Sabato e Domenica a Viterbo... decimo raduno.
 

La vita è adesso, avevo saltato sulla vita incurante del precario equilibrio della mia sedia... Via, avevo lanciato la voce al cielo e le mani a cogliere l'aria densa di musica, intrecciando tante altre braccia alzate... mi preparavo ad andarmene, è finita pensavo!
Guardavo il cielo che si accendeva di un blù intenso spegnendo il giorno, un giorno di grandi emozioni, un giorno di grandi allegrie e di grandi nostalgie. Un abete si slanciava contro il cielo e tutti gli altri alberi erano ormai sagome scure contornate dall'azzurro di un cielo che sembrava abbracciarli. Che ci faceva quella gru che spuntava lontana, dietro la copertura del palco, ad offendere l'armonia di quella che si poteva immaginare come una foresta di un'isola sperduta?
Pensavo agli ultimi giorni di questo periodo, un periodo passato intensamente rincorrendo Clà in appuntamenti che si sono moltiplicati vincendo la mia volontà, al di la di ogni mia difesa. La voglia di musica che non si sopisce mai, gli amici, i sorrisi, le braccia intorno a me... non avevo difese!
Quanta strada fatta, quanta strada che probabilmente dovremo fare... quanti giorni davanti in cui come questa volta vedremo nastri d'asfalto inghiottiti da un auto alla ricerca di quel posto dove vive la musica, la "nostra" musica, la "sua" musica.
E ancora una volta eccoci li, è sabato e sono con Rita e con una macchina carica di passione a vivere gli incontri di quel giorno. Chi abita ad un passo da me e che non conoscevo fino a pochi giorni prima, chi conosci bene, ma che attendi in un altro posto con quella bella sensazione che si ha quando hai voglia di rivedere qualcuno.
Le parole vanno da sè mentre la mia auto corre divorando l'asfalto e lasciandosi dietro la striscia bianca della mezzeria. Che strana quella striscia, tanta ne lasci dietro e tanta ne trovi davanti... in un succedersi incessante di futuro da percorrere come di passato lasciato alle spalle, ma il passato lo conosci, sai che tempo hai lasciato, che battito del cuore hai lasciato un pò più indietro... invece il futuro è sempre da scoprire, anche se credi di conoscere la strada che hai davanti c'è sempre una curva da affrontare con prudenza, memori di una volta passata in cui già si è affrontata con stridio di gomme e con un batticuore, c'è un rettilineo davanti al quale non farsi prendere dalla noia e che sai di dover affrontare cantando a squarciagola o suffusamente, così come ti consiglia la nostalgia o la gioia di quel momento, c'è una collina che ha la solita sagoma di sempre, ma che oggi offre colori diversi e sorprendenti... è la vita che scorre, dobbiamo portarci dietro i ricordi e le sensazioni di ieri per vivere meglio i giorni e le sensazioni di domani, diventando sempre più tossici di sentimenti... Ehi, mi accorgo che stò rubando un concetto, questa frase è di Claudio come più o meno l'ha detta nel raduno.
Un autogrill, la fame incalza, che bello quel tavolo pieno di allegria e di buoni presentimenti. Mi ricorda i miei sabati di quando ero ragazzo, quando si viveva con il fervore di mille progetti e di mille avventure coltivate dalla nostra speranza. Si viveva così l'attesa della domenica che poi, anche se si rivelava deludente, aveva lasciato dentro di noi la bella sensazione di quella magnifica attesa.
Aspettando chi ancora doveva finire il pasto, si progettava la giornata e ancora una volta era evidente e bello sentire quella comune grande voglia di andare verso Clà, lasciando indietro almeno per un pò gli affanni, i pensieri e le tristezze... tesi ad aprire il cuore per ricevere nuove energie da portare con noi.
E ti ributti sull'asfalto con la consapevolezza di vivere presto un nuovo sogno, e ogni volta su questa strada io trovo un pò di me e metto via la mia rivolta con la mia spada e di nuovo mi dò a te, sulla via di casa mia... già, la mia casa o almeno quello che vorrei che sia, una casa di armonia e di speranza da alimentare ad ogni battito del cuore, insieme a tanti sorrisi che trovi accanto e assieme a tutti gli amici che magari non stanno nella sedia accanto, ma che sono ben presenti in te e che tu "sai" che ci sono!
