Firenze 17 dicembre 2005
Tutti qui- XI raduno Clab

La maratona fiorentina

È con questo nome che chiamai la bellissima avventura del 17 dicembre, a caldo, appena uscita dal suo teatro, un palasport stracolmo di persone invitate da Claudio ad una grande festa. Come un eccellente padrone di casa, ha curato ogni particolare per dare gioia ai suoi ospiti ed in questo si è fatto aiutare da attori protagonisti insieme a lui, amici artisti e compagni del suo passato. Si parte con una grintosa "Io sono qui" che mi fa cantare e saltare, riempiendomi di energia positiva e confermando subito l’eccellente condizione della voce che Claudio ha dimostrato negli ultimi tempi. Segue un momento di grande allegria grazie all’intervento di Pino insegno, con il suo umorismo che scuote e che a tratti si fa pungente, com’è avvenuto nella parodia di "tutto il calcio minuto per minuto", una storia raccontata attraverso un susseguirsi di immagini di cui Claudio non esplicita il significato ed è chi ascolta a dover interpretare il comportamento dei personaggi; quasi su ogni verso è arrivata una freccia dall’implacabile Pino ed io non riuscivo a smettere di ridere. L’ingresso dei compagni di scuola di Claudio ha riportato alla mente di tutti loro gli anni piacevoli trascorsi insieme, ricordi, aneddoti di quel periodo custoditi in un angolo raccolto del cuore, ed anche qui Pino è stato un vero matatore con le sue battute a raffica. È uscito di scena dopo più di mezz’ora e Claudio, sempre a suo perfetto agio, ha continuato a condurre la festa affiancato da altri attori: ricordo il seguito del raduno come una grande melodia di cui ciascuno di essi ha suonato il suo pezzo, secondo il suo gusto, la sua esperienza, il suo carattere. Se soffermo l’attenzione su questa sorta di partitura, mi torna come un canto armonioso e gradito l’arrivo di Walter Savelli, molto applaudito non solo dai suoi compatrioti fiorentini, apprezzato per il suo talento e la sua semplicità. Ho ascoltato in silenzio il pezzo da lui scritto che ci ha regalato, cercando di cogliere quanto più potevo della magia che conteneva quel suono agile ed esperto; ho provato invece, ai primi familiari accordi di "Tieniamente", un brivido di gioia immediata e schietta, seguito da sorpresa e poi da ammirazione quando Claudio si è inserito con la sua tastiera, ha suonato la piccola parte vocale del pezzo ed in modo fluido e disinvolto ha unito all’accompagnamento eseguito da Walter stralci di melodia di altre grandi canzoni come "mille giorni di te e di me" e "Amore bello". Ho apprezzato moltissimo anche la partecipazione di Rosa Martirano, con la sua voce graffiante, che ho avuto il piacere di risentire nel duetto di "tienimi con te" che già al concerto di piazza Duomo mi aveva colpito ed emozionato. Questa volta però lo spettacolo è stato ancora maggiore perché lei e Claudio si sono prodotti in un capolavoro come "Quei due", accompagnati dalla chitarra acustica di Andrea Pistilli; non era un semplice duetto, ma un dialogo di straordinaria chiarezza e armonia tra le loro voci, che riempiva di meraviglie un testo ed una melodia già di per sé intensi ed evocativi. Ero immobile, silenziosa e concentrata, con dentro di me un calore che solo un vero incantautore poteva infondermi. Ho ritrovato la voce solo alla fine, per ringraziarlo, sentirmi un po’ più vicina ad un uomo che sa portarmi la dolcezza delle sue note dalle orecchie al cuore e alla fantasia, per ridare forma ad un sogno e deliziarmi in modo sempre nuovo.

Ed è lo stesso mio cuore che ora muove le mie dita e nel farmi risentire la grande partitura che sto cercando di fissare in queste parole, mi segnala una pausa, un’interruzione, come quelle che separano i movimenti di una sinfonia; questo non fa parte di ciò che ho vissuto e provato in quella sala a Firenze, ma serve a ricordarmi che per alcuni minuti, quelli che sto per raccontare, ho udito una partitura a sé, più forte, la più grande sorpresa di questo lungo e festoso pomeriggio. Claudio chiama con la sua voce calda una persona molto speciale, ed io mi sento uscire dalla gola un urlo di stupita ma indicibile gioia; tuttavia nei primi istanti non sono sicura di credere a quel che ho sentito, solo quando quella voce dolce e nota comincia a parlare mi convinco, sì, è proprio lei, Mariella! Di colpo dal mio silenzio assorto sono gettata in balia degli istinti, vorrei con tutta la mia forza comunicarle la mia presenza, ho come avuto l’impressione che fosse lì apposta per me… Una volta di più sono rimasta affascinata dall’umiltà delle sue parole, evidente già in quelle poche battute prima di iniziare a cantare, quando con loro sulla scena c’era anche Antonio Coggio, il gancio che univa i due artisti. Poi egli si è accomodato al pianoforte e ha dato inizio ad un sublime, irripetibile duetto di "io me ne andrei". Ha esordito Mariella che ha cantato in modo impeccabile tutta la prima strofa; è salita in alto nel ritornello con la sua grinta abituale e Claudio ha scandito il controcanto; a lui poi la seconda strofa e di nuovo il ritornello a due voci. Da quanto mi è arrivato, alla smagliante forma vocale di entrambi si aggiungeva una diversa intenzione che li ha spinti

