Uno sguardo dal palco


Immagine ultima: Somniare Humanum, perseverare.... idem

La carrellata delle mie immagini volge al termine. Una pagina dopo l'altra è giunto il momento di dare un epilogo a questo gioco della memoria, a quell'iniziale girotondo. Non pensavo davvero, quando ho cominciato, che sarei arrivata ad una conclusione , ed in effetti una conclusione non c'è.Come dovrebbe finire questo mio vagabondare tra i ricordi? Dovrei dare un futuro al presente del mio passato prossimo e remoto, tagliare il filo dell'orizzonte e, come tanti anni fa, tentare di vedere aldilà, uscire dal mio piccolo guscio e credere una volta di più nel potere magico e rigenerante dei sogni. Raccolgo tutte le mie immagini e non posso fare a meno di sorridere perchè, oltre ai fogli battuti al computer, ognuna ha dei disegni, delle caricature più o meno somiglianti ai protagonisti dei miei racconti. Chi le ha viste riconosce al primo colpo la mia amica coraggiosa, l'uomo dei settemila giorni, la foto di mio padre vestito da calciatore. Tutto sommato, questa "fatica" è stata divertente. Sì, va bene. Ma il finale? Ho deciso. Chiederò a qualcuno dei protagonisti delle mie immagini quale finale vorrebbero. Chiederò ad Angela, alla Signora Lia, a mia madre, alla mia amica coraggiosa, a mio figlio, ai miei colleghi. E' chiaro che non potrò chiedere consiglio al mio " fidanzato" che forse risponderebbe :" Tutti qui?". Chiedo per primo a mio marito :
" Che pensi? Secondo te, come dovrebbe finire questa storia?"
E' costretto, suo malgrado, a darmi una risposta.
" Ed io che ne so? Finisce che " vissero tutti felici e contenti " ."
" Sì. Ma chi? Io e te? Io e lui? ".
" Tu e lui . Tu ,qui. Lui, lì ."
" Ho capito. Mi hai dato un'idea."
Angela invece pensa che dovrei osare. Secondo lei dovrei mandare " queste schifezze" ad una casa editrice, oppure spedirle a Maurizio Costanzo che è un'ottimo talent-scout, e tentare la fortuna. Ma quale fortuna! Ma quale Maurizio Costanzo! Ci sono abbastanza nomi senza un cognome nei suoi programmi, ci manca solo Ro'.
Lia invece, che è romantica come me e crede ancora che gli asini possano volare, vorrebbe un finale in cui i sogni si avverano.
" Hai presente quei bellissimi film di amori incredibili che terminano altrettanto incredibilmente con la realizzazione di tutti i sogni ? " mi dice.
" Ecco, io propendo per la realtà del sogno."
Mia madre non sa cosa rispondermi. Per lei va bene tutto. Purchè mi dia gioia e mi renda felice.
Mio figlio esordisce con un :
" Finalmente! Era ora che la smettessi di scrivere scemenze! Secondo me dovresti farne delle copie e chiedere al nostro vicino di casa, che è un pilota, di gettarle giù dall'elicottero e distribuirle un po' dovunque."
" Bene. Per te è carta che finirà nella spazzatura."
" E dai, Mà. Non offenderti. Sai che io scherzo."
" Non mi offendo, non aver paura. So di non aver scritto i "Promessi Sposi"."
" Ecco, brava. Appunto."
La mia amica Lina, come mio marito, si augura un finale in cui tutti vivono felicemente e senza problemi. Augurio valido soprattutto per se stessa.
Insomma, a pensarci bene, potrei scrivere un finale che soddisfi le aspettative di tutti ( il che è molto difficile ), oppure dei finali diversi per ciascuno. Una sorta di Sliding-doors in cui ognuno sceglie di aprire la porta che preferisce.
Per esempio, potrei dare libero sfogo alla mia fantasia e terminare con un'immagine abbastanza improbabile in cui mio marito ( che ha la patente nautica ) chiede in prestito a suo cognato (il marito di sua sorella ), che fino a pochi anni fa faceva il sub e pescava i coralli, la sua bellissima barca a vela , per portarmi fino a Lampedusa. Arrivata lì, chiedo asilo , come una " disperata " dopo giorni di navigazione. Busso alla porta della villa del mio “fidanzato" e...oplà, il gioco è fatto. Ma a me questo finale non soddisfa e non mi piace.