Uno sguardo a cogliere una collina di filari d'uva ordinati e geometrici, sembrano stesi morbidamente sul campo che li accoglie così, come potrebbe aver fatto un magico e immenso contadino, che lì, li ha depositati con un largo gesto della mano. Impressiona quel morbido verde sopra il giallo di una terra grassa e generosa, un vero ricamo della natura e dell'uomo sulla terra Umbra. Un'opera d'arte per chi la sa apprezzare. Mi ricordo che Clà ha origini umbre, forse l'Umbria dandogli origini ha voluto ricambiare il regalo, donando un ricamo da porre sul difficile mestiere di esistere, per chi questo ricamo lo sa cogliere e apprezzare.
E' bello vedere che tutti i nostri occhi sono rapiti da quella visione, ma la macchina corre via lasciandoci dietro un'altro ricordo da portare con noi.
Attigliano, arriva il momento del primo provvisorio distacco, un paese tranquillo accarezzato dal vento, una stazione dall'aria vivace e un treno per Viterbo che si porta via le mie compagne di viaggio. Non vedo quel treno, Roma mi aspetta.
E Roma arriva puntuale, e puntuale riprendo la strada per un altro viaggio. Questa volta sono del tutto da solo, Rita ha dovuto rinunciare per dare un attimo di sè ad una madre che la stava aspettando, qualche volta la scelta di non esserci è più grande e coraggiosa di quella di esserci!
Avrei voluto restare fuori, ma le mie compagne di viaggio e le persone che dovrò incontrare una volta arrivato si adoperano per abbattere le mie difese... vedrò tanta gente penso un attimo prima di fermarmi in colonna poco distante da un'auto che si è rovesciata, non c'è quasi nessuno, ma il lavoro della macchina del soccorso stradale blocca il traffico e il tempo corre inesorabile... non mi arrabbio più di tanto, penso a quella persona che magari correva incontro ad una luce o fuggiva dal buio, penso che io in questo momento sono più fortunato di lui, ho delle amiche che mi aspettano e che sanno aspettarmi.
Trovo un biglietto e l'abbraccio delle mie amiche che mi aspettavano, solo un pò di delusione nel vedermi solo, alcune lo sapevano, ma la voglia di ritrovare Rita per loro è conservata per il giorno dopo, per un abbraccio più stretto e forte.
Claudio ci inonda di musica. noi lo inondiamo di affetto... mani alte nel cielo strette a sentirsi vicini, mani strette a volare insieme in una speranza. Gioia e felicità si manifestano nel coro di alè-ho-ho che i musicisti riprendono e che Claudio segue con dei vocalizzi, poi... "la vita è adesso" e un generatore di corrente che fa le bizze. Claudio corre nel retropalco, i musicisti aspettano e il magnifico pubblico di Claudio riprende a cantare da dove lui si era interrotto. Facce divertite dei musicisti che accompagnano con gesti delle braccia il canto di noi tutti, per un attimo ho pensato che volessero unirsi a noi, ho pensato che volessero scendere dal palco e cantare per regalare questo tributo di stima a quell'uomo grigio e mai domo.
A quel punto stavo sotto il palco, strano stare lì, sembra che Claudio ci guardi tutti ad uno a uno, sembra che ci guardi quasi a sentirsi fra amici e a farsi rassicurare dai nostri occhi.
Poi la corrente ritorna e il tributo ce lo offre Claudio regalandoci un "Gagarin" fuori programma, seguito dalla solita energica "Via". Mani tese a sentire il suo saluto, mani tese a lanciare il cuore.
Alcuni occhi ricambiati e via sulla strada del ritorno, lasciando un arrivederci a chi ha diviso con me questa avventura e questo viaggio.
Questa volta con Rita, un viaggio nella campagna romana, la sapevo bella, ma oggi mi stà sorprendendo... forse i miei occhi sono già predisposti a lasciar entrare qualcosa di magico e sanno cogliere più del solito quello che hanno intorno...Sutri, un gioiello inaspettato. Un panino mangiato più perchè qualcosa bisogna mandare giù che per voglia e appare davanti a noi il cartello che indica Viterbo. Intanto per telefono mi tengono informato sulla situazione e una volta arrivati mi guidano ai posti che con generosità mi avevano riservato.
C'è un clima festoso, un clima di gioia e di serenità... forse il vedere che tutto stà funzionando bene, che non ci sono problemi logistici rassicura e predispone la gente a vivere con intensità questa festa, facile farsi coinvolgere!
