni che ha ottenuto eccellenti risultati di pubblico fin dalla sua partenza a Torino lo scorso novembre facendo registrare in pratica un costante tutto esaurito. Accompagnato da un gruppo formato da nove elementi guidati dal chitarrista Paolo Gianolio, unico membro rimasto della vecchia formazione e
co-arrangiatore del progetto, Baglioni rilegge in un'ottica nuova e volutamente opposta a quella degli stadi da lui frequentati negli ultimi anni i passi più importanti e significativi di una carriera lunga trentacinque anni. Facendo seguito a un'idea di mbientazione cinematografica-scenografica da lui messa già in pratica ai tempi dell'album Io Sono Qui il cantautore romano si concede con grande generosità per quasi duecento minuti di performance intensa in cui si racconta sia come uomo che come artista. L'idea di base è quella di utilizzare lo spazio dove esibirsi in modo dinamico e di arrivare al palco vero e proprio attraverso una serie di trasformazioni utili al tessuto musicale-narrativo seguito da Baglioni. Si parte quindi da una cantina, i tempi degli esordi, per poi passare al soggiorno visto come luogo della maturità ed ancora la terrazza in cui si aspetta con ansia il futuro riflettendo sul passato per poi arrivare al palco vero e proprio che è il luogo dove lo spettacolo ha il suo"Crescendo" definitivo. Ecco le ultime date dei mesi marzo-aprile: 26-27 Padova Palasport, 29 Perugia Palasport, 31 Eboli (Sa) Palasele, 2 aprile Chieti Palatricalle, 6 Ancona Palarossini, 8 Torino Mazda Palace.

Grazie a Gio di http://giospecial.splinder.it/  per aver reso disponibili questi articoli tratti dal "Mattino di Padova"

(lettere a "Il Mattino" di Padova):
In risposta ad una ammiratrice delusa
"Sono un fan e un amico di Claudio Baglioni anche se non posso andare ai suoi concerti".

Cara Dafne...e meno male che Claudio Baglioni ha perso una fan come te! Io, oltre che un ammiratore, sono un amico di Claudio e lo sono grazie alla sua generosità e umanità... anche se non conpro il biglietto di prima fila perchè non posso andare ai suoi concerti. Claudio canta le canzoni nuove, come non rinnega le vecchie, le quali, ti piaccia o no, noi ammiratori vogliamo ancora sentire, perchè spesso sono state la "colonna sonora" della nostra vita. Ne ha scritte talmente tante (e se lo segui da anni lo sai) che non è difficile capire che non avrebbe potuto cantarle tutte in una serata. Cinque canzoni del nuovo album sono la metà di quelle contenute nell'album stesso: sono brani che spesso durano quattro/cinque minuti l'uno, e come puoi pretendere che un concerto possa durare più di tre ore e mezza? Se lo scopo è "spalare fango", i motivi si trovano sempre, per altro, l'acustica del palazzetto non è delle migliori e nonostante ciò, per chi ha visto anche lo spettacolo del 27 sera, tutto si può dire tranne che non sia stato un grande concerto. Sono rammaricato per come ti sei permessa di erigerti a critico musicale, per come hai tentato di affossare la figura di Claudio, per come hai velatamente snobbato chi non "aveva il biglietto da 48 euro" e per come hai trattato tutti noi poveri allocchi "presi dall'euforia" che, da questo concerto a Padova, abbiamo potuto riscoprire Claudio come cantante, poeta e soprattutto grande uomo. La tristezza più grande e la pretestuosità di chi si esprime usando i "media" all'uncio scopo di infangare e di chi a questi dà la possibilità di farlo.
Alessandro Manzella

(lettere a "Il Mattino" di Padova):
In riferimento alla mail della Fan delusa per il concerto di Baglioni, vorrei iniziare dall'affermazione finale per dire che il "cuore pulsante" del concerto, è un cuore aritmico, soprattutto per quanto riguarda il batterista e il tastierista, che con tutto il rispetto vista la carriera alle loro spalle, non sono a mio parere all'altezza dei loro colleghi che suonavano con Baglioni in quel concerto del '96 di cui Lei parla, e che di sicuro ci sapevano fare. Partendo da questo Le vorrei chiedere: se non ha notato questa rilevante differenza tra i musicisti, come ha fatto ad accorgersi di una stonatura (tra l'altro inesistente) di Claudio Baglioni? Non parlo da Fan scatenato che canta a squarcia a gola e a cui tutto va bene, ma da "musicante", essendo io cantante di un gruppo provinciale sconosciuto e che di stonature se ne intende. Sempre da musicante posso dire che gli arrangiamenti cambiano da tournèe a tournèe, ma per chi segue solo un concerto, quello che tocca la propria città o giusto quello delle vicinanze, magari è un pò più difficile notare la differenza. L'unica cosa su cui potrei essere d'accordo è la scaletta, ma per un artista che ha scritto oltre 250 canzoni, scegliere 30/35 brani da eseguire in una serata, non è per niente facile. Evidentemente queste sono le canzoni alle quali lui è più legato o più semplicemente ha notato che sono quelle a cui il pubblico è più legato. Le "canzoni storiche" a mio parere, dovrebbero rimanere tali e quindi restare nel loro magico scrigno nero del vinile, anche perchè riportare in un luogo come un palazzetto, che dovrebbe essere di divertimento, canzoni con arrangiamenti originali come POSTER o QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE, non gioverebbe nè a noi fan, nè tantomeno a Claudio Baglioni. Infine di quest'ultimo album, sono state scelte canzoni di "gruppo", di festa ( 7 brani: SONO IO, TUTTO IN UN ABBRACCIO, GRAND'UOMO, MAI PIU' COME TE, SERENATA IN SOL, TIENIMI CON TE, AL DI LA' DAL PONTE), quindi le varie "PATAPAN", "REQUIEM", "PER INCANTO PER AMORE", non sono certo adatte per fare festa, e forse sono troppo intime e personali per esibirle davanti ad un pubblico così critico. Quindi, in conclusione, il mio personale parere delle due date di Padova del tour "CRESCENDO" di Claudio Baglioni, è positivo, quindi un applauso al "GRANDEMAGO", capace ogni volta di sapersi mettere in gioco.
Gerry

(lettere a "Il Mattino di Padova):

Volevo, se possibile, rispondere alla lettera di Dafne. Non sono molto d'accordo con tutto ciò che ha scritto. C'ero anch'io venerdì 26-3 al San Lazzaro per il concerro di Claudio Baglioni. Se ci sono stati dei problemi per i posti, può capitare (non facciamone un dramma) ho sentito che c'era qualcosa che non andava con il mixer. E' vero anche che c'è stato un momento che dava l'impressione di essere stonato, ma se hai osservato e ascoltato bene, alla fine del concerto ha detto più o meno: "spero che stiate tutti bene per venire sabato 27" probabilmente sì c'era qualcosa (mi sembrava leggermente raffreddato visto che ha tentato di soffiarsi il naso due volte...) e a parte questo, l'acustica al San Lazzaro è abbastanza carente. Comunque se ti ritieni un fan di Baglioni qualche momento "stonato" o "non perfetto" lo dovresti accettare comunque. Baglioni è una persona come tutti noi, non è una macchina, con pregi e difetti e se ha avuto un momento "no" non è il caso di farne una questione di stato. Dici che la sua scaletta è sempre la stessa, mi pare che anche gli altri facciano lo stesso più o meno. Non credo tu sia una fan di quelle vere, anzi. Poi se Lendro Barsotti (che mi è capitato di vedere quel venerdì sera, zona platea dove mi trovavo anch'io), ha scritto quello che si sentiva di scrivere e uello che ha visto, visto poi che dopo metà concerto si è alzato ed è andato via. Quindi non se l'ha vista tutto il concerto. Baglioni in questo suo tour ripercorre la sua carriera che non riguarda solo l'ultimo cd ma 35 anni lunghi lunghi e giustamente deve lasciare spazio un po' a tutto. Dopo che ho letto la lettera, avevo proprio bisogno di sfogare la mia contrarietà a quanto detto da Dafne "fan delusa".
P.S.: Leandro Barsotti, perchè non ti rimetti a cantare? mi eri piaciuto a San Remo.
Barbara (una fan comunque sia andata soddisfatta di Baglioni)

(lettere a "Il Mattino di Padova):

Sono una vostra lettrice e sono davvero rimasta delusa dalla lettera scritta da una "fan delusa" di Claudio Baglioni. Posso anche capire che ci siano stati problemi di acustica ma di certo la colpa non è del cantautore. Il vero problema è che il palazzetto di Padova è vergognoso. Sono stata sempre a vedere altri concerti di Baglioni in altri palazzetti nel Veneto (a Treviso e Verona) e una struttura pessima come quella di Padova sinceramente non l'ho mai vista. Peccato che a Padova tanti soldi vengano investiti in strutture magari a volte (a mio modesto avviso) inutili, e per la musica, che è rimasto forse solo uno dei pochi passatempi, non si faccia abbastanza. Aggiungo solo una mia riguardo al concerto: il pubblico patavino non riesce mai a lasciarsi andare a tempo di musica. Forse un pubblico romano non avrebbe mai osato avanzare critiche simili, tanto più che i problemi di acustica sono stati causati dalla struttura del palazzetto di Padova. Mi dispiace ma anch'io mi sono sentita in dovere di dirvi la mia.
Alessia

SPETTACOLI E SPORT: BAGLIONI CHIUDE A TORINO IL SUO TOUR
(ANSA) - TORINO, 31 MAR - Una casa allestita sul palco del Mazda Palace di Torino, con tanto di cantina, soggiorno e terrazza, l' 8 aprile tornera' ad ospitare le sonorita' e le emozioni di ''Crescendo'', il concerto di Claudio Baglioni. Sara' la tappa conclusiva di un tour che si e' aperto il 21 novembre scorso proprio nel capoluogo piemontese e che ha toccato 28 citta' italiane. Il successo di pubblico registrato fin qui lascia pensare che Baglioni abbia vinto la sua scommessa. Il suo e' uno spettacolo insolito, che si svolge in spazi ristretti con un' ambientazione inconsueta, quasi minimalista, per raccontare una storia. ''La storia - ha spiegato lui stesso - di questi 35 anni di musica, il luogo incantato nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e cucite insieme, con l' ambizione di regalare un pensiero, un' emozione, un piccolo sogno''. Si passa dal sapore degli esordi, sottolineato dalla scenografia della cantina, al piu' ragionato lavoro di costruzione delle atmosfere, che trova la sua collocazione nel soggiorno, inteso come momento della maturita', il presente. Per il futuro c' e' la terrazza, dove gustare il sapore dell' attesa, della vigilia, momento che prelude all' crescendo di adrenalina, dove inizia lo show vero e proprio. Qui la magia si completa e la casa diventa un palco, cosi' come la sintonia tra il cantante romano e il suo pubblico raggiunge il culmine, quando la casa allestita si trasforma in palco. Il tour, prodotto da Bag e Friends & Partners, non ha avuto nulla in comune con gli otto concerti-evento che avevano riempito per otto volte gli stadi italiani l' estate scorsa, se non per un rinnovato grande successo di pubblico, che ha raccolto intorno a Baglioni un pubblico affezionato di ogni eta'. La scaletta - una trentina di brani suonati da un gruppo di nove musicisti - passa da pezzi come ''La vita e' adesso'', ''Via'' e ''Strada Facendo'' senza tralasciare grandi successi quali ''Ragazze dall' est'', ''E tu'', ''Un giorno nuovo''. Nel clou dello spettacolo campeggiano ''Quel piccolo grande amore ''Cuore di aliante'', ''Amore bello'', ''Poster, ''Solo'' e ''Sabato pomeriggio''. Per ulteriori informazioni e' possibile consultare il sito internet www.metropolis.radar.it. (ANSA). YYR-BRL
31/03/2004 00:42

http://www.2night.it/2night/firenze/rubrica/news/43939.html
INTERVISTA A CLAUDIO BAGLIONI
In concerto il 9 e 10 marzo al Palasport di Firenze
Intervista di Francesca Amendola

FA Crescendo tour 2003/2004, con questo tour, finalmente ripreso, dove ci porterai e cosa raccconterai?

CB Si tratta di un tour che ci vede presenti in molte citta'. Ho scelto di raccontare una storia, che e' poi quella in cui molti si ritrovano, e la racconto con le canzoni che mi accompagnano da ormai molti anni. E' una storia dedicata anche ad un pubblico piu' giovane, perche' seguo un percorso che in fondo e' comune a molti, come le storie di tutti, il crescere, fare progetti e poi magari ritrovarsi e rivedere tutto il passato dall'alto della propria storia.
Ho scelto di raccontare storie e di cantare canzoni partendo dalla "cantina", luogo deputato alla sperimentazione, alla crescita e al mettersi alla prova, e ci sono racconti di amicizie e di storie insieme. Si continua con la "casa", luogo in cui le speranze e i sogni diventano progetti... fino ad arrivare al "tetto", da cui puoi guardare le stelle a aspirare ad ambizioni ancora piu' grandi ma da dove puoi anche guardare il tuo passato... dal tetto puoi vedere le stelle, il tetto ti permette di spiccare il volo; sono molto contento di come proponiamo lo spettacolo e spero che al pubblico piaccia fare questo cammino di crescita insieme.