A cantare con tutto il cuore questa canzone: essa rispecchia l’abitudine di Claudio, soprattutto negli anni Settanta, di utilizzare immagini semplici e concrete per raccontare qualcosa di molto più astratto, come gli stati della mente; la stanza in affitto disordinata e piena di oggetti sparsi ovunque come una giungla riflette una confusione ed un’incertezza del personaggio Claudio che si trova al suo interno, un po’ disperso, come se non fosse così piccola, un letto un bagno e una cucina, ma tanto ampia da non capire che direzione prendere,, che è quello che accade nella sua vita sentimentale. Mariella, per parte sua, è una donna molto aperta e sensibile e con una passione autentica per la musica, e inoltre ha spesso dichiarato e mostrato la sua ammirazione per il cantautore che le sta al fianco e sa coglierne la poesia, facendo proprie le sue canzoni. Al termine del duetto mi sono trovata ad applaudire con rinnovata energia, pronta a godermi appieno lo spazio che Claudio stava per concedere a Mariella; era piuttosto improbabile che in quella circostanza ci fosse qualcuno che aveva delle aspettative nei suoi confronti, ben pochi tra di noi la conoscevano bene e quindi poteva gestire quello spazio in piena libertà, cantare ciò che preferiva, mettersi in gioco senza preoccuparsi troppo di vincere o perdere; ed è proprio quello che ha fatto perché ha scelto una canzone del 1998, "Mezzaluna", di grandissima forza, non facile, breve ma anche per questo incisiva. Nel disco l’interpretazione è eccellente e l’accompagnamento è formato da pianoforte e archi; qui la chitarra ha supportato la voce, ma l’impatto live mi ha travolta assieme a quello delle parole ed io sentivo dentro l’impeto di un fiume in piena e lo sprigionavo all’esterno cantando con tutto il fiato e con tutta l’anima. Ero tanto concentrata su di lei e sulle mie emozioni che non ho fatto caso a quanto è stata applaudita, non m’importava, per me aveva vinto quella sfida, appagato il mio desiderio di sentire "Mezzaluna" dal vivo, che tante volte avevo espresso nel segreto della mia stanza. Prima di congedarsi, su invito di Claudio, si è seduta al pianoforte, il suo strumento, e ha cantato e suonato da sola un pezzo della bellissima "per amore", che avevo già gustato in questa veste e da cui neanche allora ho dovuto rimanere delusa: splendida, con quelle note un po’ strappate che le escono più dal cuore che dalla gola perché la ama dalla prima all’ultima parola; io l’ho cantata insieme a lei ed ho sentito forte la portata di una storia come quella, quante cose hai fatto per amore… "Hai mai corso senza fiato… perso e ricominciato", e quel cielo in fiamme è ricaduto in me come scena su un attore: l’incredibile davanti agli occhi della mia immaginazione, evocato da quelle poche parole. Gli ultimi accordi, ho applaudito di nuovo, come sperando che continuasse a cantare, ancora per qualche minuto; invece mi è arrivata solo la voce di Claudio, lei ha lasciato la scena senza parlare e la maratona è proseguita con altri attori pronti a recitare con lui la loro parte. Ricordo i minuti appena dopo l’uscita di Mariella come in una nebbia, mi aveva tanto portato in alto che mi è stato necessario del tempo per rientrare pienamente nell’atmosfera della festa. Mi ha molto divertito lo spaccato dedicato alla tournè in Polonia che risale ai vent’anni del nostro, tra compagni musicisti, aneddoti ed in particolare la "canzone popolare italiana", il suo maggior successo! Bravo Renzo Zenobi, cantautore che mi era sconosciuto ma mi ha fatto buonissima impressione anche al primo ascolto, con i suoi testi per niente banali, una voce forse esile, lieve, soprattutto se paragonata a quella di Claudio,

