Il raduno per me.

Un pomeriggio atteso per mesi. Un'attesa lunga un sogno. Il sogno di potere ritornare a far tacere i rumori che mi portavo dentro e lasciar vibrare le corde dell'anima, a un anno esatto di distanza dall'Incanto di Napoli.
Le corde dell'anima hanno vibrato, ma su questo non nutrivo dubbio alcuno, ma quanta fatica per riuscire a dissipare la delusione provata all'inizio. Claudio era dentro il teatro che cantava senza di noi. E noi lì, anime in pena, ingabbiati da una fila interminabile e dalla stupida superficialità di alcuni, solo numeri, non più attori nè spettatori, ma solo anime perse, in cerca di un perchè.
La musica, trasfigurata in sordi rimbombi, cessa ed ecco che vedo Claudio che viene verso di noi, scuro in volto, terreo come mai lo avevo visto. Ma forse solo perchè mai lo avevo visto da cosi vicino ed è stato lì che ho compreso, a 33 anni, che Claudio è uno di noi. Ha capito il problema che lui stesso, involontariamente stava creando, ci ha guardati negli occhi, ha potuto capire la nostra delusione e in pochi secondi già la viveva sulla sua pelle, dentro di sè, nei suoi occhi colmi di un'espressività non più giovane ma sempre intensa e capace di trasmettere emozione.
Questo è stato il mio raduno. Forse, il mio idolo, il mio amico, l'unico che riesce ancora a farmi piangere per una nota, parafrasando al contrario Claudio, quel pomeriggio, ancor prima di perderlo forse l'avevo già ritrovato. Non voglio parlare della veglia nè tantomeno della festa, perchè le parole non renderebbero le emozioni provate in un crescendo di tensioni scacciate a pedate, di timidi applausi, e poi di adrenalina pura che va via dal corpo e raggiunge il palco. Voglio fermare qui i miei ricordi di quel pomeriggio. Proprio in quell'attimo in cui sembrava persa anche la stima per lui, il mio cuore e la mia anima  a volte persa, a volte ritrovata a metà, hanno palpitato insieme. Avevo capito, a 33 anni, cosa rappresentava per me Claudio Baglioni.
Spero che un giorno rileggendo queste stesse righe che ho scritto, possa avere ancora la forza di piangerci sopra, perchè ciò significherà che avrò anche la forza di trasmettere ai miei figli quei valori positivi che Claudio, sempre dal palco mi urla.

Alessandro

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