Da lontano scorgo amicizie sulle tribune mentre io mi trovavo nel parterre, tanto lontane che per sentirci dobbiamo parlare per telefono, lontane si,ma tanto vicine ai miei pensieri. Come sempre gli incontri sono tanti, si vorrebbe spendere qualcosa di più di sè stessi con ognuno, ma spesso è davvero difficile, quasi impossibile.
Ci sono volti che non riesco a trovare, altri che so di non vedere, ma che cercherò di portare qui ugualmente, perchè la scelta di non esserci a volte è solo fisica, ma un pensiero può sempre volare dove trova l'acqua che acquieta la sua sete.
E' ora... è davvero festa.
Claudio appare con la sua fedele chitarra intonando "Mia libertà" quasi a volerci dire che questo sarà un giorno da vivere senza freni e senza vincoli per le nostre emozioni, ma rimane di certo sorpreso davanti al mare di fogli che alzati nei vari settori, disegnano la bandiera italiana.
E sono onde, onde azzurre spinte da mille mani e dal vento della musica che corrono sopra le nostre teste, sono onde di un mare sconfinato di passione e di mani a passarsi una speranza dall'una all'altra, sono onde che avevano il cielo e la terra a far da sponde.
Claudio è divertito e divertente, matrimoni che l'hanno visto come suonatore un pò suonato, una macchina della tradizione(la macchina di santa Rosa) mai vista e da vedere, due Remi (umani) sul palco per una barca che non c'è e un Remo (anch'esso umano) per una Gondola immaginaria, un Pino Insegno pur abile intrattenitore che a volte è costretto a ricordare a Claudio che il suo mestiere è fare il musicista e che invece il comico è lui ed è li per quello.
Ragazzi coinvolti... una la conosco bene, è uno dei visi che non ero riuscito a vedere, eccola lì in braccio a Claudio e poi valida interprete di "Tutto l'amore che posso". E' particolarmente spigliata ed esuberante, sembrava davvero a suo agio.
Il pianto di commozione di quell'altra ragazza che esegue "Fratello sole e sorella luna"... è bravissima e alla fine libera il fiume dell'emozione, quel fiume che nasce dal cuore e sgorga dagli occhi, Claudio è visibilmente commosso e gli sussurra qualche parola all'orecchio mentre la accompagna verso la scala...per quella ragazza quelle parole resteranno un segreto fra lei e il suo sogno realizzato.
Altri ragazzi, più o meno intonati, più o meno padroni della scena... non ce la faccio più a star seduto, guadagno il fondo del prato dietro le sedie e mentre stò chiacchierando con un'altro incontro, Claudio esegue una "Volare" da brividi.
Sono poche le note che riesco a far sentire a chi non c'è, mi dispiace, era una performance davvero notevole. Un momento con altri compagni di viaggio nelle emozioni e stò cercando di rientrare da Rita... salgono parole per aprire un futuro da vivere anche quando il presente sembra già tanto, parole che ci invitano a credere che ogni domani è un nuovo dono: " il figlio migliore è quello che non è ancora nato, le parole più belle sono quelle che non ti ho ancora detto"...Patapan... un brivido attraversa la mia schiena, mi assale la paura che Claudio non arrivi alla fine quando la sua voce sembra spezzarsi. C'è un silenzio da brividi, le stelle sono sulla terra e brillano nel contorno di tanti visi, anche chi ascoltava con me al telefono credo che non abbia retto... musica e parole che portano lontano, portano in quella pianura che con i suoi colori ci stava avvolgendo con il suo abbraccio, i nostri occhi guardavano sbarrati chiedendoci se erano lucine o se erano stelle, quel tram...ognuno di noi ha un tram che non ha portato tutto il suo carico di affetti, tutti assieme, al capolinea!
E' un applauso liberatorio ed affettuoso quello che sale quando Claudio arriva alla fine della canzone, tutti in piedi come se tutti volessero abbracciarlo, dargli una pacca su una spalla, stringergli la mano... essergli vicino per tenerselo un pò con sè.
Forse ognuno di noi ha vissuto il suo piccolo dramma, qualcuno di noi ha rivissuto una sua sofferenza e ripensato a chi non lo ha capito, qualcuno di noi ha pensato al sacco pesante che la vita gli ha caricato in spalla e a come sia dura una strada in salita, qualcuno ad un pianto di una persona cara che non ha saputo tramutare in un sorriso, qualcuno ad una vita perduta che non si sa ritrovare.
