Claudio Baglioni Unaparolaperte.net

Tutti Qui Tour

da Novembre per la prima volta in tour tutta la sua storia e la sua musica


::: ::: :::  La Stampa  della  prima parte del tour ::: ::: :::

l Giornale 20 Dic.
Per Baglioni sono ancora «tutti qui»
di Michela Giachetta
«Strada facendo siamo ancora tutti qui». Lo striscione, apparso martedì sera al Palalottomatica per la prima delle quattro serate previste nella Capitale del tour antologico di Claudio Baglioni «Tutti qui», la dice lunga sulla strada percorsa assieme al suo pubblico dal cantante romano.

Che nella sua città ritrova l’affetto di casa con ragazze e mamme in delirio appena «sculetta» un po’. L’allestimento del palco ricorda un grande magazzino, con televisori, in cui appaiono via via nel corso del concerto immagini che evocano le canzoni e foto di un Baglioni versione anni Settanta. Ma anche con strumenti sparsi, come in una vecchia cantina di casa.

E il cantante incomincia lo spettacolo al buio, illuminando con una torcia chitarre, pianoforte, violini, come se fosse alla ricerca della nota giusta per dare il via al suo concerto. «Tutti qui», lo stesso titolo richiamato anche nello striscione, è la prima delle canzoni che ripercorrono tutta la storia musicale di Baglioni, che si presenta in camicia a maniche corte e pantaloni neri.

Poco spazio alle parole, che pure spesso nei suoi concerti avevano intervallato le diverse interpretazioni. È la musica la protagonista. E allora ecco Strada facendo, Noi no, Avrai al pianoforte, scritta di getto in occasione della nascita del suo primo e unico figlio, Giovanni. È poi la volta del primo dei cinque medley, necessari per non lasciare fuori dal concerto alcune delle canzoni che lo hanno reso famoso.

Se nel medley Ye ye finiscono pezzi come Porta portese, Signora Lia e W l’Inghilterra, in un altro battezzato Atmo Baglioni raccoglie brani come Con tutto l’amore che posso, Io dal mare e Domani mai. Rivisita poi in chiave folk Ragazza di campagna, I vecchi e l’inno Vivi. Il pubblico, fra cui c’erano anche Pino Insegno, acclamato come un divo dai romani e Stefano Masciarelli, lo abbraccia e tenta di toccarlo quando si muove sulle quattro passerelle che partono dal palco e arrivano fino alle poltrone delle prime file.
L’unico pezzo che appartiene all’ultimo album di Baglioni, Quellideglialtri Tutti qui, che raccoglie cover da lui rivisitate, è la struggente Cinque minuti e poi. Per l’ultimo medley Songs il romanticismo prevale, con la summa delle canzoni forse più note del cantante: Questo piccolo grande amore, Amore bello, E tu, Sabato pomeriggio, Solo ed E tu come stai. Sono quasi le ultime note. Prima di Io sono qui, Baglioni si cambia d’abito direttamente sul palco. Luci spente e la camicia nera viene sostituita da una bianca. Per la successiva Mille giorni di te e di me si mette addosso anche una lunga giacca. Il concerto si chiude con La vita è adesso. Il pubblico in piedi ormai scatenato la canta tutta d’un fiato. Baglioni prima di lasciare il palco ringrazia la band che lo ha accompagnato, dallo storico collaboratore Paolo Gianolio (responsabile del gruppo e impegnato alle chitarre, violoncello, sax baritono e ai cori), a John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), passando per Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni e chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra e cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica melodica, chitarra e cori). Saluta i diecimila romani presenti al Palalottomatica e si defila nei camerini. All’uscita risuona nel palazzetto Tienimi con te. Qualcuno canta ancora.

Ansa 20 Dic.
BAGLIONI, IN 10MILA PER IL DEBUTTO A ROMA DEL TOUR
ROMA - 'Tutti qui', il tour antologico di Claudio Baglioni, ha fatto tappa ieri sera nella capitale. Tutto esaurito (diecimila spettatori) al Palalottomatica per il primo dei quattro concerti consecutivi del cantautore nella sua città.

Cancellato il primo pezzo previsto in scaletta, '51 Montesacro' (che prende il titolo dal suo anno e dal quartiere romano dove e' nato), Baglioni ha condensato in circa tre ore la maggior parte dei suoi innumerevoli successi, a partire dalla recente 'Tutti qui', per continuare con brani evergreen come 'Strada facendo', 'Noi no' e 'Avrai', scritta di getto in occasione della nascita del primo e unico figlio, Giovanni. E' stata poi la volta del primo dei cinque medley, un astuto stratagemma di Baglioni per sintetizzare la sua lunga storia musicale. Se nel medley 'Ye' ye" sono finiti pezzi come 'Porta portese', 'Signora Lia' e 'W l'Inghilterrà, nel medley battezzato 'Atmo' Baglioni ha racchiuso pezzi più romantici come 'Con tutto l'amore che possò, 'Io dal mare' e l' erotica 'Domani mai'.

