SOGNO DOPO SOGNO

Era una sera d'estate quando il mago della musica e delle parole arrivò nella mia città a portare l'incantesimo del suo spettacolo artistico. Claudio, il cavaliere bianco e nero, armato di canzoni che tracciano vie di parole colorate dentro l'anima, che sanno stregare e stralunare la luna, è riuscito così ad arrivare al fondo di me e ad incantarmi i pensieri, incatenandoli a quella speciale notte di note. Note che continuano ad accompagnarmi, che si riempiono di ricordi miei, che ogni giorno acquistano valore e contenuti nuovi. Canzoni che viaggiano con me, nei miei momenti di sole e di tempesta, che illuminano il cammino ogni volta che fa buio, che spiegano i sentimenti ingarbugliati quando faticano a trovare forma.
Nelle sere d'estate, in cui non c'era molto da fare, mi sono soffermata spesso con le cuffiette che diffondevano la musica più dolce a sognare il mio amore di neve, inventando le parole più belle per costruire la mia favola e darle ali affinche' potesse volare in quegli occhi di cielo infinito, tanto immensi da perdersi ogni volta che lo sguardo ci si impigliava, ma cos'importanti da non riuscire più a vedere altro.
Strana serenità che mi pervadeva all'improvviso e forte bisogno di sorridere… sì, sorridere di quello stesso sorriso dolce che all'inizio aveva tanta paura di mostrarsi e scoprire che finalmente, dopo tutta la rabbia e il dolore, era arrivata la felicità. Felicità sempre cercata, chissà dove, con chissà quali sciocchi motivi; senza sapere che non serviva nessun perché per essere felici, ma sarebbe bastato stare bene, poter salire oltre il dolore, cominciare a guardare altrove per ritornare a prendere me e poi fermarsi, chiudere gli occhi e tirare un sorriso.
Sveglia di giorno e di notte, con gli occhi accesi ad aspettare che accadesse qualcosa, a sfogliare le pagine del web per trovare la mia poesia, ad ascoltare la favola della buona notte e non importava se sarebbe stata triste o allegra, l'importante era sapere che avrebbe avuto il tono e l'incanto della favola…ma dopo averla letta era troppa l'eccitazione per potersi addormentare! E allora iniziavo a vagare per la casa alla ricerca di una canzone e poi occhi sopra al soffitto a immaginare e lasciare che il sogno si confondesse con la realtà, perché la notte è il regno del sogno, è il momento in cui tutto si deforma e assume una connotazione diversa da quella normale. Le immagini si amplificano e la mente confonde le idee, tutto diventa possibile, soprattutto l'impossibile.
Ore alla finestra, con lo sguardo che volava alto, superando i tetti delle case e cercava tra i puntini luminosi delle stelle che facevano brillare il blu, per vedere se qualcuna voleva cadere e raccogliere un desiderio intenso da pensare forte, perché doveva arrivare lontano e aveva fretta di avverarsi.
Ore immobili, immersa in un'estasi meravigliosa, in cui il mondo si fermava e girava intorno ad un pensiero romantico e alle canzoni d'amore più emozionanti che siano mai state scritte, con la voglia di sentirsi innamorata e scoprire che era davvero possibile che accadesse a me nuovamente.
Giorni rapidi, divisi tra libri e musica, con la fretta di aspettar la sera. In silenzio, quando a illuminare il tramonto rosso, sarebbe arrivata la luce del suo sguardo e tutto si sarebbe colorato di mare. Niente aveva più importanza, non contava ciò che era stato e ciò che era perduto. Solo lui, lì, bello come il sole, un principe, un re, e una canzone che inventava l'estate e le vacanze. Lui, il mio angelo custode, che mi protegge, mi consola e mi porta via lontano. Su, nell'azzurro dei suoi occhi, spinta dal vento nuovo di primavera, nell'aria limpida e infinita, in una travolgente libertà che fa sentire viva.
L'allegria e il romanticismo del mare calmo, accompagnato da un "E tu" da cantare a squarcia gola, si mischiavano al sogno di Roma, di una passeggiata mano nella mano sul Lungo Tevere e un ballo lento da ballare stretti abbracciati di "Con tutto l'amore che posso". I suoi sorrisi ingenui di bambino imbarazzato, le sue mani grandi e la sua dolce tenerezza di un "papà che caccia via la notte di tutti gli uomini persi dal mondo, in tutti i cuori dispersi nel mondo" si scrivevano così in ogni angolo del cuore e per ogni idea c'era una canzone da cantare e il poeta Claudio ne aveva sempre una adatta per ogni occasione.
Così si cresce, si cambia e si vive giorno per giorno, aspettando un nuovo concerto che innamori e affascini, delle parole nuove da imparare a memoria per cantare insieme quando saremo tutti dalla stessa parte, sotto la bandiera colorata d'arcobaleno della musica. Perché anche cambiando, credo che ci sia una cosa che continuerà ad unirci: siamo ancora quelli che "Noi no", che "come sarà un giorno prendere la strada e andare via incontro alla realtà, farsi travolgere da un vento di follia… ad asciugarci gole per una verità" e "noi che non vogliamo andare in paradiso se lì non si vede il mare, noi no… noi sogni di poeti", anche se dispersi dalla vita e dal mondo, quell'ideale di fondo brilla nelle nostre anime ad ogni magico incontro, emerge improvvisamente e ci ricorda che "il sogno è sempre" e quello sarà sempre il nostro sogno più grande! Così la voce esce più forte e quello che le parole nostre non dicono, lo esprimo gli occhi che si illuminano e i cuori che battono. Claudio, dopo averci emozionati e innamorati d'amore, dopo le grandi verità dell'esistenza analizzata con la tua sensibilità di artista, hai dato musica, parole e voce al nostro sogno più profondo. Così, tifosi esaltati o ascoltatori silenziosi, arriveremo fino a te, pronti a perderci e a sostenerti per ogni tuo nuovo lavoro.

 Diana Comari

 ...la RomanticaGuerriera del web, "nuvolasenzainverno" per le persone speciali!
 

            TORNA ALL'INDICE