"Un medico che vede il millesimo malato grave deve capire che per quel malato è la prima volta che si sente grave!" "Tu hai distribuito mille sorrisi e sei stanco, ma il millesimo è la prima volta che ti incontra ed anche a lui devi saper sorridere nello stesso modo" Vivere è percorrere una strada impervia, per noi e per chi incontriamo nel cammino vicino a noi.
Poi esplode la festa... Claudio sostenuto dai suoi splendidi (finalmente) musicisti ci travolge di note per un finale incandescente..."via"... ed io ero li sulla mia sedia ormai convinto che fosse finita, ero li che guardavo il blù del cielo aspettando l'ultimo saluto, quando Claudio si siede al pianoforte ed intona "Tienimi con te". Note che portano lo sguardo in cielo, si è accesa una stella, forse è un pianeta, ma non importa...è quello che vuole la nostra fantasia e per me è una stella, la mia stella!
Si Claudio, ti terrò sempre con me fino alla fine del tempo, anche quando sarai un pensiero di giorni passati, anche quando mi farà rabbia pensare a te che starai godendo il tuo meritato riposo e a me mancherai tanto, ti terrò con me quando scambierò lo sguardo con gli amici e con gli orizzonti che grazie a te ho conosciuto e rincorso per cercarti. Ti terrò con me perchè, anche se tu non lo sai, ti ho sentito vicino quando sulle tue note e sulle tue parole ho mosso la mia mente cercando delle verità e cercando l'illusione che da un grammo di utopia.
Ti terrò con me cercando un mondo a forma di me, senza il terrore, senza il dolore, senza lo squallore di un vivere senza vita, senza la paura e il buio che dà un universo senza fondo.
E tu tienici con te, guarda i nostri visi e ascolta le nostre storie, porta con te i nostri respiri e i nostri sorrisi, le nostre braccia alzate e i nostri cori. Cori magari stonati, ma che vogliono dire a te e a noi stessi che siamo li, fianco a fianco... a volte abbiamo ombre di giorni vissuti senza quel sole che entra dentro ad illuminare il cuore, ma siamo sempre pronti a spiegare le nostre vele al vento della tua musica, per cercare un segno, un suono, un sogno che ci faccia camminare con gli occhi spalancati come carte assorbenti sulle strade dei giorni della vita.
Quell'ultima canzone strappata come un memo per scriverci che un giorno qui ci rivedremo... gli ultimi saluti a chi ho potuto abbracciare, baciare, stringere le mani e quelli che ho potuto raggiungere solo per telefono... un saluto a Silvia e a chi abita nella sua casina.
Ci incamminiamo per le strade di Viterbo, è davvero accogliente questa città, Ci avviciniamo a porta Fiorentina fra un correre frenetico di telefonate... c'è Claudio in un ristorante conosciuto, sappiamo dove va a mangiare, noi abbiamo una fretta terribile e non riusciamo proprio a fermare il tempo che passa inesorabile... una pizza veloce appollaiati su un trespolo di una pizzeria al taglio, proprio davanti al ristorante dove si è recato Claudio, ma non possiamo aspettare... ce ne andiamo a malincuore, proprio non si può, la strada davanti è lunga e domattina ci aspetta il lavoro.
E la mia macchina torna a divorare la strada, la stanchezza nelle mie compagne di viaggio comincia a farsi sentire, ma non mi vogliono lasciare solo e a turno riescono a tenermi con loro... confortate anche da alcuni dolcetti sardi che mi erano state donate da delle amiche, sarde appunto, che non smettono di viziarmi con le loro specialità.
Metto Davide van de Sfroos e la stanchezza o la comprensione sono tanto alte da non sentire nemmeno un rimbrotto, pure da chi non lo sopporta e che stava in dormiveglia.
Un autogrill di notte è sempre un qualcosa di particolare, quello in cui ci siamo fermati noi era assolutamente deserto, aveva un'aria sonnolenta fra luci che a quell'ora sembrano davvero farne un'isola nel mare buio della notte.
Bologna Milano sarebbe stata di una noia terribile se non mi avessero accompagnato nel fare un coro sulle note di "Acustico", il nostro Clà già ci mancava e in qualche modo dovevamo trovarlo vicino a noi ancora per un pò.
Lodi... gli ultimi saluti, fa freddo, baci e abbracci... ci dividiamo, e via sulla via di casa mia... per trovarci domani ancora tutti fianco a fianco, incontro all'aurora di un giorno più bianco, ritorno di eroi, prima persi e poi fianco a fianco per stringersi intorno al sogno mai stanco che è in noi.

Renato

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