In chiave folk sono state rivisitate, in un altro medley, canzoni come 'Ragazza di campagna', 'I vecchi' e l' inno 'Vivi', prima di passare ad altri brani e agli ultimi due medley: quello rock ('Dagli il vià, 'Un nuovo giorno...' e 'Io me ne andrei', tra le altre) e quello songs con la summa delle canzoni forse più note ('Questo piccolo grande amoré, 'Amore bello', 'E tu', 'Sabato pomeriggio', 'Solo' ed 'E tu come stai').

Baglioni è stato accompagnato da una affiata band composta dallo storico collaboratore Paolo Gianolio (responsabile del gruppo e impegnato alle chitarre, violoncello, sax baritono e ai cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni e chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra e cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica melodica, chitarra e cori). Sul palco (una pedana piuttosto bassa, quadrata e contornata da passerelle per raccogliere l' abbraccio del pubblico) affollato di strumenti, casse e monitor, Baglioni è apparso in un completo nero con un berretto dello stesso colore, tolto subito dopo il primo brano, prima di indossare, sulle battute finali, una camicia bianca accompagnata dalla una giacca tight sugli ultimi due brani della scaletta, cantati a squarciagola dai diecimila del Palalottomatica: 'Mille giorni di me e di te' e il canto di speranza 'La vita e' adesso'.

Dopo le quattro date romane, Baglioni continuerà il suo giro di concerti attraverso la penisola fino all' ultima tappa prevista a Forlì il prossimo 24 marzo. Intanto, come annunciato dal cantautore a 'Domenica in', è prevista anche qualche puntatina all' estero, orientata, a quanto si apprende, all' organizzazione della prossima edizione di O' scià, il festival organizzato ogni anno da Baglioni a Lampedusa dedicato al tema dell' immigrazione.

Il Messaggero 20 Dic.
di MARCO MOLENDINI

Se non è tutto qui, Claudio Baglioni, poco ci manca. Quarant’anni di carriera o giù di lì in tre ore bombardanti di musica. Un’autobiografia, un canzoniere fatto di quarantotto titoli (se non è record ci siamo quasi), per saziare tutti i palati, tutte le nostalgie, tutti i desideri possibili. E per uno come Claudio, così saldamente legato al rapporto fiduciario con il suo pubblico, le richieste non possono che essere tante, tantissime, forse troppe. Ma come si fa a dire di no. Così eccolo in scena, perfino con più voglia di starci, di esserci.
Come se tutti questi anni, questi decenni, non avessero fatto che aumentare l’adrenalina, il bisogno di pubblico, di acclamazione, di consenso. È lontano il giovane e timido ragazzino della periferia romana che partecipava ai festival per sconosciuti. Sono volati quarant’anni e non è detto, anzi è probabile, che uno attento come Claudio non perda l’occasione per festeggiare la ricorrenza Intanto ha già rispolverato e lucidato a dovere la sua pregiata argenteria. Eccolo al Palalottomatica circondato da una band raccolta ma efficacissima a cantare la sua storia fatta di grandi canzoni, di successi popolari e smisurati. Tanto popolari da fare da richiamo a una folla sterminata: quattro sere (a cominciare da ieri) con le gradinate esaurite (diecimila a botta). E avrebbero potuto essere di più (tanto da far mettere già in conto un ritorno a fine gennaio).
Il concerto ha la forma di un racconto, con la scena allestita su un bellissimo palco centrale (una scelta fatta spesso dall'architetto Baglioni nel corso delle sue tournée) come se si trattasse di una sorta di deposito della memoria dove ogni scatola contiene un monitor, un flashback, un elemento del passato da cui affiorano immagini e suoni. Canzoni come Questo piccolo grande amore (superata ormai la crisi di rigetto andata avanti per un po’ di anni: coi successi, specie quelli propri, bisogna convivere, non c’è che rassegnarsi), come Mille giorni di te e di me (forse la canzone baglioniana perfetta, quella che permette all’autore di lasciare la briglia sciolta alle sue tonsille, ai suoi gorgheggi da moderno stornellatore), come la trascinante Strada facendo (quasi una colonna sonora per una carriera così lunga), come Porta Portese (altra canzone la cui cittadinanza nel canzoniere personale di Claudio spesso ha avuto problemi di accettazione e qui diventa parte di una nostalgica medley alla Baglioni, ovvero con le canzoni intere), come Avrai, un altro cavallo di battaglia storico, o Poster, ulteriore reminiscenza dei primi successi. Ma c'è spazio anche per brani più vicini come Cuore d’aliante o Notte di note o la stessa Tutto qui.
Vestito di nero, Baglioni domina il suo ring, suda, si sgola (e che voce), si diverte, si fa coprire di applausi, si fa toccare infilandosi con una pedana in mezzo alla folla , si fa sommergere dal coro del pubblico che canta con lui praticamente tutti i ritornelli delle canzoni. Del resto non può che essere così quando si mette in scena una storia personale tanto piena di ricordi comuni e forti. Il concerto diventa una festa dove ascoltare e cantare si confondono. E si capisce: si capisce perché una pop star di successo con tanti anni di carriera alle spalle abbia ancora tanta voglia di sbattersi, andare in tour, cantare le canzoni di sempre con la voglia di fare sempre meglio e di offrirsi senza risparmio. Si replica fino a venerdì, ma trovare i biglietti è un'impresa da Babbo Natale