FA A proposito di casa e progetti... presto diventerai architetto si' o no? in tanti ti aspettano alla discussione della tesi...

CB Si'...(ride..) lo prometto, discutero' la tesi, ma se qualcuno ha intenzione di affidarmi un lavoro, ecco lo sconsiglio vivamente, e l'ho dichiarato piu' volte in pubblico che con queste nuove leggi che ci sono in Italia ... beh... non mi vergogno a dire che questa laurea me la sono comprata. Presto, lo prometto, succedera' presto. Cosi' faro' contenta la mamma, che ci tiene parecchio.

FA Immagino il giorno della discussione della tesi, ti faranno un alee'-oo... Mentre assistendo ad un tuo concerto l'impressione che si riceve e' di grande coinvolgimento da parte di tutti.

CB: Mi piace dare e raccontare al pubblico che mi segue, so che molte persone vengono ai miei concerti in piu' date e girando diverse citta', spero che si divertano. Mi fa piacere anche per chi mi segue da poco...(sorride di nuovo..) chi per esempio eredita la mia musica dai genitori, insomma chi ci e' costretto... "

FA L'album nuovo e' piaciuto molto, parlando di contenuti dei tuoi racconti e delle tue canzoni, quelle d'amore danno sempre emozioni forti ma molto tempo fa i tuoi testi e la reazione che c'era in Italia verso certe parole era molto diversa.

CB Si' c'e' una notevole differenza. Pensa che, senza scomodare autori di test i"impegnati", parlando anche solo di canzoni d'amore, non si poteva dire neanche la parola "nudi", parola che fu censurata ai tempi di "Questo piccolo grande amore", oppure "sudati" perche' ....(sorride anche ora) dava modo di pensare a chissa' quali cose scabrose di cui non dover parlare. Oggi mi pare tutto molto diverso.

FA Ma il pubblico e' sempre affezionato ai tuoi classici e credo che anche tu abbia una tua canzone preferita in questo momento. Al concerto con "Serenata in sol" (una delle canzoni nuove) ho visto partire pure un trenino.

CB: Si', e' una canzone "cialtrona" come la chiamo io. E' il momento in cui chiamo tutti i musicisti a girare intorno al palco e la gente ci segue, anche se in questo momento sento molto "mai piu' come te", e' una canzone a cui sono molto legato ed e' quella che dedico a tutti verso la fine del concerto, dicendo che anche se lo spettacolo finisce io porto con me tutto, tutto di quello che ho vissuto, in quella particolare serata, come tutti quelli che mi seguono, e' un momento di grande emozione "

E' il momento di chiudere, lo ringrazio e... ci provo... gli chiedo se mi canta l'attacco di "passerotto non andare via..." ....(mi e' venuta cosi'...non so se lo rifarei)... e lui me lo canta... non ci credevo... grazie Claudio. Non si finisce mai di crescere.

La citta' di Salerno 31 Marzo
Eboli pronta al ritorno del ''mito'' Baglioni
Questa sera si bissa il maxi concerto In migliaia per il ''Crescendo live tour''

A gonfie vele le prevendite Si vola verso il tutto esaurito

Ancora il ''pienone'' per Baglioni. A meno di due mesi di distanza dal primo evento, anche il secondo concerto di Claudio Baglioni vola verso il tutto esaurito. Il nuovo appuntamento è per questa sera. Ancora una volta le luci dello spettacolo del cantautore romano si accenderanno nel Palasele di Eboli, in via Serracapilli. Dopo il successo dello scorso 22 febbraio, gli organizzatori dell'agenzia ''Anni 60'' hanno voluto replicare un concerto che in qualche modo ha fatto storia poche settimane fa, sulla scorta di due circostanze. La prima è la grande richiesta di tagliandi per assistere allo spettacolo che, in occasione del primo concerto, aveva lasciato fuori migliaia di fans dell'autore di ''Questo piccolo grande amore''. La seconda circostanza è stata che, dopo aver assistito allo spettacolo, molti spettatori hanno voluto rinnovare la presenza, sulla scorta di un concerto che aveva deliziato gli appassionati per oltre tre ore, senza interruzioni, e con una scenografia su diversi livelli come se ne vedono poche durante gli spettacoli. Insomma, un successo che si replica, targato Claudio Baglioni e Palasele: il cantautore romano ha dato il meglio della sua arte e della sua produzione, insieme con i compagni di avventura: la struttura ha retto come meglio non poteva, ospitando migliaia di spettatori per il tutto esaurito ancora una volta. I fan storici di Baglioni potranno così gustare una storia di un sogno lungo trentacinque anni, il racconto di un'evoluzione in chiave ''intimistica'' e ''casalinga''. Claudio Baglioni, con il ''Crescendo Live Tour'', porta sul palco le emozioni di una vita in musica, la maturazione come uomo e la crescita come artista. Non sarà una replica o un'edizione speciale dei ''pirotecnici'' otto concerti-evento che hanno caratterizzato il mini-tour della scorsa estate, ma uno spettacolo rinnovato nella forma, nei contenuti, nelle canzoni, negli arrangiamenti e nei musicisti, quello che attende il pubblico del Palasele di Eboli. O, per meglio dire, i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto per l'appuntamento clou. Accompagnato dal chitarrista Paolo Gianolio (il direttore musicale dello show), da una band rinnovata per quattro-quinti e da un quartetto d'archi, Baglioni si muoverà su tre palchi mobili, che scenderanno uno sull'altro, portando l'artista dalle cantine in cui, giovanissimo cantautore, immaginava di essere una star, sino al tetto di una ''casa scenografica''. Saranno questi i primi tre momenti del nuovo show, a misura di Palasele. Il quarto grande momento dello spettacolo scatterà con ''Questo piccolo grande amore'', che farà da staffetta ad una lunghissima selezione da juke-box, studiata per ripercorrere tutti i più gettonati ed intramontabili successi del cantautore, sino all'ultimo ''Sono io, l'uomo della storia accanto''. Un gruppo di giovanissimi musicisti, scelti da Gianolio dopo lunghe audizioni, lo accompagnano in questa storia in musica: Simona Cazzulani (violino e cori), Federica Mazzanti (viola e cori), Francesca Ruffilli (violoncello e cori) e Mariella Sanvito (violino e cori); Pio Spiriti (violino, tastiere, fisa e cori); Stefano Melone (piano, tastiere e cori); Mario Guarini (basso e contrabbasso) Adriano Molinari (batteria e percussioni). La regia dell'allestimento è curata dallo stesso Baglioni.

Il Messaggero 31 Marzo
Baglioni, metti una sera a Chieti
Venerdì al Palatricalle il ritorno del cantautore romano. Verso il pienone

CHIETI - Dopo il grande successo dello scorso febbraio torna al Palatricalle Claudio Baglioni. In arrivo un altro tutto esaurito presso l’impianto teatino che, dopo il concerto dell’artista romano, ha registrato un autentico pienone anche con gli Articolo 31 e, ieri sera, con l’intramontabile Gianni Morandi. Venerdì, per giovani e meno giovani, dunque, secondo appuntamento con il “Tour Crescendo”, che Baglioni sta portando in giro per l’Italia con grande successo come testimonia proprio questo atteso bis concesso da un cantante in grado di far sognare intere generazioni.
«Di solito, quando pensiamo alla vita -spiega lo stesso Baglioni- pensiamo ad un percorso orizzontale. Partire da un punto ed arrivare ad un altro punto, in precario equilibrio sull’asse del tempo. Ma io ho sempre pensato che, più che orizzontale, questo percorso sia, o debba essere, verticale. Un’evoluzione, una trasformazione, una crescita. Crescita del fisico, dei pensieri, del progetto di sè». Tre ore di grande musica a febbraio, grande attesa anche per quest’altro appuntamento con un autentico mito della canzone italiana. Un tour accompagnato da strepitoso successo, il ”Crescendo” di Claudio Baglioni, che non intende però essere una riedizione dei concerti tenuti negli stadi.
«Uno spettacolo nuovo nella forma e nei contenuti -continua l’artista- con nuove canzoni, nuovi arrangiamenti e nuovi musicisti. Nuove anche le scene, le storie e le atmosfere con la voglia di raccontare la storia di un’evoluzione, di una crescita, di una maturazione. E se quello negli stadi si può forse definire lo ”spettacolo più grande” mi piacerebbe che ”Crescendo” avesse la forza per diventare il ”concerto più bello” per il sapore autentico, personale ed intenso che solo certe cose fatte in casa sanno di avere».
Obiettivo centrato, almeno a giudicare dall’accoglienza finora ricevuta, perchè ”Crescendo” è davvero un grande show. Le canzoni ripercorrono trent’anni di una carriera sicuramente unica e Baglioni è lì, pronto a tirare fuori i suoi tanti pezzi pregiati in una scaletta che sa mescolare sapientemente il vecchio ed il nuovo con estrema fluidità offrendo al pubblico anche nuovi arrangiamenti. Il palco, posizionato al centro del palasport, è un continuo divenire dove scendono impalcature, si modifica l’arredamento e le luci, prima di essere fari, sono lampade al neon e lampadari da cucina. A dominare la scena è sempre lui, un artista di cinquantatrè anni capace di stabilire un rapporto unico con i suoi fans. Baglioni, da autentico mattatore, sorride, scherza, balla e si cambia d’abito concedendosi al pubblico rapito con una passione incredibile. Sempre intensa, originale ed il più delle volte imprevedibile in una sequenza tirata ad effetto che si conclude puntualmente attraverso le canzoni universali di ieri e di oggi, ovvero «Poster», «Sabato pomeriggio», «La vita è adesso», «Io sono qui», «Via», «Mille giorni di te e di me», «Strada facendo», con la platea ovviamente trascinata in un unico grande coro.
Questi i prezzi dei biglietti, comprensivi dei diritti di prevendita: parterre numerato euro 48,30, tribuna centrale numerata euro 42,55, tribuna numerata euro 36,80, gradinata numerata euro 26,50, di GIUSEPPE RENDINE

da supereva.it/recensioni_musicali
Claudio Baglioni prosegue il suo fantastico tour 'Crescendo' ( Segnalata da Angela Platania)
Intervista a Claudio Baglioni
Di Angela Platania,

L’evento 2004, cosi come si preannuncia per ogni suo tour, anche quest’anno prende il nome di Claudio Baglioni. L’artista romano, indistruttibile, inossidabile, continua a proporci tour su tour, che come parola d’ordine hanno “il tutto esaurito”. Ma parliamone proprio con l’interessato.

“E’ un occasione piacevole –esordisce Claudio- quella di essere qua. Sono stato a Catania diverse volte, con spettacoli di valenza diversa e sono grato a questa città per l’accoglienza sempre affettuosa e sempre affluente”.

Claudio parliamo un po’ del tuo disco, nei tuoi lavori ricorre spesso la paternità e il rapporto tra padre e figlio…

“Si, penso che siano i due rapporti meno conclusi di un essere umano quello della paternità e quello della discendenza con i figli. Sono i due legami più strani, perché in fondo vogliamo bene a delle persone con le quali abbiamo dei tempi diversi di vita. Con loro ci spostiamo in parallelo fino ad un certo punto della vita. La canzone che ho scritto su mio padre è sull’assenza, ma più che altro sull’assenza del padre, inteso come guida, come persona che ti indica la via, come persona che non ti fa mai avere paura della vita. In certi momenti sento la mancanza di mio padre, ma anche la mancanza “dei grandi padri” quelli che sanno e fanno traghettare i popoli -l’umanità- verso spiagge migliori”.

Il cammino artistico di Claudio Baglioni si è modificato perdendo il romantismo e il super sentimento…

“Non sono del tutto d’accordo. In questa ultima produzione c’è un forte ritorno al sentimento. Questo è un disco di canzoni d’amore o di nostalgia. L’amore per le assenze. L’amore per le persone che hanno rispetto del mondo e lo guardano con occhi pieni di speranza”.

In che rapporti sei con il mondo virtuale…ti fa paura?

“Certo che mi fa paura. Ho attraversato un periodo “matrixato” perche avevo una produzione che si chiamava “Viaggiatori sulla coda del tempo” che aveva dei vaghi riferimenti a quello che è un mondo virtuale o un concetto di spazio-tempo che non si capisce bene dove sia collocato. Per il resto tutto ciò che è virtuale ed estremamente tecnicologico mi affascina e mi spaventa nel momento in cui non viene accompagnato da una cultura umanistica e filosofica che sappia mantenerci sempre uomini anche in una dimensione virtuale. Tutti i mezzi che oggi usiamo per sentirci piu vicini agli altri spessono sono delle maschere. Bisogna anche pensare che tutto ciò che ci viene offerto dovrebbe essere manipolato con maggiore capacità”.

Ricordiamo il concerto di questa estate negli stadi un tour imponente, qual era il messaggio di questo tour?