ma comunque gradevole. Un’altra voce a me nuova era quella di Susanna Parigi, giovane cantante con una grandissima stima per Claudio, che ha cantato con lui "Noi no" e da sola un suo pezzo, "La decima porta", nel quale è uscita tutta la sua espressività e potenza vocale. Il nostro ha dato spazio anche ad artisti giovani e non solo invitando Susanna Parigi, ma anche, ad esempio, quando ha eseguito "Solo" nella versione acustica a cui ormai sono affezionata, accompagnato dalla sua chitarra e da quella di un ragazzo promettente, Marcello Marcellini. . Ma il giovane artista più applaudito e forse anche atteso da molti di noi è stato il bravissimo Giovanni Baglioni. Era tanto tempo che non sentivo "Nudo di donna" ed ascoltarla con Giovanni alla chitarra e Claudio alla voce è stata una rarità assoluta; il talento indiscusso del ragazzo si è manifestato nell’assolo in cui si è cimentato, un pezzo di grande virtuosismo, anch’io ho avuto quest’impressione pur essendo piuttosto digiuna di quel genere musicale e di tecnica dello strumento. E c’è stato anche posto per artisti molto conosciuti, ma che erano ben lontani dall’essere note stonate in quel luogo e in quell’atmosfera: Paolo Vallesi ha trovato quasi impossibile esprimere a parole quanto Claudio è stato importante per la sua crescita musicale e personale, cosa che spesso succede anche a noi; ha invece unito la sua voce a quella del nostro in una "puoi" dolcissima, che aveva amato e che Claudio ha definito "canzone salvezza" perché molto acustica anche nella versione originale,e quindi si può cantare in qualunque luogo o condizione, anche quando manca la corrente durante un concerto! Mi ha colpito anche "Le persone inutili", canzone che conoscevo e che Vallesi ha cantato seduto al piano e con la voce incrinata dall’emozione, forse per quel pubblico che lo incoraggiava, in fondo anche lui giocava in casa! Proprio come l’altro grande fiorentino, Marco Masini, che ha guadagnato applausi a mio avviso meritati nonostante le amnesie sul testo di "Fotografie", durante la quale ha fatto il suo ingresso; lui, giustamente, ha scelto nel suo spazio un grande successo come "Ci vorrebbe il mare" e le ovazioni del pubblico hanno premiato la sua intensa interpretazione. Mi sembra importante sottolineare che non sono mancati i momenti in cui Claudio si è confrontato con noi da solo ed io ne ho ricevuto sensazioni conosciute ma non per questo meno piacevoli: "Cuore di aliante" nella versione acustica del tour "Cercando", che mi ha fatto cantare e volare nel cielo in cui ero già stata, ma che mai smetterò di esplorare con tutta me stessa; "Acqua dalla luna" alla Crescendo, di cui mi stanno a cuore tutti gli aspetti: il tema dei miracoli, i suoni, i vocalizzi finali, davvero magici. Non avevo per niente un’idea precisa dello scorrere del tempo, certo non immaginavo che il raduno si sarebbe protratto così a lungo, proprio quando mi sembrava che si fosse verso la fine ho pensato ad una corsa, contro il tempo e contro l’esaurirsi delle mie energie, una corsa di cui non mi sono mai stancata, che mi ha portato ad un finale strepitoso. Noi e lui tutti lì a festeggiare una storia durata quarant’anni, una strada percorsa insieme che ci aveva portato in quel teatro che non era che una stazione da cui ripartire, al ritmo di una canzone che non potrà cambiare la vita ma che univa le nostre voci ed i nostri cuori; mi pervadeva la sensazione già altre volte provata di essere una cosa sola con il mare di IO intorno a me, che è diventata ancora più intensa quando ho chiamato a raccolta le mie forze per saltare sulla vita sempre adesso. Il congedo "Via", un ultimo sguardo e l’incantautore si è dileguato d’improvviso così com’era apparso. Un attimo per riprendere fiato e via verso l’uscita in attesa degli incontri che avrebbero reso indimenticabile la mia notte fiorentina; Claudio e Firenze erano il crocevia delle nostre strade, ognuno di noi è uscito da quest’avventura con qualcosa di nuovo e diverso che ciascuno ha trasmesso agli altri racchiudendolo in poche e pregnanti parole.

E la magia continua, perché lasciando che la mia sensibilità plasmasse il tempo splendido del mio primo raduno, gli ho dato un volto che mi somiglia e che resterà nell’acqua della mia memoria; si illuminerà di raggi ogni volta che una nota di quella grande sinfonia tornerà a sfiorarmi le orecchie.

Alissa

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