Dal Blog del quotiddiano Il Tirreno 18 Dic.
Io e voi, amici per la musica

Secondo un pensatore davvero immortale l’amicizia è un’anima che abita due corpi. Non so dire perché, ma a questo ho pensato leggendo le parole con le quali avete inondato il blog del Tirreno. Detto tra noi: non avevo dubbi sul fatto che mi avrebbero colpito (e, in qualche caso, anche affondato), ma davvero non immaginavo sarebbero state così tante!

Pensavo alla musica. Al fatto che lei di corpi riesce ad abitarne ben più di due. E’ lei, dunque, l’amica più grande. Lo so, forse il sillogismo è un tantino tirato per i capelli, ma credo che le sue conclusioni siano ugualmente corrette. Poche cose, come la musica, sanno incarnare il valore alto dell’amicizia. Forse il più alto tra quelli concepiti dall’uomo. La musica sa parlare.

Il suo linguaggio, verbale e non verbale (un grappolo di note, una progressione armonica o anche un semplice suono), riesce sempre trovare leparole giuste. Non solo. Spesso riesce a cucirle insieme in un modo così unico e irripetibile che sembra quasi che quelle parole le abbia inventate lei e che lo abbia fatto solo per noi. Una sensazione che, a volte, nemmeno la grande letteratura riesce a trasmettere con altrettanta forza, immediatezza e profondità. Ma sa anche tacere.

Se la ascoltiamo con attenzione ci rendiamo conto che, spesso, i silenzi sono importanti quanto i suoni. Proprio come in una di quelle conversazioni che ci mettono in gioco, quando le pause contano come o addirittura più delle parole, perché ci danno il tempo di mettere meglio a fuoco i pensieri, riorganizzare le emozioni e suturare certe ferite. E, cosa ancor più importante: la musica sa ascoltare.

Sembra un paradosso, ma non è così. Al contrario. Credo sia proprio questa la sua qualità più intima e più nascosta. La sua qualità migliore. Mentre lei va, dentro di noi la materia sconosciuta e affascinante che dà vita ai pensieri si mette al lavoro. A volte è proprio sotto la spinta della sua sublime maieutica che prendono vita le nostre intuizioni migliori. Di quanti tra gli amici che conosciamo possiamo dire le stesse cose?

Ma c’è ancora una cosa che rende la musica grande come nient’altro: la straordinaria e assolutamente unica capacità di annullare ogni distanza. La distanza fisica: i chilometri o i centimetri (non fa molta differenza) che separano lo scorrere delle nostre esistenze; la distanza culturale: la musica è l’unica lingua che tutti riescono a comprendere e che chiunque può parlare, anche senza conoscerne grammatica e sintassi; la distanza temporale, tra chi ha vissuto epoche diverse, ma anche chi - come noi - vive la stessa stagione da dietro lo specchio, talvolta deformante, di diverse generazioni.

E questo emozionante blog ne è una piccola, ma entusiasmante, conferma. Personalmente non ci conosciamo eppure ci diamo del tu e ci parliamo come se ci conoscessimo da sempre. E, probabilmente, è davvero così dato che - grazie alla musica - abbiamo condiviso più parole, pensieri, sensazioni ed emozioni di quanto non ci sia capitato di fare con molte tra le persone al fianco delle quali ci capita o ci è capitato di camminare. E, come accade per i sogni, nessuna esperienza è mai stata più reale.

La chiamano musica leggera. Forse non a torto. E’ leggera, è vero. Proprio come quel soffio vitale (psiche) che per gli antichi greci era l’anima. Non sarà, forse, proprio per questo soffio leggero che noi, oggi, ci sentiamo un’unica anima che abita tanti corpi? Amici, allora? Amici. Claudio Baglioni

musicalnews.it 18 Dic.

Claudio Baglioni al MandelaForum di Firenze: Domenica 17 Dicembre uno spettacolo popolarmente professionale.di Giancarlo Passarella

Ti aspetti una fredda compilation di grandi successi e ti trovi un sold out, un pubblico in delirio ma educatamente, uno staff di musicisti di gran spolvero e soprattutto uno spettacolo, con il tentativo quasi teatrale di raccontarsi.
Ti aspetti una fredda compilation di grandi successi e ti trovi un sold out, un pubblico in delirio ma educatamente, uno staff di musicisti di gran spolvero e soprattutto uno spettacolo, con il tentativo quasi teatrale di raccontarsi.

Gran fisico!