“Non era un tour vero e proprio, ho fatto solo sette date e la particolarità era la spettacolarità. Oltre a me sul palco mi facevano compagnia sei musicisti, quarantadue persone di orchestra e quaranta animatori fissi che mi seguivano in ogni città, inoltre in ogni città venivano effettuati nuovi inserimenti di gruppi locali, di solisti, di persone che facevano danza o arte espressiva, quindi amatori o semi professionisti. Sono state delle belle feste”.

da http://giospecial.splinder.it/

lettera al Mattino di Padova 31 Marzo
"Sono una fan delusa dal concerto di Claudio Baglioni al Palasport".

Per un giorni mi improvviso giornalista. Il 26 marzo scorso al palasport di san Lazzaro, c'è l'attesissimo concerto di
Claudio Baglioni. Arrivo alle 20 con il mio bilgietto da 48 euro in platea numerata fila q posto 14. Solita confusione dei
posti a sedere (la zed dice che è colpa della ticketone, ma io un piccolo dubbio sull'organizzazione ce lo metto). La
signorina in minigonna e tacchi spillo, tra l'altro molto gentile, mi informa che la fila q non esiste più, l'hanno
miracolosamente cambiata con la fila O e che posso sedermi ovunque io veda un posto libero. Tra l'altro, da brava fan, mi ero
fiondata a comprare i biglietti il primo giorno di prevendita, ma il reale palco (centrale) è totalmente diverso da quello
che mi avevano fatto vedere sulla piantina al momento dell'acquisto. E, morale della favola, vedo veramente gran poco e
finisco con l'invidiare le tribune: meno soldi e ottima visibilità. Ore 21 e qualcosa: le luci si abbassano, pubblico in
fibrillazione, il nostro eroe sopra al palco comincia a cantare tutto vestito di nero. Ma attenzione, sento che c'è qualcosa
che non va: Claudio Baglioni sta stonando......... aspetto fiduciosa i brani seguenti ma Claudio Baglioni continua a cantare
male e stonare come potrebbe fare un qualsiasi cantante improvvisato. Molto probabilmente ha avuto grossi problemi con i
mixer del suono e molto probabilmemete non sentiva bene la sua voce sul palco, perchè ogni tanto lo si vedeva gesticolare con
i mixeristi ed aprire le braccia in segno d'impotenza. Molto probabilmente se ne sarà accorto che stava cantando in maniera
davvero imbarazzante. e se ne saranno accorti anche gli addetti ai lavori anche se sicuramente i più, il pubblico pagante,
preso dall'euforia e dalla gioia di essere lì, dalla voglia di divertirsi e di cantare a squarciagola, non si sarà accorto di
niente. Ma Leandro Barsotti, di cui ho letto la recensione, lì per commentare il concerto, a sua volta cantante-cantautore, e
quindi persona esperta, perchè non ha scritto le cose come realmente sono state? Io capisco che stiamo parlandodel signor
Claudio Baglioni che è da 30 anni che porta in giro le sue canzoni e tanto di cappello, ma non perchè Claudio Baglioni
bisogna sempre e per forza parlarne bene. E proprio perchè canta da 30 anni non dovrebbe permettersi certe cose. E' stato, a
mio avviso, un concerto deludente. Tre ore filate di concerto: un concerto diverso nella forma (vedi palco, vedi luci, vedi
allestimenti vari), ma assolutamente identico ai concerti che sta portando in giro da 6 anni a questa parte. Niente di nuovo.
Com'è possibile che ci sia la stesa scaletta (chi ha il live del 96 lo potrà ben verificare), con il 90% delle canzoni
uguali, senza un minimo mutamento nell'arrangiamento? L'anno scorso è uscito con un disco "Sono Io", a mio avviso bellissimo,
mi aspettavo di sentirlo dal vivo già quest'estate all'Euganeo (ma stranamente la scaletta del concerto era la stessa degli
anni pasati), ma poi ho dedotto che quel mega concerto tra l'altro strepitoso intenso ed emozionante come pochi, non era
stato fatto per quel nuovo disco. Allora mi aspettavo che in questa tournèe invernale lo facesse: niente, di tre ore di
canzoni solo 5 nuovi brani, un po' pochetti per essere considerato un "nuovo concerto". Il resto tutta cosa già sentita da
anni. Ora, non si può certo dire che il concerto sia stato drammatico in tutta la sua durata, ci sono stati sicuramente dei
momenti qualitativamente alti. In"Solo", chitarra e voce, ha dato il meglio di sè ed è stato senza dubbio il momemto più
emozionante di tutto il concerto, così come il meedley delle "canzoni storiche", anche se secondo me l'arrangiamento che ci
propina da un po' di anni a questa parte di Questo piccolo grande amore non rende fede alla bellezza originale della canzone.
Ore 24 e qualcosa: finale scontato con Via, ma è comunque il pezzo con cui mi diverto di più. Ottimi i musicisti, cuore
pulsante del concerto. Mi rendo conto che la mail è lunghissima e mi scuso anticipatamente, ma sentivo proprio il bisogno di
esprimere il mio sfogo di fan delusa e soprattutto mi piacerebbe leggere delle critiche sincere e non sempre degli elogi
anche quando non ve n'è merito. Grazie. DAFNE

Mattino di Padova
Baglioni un tango nella notte
L’artista ha festeggiato al Cocò il suo successo live

Il Claudio Baglioni che non ti aspetti, l’artista capace di esprimere più facce di se stesso. Il Claudio Baglioni
straordinario visto per due sere sul palco del palasport San Lazzaro, capace di regalare momenti indimenticabili a diecimila
padovani; il Claudio Baglioni benefico e solidale di sabato mattina, quando è andato a trovare a casa Alessandro Manzella, il
ragazzo padovano rimasto paralizzato dopo un intervento all’ospedale di Treviso, e la cui storia ha commosso l’artista romano
che ha voluto dedicargli parte dell’incasso dei suoi concerti; e infine il Claudio Baglioni che ama divertirsi magari
ballando un tango con un amico alle due di notte. Ed è proprio questo Claudio Baglioni inedito che vi proponiamo qui accanto:
il cantautore romano 53enne che dopo un “live” intenso ed energico come quello visto a Padova, ha ancora la forza per
divertirsi con gli amici. Dopo il concerto padovano, Claudio Baglioni era in realtà rientrato in albergo, allo Sheraton, per
mangiare qualcosa in tranquillità e poi dormire; però all’ora in cui è rientrato, non c’era più da mangiare. Così lo staff
dell’artista ha deciso di cercare un locale dove passare una serata divertente, mangiare qualcosa, e stare in compagnia. La
scelta è caduta sulla pizzeria Cocò, in via Vigonovese, gestita tra l’altro da un grande amante della musica, Andrea Madonna.
Tra gli avventori del locale è iniziato il passaparola, e via con gli sms agli amici in giro per la città: così, nell’arco di
un’ora, fuori dalla pizzeria che si trova sulla strada per Camin, c’erano decine di curiosi e fans, lì ad attendere l’uscita
del grande artista dal locale. Ma Claudio Baglioni nel locale padovano c’è rimasto abbastanza: si dà il caso si stesse
divertendo. Come dimostra la foto, d’altra parte: ma chi ha mai visto Claudio Baglioni, sempre dipinto come personaggio molto
serioso e poco disposto verso la confusione, ballare per scherzo un tango in sala con il gestore del locale, e per giunta
lasciandosi fotografare “scapigliato”, come nulla fosse? Un Baglioni professionale sul palco, sensibile di fronte al caso
Manzella, e persino comico nella notte: Padova, evidentemente, è una città che gli fa bene al cuore e alla mente. E questa
città sarà ben lieta di ospitarlo ancora.di Leandro Barsotti

 

Il Gazzettino 28 Marzo (Grazie a Maria Grazia)
PADOVA Commozione a casa Manzella durante la visita del divo che ricorda: «Tutto il palasport ti ha applaudito e ti saluta»
Baglioni regala il sorriso ad Alessandro
Il cantante incontra il disabile che sta aiutando con la raccolta fondi e suona per lui "E tu" e "Avrai"


Padova: Due laghi gemelli, verdi come i laghi di montagna, fissano un punto nel vuoto. Sono gli occhi di Alessandro. E dalle labbra esce un suono, a fatica, come emergendo dalle profondità di una sofferenza che nessuno fino ad ora aveva condiviso. Sono le parole di una canzone d'amore. Vicino al letto c'è un uomo coi capelli d'argento. Imbraccia una chitarra ed asseconda quel soffio, rallentando gli accordi, con un filo di voce. Cantano insieme "Questo piccolo grande amore". Lui l'uomo degli stadi e l'altro, un piccolo grande uomo di 27 anni immobile come una pietra che pensa e sa ancora sorridere. Anche se quell'infezione, quindici anni fa, gli ha distrutto il midollo e lo ha lasciato paralizzato e cieco.

Era un ragazzo come tanti. Sarebbe bastato un antibiotico per guarirlo. Non gliel'hanno dato. Lui e la sua famiglia hanno cercato giustizia, invano. L'errore di un avvocato nelle procedure ha fatto perdere la causa ad Alessandro Manzella contro la Sai che difendeva l'ospedale. Ma qualcosa è successo. Il caso è andato al Maurizio Costanzo Show e la Sai ha deciso di sponsorizzare sei concerti di Baglioni il quale a sua volta devolverà la cifra, circa 500mila euro ad Alessandro Manzella.

Non si erano mai incontrati. È successo ieri poco dopo le quattro e mezzo di pomeriggio. Baglioni, a Padova per due concerti, gliel'aveva promesso. Alessandro aspettava il suo idolo nel letto della casetta dove vive coi genitori. Indosso una maglietta azzurra con un autografo del musicista fatto alla sua infermiera. Fra i due è stata subito intesa.«Mi hai fatto un regalo che non mi sarei mai aspettato, questa è una giornata diversa per me» esordisce Alessandro, girandosi col collo per cercarlo. E l'altro, accarezzandogli una spalla: «Ti porto i saluti di tanti ragazzi che ieri al palasport ti hanno applaudito».

Baglioni si siede su una sedia accanto al letto e gli chiede qual è la sua canzone preferita. "E tu". «Datemi la chitarra che c'è in auto». E comincia una dolcissima serenata con Claudio che si scusa: «Perdonami se la canto male» e Alessandro che invece se la canta dentro, ma tra i denti si vede che gli escono le parole. Mamma Annamaria piange dalla commozione, non può fare altro. Papà Antonio li guarda rapito.

Alessandro fa un sospiro: «Sei un grande» E Claudio risponde: «No, siamo tutti medi, sei tu che ci fai sentire grandi e dai valore al mestiere che faccio». «Spero che ai tuoi concerti vada sempre tutto per il meglio, si possono contare sulla dita di una mano le persone di cuore come te» pronuncia a fatica Alessandro. Ma è l'ora di un'altra canzone, "Avrai" con un applauso speciale. Alessandro non muove un muscolo ma batte le mani schioccando la lingua...

Restano un po' da soli, a parlare: prendono timidamente confidenza. Alessandro ha una lettera da consegnare a Claudio che lo incoraggia. «Ora non sarai più solo, io ti faccio da scudiero». «Beh, potrei diventare come Alessandro Magno» ride l'altro. C'è tempo anche per un miracolo, stavolta è lui che canta, con una voce arrochita, in una fiammella di fiato che sembra si debba sempre spezzare. Il divo lo accompagna e tutti alla fine applaudono, ovviamente facendo schioccare la lingua. Si lasciano non senza una promessa: «Stasera prima del concerto ti chiamo». Fuori cartelloni e scritte inneggiano a Claudio. Ma vincono quei laghi gemelli, per sempre nei nostri occhi.Mauro Giacon

Il Gazzettino 28 Marzo
Anche il sindaco Destro e il presidente della Provincia Casarin in visita alla famiglia Manzella. Il giovane è bloccato a letto da 15 anni per una cura sbagliata
Claudio Baglioni canta a casa di Alessandro
Commovente incontro tra il cantante in tournèe a Padova e il ragazzo paralizzato, suo grande fan
Cantano insieme "Questo piccolo grande amore". Lui è Claudio Baglioni, il cantautore che riempie gli stadi, l'altro è Alessandro Manzella, un giovane di 27 anni, immobile come una pietra, ma che pensa e sa ancora sorridere, anche se per un'infezione e una cura sbagliata è paralizzato a letto e cieco. È stato un incontro commovente quello avvenuto a casa Manzella, dove c'erano anche i genitori del giovane, il sindaco Destro e il presidente della Provincia, Casarin. Baglioni in concerto venerdì e ieri sera a Padova ha donato i soldi dello sponsor ad Alessandro.I servizi a pagina VII e nel Nordest.

Il Gazzettino 28 Marzo
«Ho apprezzato molto Claudio Baglioni. Noi non pensiamo che ...