Potrei scrivere magari di un incontro molto futuro, dentro a un'altra età, in un posto oltre l'orizzonte, aldilà del ponte. Un Hotel a cinque stelle su una nuvola, con le suites vista mare. Una grande sala da ballo, un pianobar, un meraviglioso pianista e...no, è meglio che mi inventi qualcosa di meno stucchevole. Andrà a finire come faccio sempre. Non dò retta a nessuno e faccio di testa mia. Ancora una volta testarda. Non è una cosa semplice modificare il proprio carattere. Non conosco l'obbedienza e non so cosa significa essere remissivi. Che ci posso fare ? Sono proprio pessima. Poverini quelli che mi devono sopportare tutti i giorni. Li compatisco.
Anche l'estate volge al termine, come le mie immagini. Anzi, secondo il calendario è già finita da un pezzo, ma nella mia isola di sole, la grande stella che scalda e dà luce a tutto il pianeta si concede qualche stravizio.
" Senti Ro' " dico a me stessa ," perchè non ne approfitti e vai a goderti questi ultimi scampoli di bel tempo e a farti l'ultimo bagno della stagione? Chissà! Magari ti viene l'ispirazione per scrivere la parola fine a questo gioco che hai cominciato." Detto e fatto. Perchè no? Vado. A Doris non sembra vero di scarrozzarmi da qualche parte. Anche lei non si rassegna a dover essere ripulita dalla sabbia. Oppure sono io che non voglio e sono riluttante e aspetto che arrivi la vigilia di Natale per liberare il cofano dalle cianfrusaglie estive?
Ho deciso che porterò con me la cartelletta con tutte le mie scartoffie. Poi, non appena sarò rimasta sola sulla spiaggia, ammesso che ci sia ancora qualche turista impenitente, ad uno ad uno brucerò tutti i fogli. Incenerirò le mie immagini. A proposito, devo portarmi appresso un accendino. Deve essercene uno da qualche parte. Io non fumo. Il fumo è bandito da casa mia, soprattutto da quando ha ucciso mio padre. L'accendino mi serve per accendere le candeline sulle torte di compleanno dei vari componenti della mia famiglia. Ma dove accidenti l'ho messo? Ah, eccolo finalmente. L'avevo conservato così bene da non riuscire a trovarlo. Vediamo se funziona ancora. OK. La fiamma è a posto. Ho preso tutto. Posso andare. Scelgo come meta una delle mie spiagge preferite. E' un po' isolata, fuori città e ci sarà sicuramente meno gente. Mio Dio, che splendore! E' bello essere vivi solo per godere di questo spettacolo della natura. In questo periodo il mio mare è ancora più splendido che in pieno Agosto. E' come un cielo rovesciato, luccicante di mille stelle. E' calmo, limpido, rassicurante , protettivo,rasserenante e materno. Sì, materno. E' come il grembo di una mamma, caldo e sicuro. Non vedo l'ora di immergermi e di farmi abbracciare da quelle acque cristalline.
Come prevedevo c'è pochissima gente. Ormai i ragazzi hanno ripreso la scuola e le ferie sono solo un lontano ricordo per la maggior parte delle persone che hanno un lavoro. A destra una coppietta si sbaciucchia distesa sulla sabbia in un'intimità quasi totale. Un anziano signore passeggia sul bagnasciuga mentre sua moglie legge una rivista seduta sotto l'ombrellone; una mamma sta un poco più avanti con i suoi due bambini che giocano con palette e secchielli. Finalmente ho solo l'imbarazzo della scelta per trovarmi uno spazio vicino alla riva. Mi incammino a piedi scalzi e sento che la sabbia è fresca, contrariamente a qualche tempo fa quando a quest'ora sarebbe stata rovente ed impossibile camminarci sopra senza le ciabattine. Alle orecchie le cuffie dell'mp3 con un centinaio di canzoni di Clà. Stendo l'asciugamano e mi sdraio al sole a rinvigorire l'abbronzatura. Apro la cartelletta e riguardo quello che ho scritto e disegnato. Un pò mi dispiace di bruciare tutto ma è necessario che io lo faccia per rinascere, come l'Araba Fenice, dalle mie "ceneri". Adesso mi riposerò un po' e mi riscalderò per benino prima di entrare in acqua che dall'aspetto, seppure invitante, dovrebbe essere piuttosto freddina. Sento già sulla mia pelle la morbida carezza delle onde e mi lascio cullare dal luccicchio del sole sull'acqua. Non ho pensieri, non sento rumori, non ho più un corpo e non ho età. In questo momento c'è solo silenzio e leggerezza, il profumo e il mistero della mia rinascita, la riscoperta della mia esistenza, la sua rinnovata, fluida creazione in un vortice di brezze vivificanti. Il mio sguardo è in mezzo al mare. Lo contempla, lo esplora. Alla mia destra, su uno scoglio appiattito, un tale con indosso una camicia bianca gioca col suo cane. Il cane lo rincorre, poi scappa via e lo lascia solo tra gli spruzzi. Il cane prosegue la sua corsa fino a raggiungere la spiaggia di fronte a me . Si ferma un attimo, incerto se proseguire la sua corsa o tornare indietro dal suo padrone. Le sue zampe sul mio asciugamano, il muso a frugare nella mia cartelletta. In un baleno vedo i miei fogli spargersi tutt'attorno e sento il signore con la camicia bianca che chiama a gran voce il suo cane :
" Plettro, Plettro... Vieni qui... Torna indietro..."