Il mio giudizio su Claudio Baglioni non ha secondi fini o doppi sensi sessuali, ma e' la mera convinzione di aver visto quasi tre ore filate di spettacolo, tenute con una voce sempre all'altezza della situazione ed una presenza scenica sul palco che denota una buona preparazione atletica. Claudio Baglioni non si e' risparmiato un secondo, arrivando quasi a ballare e sempre a tenere il tempo con tutte le parti del suo corpo: avevano ragione quei colleghi che hanno ammirato le prime tappe di questo Tutto qui tour ed hanno scritto di un artista rinato, gigionesco il giusto, compiaciuto dei suoi primi 40 anni di successi e con una gran voglia di raccontarla la sua storia. Ecco pertanto l'uso dei monitor, il far scorrere immagini vecchie e nuove e soprattutto il tentativo di sezionare la sua vita in cinque momenti (Ye-ye, atmosfera, folk, rock e songs), riproponendo il tutto sul palco o (come l'ha chiamato lui) il magazzino della sua vita, ricolmo di strumenti.
L'escamotage teatrale riesce a meta', ma non perche' Baglioni ed il palco non siano chiari in questi illustrazione, ma solo perche' la voglia di cantare le canzoni da parte del pubblico e' piu' forte di tutto: diciamo che l'adrenalina supera la comunicazione. Forse in questo senso si puo' tentare qualcosa per far capire che esiste un progetto ed una filosofia se il palco e' in questo modo, se le canzoni sono inanellate con una precisa cronologia e se i musicisti si spostano nei cinque settori con ritmi certosini: le soluzioni per rafforzare (e forse banalizzare) la comunicazione su questo aspetto sono davvero tanti e toccano il cartaceo, il telematico ed anche la componente cromatica del set, ma vanno enfatizzate.

Alle 20:00 le luci si abbassano lentamente e sulle decine di televisori che costellano il palco, Claudio Baglioni regala un suo particolare show: e' tutto impostato sulle sue interpretazioni di quelle canzoni degli anni'60 che hanno forgiato la sua passione, come dimostra il cd
Gli altri, tutti qui. E' sembrato un modo onesto per preparare il terreno allo show e non far crescere noia o peggio tensione nervosa: alla fine risultera' un motivo in piu' di rispetto dell'artista verso il suo pubblico.

Alle 21,11 di Domenica 17 Dicembre il MandelaForum urla la sua voglia di partecipare a questa seconda tappa fiorentina del tour di Claudio Baglioni: nel piu' totale buio, il cantante con un faro indica i vari strumenti e ne fa sentire il suono. E' il primo passo che fa capire l'importanza dello staff tecnico, abile nel mixare suoni ed immagini, in modo piu' esasperato che negli altri concerti di artisti melodici italiani. I cinque momenti della vita (e dello spettacolo) sono sempre enfatizzati da medley di canzoni famose ed ogni quadro e' introdotto da una amalgama di voci e suoni stile Pink Floyd. Veramente bello poi e' il fatto che Baglioni ringrazi subito i suoi musicisti e tutto lo staff ed il personale presente: un nome dopo l'altro, un tecnico dopo l'altro ed intuisci subito che qualcosa rendera' iper professionale la serata. L'ufficio stampa del promoter locale P.R.G. fornisce la scaletta dello show, rispettata alla fine al 99%: la sicurezza/security e' forte, ingentilita da hostess molto cortesi ed efficienti. Il palco poi non e' rialzato, ma al centro della pista e quindi ogni ordine di posti garantisce una buona visione dello spettacolo: non c'e' infatti peggiore cosa che sborsare decine di euro e trovarsi preso in giro, in posti e location non all'altezza della situazione.

Se analizziamo la scaletta, possiamo fermarci sulla divisione che accennavo prima (i cinque quadri della sua attivita'), con alcuni momenti topici, come l'inizio funky soft di Strada facendo, la partenza unplugged di Avrai , il giocare a fare il cowboy in W l'Inghilterra e la piena apoteosi raggiunta con Cuore d'aliante. La menzione d'onore va ai suoi musicisti, abili nel passare dal ruolo di chitarrista a quello di maneggiatori di percussioni, senza dimenticare i cori, le viole, le fisarmoniche, i tamburelli ed i violini che destreggiano con grande maestria. All'inizio dei bis li troviamo che occupano perpendicolarmente ogni diagonale del palco, passandosi l'assolo di chitarra che introduce Io sono qui: tutti notiamo che Baglioni ha finalmente avuto il tempo di cambiarsi la camicia, perche' dopo 2 ore e 20 minuti senza sosta, anche lui avra' pur sudato ..! Il cambio dalla camicia nera a quella bianca, consente anche la possibilita' di indossare il frac e lo show arriva alla conclusione con gli inchini ed i ringraziamenti.
Sul palco insieme a Claudio Baglioni c'erano sicuramente Paolo Gianolio (conduzione musicale. chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori), Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra,cori), ma anche altri comparenti, tutti degni di nota e menzione.
Il tour di Claudio Baglioni prosegue con le quattro date romane (mi dicono che qualche biglietto ancora si trova per ciascuna serata...) per poi proseguire a Febbraio, visto la forte richiesta: sicuramente non sono da perdere, sia se l'artista e' gia presente nelle vostre discografie, ma anche se volete tastare la maturita' che sicuramente ha conquistato. E sono solo i suoi primi 40 anni di vita artistica...