«Ho apprezzato molto Claudio Baglioni. Noi non pensiamo che un personaggio del suo calibro possa dedicare il suo tempo ad un ragazzo che sta soffrendo da troppi anni. Invece è accaduto. Questo ragazzo se lo merita perché ha una serenità e una dolcezza straordinaria che sa trasmettere agli altri. Io lo conosco da un anno e mezzo».
Il sindaco Giustina Destro è nella stanzetta di Alessandro Manzella che la guarda senza vederla. Dietro al letto un poster di Claudio Baglioni. Ed è stato proprio per la sua passione profonda che ieri Alessandro ha potuto incontrare il suo idolo prima del secondo concerto al palasport San Lazzaro. Un incontro amichevole e tenero, avvenuto sotto gli occhi del primo cittadino e del presidente della Provincia, Vittorio Casarin.

«Ho incontrato sua madre ad una trasmissione televisiva un anno e mezzo fa e da allora l'abbiamo aiutato anche a diplomarsi e poi gli abbiamo messo vicino Terry, un ragazzo che gli fa usare il computer due ore al giorno, facendo così "respirare" la sua famiglia. Ora le sue condizioni economiche non gli permettono di continuare gli studi. Per questo motivo anche la Provincia ha deciso di sensibilizzare l'opinione pubblica e i cittadini, aprendo un conto corrente alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dove è possibile spedire un bonifico in favore di Alessandro». Queste le coordinate bancarie: abi 06225; cab 12186; conto corrente 06700007579K.

Accanto ad Alessandro durante la visita di Claudio Baglioni ieri c'era la sua famiglia: la madre Annamaria e il papà Antonio, col fratello Simone e l'infermiera del distretto, Lucia. Anche la cagnetta Luna, uno scricciolo di "Pinzer" è stata della partita.

Una grande emozione per tutti avere Baglioni che è stato accolto da striscioni tipo questo: "Tutto in un abbraccio - Claudio Alessandro" oppure "Grazie Claudio per aver regalato ad Ale un momento di gioia in una routine monotona e frustrante". Alla fine, è proprio Annamaria a raccontare questo incontro: «È stato fantastico, anche perché ho visto in Baglioni una persona semplice, che non fa sentire la differenza. Credo che sia stato importantissimo per il mio Alessandro».M.G.


La citta' di Salerno 27 Marzo
Verso l'esaurito il concerto di Baglioni

Tutto pronto al ''PalaSele'' per ospitare mercoledì prossimo il nuovo appuntamento con il ''Crescendo Tour'' di Claudio Baglioni: quasi certamente anche questa replica farà registrare il tutto esaurito, visto che la prima volta furono seimila gli spettatori dell'incredibile e affascinante concerto che si tenne anche allora al ''PalaSele''. Un bis nel quale Claudio Baglioni ripresenterà, per la gioia dei suoi tanti ammiratori ebolitani, gli effetti speciali e le continue trasformazioni del palco che hanno incantato e divertito, insieme alle sue canzoni, i tantissimi spettatori delle tappe italiane fatte finora. Il cantautore romano proporrà il racconto della sua carriera iniziata venticinque anni fa sulle note di ''Yesterday'' dei Beatles. Non mancheranno naturalmente i suoi capolavori accompagnati da alcune spettacolari scenografie: ad esempio l'ingresso della band sarà accompagnato da uno sventolio di sciarpe colorate e sarà poi seguito dalla magica trasformazione del palco che cambierà aspetto per ben tre volte, al fine di creare atmosfere stellari con l'aggiunta di effetti speciali e di magie visive. E in vista della chiusura del suo tour italiano, che è prevista a Roma, Claudio Baglioni ha preparato una nuova mega scenografia che terrà quasi certamente con il fiato sospeso i circa quarantamila fans che da anni ormai ne fanno uno dei cantautori italiani più amati ed apprezzati dal pubblico. Sergio Macellaro


Il Mattino di Padova 27 Marzo (Grazie a Alberta)
Claudio Baglioni, tutta la vita in tre ore
Padova, strepitoso successo E stasera si replica lo show


PADOVA. Il motivo per cui la tournée nei palasport di Claudio Baglioni sta ottenendo ovunque strepitosi successi, è semplicissimo: «Crescendo» è un grande show. Ha tutti gli ingredienti di uno spettacolo indimenticabile: la scelta delle canzoni, la scenografia, l’atteggiamento dell’artista. Le canzoni ripercorrono trent’anni di carriera unica, vera e propria storia della musica italiana. Rispetto al tour estivo negli stadi, quello che ha lasciato a bocca aperta ventimila persone all’Euganeo, Baglioni spinge sull’acceleratore, tira fuori i suoi pezzi pregiati (che sono proprio tanti) in una scaletta che mescola il vecchio e il nuovo con fluidità, e offrendo ad un pubblico esultante arrangiamenti magari a volte improbabili (come quello di Quante volte, non abbastanza rispettoso della meravigliosa struttura del brano), ma sempre energici, dinamici, dosati e suonati a perfezione. La scenografia: ecco, questo è ciò che non ti aspetti. E’ stato lo stesso Baglioni a progettare il palco. E’ posizionato al centro del palasport, e cambia sempre; scendono impalcature, si modifica in corsa l’arredamento; le luci prima di essere fari sono lampade al neon e lampadari da cucina, ci sono stufette a gas, ci sono divani e acquari per i pesci. E poi dicevamo che c’è lui, l’artista a un passo dal pubblico. Un uomo di 53 anni che sorride, gioca, scherza, ride, balla, salta, si cambia d’abito durante un acuto, si concede tutto con una passione rara. L’abbiamo visto ondeggiare intorno ad un palo della struttura del palco come se fosse una ballerina di lap-dance... Geniale, imprevedibile. Claudio Baglioni ieri al palasport di Padova non ha tradito alcuna aspettativa. Stasera si replica, sempre al San Lazzaro (organizzazione Zed!, ci sono ancora biglietti dalle ore 15 alle casse del palasport) con altre tre ore di musica. «Ciò che ho davanti è di più di quello che ho avuto già» recitava un enorme striscione appeso dai fans. E lui, il cantautore romano che ha gettato le àncore in decine di migliaia di cuori italiani, ha iniziato con una cover: Yesterday. Da solo, chitarra a tracolla, «come quando 35 anni fa ho iniziato a suonare, cantare e scrivere le prime canzoni sognando ciò che poi si è realizzato». Chi ha suonato da ragazzino in cantina sa bene che si comincia con le cover e sa che la cantina è proprio come quel palco iniziale di Baglioni, con strumenti coperti dalle lenzuola per proteggerli dall’umidità, e magari una stufetta per scaldare le mani e la voce. Un buon pezzo di città, compresi assessori e onorevoli e industriali vari, è arrivata a riempire come un uovo il palasport. Il legame con Padova, poi, Claudio Baglioni lo sente davvero: parte del ricavato del suo concerto verrà devoluto ad Alessandro Manzella, il ragazzo padovano paralizzato la cui sfortunata storia ha commosso l’artista. di Leandro Barsotti


Il Gazzettino 26 Marzo
Canzoni d'autore per Alessandro: aiuti da Baglioni e dalla Provincia

Claudio Baglioni torna a Padova stasera alle 21 e domani, stesso orario, per un doppio concerto al palasport San Lazzaro. Dopo lo straordinario successo della tournée estiva che aveva toccato la nostra città come unica data nel Nordest, il popolare cantautore romano arriva con il suo tour autunnale "Crescendo" che ha raccolto ovunque il "tutto esaurito". Uno show emozionante ed irripetibile in cui Baglioni ospita il pubblico nella sua casa dei ricordi, ricreata sul palco: ben tre ore e mezza di musica dal vivo, con oltre trenta dei suoi successi più amati, eseguiti da un supergruppo di nove elementi. Sono ancora disponibili i biglietti per domani sera nelle rivendite del circuito abituale, a cominciare da Mondadori di piazza Insurrezione (infotel. 049/8644888). Anche per le date padovane Baglioni continuerà a devolvere i contributi di un grosso sponsor (la Sai) al giovane padovano Alessandro Manzella, che riceverà dopo sei concerti circa mezzo milione di euro. Completamente immobilizzato e senza difese immunitarie trascorre la sua vita sul letto della sua camera. È da quindici in questo stato a causa di un virus contratto dopo un'operazione alla testa, può però parlare e con grande volontà è riuscito a conseguire il diploma di scuola magistrale. Il ragazzo vorrebbe continuare a studiare, ma le condizioni economiche della sua famiglia non glielo permettono. Per questo motivo anche la Provincia ha deciso di sensibilizzare l'opinione pubblica e i cittadini, aprendo un conto corrente alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dove è possibile spedire un bonifico in favore di Alessandro. Queste le coordinate bancarie: abi 06225; cab 12186; conto corrente 06700007579K. L'iniziativa è stata presentata ieri dal presidente Vittorio Casarin: «Ho conosciuto di persona Alessandro e nonostante non possa muoversi e sia cieco, ha una lucidità mentale e una proprietà di linguaggio incredibili. Merita di proseguire i suoi studi all'università. Il conto corrente è stato attivato per dare una mano economica alla famiglia di Alessandro, che fa molto per dare il meglio a questo figlio sfortunato». Una grossa sorpresa per Alessandro è in arrivo, come spiega la mamma Anna: «Mio figlio è un fan sfegatato di Baglioni, che lo verrà a trovare a casa sabato».

Il Mattino di Padova (grazie Maria Grazia di "Navigandoltre")
Solidarietà ad Alessandro Manzella anche con un conto della Provincia il caso umano al giovane invalido l'aiuto di Baglioni
Un conto corrente bancario per la solidarietà ad Alessandro Manzella. Lo ha aperto la Provincia, il cui presidente Vittorio Casarin nei giorni scorsi ha conosciuto personalmente la famiglia di Alessandro, il ragazzo di 27 anni rimasto paralizzato in seguito a un intervento chirurgico per l'asportazione di un medulloblastoma compiuto 15 anni fa all'ospedale di Treviso. Dopo aver perso la causa contro il centro ospedaliero stesso, ora ai Manzella non resta che sperare nell'aiuto della società civile e di piccoli gesti di solidarietà. Dopo Claudio Baglioni, ora è la Provincia a tendere la mano al giovane, condannato a un calvario sempre più pesante. L'ente locale ha aperto Un conto corrente presso La Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo versando una prima cifra simbolica di 2.500 euro a favore di Alessandro
Manzella. Ecco le coordinate per il versamento: CIN N ABI:06225 CAB:12186 c.c. 06700007579K, specificando come causale "SOTTOSCRIZIONE A FAVORE DI ALESSANDRO MANZELLA". Spetta ora ai cittadini contribuire ad alleviare le ingenti spese mediche e assistenziali necessarie e aiutare il ragazzo a sperare ancora.
Proprio ieri a Palazzo Santo Stefano, Casarin ha accolto la mamma di Alessandro, la signora Anna, spiegando che "la Provincia ha voluto esprimere con questa iniziativa tutta la solidarietà possibile verso una situazione familiare di grande difficoltà. Ho conosciuto personalmente Alessandro ed è una persona con una forte volontà d'animo, grande intelligenza e una capacità unica di reagire al suo destino". Casarin lancia un appello a tutta la città: "Credo sia opportuno che anche la società padovana possa contribuire a dare una mano a questa famiglia, che non gode certo di una situazione economica delle migliori visto che lavora solo il padre. Fare un'offerta in questo conto corrente è un atto di solidarietà dovuto". Commossa e provata è parsa la madre di Alessandro: "Mio figlio sta vivendo dei giorni particolarmente emozionanti, perché quest'iniziativa di Baglioni e la notizia che la Provincia si è mossa per sostenerlo, lo stanno confortando molto". Oltre al conto corrente, l'ente provinciale ha messo a disposizione di Alessandro un tutor che lo segua di giorno: un modo diverso e coinvolgente per occuparlo.