Ma il cane è sordo a quel richiamo ed io non ce la faccio ad uscire dall'acqua prima che lui scappi di nuovo con uno dei miei fogli in bocca. Vede il suo padrone andare verso di lui e gli va incontro scodinzolando contento , come se gli portasse un regalo.
" Plettro! Che hai fatto? Cosa hai preso?" Gli toglie il foglio dalla bocca e lo guarda.
" Ma è uno spartito! Dove l'hai preso? Bisogna andare a restituirlo."
Plettro mi ha portato via una canzone. Una canzone che cantavo molti anni fa, quando facevo parte di un coro. Una serenata che l'innamorato fa alla donna amata e che tenevo infilata tra i miei fogli perchè mi sarebbe piaciuto sentirla cantare da Claudio. La sentivo adatta alle sue corde e al suo stile. L'avrebbe soltanto dovuta tradurre in italiano e renderla poetica, così come l'originale, in quel modo così unico che lui ha nel cantare l'amore. L'uomo con la camicia bianca si avvicina sempre di più con il cane al suo fianco e lo spartito in mano. La camicia è sbottonata sul petto e lui è abbronzato. Metto sempre più a fuoco la sua figura e mi sembra qualcuno che conosco, riconosco la sua andatura, i capelli, lo sguardo. Non può essere lui!
" Salve! Plettro ha rubato qualcosa dalla sua borsa. Le ha rubato della musica... SOL ..SOL...FA...MI...FA..."Canticchia il motivo usando solo le note, senza parole. Io gli rispondo aggiungendo le parole in una lingua a lui sconosciuta il cui significato è press'a poco questo :
" Svegliati ed ascolta questa voce così triste e malinconica perchè mentre tu dormi tranquilla io passo in affanni la mia vita. Svegliati dal tuo sonno, o mia bella , e ascolta il mio cuore che parla. Dal cielo , la luna bianca come la neve, manda un fascio di luce sul tuo tetto. Svegliati, o mia fata! Come l'ape che beve il suo nettare da un fiore, io berrò dalle tue labbra la dolcezza, dal tuo volto la freschezza e dai tuoi occhi la luce. Svegliati e ascolta il mio cuore. Se verrà il giorno che, per amore di Dio, la tua mano e la mia si uniranno, si uniranno il mio cuore col tuo ed anche la tua anima sarà con la mia. Che bello ci sembrerà quel giorno! Svegliati ed ascolta la voce del mio cuore."
Come per miracolo , appare dal nulla una chitarra tra le mani dell'uomo con la camicia bianca. Prova le prime note. Poi tutto il ritornello.
Poi da lontano , quasi un sibilo, sento la sirena di una nave. Sempre più vicina. Sempre più forte...
E' il mio cellulare e quello squillo significa che dall'altra parte c'è mio figlio che mi chiama. Allungo un braccio, svogliatamente, per far tacere quel rumore, illudendomi di riprendere il sogno da dove si era interrotto.
" Pronto."
" Mamma! Dove diavolo sei? Ti rendi conto di che ore sono? Qui siamo tutti preoccupati per te."
" Sono al mare."
" Al mare, a quest'ora? Ma con chi sei andata? Abbiamo telefonato a Lina e ad Angela ma nessuna di loro ti ha vista."
" Ci sono andata da sola. Non preoccupatevi, sto arrivando. Cinque minuti e sono a casa."
"Sbrigati che ho fame. Ciao."
" Ciao."
Mi rivesto in fretta e raccolgo le mie cose. Il sole è ormai calato da un pezzo e l'aria è diventata molto fresca. Mi dispiace di non aver fatto il tanto desiderato ultimo bagno della stagione e di non aver adempiuto al proposito di bruciare le mie immagini. Pazienza. Le brucerò domani.
Metto in moto e ripercorro la strada verso casa. E' ormai sera ed è sera anche nella mia vita. Claudio sta cantando dal solito cd . Sta cantando solo per me " Il nostro concerto " ed io mi sento come Rossella O'Hara , con una s di meno, mentre mi ripeto :" Le brucerò domani. Domani è un altro giorno."

Rosella