Questi i brani presentati in questo show fiorentino:
Tutti Qui, Strada facendo, Noi no, Avrai, Medley Ye-ye (Porta Portese, A modo mio, Signora Lia, W l'Inghilterra, Notti, Serenata in Sol), Mai piu' come te, Amori in corso, Poster, Medley Atmo (Con tutto l'amore che posso, Io dal mare, Le ragazze dell'Est, Quei due, Domani mai, Acqua dalla Luna); Quante Volte, Sono io, Buona fortuna, Medley Folk (Ragazza di campagna, I vecchi, Un po' di piu', Fotografie, Vivi, Le vie dei colori), Cuore d'aliante, Adesso la pubblicita', Notte di note, Medley Rock )Dagli il via, Un nuovi giorno o un giorno nuovo, Io me ne andrei, Quanto ti voglio, Bolero, Grand'uomo), Cinque minuti e poi, Via, Medley songs (Piccolo grande amore, Sabato pomeriggio, Amore bello, E tu, Solo, Tu come stai?).
Bis: Io sono qui, Mille giorni di te e di me, La vita e' adesso.

l Tempo 16 Dic.
Sarà in concerto nella Capitale dal 19 al 22
Baglioni: dichiarazione d’amore per Roma


«SUONARE a Roma, dove questa incredibile avventura ha avuto inizio, con un tour che si chiama "Tutti qui", significa non solo riscoprire intatte le emozioni indescrivibili della "prima volta", ma ritrovare quegli angoli, luci, voci ed espressioni che, più di tutti gli altri, hanno dato un senso a questo viaggiare senza sosta e reso indimenticabili questi quaranta anni di musica». Reduce dal trionfale trittico live a Milano, Claudio Baglioni esprime tutto il suo amore per Roma e per i romani. Una passione indissolubile che in questa vigilia di Natale si rinnova con quattro concerti al Palalottomatica vicini al tutto esaurito, da martedì 19 a venerdì 22 (sono in vendita gli ultimi biglietti), grazie ai quali Claudio può riabbracciare proprio quegli «angoli, luci, voci ed espressioni senza le quali le note e le parole cucite insieme lungo la strada non avrebbero avuto per me né lo stesso sapore, né lo stesso valore. Raccoglierle tutte qui e offrirle a questa città è un po' come cercare di ripianare un debito che non potrà mai essere saldato fino in fondo». Cinquanta canzoni, alcune delle quali ritrovano il fascino della versione originale, in quasi tre ore di musica: in concerto Baglioni ripercorre le tappe fondamentali del suo percorso artistico riassunte nelle due antologie «Tutti qui» e «Gli altri. Tutti qui», due cofanetti tripli che hanno scalato contemporaneamente la classifica. A fine ottobre Claudio ha pubblicato anche il doppio album di cover «Quelli degli altri tutti qui», nel quale rende omaggio a trenta capisaldi della canzone italiana degli anni ’60. «Vorrei realizzare un evento live dedicato esclusivamente a questi capolavori, che sono lo specchio di un'Italia semplice e povera, meno cinica e furba, ma più aperta al sogno e alla speranza», promette Claudio e infatti l'unica cover in questo tour è «Cinque minuti e poi» di Maurizio Arceri, interpretata prima dell'ultimo medley con le superhit «Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «E tu come stai» e «Solo». Il concerto è caratterizzato da cinque medley ispirati ai quattro elementi aria, acqua, terra e fuoco, ognuno con un'anima sonora diversa: le chitarre jè jè di «Porta Portese» e «Signora Lia»; il folk di «Ragazza di Campagna» (che a Milano Claudio ha cantato seduto in braccio a una signorina della prima fila), «I vecchi» e «Fotografie»; il rock di «Io me ne andrei» e «Bolero». A governare tutti gli elementi, il quinto è l'amore. Il palco al centro del palasport è stato disegnato dallo stesso cantautore-architetto, che accenna anche qualche passo di danza. Fra i nuovi arrangiamenti segnaliamo il quartetto d'archi in «Avrai» e i quattro sax di «Adesso la pubblicità»; mentre «Via» ha un assolo di tastiere nel mezzo, poi trombe e tromboni ci accompagnano fino all'incalzante finale affidato alle percussioni. È molto suggestiva l'introduzione di «Io sono qui»: undici chitarristi eseguono l'intera scala di accordi fino a quello iniziale del brano suonato da Baglioni, che subito dopo si ripresenta in scena con un elegante frac per l'apoteosi finale sulle note di «Mille giorni di te e di me» e «La vita è adesso». E domani? Andrà al Festival di Sanremo? «Solo se avrò un progetto particolarmente interessante. E comunque nessuno mi ha ancora invitato».