Messaggero Veneto (grazie Maria Grazia di "Navigandoltre")
Palasport gremito per lo spettacolo-evento di un maestro della canzone italiana Sfilano 35 anni di brani indimenticabili
Baglioni regala tre ore d'incanto
Pordenone: il grande Claudio protagonista d'un trionfale concerto Una lezione di stile, professionalità e innato talento


Pordenone. Gli anni passano e Claudio Baglioni è sempre uno dei pochi grandi del pop d'autore in Italia: anzi, è l'artista che meglio di tutti rappresenta questo genere nazional-popolare con brani anche di pregevole fattura che sono nella memoria collettiva degli italiani di molte generazioni. Il suo Crescendo, proposto l'altra sera in un palasport stracolmo, è stato una festa per tutti i suoi estimatori, a nostro avvisto, il miglior spettacolo-concerto proposto dall'artista 53enne negli ultimi sette-otto anni in regione, ricca di energia, movimento, cura delle sonorità. D'accordo, Baglioni ha abbassato il repertorio storico di qualche tono (non troppi), ma ugualmente è quasi incredibile la tenuta della sua voce ricca di vibrato e dalla buona scansione: Crescendo è durato ben tre ore abbondanti di musica piena, senza discorseti prendifiato e alla fine l'intonazione era migliore rispetto alla prima mezz'ora, quando l'ugola dell'artista si doveva ancora scaldare. E' pazzesco un artista che propone i suoi brani localmente più impegnativi, tipo Mille giorni di te e di me, nel finale dello show e li canta con energia saltando sul magnifico palco quadrato al centro, con gli spettatori in visibilio tutt'intorno. Il palco ha una parte importante nello show, genialmente costruito su piani e pannelli semoventi che divengono, a seconda delle fasi del concerto, la cantina dove tutti i musicisti iniziano, il terrazzo e il tetto, illuminati da otto potenti neon e vari spot laterali per dare più calore al tutto. Il racconto in canzoni di 35 anni passati a fare il musicista è iniziato con l'artista da solo sul palco: con la chitarra acustica a tracolla, ha proposto un'onestissima "Yesterday", come a dire "anch'io vengo da lì, dalla storia di quei quattro Fab Four: senza di loro, non avrei fatto questo mestiere". Brava la ricca band al seguito di Claudio, affiatatissima e capace di fare spettacolo con la gestualità e senza artifici computerizzati: superbo Paolo Gianoglio alla direzione, arrangiamenti, chitarre e cori e molto presenti Stefano Melone al piano e tastiere-tappeto dal sound vintage, Adriano Molinari precisissimo alla batteria, pio Spiriti al violino, fisarmonica, e tastiera. Mario Guarini al basso e contrabbasso; hanno lavorato bene anche le brave e spigliatissime Luana Monachesi (viola e cori), Elisa Peschi (violoncello e cori), Sofia Vettori (violino e cori) e Federica Pignoni (violino e cori). Fondamentale in tutti i pezzi l'apporto del pubblico, molto partecipe e giustamente appagato da ben 36 canzoni, cinque delle quali riunite in un medley (Poster, Amore bello, Sabato pomeriggio, E tu come stai? e Io me ne andrei). Sette pezzi tratti dal recente album Sono io, disseminati qua e là lungo un tragitto percorso in piacevole crescendo: una menzione particolare la merita Di là del ponte, sicuramente una delle canzoni più centrate del Baglioni più recente, e uno delle chicche della serata assieme a Bolero, Adesso la pubblicità, Ninna Nanna nanna ninna (su versi di Trilussa e contro le guerre), cuore d'aliante e, fra i bis, Io sono qui. Certo, gli applausi e i cori più robusti se li sono accaparrati pezzi come Avrai, E tu.., Solo, Strada facendo, Questo piccolo grande amore, cntata con un'armonia modificata rispetto all'originale su disco (e più moderna) e La vita è adesso, cioè brani più noti e parte della storia pop musicale italiana.
Ottima lorganizzazione di Azalea Promotion, che ha trasformato il palasport in un grande teatro: i fans sono stati lasciati liberi di di fotografare e un flash partiva mediamente a ogni secondo, dato che erano ben quattro fronti del palco sui quali Claudio ha agito equamente. Un concerto sicuramente indimenticabile per chi ama Baglioni e un incontro rilassante con un grande professionista della canzone dal vivo. Claudio è notevolmente migliorato: alla linearità degli inizi si è sostituita una mai pensata tendenza sperimentatrice, una lingua dominata dal flusso di coscienza, dagli intelligenti giochi fonici operati sui significati. Baglioni, insomma, è grande anche perché ha saputo rinnovarsi mai rinnegando il passato.Giuliano Almerigogna

Il Gazzettino 26 Marzo
Claudio Baglioni applaudito da tre generazioni di "aficionados" nel Palazzetto dello sport di Pordenone
Il re del pop trionfa tra gli accendini


Pordenone Il re del pop di più lungo corso fa ancora centro. Sfiorando le quattromila presenze costipa il Forum di Pordenone come nelle migliori occasioni (che non sono tante). Il "Crescendo tour" di Claudio Baglioni condensa oltre trent'anni di carriera con tre ore abbondanti di energia piena. In assolo o con il quintetto di strumentisti (quasi interamente rinnovato) più il quintetto d'archi, passando dalla cantina delle origini e vestendo il camicione jeans, si arriva alla soffitta passando per la blusa bianca e finendo con la pelle nera addosso. La storia si snoda dal sapore forte degli esordi, al soggiorno della riflessione, alla ricostruzione delle atmosfere che sbucano nella terrazza da cui va incontro al tempo che viene. Del romano classe 1951 sorprende la tenuta fisica per tutto lo spettacolo, più che quella vocale (sfumata in calante sulle note basse).Spalanca comunque una finestra sui moti costanti quando grida "tu che stai scoppiando dentro il cuore mio" e fa tremare le gradinate gremite. Rifatto o non rifatto, "playback" o "autotune", tiene il cuore di tre generazioni illuminate da accendini, cuoricini e display di cellulari. Saltando i primi due albun ("Claudio Baglioni" anno 1970 e "Un cantastorie dei nostri giorni" 1971) c'è dentro di tutto in questo set cominciato disadorno, sotto luci al neon, intonando "Yesterday" come un flashback a Centocelle. Avanti per associazione di idee, viene fuori un ritratto d'artista alla ricerca, mutevole, come l'uomo raccontato da "Dagli il via", come lo era il ragazzino di "Quanto ti voglio" e "Questo piccolo grande amore", facendo le "Fotografie" di "Strada facendo", lasciatosi andare nel "Bolero" e "Io sono qui".Teatralmente vengono dopo i suppellettili, non gli amori di "Quante volte" e "Serenata in sol", come per "Quei due" che si godono "La vita è adesso". La tenera "Avrai" prima dell'ingenua "Acqua dalla luna" dirigono il tema caro a Baglioni, quello del rapporto tra l'artista donatore di attimi di gioia e chi lo ascolta. Il pubblico è idealmente racchiuso nelle grandi braccia della musica e delle parole di "Tutto in un abbraccio", "E tu", "Amore bello", "Poster", "Tu come stai" e "Io me ne andrei". Il telescopio scruta tra il pubblico rimandando i tanti sguardi puntati sul palco e si trasforma in un faro di luce, un ponte ideale con il quale Baglioni si unisce agli spalti prima del gran finale che parte dal "Cuore d'Aliante" per i "Mille giorni di te e di me" e "Strada facendo", summa del Baglioni-pensiero. È quello che sospinge uno così e con i suoi occhi scuri siamo diventati grandi insieme. Roberto Vicenzotto

Il Piccolo - Trieste (grazie Maria Grazia di "Navigandoltre")
Concerto al Palasport di Pordenone
Baglioni: bagliori di sogni e amore


Pordenone - Ci voleva uno come Claudio Baglioni per riempire il palasport di Pordenone. Mai visto il palazzetto così pieno per un cantante. Ci voleva proprio uno come Baglioni, il cantautore dei sogni e dell'amore. Quello che strada facendo ha deciso di replicare la tournèe - "Crescendo" - e da 27 date si sono moltiplicate a 56, e mercoledì scorso è toccato proprio a Pordenone. Baglioni quello che adora il suo pubblico al punto da mettere il palco nel centro del parterre e offrire uno spettacolo su tutti i fronti, dividendosi equamente tra tutti, regalando più di tre ore di concerto (tre
ore e un quarto per l'esattezza), senza interruzioni, celebrando un rituale collettivo fatto di circa quaranta canzoni (trentanove se non abbiamo contato male). Almeno tre generazioni a confronto sugli spalti e nelle sedie sotto il palco. Nonne madri e figlie, non importa il legame di sangue sono
tutte appartenenti alla stessa famiglia. Le più giovani con tanto di gadget, la maglia "Baglioni 51", e una domanda nel cuore "perché 51? saranno le date del tour?". "No, no. 51 è il suo anno di nascita" risponde una mamma più sicura, una fila sotto. Ma da dove viene tutto questo ardore per
Claudio, il cantante dei sogni e dell'amore che qualche anno fa si era pure lamentato, che non voleva che il pubblico cantasse insieme a lui le sue canzoni perché sbagliava le parole - e subito Vasco si affrettò a scrivere "La canzone del cantautore" quello dove sei tu a inventare le parole-;
Claudio la pop-star italiana, unico cantante ospite del redivivo Live Aid (una decina di anni fa) fischiato dal pubblico di casa. Perché? perché Baglioni non è solo bravo, ma molto bravo. E' uno che la voce ce l'ha per davvero - se ne era ben accorto Tony Levin - che non canta solo col cuore,
perché è uno che la musica non te la fa solo ascoltare ma anche vedere, che suoni il piano o la chitarra (in questo show solo la chitarra) perché sa fare molto bene il suo mestiere, perché questo è il mondo del pop. Uno spettacolo costruito ad arte, con un palcoscenico a tre piani, per
raccontare una lunga storia fatta di sogni che abitano i cuori di tutte quelle persone, nonne madri, figlie e pure qualche fidanzato o marito. Un lungo sogno che comincia trentacinque anni fa in una cantina suonando "Yesterday" (da solo con la chitarra acustica e il vibrato nella gola) e
prosegue attraverso "Noi no", "Bolero", "Serenata" e via via crescendo oggi come ieri, attraverso i ricordi, di amori lontani, amori perduti, fino a creare uno show nello show, cambiando completamente d'abito tutta la band, con "Strada facendo", "Piccolo grande amore", "Io sono qui", "Poster", "Sabato pomeriggio", "La vita è adesso". E tutti cantano fino all'ultimo "Via", Alè Oh! Sempre che di questa famiglia si faccia parte. Teresa Bobich

Il Gazzettino 24 marzo
Il tour "Crescendo" del cantautore romano è oggi al Palasport di Pordenone e venerdì e sabato a Padova
Nella città virtuale di Baglioni
Ultimi concerti mentre il suo sito internet è stato completamente rinnovato