La provincia di Lecco 13 Dic.
 I fan dell'artista crescono, molti giovanissimi, al punto da "costringere" la star a organizzare tre serate ad Assago Baglioni torna, col nuovo doppio per tre sere al Forum
Claudio Baglioni
 Aveva fatto la trasmissione Anima Mia con Fabio Fazio mostrando doti di interprete nel cantare le canzoni anni '70 di altri colleghi, scoprendo man mano una versatilità che oggi viene rivolta al repertorio degli anni '60. Baglioni sarà al Forum per tre date, tante ce ne sono volute per soddisfare le richieste di un pubblico che non cessa di amarlo. Un pubblico che con il passare degli anni si rinnova e include anche nuove generazioni. Le canzoni che presenterà al Forum sono incluse nel doppio Quelli degli altri tutti qui, come dire i successi di tutti ripresi e riproposti con quello stile originale, quelle inflessioni romantiche che solo la sua voce sanno regalare. Prendiamo per esempio una canzone come Le strade di notte, un assoluto capolavoro firmato da Giorgio Gaber, così intensa e romantica che non poteva passare inosservata al cantautore romano. Molto gusto nella scelta delle canzoni, non sempre quelle entrate nella memoria collettiva, ma anche piccole chicche quasi dimenticate, come Il mio mondo di Umberto Bindi e Una miniera dei New Trolls. Oltre a loro una carrellata di pezzi da novanta, Lucio Battisti (Emozioni) e De André (Amore che vieni amore che vai e La canzone dell'amore perduto). Molta attenzione per Umberto Bindi che si aggiudica il bis con Il nostro concerto, versione moderna e versione sinfonica. Anche Luigi Tenco è tra gli autori preferiti con Lontano lontano e Vedrai vedrai, certamente una delle più intense canzoni di tutti i tempi. Divertimento puro con Vengo anch'io no tu no di Jannacci, ma sono le canzoni melodiche che Baglioni meglio sa esprimere. Giganti della canzone come Sergio Endrigo (Canzone per te), Domenico Modugno (Nel blù dipinto di blù) e Gino Paoli (Che cosa c'è). Un Baglioni che si lancia a ruota libera per rendere omaggio alla grande musica: «Intuizione tra le più grandi dell'uomo, più grande ancora della parola, perché alla parola mette le ali e la rende libera di superare qualsiasi ostacolo… L'unica lingua per parlare a tutti…». Questo il commento dell'artista che nella parte finale del concerto non potrà sottrarsi alle richieste del pubblico che vorrà ascoltare anche i suoi successi, cominciando da Strada facendo. Giordano Casiraghi Claudio BaglioniAssago, Forum, oggi, domani e giovedì alle 21, biglietti 28-50 euro

Il Giorno 11 Dic.
BAGLIONI al Datchforum e tornano ancora «Tutti qui» - di Luca Testoni -
Tre serate, da oggi a giovedì al DatchForum di Assago, per riabbracciare il pubblico milanese. Tre serate scandite ogni volta da tre ore e passa di grande musica dal vivo. Nessuna sorpresa: d'altronde, Claudio Baglioni ultima maniera è ormai solito concedersi senza riserve ai proprio fan che, in alcuni casi, ne seguono gesta e canzoni da circa 40 anni. Ricordano gli annali, infatti, che già nel '67, deciso più che mai ad intraprendere la carriera di cantante, un giovanissimo e occhialuto Claudio, classe 1951, si esibiva in uno spettacolo di varietà al cinema-teatro Espero di Roma, famoso anche per gli spogliarelli, cantando una versione alla Ray Charles di Yesterday della premiata ditta Lennon e McCartney, e partecipava senza molta fortuna al «Festival degli sconosciuti» di Ariccia. I produttori discografici dell'epoca - usando un eufemismo - dimostravano di non apprezzare poi tanto i suoi provini, ma lui, cocciuto, non si scoraggiò, fino ad ottenere il primo contratto con la Rca nel '70. Nella sua lunga vita artistica, Baglioni ha inanellato hit a ripetizione, tournée da record e apparizioni televisive molto fortunate (le più celebri sono quelle in compagnia di Fabio Fazio, con il quale ha condotto sul finire degli Anni 90 «Anima mia»), nonché riconoscimenti a iosa. Dal misconosciuto «Premio della critica» al Festival Internazionale di Sopot, in Polonia (il primo Paese fuori dai confini nazionali che ne apprezzò la vena romantica e intimista) al trionfo nel 1974 al Festivalbar con il superclassico «E tu. ..», passando per la proclamazione della giuria di «Fantastico» del 1985 che elesse «Questo piccolo grande amore» come la più bella canzone d'amore italiana del secolo.
Il nuovo tour è basato sulle ultime due super-premiate raccolte: il triplo album «Tutti qui», celebrazione di una carriera che non sembra conoscere battute d'arresto, e «Quelli degli altri. Tutti qui», il doppio cd con il quale ha reso omaggio ad autori e interpreti del passato rivisitando 30 capolavori italiani degli anni Sessanta. Dalla rivoluzionaria «Nel blu dipinto di blu» di Modugno fino all'indimenticabile «Emozioni» di Battisti. «Gli anni Sessanta costituiscono la decade più importante per la canzone italiana. Brani corti, immediati, dotati di una carica straordinaria e di una forza espressiva senza confronto. Nessuno è riuscito a raggiungere vette così alte», ha spiegato l'inossidabile cantautore romano. «Questi brani rappresentano l'ultima vera “canzone italiana” riconoscibile, prima dell'avvento del pop internazionale e della successiva omologazione a canoni di matrice anglosassone». Una curiosità: sul palco insieme a Baglioni ci sarà una superband della quale fa parte anche l'ex bassista dei Simple Minds John Giblin.

Festivalbar 12 Dic.
Claudio Baglioni: L'intervista
Arriva stasera a Milano dopo una decina di date è già uno dei tour più seguiti di questo finale d'anno. Da stasera sino a giovedì, Claudio Baglioni sarà così protagonista al Datchforum di Assago di tre serate imperdibili, sull'onda della nostalgia con uno spettacolo che, vicino alle tre ore di musica, riproporrà soprattutto i suoi brani più famosi dal passato: da Io me ne andrei a E tu, da Questo piccolo grande amore a E tu come stai.

Abbiamo scambiato quattro chiacchere con lui, per farci spiegare meglio cosa accadrà sul palco.

Come sarà il concerto?
“A cominciare dalla scaletta, ogni cosa seguirà un ordine preciso, quasi a evocare l’idea di un viaggio a ritroso nel tempo. Alcune delle canzoni dal passato, per esempio, saranno riprese e suonate in forma di medley, cioè una legata all’altra come se si trattasse di un brano solo. Ogni medley, poi, verrà inserito in un momento preciso del concerto, per dare ancora più emozioni e suggestioni al pubblico”.

Userà particolari effetti scenici?
“No, anzi, questa volta ho deciso che parlerò poco, per lasciare più spazio alla musica. L’unico sfizio riguarda il palco, che è stato allestito come se fosse un magazzino: inteso come deposito di memorie, di ricordi legati alla mia carriera”.

Che saranno ovviamente tanti...
“Già, anche se forse il momento che ricordo con più piacere è forse quello legato all’uscita di Questo piccolo grande amore, nel '72. Arrivavo dall’insuccesso del mio primo album, uscito un paio d’anni prima. Non ero ancora nessuno, ma per un momento mi convinsi che era già il caso di smettere. Invece, con Questo piccolo grande amore arrivò anche un successo strepitoso”.

Quanto è stato difficile per lei, nato e cresciuto in periferia a Roma, trovare la strada giusta per diventare uno dei cantautori più amati in Italia?
“A volte penso che in realtà sia stata una fortuna crescere in un quartiere come Centocelle: essere fuori dal giro, crea più stimoli rispetto a chi c’è già dentro. Ricordo che da ragazzino, per farmi notare, spesso prendevo la chitarra e mi mettevo a cantare a squarciagola dal balcone di casa. Un giorno, mi intrufolai addirittura in chiesa durante una funzione solo perché mi andava di suonare l’organo. Solo che, senza saperlo, ero capitato nel bel mezzo di un funerale. Così, quando mi beccarono, fui obbligato a suonare per i parenti. Non sapendo cosa fare, scelsi With a little help from my friends dei Beatles”.

Potesse scegliere, rifarebbe le stesse cose da capo?
“Certo, anche se forse cambierei il periodo della mia carriera legato ai primi anni Novanta. Ero davvero troppo statico. Mentre oggi, facendo e proponendo in continuazione, a 55 anni, paradossalmente, mi sento anche più giovane”.
Da stasera a giovedì 14, Datchforum, ore 21, ingresso a 28/40/51 euro.

Il Gazzettino 6 Dic.
SABATO E DOMENICA A VILLORBA
Baglioni, un lungo film sonoro alla ricerca del Quinto Elemento

«Questo è l'ultimo tour nei palasport - dice Claudio Baglioni - poi mi inventerò una mia struttura mobile con cui girare in maniera da non avere più problemi di acustica, di rimbombi, di risonanze». La polemica fra Baglioni e lo stato degli "spazi per la musica" in Italia è arrivata all'ultimo stadio, anzi all'ultimo... palasport. In quello di Verona, che il cantautore romano ha riempito per due sere, i problemi sono stati non indifferenti data la collocazione centrale del palco, anche se più per i musicisti che per il pubblico che ha comunque potuto godere di un ottimo spettacolo, e ora attendono la prova il Palaverde di Villorba (sabato e domenica), mentre già si prennuncia un passaggio verso primavera al San Lazzaro di Padova.