Claudio Baglioni è di nuovo a Nordest. Il suo tour infinito che gli è costato una ferita alla gamba, con il palcoscenico a tre piani mobili, è ancora in giro e sarà ospitato stasera dal palasport di Pordenone e venedrì e sabato dal San Lazzaro di Padova: «È il più lungo tour che abbia mai fatto - dice il cantautore romano - e credo il più lungo mai fatto nei palasport, perchè quando finiremo, l'8 aprile, avremo collezionato 56 date. D'altronde l'avevo intitolato "Crescendo" e infatti è cresciuto settimana dopo settimana aggiungendo date su date».
E ora come va?
«Siamo vivi. È stato un tour fortunato perchè alla fine si è creato un clima interno buonissimo, pura avendo rischiato di cambiare tutta la band e partire senza troppe prove. C'è sempre più spazio per le improvvisazioni, c'è un casino generale, e la casa ormai tutti quello che girano con me in un lungo medley con 38 canzoni. Diciamo che dopo 50 concerti le prove generali finalmente sono finite! Ho anche capito che per quante prove fai, il momento dal vivo, davanti al pubblico, è un'altra cosa. Il consuntivo è positivo anche in termini di acustica. Temevo molto per il suono invece è andata bene un po' ovunque. Quindi anche la solita lagna sulla mancanza di spazi continuerà, ma abbiamo visto che pian piano anche nei palasport si può fare musica».Che ne fai di questo tour?
«Vorrei farne un dvd. Perchè ci sono molti altri percorsi oltre il concerto che la gente non ha visto. Ho registrato tre interi spettacoli e altre parti extra, e poi credo ogni giorno di più nel dvd, sperando che risollevi i destini della musica registrata per rimpolpare rapporto fra fruitori e compositori. Il dvd risponde più del cd alle esigenze artistiche. È in grado di ospitare di più e offre anche ciò che ormai sembra irrinunciabile: l'immagine».
Non sei ancora arrivato all'idea di vendere il cd del concerto alla fine dello spettacolo?
«L'hanno sperimentato in America ed è un'idea interessante. La possibilità di portare a casa il documento di ciò che hai appena visto è un richiamo forte. magari bisognerebbe assoldare un gruppo di "pirati" con tutte le loro macchine già pronte. Ma ogni iodea è buona. La fine della discografia come la conosciamo è dovuta anche all'arcaicità del prodotto e della proposta discografica. In un'industria comunicazione che ha galoppato veloce, i discografici sono ancora con le armi spuntate. Si dovrebbero lanciare in avanti».
Oltre la polemica con Sanremo?
«Di Sanremo non se ne può più. Del festival non ho visto niente, ma ho scoperto che lo vedi più dalle altre trasmissioni che la sera in diretta. Questo conferma che Sanremo non è più un avvenimento musicale ma neanche più un fatto televisivo. E poi è curioso il colpo di coda per cui ciò che hanno contrabbandato come innovazione viene premiato la sera in cui fa revival. Ma trovo sia inevitabile che il Festival per funzionare debba essere sempre uguale a se stesso. Non è pensabile trovare altri argomenti all'interno dello schema. O ti inventi tutta un'altra cosa o è impensabile mescolare le carte. Il fatto è che Sanremo è per tv è come un disastro ferroviario per un Tg. È una merce, un pretesto per vendere altro»
Del "controfestival" di Mantova che opinione hai?
«L'ho seguito poco, ma secondo me è stato un tentativo coraggioso. Non tanto di contrapposizione a Sanremo, perchè gli unici autorizzati a farlo sarebbero stati i discografici che hanno rischiato molto perchè se il festival avesse avuto successo sarebbero andati a casa tutti, quanto per il tentativo di creare uno spazio diverso per la musica. L'iniziativa di Mantova, se corroborata e depurata delle sua valenze politiche, potrebbe diventare stabile».
Cosa serve alla musica oggi?
«Spazi nuovi da recuperare. Non solo fisici ma anche nella nostra testa. Credo che nessuno esente dall'effetto trascinamento che porta tutti a rifare le stesse cose. Ho la sensazione che questo mestiere sia diventato un grande loop, un circolo vizioso. Dovremmo affrontare le cose con più coraggio, cercare nella tv un ambito propositivo per la musica, ricominciare a lavorare con le radio in termini di proposte differenziate, anche se radio commerciali hanno ormai preso una strada propria e non so quanto possano essere attente a certi discorsi diversi».
Le radio ormai difficilmente propongono qualcosa di diverso dai propri schemi consolidati...
«Uno dei principali distruttori dell'industria disco è stato la mancanza di una cultura che desse alla musica e al disco il giusto valore, non solo in Italia ma in Europa. Il disco è ancora considerato un lusso e paga l'iva cinque volte più del libro. Forse noi vecchi del mestiere dovremmo essere un po' meno egocentrici e creare una tavola rotonda di "cavalieri della musica" dove si dia spazio a talenti emergenti. Ci vuole più coraggio. Togliere tutta la plastica che riveste il mestiere. A volte siamo diventati anche una parodia di noi stessi. Dobbiamo andare avanti».
Tra le novità che ti riguardano, c'è il tuo sito internet completamente rinnovato graficamente. Praticamente si accede a una specie di città con i suoi luoghi, gli spazi dedicati e gli archivi a tema. Te l'ha creato il tuo staff mentre eri in tour?
«È mia l'idea! È tutta mia... - protesta ridendo Baglioni - È un modo per umanizzare il sito, per mettere insieme tante cose in modo nuovo, uscendo dalla solita logica dell'archivio, dell'elenco»
Cos'è "Patapan", la città virtuale in cui entri accedendo al sito?
«Invece che organizzare il sito per caselle, cerco di racconbtare la mia attività di oggi e la storia di quello che ho fatto attraverso una mappa di una città, "Patapan", che è il suono che davo al mio galoppo da bambino, una parola magica personale. In questa città fantastica e senza tempo, ci sono le varie attività, il cinema dove trovi cose che posso aver fatto o che mi riguardano, come la mia prima apparizione in un film tv, tanti anni fa».
Cioè?
«Feci la parte di un giovane hippy pacifista che canta con la chitarra nel film "Il caso Majorana". Invece allo stadio della città trovi i miei concerti negli stadi. È una mappatura della mia attività, anzi, delle mie tante attività. Fra un po' c'è l'idea di aggiungere anche una radio via internet».
Dopo il tour che progetti hai?
«Andare in vacanza per un po', sott'acqua, a fare immersioni. Voglio un po' di silenzio. Poi vorrei fare una cosa nuova. O scrivere canzoni che non canterò o cantare canzoni che non ho scritto. La prima idea mi piace molto. L'unica volta che ho fatto l'autore puro, per altri, è stato per Mia Martini nei primi anni '70. Poi non ho mai scritto più niente. Anche perchè sono sempre stato disgustosamente autoreferenziale nelle mie canzoni. Mi piacerebbe provare a fare qualcosa per altri».
Dopo il tour infinito, qualche altro appuntamento estivo è previsto?
«Mi piacerebbe fare due o tre cose strane, inventare appuntamenti strani, tipo suonare di notte, interpretare certi luoghi. Ma questo mi è venuto in mente solo perchè una volta una cena è finita alle 7 del mattino e vedendo la spiaggia e il sole che nasceva mi sarebbe piaciuto suonare in quel momento. L'anno scorso ho suonato sulla spiaggia di Lampedusa e mi è piaciuto parecchio. Vorrei tentare una cosa di questo tipo. Anche per i dischi, se il mercato continua a soffrire così, forse diventerà anche più facile fare dischi. Potrebbe nascere voglia di fare progetti più ridotti, con una big band, un ottetto archi, o provando a muoversi su territori monotematici, più ristretti. Chissà». Giò Alajmo

 

Il Piccolo di Trieste 23 Marzo (grazie Maria Grazia di "Navigandoltre")
Musica Domani sera torna in regione per un concerto al Palasport di Pordenone
Baglioni fra cantina e cielo
Nel Tour "Crescendo" ripercorre in tre ore 35 anni di carriera

Pordenone: Claudio Baglioni torna domani sera in regione, per un concerto al Palasport di Pordenone, a quattro mesi di distanza dal trionfo del Palatrieste. Il tour "Crescendo" è quello che, dopo i 320mila spettatori in otto sere dell'estate scorsa, - 120 metri di palco, sei musicisti e un'orchestra di 33 elementi, 34 ballerini e più di 300 performer - prometteva una dimensione "più raccolta, essenziale, intima". I quattromila che a dicembre hanno assistito allo show triestino sanno però che il cantautore romano fa ancora una volta le cose in grande. Lo show propone infatti un palcoscenico-casa su quattro livelli, che corrispondono ad altrettante fasi. Per raccontare in tre ore trentacinque anni di carriera Baglioni ha immaginato gli spartani esordi in una cantina, poi il primo trasloco in un comodo appartamento, il secondo in una terrazza-tetto e infine l' "ascesa in cielo", o giù di lì, con i cavalli di battaglia. A ogni livello scende dall'alto un palco: struttura semplice ma complessa. In un gran via vai di "addetti ai traslochi", tanti oggetti caratterizzano le varie fasi: un vecchio registratore che diventa proiettore, un baule da cui poi escono le bolle, un telescopio che diventa faro per illuminare il pubblico, e ancora il tavolo, la cucina, la scala, il camino...
Le canzoni delle varie fasi non sono coetanee dei diversi momenti storici:
l'assemblaggio è tematico, avvicinando anche brani di anni lontani. Di solito attacca dal solo con "Yesterday", dei Beatles: musica classica del Novecento, che gli serve per ricordare i tempi degli esordi in cantina, negli anni sessanta. Poi mette in fila "Noi No" e "Dagli il via", "Quanto ti voglio" e "Fotografie" (con il quintetto di d'archi per quattro quinti femminile), "Ragazze dell'est", "Bolero", "Tienimi con te". Ma anche , quasi a voler indicare un passaggio verso un futuro migliore e allora solo sognato, quella "Di là dal ponte" che sta nel suo ultimo disco "Sono io, l'uomo della storia accanto". Nella fase "comoda" dell'appartamento canta "Notte di note" e "Quante volte", "Serenata in sol" e "Mai più come te", "Domani mai" e "E adesso la pubblicità"...
Finale sul tetto, in una terrazza che è una citazione beatlesiana, per cantare "Acqua dalla luna", "Avrai", "Ninna Nanna Nanna Ninna", "Tutto in un abbraccio", "Grand'uomo", "E tu..".
Rimane il tempo per le stelle, con il classicissimi "Amore Bello", "Strada facendo", ovviamente "Questo piccolo grande amore", "Cuore di aliante", il medley con "Poster", "Solo", "E tu come stai", "Io me ne andrei"...Carlo Muscatello

da:http://www.giospecial.splinder.it/
Il Tirreno 23 Marzo
TUTTI IN DELIRIO PER LA MARATONA DI BAGLIONI
Musica, amore e nostalgia: "Crescendo" sa emozionare ammiratori di ogni età


LIVORNO. Marisa è tra le fan più scatenate, si è portata dietro un cuscino a forma di cuore e una macchina fotografica con il teleobiettivo che ha nascosto nello zainetto sperando di rubare una foto proibita al suo idolo "e non mi dite che è invecchiato perché a me pare sempre uguale, come quando cantava quella tua maglietta fina". Marisa è nonna da pochi mesi, mamma da 25 anni, "e ho gli stessi anni di Claudio, sono nata il 10 maggio del 1951, persino lo stesso mese". "Claudio" è Claudio Baglioni. Si è appena affacciato sulla sofisticatissima scenografia che lo accompagna in questo tour intitolato "Crescendo" e il palazzetto stellare, il nuovissimo PalaLivorno gremito di facce sognanti, si abbandona al delirio. È grande il PalaLivorno, grande e un po' algido quando è vuoto. Ma ora a riscaldarlo ci sono oltre ottomila spettatori provenienti da tutta Italia. E con loro le emozioni che salgono verso la cupola, nostalgie e ricordi, sogni e speranze. Migliaia di occhi, di sorrisi, di braccia che si agitano eppure sembra quasi di essere a una festa tra amici, perché la voce del cuore fa sentire tutti più vicini, si balla sui gradini e sotto il palco. Il sindaco Gianfranco Lamberti sorride ed è entusiasta: un po' perché il "suo" palazzetto ha retto egregiamente alla prova, un po' "perché queste sono le mie canzoni, la maglietta fina, viva l'Inghilterra, Baglioni, hanno accompagnato la mia gioventù come quella di tanti altri della mia generazione. Ed è un piacere riascoltarlo". Anche l'assessore allo spettacolo Marco Bertini è del gruppo:
"Una finestra sui ricordi". Raggiante anche Vezio Benetti, assessore allo Sport. Ricordi per tutti, e la miccia si accende ogni volta che parte un pezzo cult: "Tu che stai scoppiando dentro il cuore mio" fa tremare la voce di Sara che sarebbe anche intonata. Accanto a lei c'è il figlioletto Marco, 11 anni. Vengono da Pistoia, lei ha un foulard al collo con scritto Claudio Baglioni, ha 36 anni e non si perde un concerto del suo eroe nel raggio di 200 chilometri. Laura di anni ne ha 46, livornese, è laureata, libera professionista "e giuro che non sono un tipo troppo sentimentalista". Ma mentre Baglioni ricostruisce in musica la sua storia che è andata di pari passo alla vita di tanti dei suoi fedelissimi (il pubblico è eterogeneo ma le signore over 40 abbondano e sono le più scatenate) Laura se ne sta a bocca aperta e trattiene il respiro: "Mi ricorda i primi amori, come si fa a non commuoversi". Ottomila cuori in campo insomma, ottomila cuori che sono qui per lui, solo per lui: "Che è sempre bello, anzi più bello. Ma è vero che sì è tutto rifatto?". Cristina, parrucchiera, 34 anni, è qui con la figlioletta Alice di 7 anni. Cristina canta ("Avrai" la fa letteralmente balzare dalla seggiolina di plastica), Alice agita felice il cuoricino luminoso. Già, è vero che si è rifatto? Effettivamente bello è bello, "e guarda che fisico - dice Silvia - e che energia". E illuminato dalle luci speciali, circondato da questa casa immaginaria dentro alla quale si snoda teatralmente la sua lunga carriera (dalla cantina degli esordi alla terrazza e alla sala di incisione) Baglioni appare assai diverso da quel ragazzino che cantava "Questo piccolo grande amore" turbando i sogni di adolescenti e post-adolescenti. Proprio un altro stile, per non parlare del look. "Vabbè, ma tutti siamo cambiati, sono passati quasi 40 anni" lo giustifica Marco: viene da Pisa, ha 48 anni, è qui con la moglie Monica, impiegati tutti e due, baglioniani tutti e due, "ci ha portato bene, "Questo piccolo amore" è stata la colonna sonora della nostra storia e siamo sempre insieme". Sono arrivati presto loro ("avevamo paura di non trovar parcheggio"), si sono fatti un giro all'Ipercoop e poi hanno avuto un bel colpo di fortuna. Erano lì davanti a uno degli ingressi secondari del palazzetto quando verso le 18 è arrivato Lui: Mercedes color lilla, vetri oscurati, una visione. Giacca di pelle, occhiali da sole, un attimo e vale già la serata. Molti di quelli che hanno comprato la maglietta targata "Baglioni" la sventolano come uno striscione, gli accendini a tre euro vanno a ruba e quando la scaletta arriva al "Canzoniere" (un mix che comprende Solo, Poster, Amore bello, Sabato pomeriggio, E tu come stai, Io me ne andrei) migliaia di voci si alzano, le lucine si agitano e spesso si tratta delle luci dei cellulari, e le generazioni si riuniscono. Perché i classici sono classici, per figli e genitori. Anche con "Questo piccolo grande amore" il palazzetto prende fuoco, tutti cantano, Baglioni dà il massimo, è tenero e comunicativo, salta per quel palco per tre ore, cambia camicia e giacca ma non fa intervallo. Irresistibile, transgenerazionale. Certo, i giovanissimi non sono la maggioranza. Ma ci sono, ragazzine a vita bassa e piercing che sanno a memoria "E tu" e giurano che preferiscono Claudio Baglioni a Tiziano Ferro. Qualcuna tiene acceso il telefonino durante i pezzi più evocativi per far partecipare in diretta chi è rimasto a casa all'happening, viaggiano sms da una parte all'altra del palazzetto: "è grande...", "lo amo". I pochi maschietti (diciamo uno ogni sette donne) seguono diligentemente il concerto e cantano anche loro. La festa comunque è di tutti. Una festa del cuore e dell'amore che non ha età.di Cristiana Grasso

Il Tirreno 23 Marzo
Tutti in fila appassionatamente
Ai botteghini quattro ore prima, ma niente ressa

LIVORNO. Non ci resta che... aspettare. Infreddoliti, rassegnati ma allo stesso tempo palpitanti di impazienza, i fan di Claudio Baglioni sono in coda davanti ai cancelli del PalaLivorno. Alcuni hanno già l'agognato biglietto in mano, altri aspettano l'apertura del botteghino. Per fortuna, però, le persone in fila sono meno del previsto. Nessun serpente umano chilometrico. Niente caos per accaparrarsi l'ultimo migliaio di posti rimasti nel terzo anello. Pochi ma infreddoliti, aspettano che la fatidica tapparella blu si alzi. Sono le ore 17, accontentati. Solo uno sportello, però, risulta operativo, tra i mugugni e i mormorii della gente. "Si procede a passo d'uomo - dice Giulia Merlo, studentessa livornese-. E per una struttura del genere un solo sportello aperto mi sembra un po' poco. Senza contare che qui fa anche freddo. Meno male che siamo in pochi, altrimenti andavamo nel panico...". Le polemiche si accendono a catena. Subito arriva un'altra piccola nota dolente. L' aggiunta di 3,50 euro di prevendita sul normale costo del biglietto di 23 euro ha convinto poco gli acquirenti in fila. "Non capisco perchè si paghi questa cifra extra anche qua al botteghino - fa notare Claudio Calvi, consulente della comunità senegalese di Livorno -. E' una procedura un po' inusuale visto che il diritto di prevendita di solito si paga ai box office". Si sono chiesti la stessa cosa Annamaria Tredici e il marito Stefano Cantoni, di Pistoia, appassionati doc del cantante di Centocelle, arrivati per primi a destinazione. Alle 14.30 erano in già fila: "Fino a che non abbiamo avuto il biglietto in mano - dicono - eravamo agitati. Adesso non vediamo l'ora di entrare. E parte il costo aggiuntivo della prevendita, l'organizzazione è buona. Noi siamo stati anche ad altri concerti ed il clima che di solito si respira in altre città è molto più frenetico". Dalla biglietteria non si fa attendere una pronta puntualizzazione: "Alle 19 - dicono - il costo di prevendita viene tolto". La fila, comunque procede. A passo d'uomo ma va avanti, senza problemi di biglietti. Nel piazzale del PalaLivorno, quindi, da una parte si effettua la vendita dei ticket rimasti. Dall'altra si cambiano i voucher delle prevendite. Soprattutto in questa zona si incrociano dialetti...un po' toscani, un po' no. Gente che di primo mattino si è messa in viaggio per arrivare a Livorno per tempo, come ha fatto Paola Ferrero di Alba, provincia di Cuneo. "Sono partita intorno alle sette di questa mattina e stasera dormirò a Livorno. Avevo già acquistato il biglietto in prevendita. Agli occhi di chi non ha questa stessa passione è difficile spiegare cosa ti spinge a muoverti, anche lontano dalla tua città, per un concerto. Anche perchè per me non si tratta di un concerto, ma di emozioni continue visive ed emotive. Ogni concerto ha una sua storia e infatti è la decima tappa di questo concerto a cui assisto. Rispetto alle altre tappe, l'organizzazione livornese mi sembra buona. Non vedo con confusione e questo è un buon segno". E non è un caso sui generis quello di Paola. Come lei anche per Marina De Fanis di Firenze è la quinta volta che vede Baglioni in "Crescendo", così per Antonella Giuntoli di Agliana: "Ho lasciato mio marito a casa con la febbre a quaranta. Non vedevo l'ora che arrivasse il dottore per andarmene. Baglioni viene avanti a tutto! Ho preso anche due ore di permesso a scuola". E' la generazione cresciuta a pane e Baglioni quella più accanita. Sono soprattutto donne con un'età compresa tra i quaranta e i cinquant'anni. Fanno parte del fan club "Clab" di Roma e amano definirsi scherzosamente "Una massa di rimbaglionite".di Francesca Suggi

Il Tirreno 23 Marzo
Sotto la maxi-cupola l'acustica va
Sonoro perfetto: l'impianto regge bene il colpo da 40mila watt

LIVORNO. Ore 21.15. Comincia il tam tam acustico. Le emozioni corrono alla potenza di quasi 40000 watt. Si sovrappongono. Si amplificano a colpi di canzoni che irrompono sulla scena come fulmini a ciel sereno. Sulla scena di un PalaLivorno che per la prima volta debutta con Claudio Baglioni come contenitore di musica. "Dagli il via". E la musica va. Le note scorrono pulite, trasparenti: "L'audio è perfetto", dice soddisfatto il livornese Andrea Catalano. Conosce bene l'impianto. A montare tutto il carrozzone c'era anche lui, in questi due giorni di preparazione: "Nessuno strumento copre l'altro. Nessuno strumento, soprattutto, copre la voce di Baglioni. Tutto è equalizzato".Due parole anche sulle casse utilizzate: "Si tratta di casse specializzate a semicerchio che garantiscono un audio uniforme nelle parti bassi e in quelle alte. Con un impianto del genere i problemi di audio sono roba dell'altro mondo". Claudio Baglioni arriva direttamente al cuore della gente. L'acustica potente, ma allo stesso tempo delicata, niente toglie allo spettacolo. Anzi. L'impianto regge perfettamente il colpo. La prova del nove è superata. Parola di tutte quelle orecchie dritte e attente che da sempre seguono i Baglionishow in giro per l'Italia. "La qualità del sonoro è stata ottima", commenta la cuneese Paola Ferrero, alla sua decima tappa al seguito dell'intera tourneè "Crescendo" partita lo scorso ottobre. "Quella di Livorno è una delle migliori strutture che ho visto. Molto meglio di Montecatini. Pari a quella di Pesaro". Lei è seduta nel parterre. Ma l'opinione anche di chi è seduto ai piani alti, pardon agli anelli alti, non cambia: "Da quassù - aggiunge Diego Turtur, ventenne livornese - non abbiamo mai avuto problemi sonori. Lo stesso effetto luci è stato di grande impatto". E il palco ha dato problemi di visibilità? La risposta è no, a parte un piccolo appunto. Dall'alto migliaia di sguardi lo scrutano, in cerca anche solo di uno sguardo del proprio beniamino "Forse - azzardano alcune persone sedute in piccionaia - se il palco era un pochino più alto sarebbe stato meglio per noi. Ma certo non è stato un problema". La neo struttura livornese ha fatto centro, quindi? Soprattutto la sua cupola rivestita in legno: "Il legno - commenta Giosè, uno dei tecnici del carrozzone baglioniano - è uno dei materiali maggiormente in grado di assorbire il suono e di rendere al meglio la musica. Prima di venire qua abbiamo fatto uno studio accurato sulla struttura, come di routine, ed eravamo sicuri che non ci sarebbero stati problemi. Siamo contenti della riuscita".
Tutto liscio come l'olio, quindi nel D-day acustico del PalaLivorno? Così è se vi pare.

Il Tirreno 23 Marzo
Test ok per il PalaLivorno al primo grande evento di spettacolo
LIVORNO. Ottomila, tanti quanti ne può ospitare il PalaLivorno. Il concerto di Claudio Baglioni di ieri sera - durato più di tre ore - ha fatto praticamente il tutto esaurito, con fans arrivati un po' da tutta Italia. Per l'impianto alla Porta a Terra è stato un test superato alla grande: era al suo primo concerto, al primo grande evento di spettacolo, e tutto è andato ok. C'erano perplessità e preoccupazioni sulla tenuta dei parcheggi e invece tutto è andato liscio, così come alle biglietterie e ai cancelli, aperti alle 19, due ore prima dell'inizio del concerto.


Il Tirreno 21 Marzo
Il Cantastorie dei nostri amori
Dagli anni Settanta a oggi, il segreto di una musica che parla al cuore


Livorno. Cantava "mi manca da morire questo piccolo grande amore" e fremevano jukebox e mangianastri, mamme e ragazzine, tende canadesi e diari segreti. Baci, labbra salate. La vacanza che tutti gli adolescenti e post adolescenti sognavano, quella con sole, amore e teneri approcci. Ma cantava e canta anche altre storie, di figli e di vecchi, di paure e speranze, emozioni di tutti, "trasversali, come si usa dire "oggi". Eccolo qui il segreto di Claudio Baglioni, classe 1951, mito da sempre, ossia dagli esordi di fine anni sessanta fino ai giorni nostri.

"" E non e' facile sopravvivere a una carriere lunga come la mia". Difficile, ma non impossibile "se ci si rinnova continuamente e non ci si adagia sugli allori. Impegno, sacrificio ecco io ho fatto cosi'. E sono riuscito a non fossilizzarmi, perche' non c'e' niente di piu' patetico di qualcuno che non vuole crescere."
Lui invece e' cresciuto, ha cambiato look, la voce si e' fatta piu' calda e la parole piu' saggia.
Era un ragazzino con inclinazioni quasi rock quando muoveva i primi passi nelle cantine di fine anni sessanta, era un ragazzo con la chitarra baciato dal successo negli anni Settanta, ora e' padre di un ventiduenne che da lui ha ereditato la passione per la musica. Ma quell'aria un po' sognante con cui ha attraversato quattro decenni raccontando la vita e gli amori di tutti con dolcezza e semplicita' non l'ha persa. E di amore ama ancora parlare.
Canti l'amore da sempre e quindi sei un attento osservatore dei sentimenti: Com'e cambiato n questi anni il modo di amare?
" Ci sono cose che sono uguali da secoli: il bisogno di esserci, il bisogno d'amore, soprattutto di riceverlo ma anche di darlo, e questo credo che non sia mai cambiato.
Pero' oggi c'e' anche un grande senso di smarrimento inteso come un bisogno di affermazione della propria identita'. Perche' le identita' individuali sono messe a rischio da una societa' che tende a raggrupparci per numeri. Per gruppi, per partiti, per sondaggi. Siamo pubblico, consumatori, audience, siamo gente. E il sentimento viene macinato, mistificato, adulterato. Si tende ad omologarlo."
"Stranamore", "C'e' posta per te", i tanti salotti televisivi del sentimento. Nemici dell'amore, delle emozioni vere?
"Rendere pubblico il sentimento, farne spettacolo, significa svuotarlo, violentarlo. Perche' ogni sentimento e' diverso dall'altro e perche' comunque se troppo illuminato il sentimento perde ogni dimensione e leggerezza. Cosi' oggi non si sa piu' che cosa e' davvero l'amore e questo genera paura ma anche cinismo. E la televisone ha una bella responsabilita' ."
La Tv oggi scende sempre di piu' in basso, travolta dalla caccia all'audience. Eppure qualche anno fa tu con Fazio hai fatto un programma cult come "Anima Mia", capolavoro di ironia e leggerezza. Un'esperienza del genere oggi potrebbe ripetersi?
" Quella e' stata una bella avventura, e oltretutto facemmo anche ottimi ascolti, assolutamente insperati. Certo, mi piacerebbe fare tv, chiunque faccia un mestiere di comunicazione sa che e' uno spazio ambito perche' e' il teatro piu' grande che si possa immaginare. Ricevo molte proposte, ma non riesco mai a dire di se. Perche' la televisione negli ultimi anni si e' andata quasi ad autosoffocare guardando solo i numeri nudi e crudi, senza nemmeno analizzare troppo questo o quel dato di ascolto . Una guerra spezzettata minuto per minuto e questa caccia all'audience fa perdere senso alle cose, tutto e' terribilmente competitivo e meno gioioso, decisamente claustrofobico. In questo contesto non so se potrebbe nascere un esperimento come "Anima Mia". Comunque devo dire che ci sono delle trasmissioni godibili, ma quasi sempre sono poi in seconda o in terza serata."
Non ti piace l'esibizione dei sentimenti e anche della tua vita privata e' sempre trapelato poco. Un maniaco della privacy?
" No, soprattutto pudore. Forse c'e' una parte di me che non era adatta a fare un mestiere "pubblico", e nonostante ormai sia vaccinato all'esposizione continua ho ancora i miei momenti di timidezza, a volte non sono cosi' spavaldo, cosi' disinvolta come si puo' pensare di un uomo di spettacolo. E poi non e' questione di celare la mia vita privata quanto di tutelare quella delle persone che mi sono vicine e che non vogliono essere messe in vetrina come me."
Hai protetto tuo figlio dai paparazzi per 13 anni…
" Si, fino a quando in maniera naturale, e' stato lui a scegliere di uscire allo scoperto, durante un mio concerto. Aveva appunto 13 anni e studiava chitarra da cinque. Mi e' sembrato bello poterlo presentare non come il figlio ma come un piccolo musicista che aveva il piacere di esibirsi insieme a me. Eravamo tutti e due felici."
Quasi da quarant'anni sotto i riflettori. Mai avuto voglia di fuggire?
"Verso meta' degli anni ottanta mi era venuta voglia di continuare a fare questo mestiere nell'ombra, un po' come ha fatto Mina. Non fare piu' concerti, non apparire piu'. Ero stanco, dover stare in vetrina ogni ora della mia vita mi pesava. E in effetti un po' mi sono defilato,due o tre anni fuori dalla mischia. Per fortuna poi mi e' tornato il bisogno del rapporto con le persone tant'e' che oggi la cosa che faccio piu' volentieri sono proprio degli spettacoli dal vivo. Li non puoi barare: perche' ormai fare un disco e' un'operazione fredda, tecnica. I dischi li fanno persino le macchine. Invece trovarsi in mezzo al pubblico, e sudare, cantare e saltare da una parte all'altra, quella e' una prova, e' il vero modo di comunicare.
Puoi fare un identikit del tuo pubblico?
"Dalle figlie, alle nonne e alle nipotine. E anche moltissimi maschi, un 40%. Un pubblico trasversale dal punto di vista socio-economico e per eta' si puo' fare un tentativo di media, tra i 25 anni e i 30 anni. Questo vuol dire anche che vedo signore e signori 70enni e anche bambini, magari trascinati a forza…."
Tentato da Sanremo?
" Il festival non l'h' visto, ma eravamo cosi' bombardati tra Striscia e speciali vari mi sono fatto un'idea. L'hanno chiamato il festival del rinnovamento, ma ho l'impressione che una manifestazione come Sanremo non si possa rinnovare, deve assomigliare sempre a se stessa. E non e' un caso che la serata piu' seguita sia stata quella dedicata al revival. Se ci andrei? Ho un repertorio di 200 canzoni e lavoro da quasi 40 anni, come potrei riuscire a sintetizzare il mio lavoro con una canzone? E poi a 15 anni ho partecipato al mio primo festival, si chiamava festival di San felice da Cantalice. Non posso tradire san felice per San Remo."


Il Tirreno 21 Marzo
"Crescendo"e le canzoni raccontano

Nel nuovo Palasport un concerto che strizza l'occhio al teatro
L'appuntamento e' per domani sera nel nuovissimo PalaLivorno alle ore 21, anche se gli organizzatori raccomandano di arrivare con un po' di anticipo per evitare ingorghi dell'ultimo momento visto che sono attesi circa 8000 spettatori. L'appuntamento del resto e' di quelli superattesi, un po' perche' segna il debutto musicale ufficiale della nuova struttura inaugurata nei giorni scorsi, un po' perche' il nuovo show di Baglioni intitolato "Crescendo" sta conquistando tappa dopo tappa tutta l'Italia, fan vecchi e nuovi, appassionati di musica pop ma non solo, perche' questo e' uno spettacolo che mischia il teatro alla canzone l'amarcord ai tempi nostri.
Con una scenografia speciale, sofisticata ma minimalista (in controtendenza con il tour precedente…) e oltre tre ore di musica e poesia, Claudio Baglioni infatti proporra' circa 30 canzoni scelte tra le oltre 200 del suo repertorio, un viaggio tra le note e non solo. C'e' infatti anche la parte piu' "teatrale" di Crescendo e la storia di una vita (quella di Baglioni che si snoda comunque con quella di una generazione) ambientata in una sorta di casa, rappresentata a piani: la cantina, la casa vera e propria e la terrazza e sala concertistica in un saliscendi di soffitti mobili che si trasformano in pavimenti e stanze. Questa sara' la cornice del concerto. Che ammicca al musical ma mantine il rigore di un concerto, un po' recital e un po' teatro-canzone.
Si parte quindi dal Claudio degli esordi, il ragazzino con la chitarra partito appunto dalle cantine del rock e dalla fine degli anni Sessanta. E si arriva piano piano, tra parole e musica, a quasi 40 anni dopo: Baglioni e' affascinante cinquantenne che canta ancora l'amore, e sentimenti e le emozioni, il suo pubblico e' sempre piu' numeroso, il suo mito non tramonta. Una vita da campione, fatta anche di sfide e di sacrifici: "Crescendo" appunto, prima davanti a pochi amici e poi davanti a platee sconfinate.

Corriere di Romagna 21 Marzo
In cinquemila per Claudio

FORLI' - Non sarà più un ragazzino, ma Claudio Baglioni (nella foto di Blaco) è ancora in grado di infervorare le folle. Soprattutto quelle femminili: venerdì sera il suo spettacolo al Palafiera di Forlì ha visto le prime file del pubblico letteralmente scatenate, con un team di addetti alla sicurezza attentissimo che nessuna fan troppo accesa si buttasse sopra il cantante.Il palazzotto era gremito, con oltre 5mila persone intervenute. E i posti a sedere subito sotto il palcoscenico erano occupati dalle super-appassionate dell’artista, tutte occupate a ballare e agitarsi forsennatamente già dalle note di Yesterday, il primo brano eseguito da Baglioni. Una cover dei Beatles, ovviamente, che al musicista serviva per dare un’idea dell’atmosfera che si respirava all’inizio della sua carriera, quando suonava con gli amici nelle cantine. E proprio una cantina è l’ambientazione di partenza del palco, che si trasformerà durante l’andare avanti del concerto per raccontare una carriera di 36 anni senza bassi.Dopo il classico in versione acustica, ecco Noi no, successo indimenticabile e amato dal pubblico forlivese. Poi Baglioni ha rallentato un po’, con canzoni belle ma più adatte ai superappassionati. Dagli il via, Quanto ti voglio, Fotografie e la datata Ragazze dell’est. E ancora Bolero, Tienimi con te, Di là dal ponte, che chiudeva la prima parte del live.Nel frattempo l’affascinante cantante romano dai bauli sul palco tirava fuori vestiti e bolle di sapone, e dal tait nero iniziale diventava casual in camicia di jeans e poi ancora elegante. E così via per tutto lo spettacolo. Uno show davvero molto gradevole, con la musica in primo piano ma curato molto anche nelle parti sceniche e di contorno. Anche chi voleva ascoltare i grandi successi non è rimasto deluso: Baglioni ha eseguito Avrai, E tu, Strada facendo, Piccolo grande amore, Mille giorni e Io sono qui. Da aggiungere a un medley composto da Amore bello, Poster, Sabato pomeriggio e altri pezzi di spessore. Insomma, qualcosa per cui vale la pena di pagare un biglietto, in un panorama italiano senza picchi.s.a.

Corriere Romagna 20 Marzo
Baglioni entusiasmante al Palafiera

Un applauso esplosivo e grida di gioia: l’ingresso trionfale di Claudio Baglioni (nella foto di Blaco) al Palafiera di Forlì ha attraversato come un brivido caldo un pubblico variegato - dagli adolescenti ai cinquantenni - completamente in estasi di fronte al cantautore romano che ieri ha mandato in visibilio i fans forlivesi e fra poche settimane sarà in concerto anche a Rimini. Claudio ha attaccato con Yesterday in versione austica, omaggio ai Beatles. Poi le sue Noi no, Notte di note, Acqua nell’acqua. Quindi ha proseguito con Ragazzi dell’Est, Domani mai dall’ultimo disco. E poi i grandi successi di qualche anno fa, daAvrai a E tuda Strada Facendo ad un medley con altri pezzi famosissimi del suo vasto repertorio.Il Palafiera era pieno, quasi tutto esaurito. Il cantautore è entrato sulla scena - allestita come una cantina, di quelle in cui ha iniziato ad esibirsi - tutto vestito di nero, con una lunga giacca che si è subito tolto per restare in maglietta di pelle.Il concerto è filato via nonostante le due ore e passa, tra gli applausi fragorosi degli spettatori, tutti molto soddisfatti al termine.

Offerta da Maria Grazia di "Navigandoltre"
dall'Ufficio Stampa del Comune di Forlì che ringrazio

Il Corriere di Forlì 19/3/04
Claudio Baglioni stasera al Palafiera
Forlì eccomi!

Forlì - E' arrivato il momento. Il primo concerto romagnolo della stagione per Claudio Baglioni. E, come spesso è accaduto negli ultimi anni, si svolge a Forlì. Questa sera il cantante capitolino arriva al Palafiera, per uno spettacolo che più antologico non si può. 35 canzoni, un'infinità, per 36 anni di carriera. Quasi un brano per ogni candelina spenta, in una carriera costellata di successi, E senza insuccessi, soprattutto. Cosa rara nel mondo della musica: a tutti prima o poi capita il flop. A lui no, e non gli è neppure successo quando ha scelto la strada della televisione. Che potrebbe tornare di nuovo nel suo futuro. Per ora, si può gustare, a partire dalle 21, il suo lungo show, impreziosito da una scenografia innovativa, progettata da lui stesso. Prima il palco sembra una cantina, poi si trasforma in una terrazza, quindi in un tetto, prima di tornare palcoscenico. Niente giocolerie, niente fronzoli. Solo suono, il repertorio di Baglioni: da Poster a Questo piccolo grande amore, da Strada Facendo a Amore bello. E ancora Via e Mille giorni di te e di me, Signora Lia e Io sono qui. Fino alle ultime creazioni, come Sono io e Tienimi con te. Sul palco salirà una squadra di nove affiatati musicisti: Paolo Gianolio, direttore e chitarrista, Mario Guarino al basso, Stefano Melone alle tastiere, Adriano Molinari alle percussioni, Luana Monachesi alla viola, Elisa Pieschi al violoncello, Pio spiriti al violino e fisarmonica, Sofia Vettori e federica Vignoni al violino. E' ancora disponibile qualche biglietto, che si potrà acquistare nella biglietteria subito prima del concerto. I costi sono di 42 euro per la platea, 37 per il primo anello e 23 per il terzo anello. Info: 0543/60738. Altrimenti si potrà attendere l'appuntamento del 4 aprile, l'altra data romagnola, quando Baglioni si esibirà al 105 Stadium di Rimini. In estate, l'artista ripartirà ancora per un mini-tour che lo condurrà in una serie di club europei. A detta dello stesso Baglioni, "una vacanza di lavoro".Samuele Amadori

La Voce di Forlì 19 Marzo
Questa sera al Palafiera di Forlì, ma il 4 aprile sarà anche al 105 Stadium di Rimini
Claudio Baglioni arriva in "Crescendo"
Tre ore di concerto per ripercorrere quarant'anni di sucessi Oltre ai brani dell'ultimo album i pezzi "storici" del cantautore

Forlì - Un crescendo di emozioni, di spettacolo, di canzoni, di concerti davanti ad un pubblico sempre acclamante. Un racconto in musica condensato in tre ore messe a punto per ripercorrere quasi quarant'anni di vita passata tra palcoscenici e studi di registrazione, una carriera cominciata strimpellando le melodie dei Beatles in uno scantinato davanti a qualche amico, e che "strada facendo" si è evoluta sino a portare quel giovane ragazzo a riempire un intero stadio. Questa sera Claudio Baglioni torna a raccontarsi davanti al pubblico del Palafiera di Forlì (ore 21) per una nuova tappa del suo Crescendo Tour: una tournè che si è trasformata in un viaggio di 57 fermate, dove non poteva mancare quella Romagna a cui è legato da una vita. Nello spettacolo di questa sera l'affascinante cantautore romano, idolo per più di una generazione di fruitori di musica, lascerà a casa i teatranti e i ballerini che lo hanno accompagnato durante l'inverno(???estate???), privilegiando l'aspetto scenografico: il palco, allestito dal laureando architetto Baglioni - sta preparando una tesi di laurea sul "restauro degli spazi architettonici per il divertimento"-, si trasformerà di canzone in canzone, assumendo le fattezze di cantina, dove la Baglioni story ebbe inizio, per poi diventare terrazza, tetto e tornare nuovamente palco. Una metamorfosi scenica che farà da sfondo alle 35 canzoni che il cantautore proporrà davanti al pubblico che gremirà il Palafiera; 35 brani per un concerto antologico che vuole rendere il doveroso omaggio a 36 anni di attività artistica che hanno consegnato alla storia della musica italiana canzoni indimenticabili come la romantica "Questo piccolo grande amore" o la tenera "Avrai". In occasione di questo tour, Baglioni regalerà agli spettatori i brani leggendari che lo hanno trasformato col tempo in un big della musica, riproposti però con arrangiamenti nuovi e sperimentali Non mancheranno però molte canzoni estratte dall'ultimo album dell'artista, "L'uomo della storia accanto", titolo che racchiude anche l'essenza di questo intenso live che si muove tra un passato mai dimenticato e un futuro sempre nuovo. Sul palco insieme a Baglioni saliranno ogni tanto anche i compagni di viaggio, dai trasportatori ai contabili, che tra un cambio di scena e l'altro saranno coinvolti da Baglioni, che ha detto di volerli coinvolgere per "inventare qualche situazione" . L'appuntamento è per le 21.
Informazioni e biglietti: 0543-60738. Ma per chi rimarrà fuori non tutto è perduto: il 4 aprile il cantautore sarà sul palco del 105 Stadium di Rimini (info: 0541/953150) di Tamara Antonioli


 

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