Intanto Baglioni riporta in giro il proprio repertorio. Un concerto antologico, come d'obbligo vista l'uscita di due antologie triple, finite entrambe in classifica prima dell'arrivo del terzo volume di cover. Ma Claudio è un mago nel ripresentare le sue cose ogni volta in maniera diversa generando nuove idee di spettacolo e di temi conduttori. "Tutti qui" potrebbe essere chiamato lo show "degli elementi". Il palco disseminato di strumenti di varie epoche e famiglie è di fatto diviso in quattro spicchi distinti, con uno spazio centrale in cui Baglioni può dominare la situazione e accentrare l'attenzione girandosi continuamente verso settori diversi delle tribune, regalando così a tutti il proprio "quarto di cantante". Dispersi in maniera apparentemente casuale tra strumenti e flight-case colorati di rosso giallo e blu sono decine di televisori a cui è demandato il compito di offrire a tutti in qualunque posizione prima le immagini del concerto di presentazione del disco di cover, ora diventato un dvd, poi quelle a commento dello show. Baglioni ha riunito una trentina delle sue canzoni più famose in cinque medley omogenei per stile e tematica. Si parte dal cosiddetto "medley jèjè", scanzonato e schitarrante, dedicato all'Aria, che va da "Porta Portese" a "Signora Lia" e "Serenata in sol", a quello "d'atmosfera", piuttosto "acqueo" che va da "Con tutto l'amore che posso" a "Acqua dalla luna" per approdare al "terreno" di canzoni dalle atmosfere folk come "Ragazza di campagna", "I vecchi", "Fotografie", "Le vie dei colori", per ritrovarsi nel Fuoco passionale del rock da "Dagli il via" a "Bolero" a "Grand'uomo", il tutto immerso in sezioni di tre o quattro canzoni intere per volta, che disegnano un film nel film attraverso i tempi. È un gran gioco, piacevole, con i musicisti che cambiano sezione dopo sezione posizione e stile, ritrovando violini, fiati, vibrafoni, fisarmoniche, oltre al set consueto, e dimenticando gli eccessi computerizzati del passato per una versione meno da "elettrotecnico" e più da "artigiano" della musica. Dopo aver recuperato in questa occasione una vecchia cover come "Cinque minuti e poi" di Maurizio Arcieri, Baglioni aggiunge ai quattro elementi naturali un medley sul "Quinto elemento" che per qualcuno è l'amore, per lui è l'uomo, ma in fondo le due cose si equivalgono: "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabate pomeriggio", "Solo", "E tu come stai" regalano ai vecchi fan romantici quello che si aspettano, mentre pochi si aspettano di ascoltare un'inedita introduzione a "Io sono qui" con undici chitarristi in cerchio che riproducono l'intera scala di accordi che porta all'accordo di partenza della canzone suonato da Claudio al centro. Un'ultima invenzione, mentre alla fine è ancora Claudio in frac a celebrare con l'intera folla in coro l'inno alla "vita adesso".Giò Alajmo

Da “Il Gazzettino” 4 Dic (grazie a Orietta)
Arriva a Nordest il tour “Tutti qui” di Claudio Baglioni. Il cantautore romano sarà stasera e domani al palasport di Verona e il 9 e 10 al Palaverde di Villorba (Treviso) con quello che è un vero e proprio show antologico, al seguito delle due uscite discografiche “Tutti qui”, che in tre più tre cd ne ha raccolto i passi fondamentali della carriera e che è stato seguito dal doppio cd di cover anni Sessanta e ora dal dvd in bianco e nero che li ripropone dal vivo con l’orchestra.

«C’è una bella atmosfera in questi concerti - dice Baglioni - ora che abbiamo trovato la giusta calibratura. Il tutto dura un po’ meno di tre ore e io le canto senza tempi morti nè interruzioni, tutto di fila. Ventun canzoni una dietro l’altra e una trentina di citazioni da altri brani, legate a medley. Per me è un po’ come tornare ragazzino e andare a rovistare nel magazzino dove ho lasciato i vecchi strumenti, recuperando i ricordi».

Tre cd più tre cd più due cd più un doppio dvd in poco tempo. Non è dissanguare i fan?
«Sono scelte dovute alla discografia. Un po’ mi sento in colpa, ma per i discografici è tempo di raccolta in un momento di forte crisi. Credo che solo la mia casa discografica abbia prodotto 20/235 antologie. Forse è anche una crisi di idee nuove e di coraggio».

Eppure il mondo degli indipendente dimostra che nella musica c’è molta vitalità. Sembra quasi che la vera nicchia sia quella della discografia ufficiale e delle radio e tv...
«Sì, le radio poi sono omologate, trasmettono lo stesso palinsesto, si somigliano e offrono poco spazio alle nuove leve. La tv è sempre più un karaoke. Non c’è grande scelta per il pubblico più attento, a parte il web e certi canali tematici. Si dovrebbe invertire la tendenza, scrollandosi di dosso la nostalgia del passato».

Curioso per uno che ha appena fatto uscire un album di cover!
«Ma per me è un disco inedito. Almeno posso dire di essere stato tra i pochi a far uscire un disco inedito. Dopo il successo delle due antologie “Tutte qui” temevo che me ne chiedessero una terza e allora una sera mi sono trovato con i musicisti e ho cominciato a mettere giù questo che per me è un viaggio personale nel mio passato, con palesi riferimenti a quello che poi è diventato il mio repertorio».

In concerto proponi qualcuna delle cover?
«No, Anche se può capitare in qualche data che mi metta a suonare “Cinque minuti e poi” o “Lontano lontano”. Ma capita di rado. Ho preferito tenere distinte le due cose perché c’è il rischio che le cover sembrino come pesci fuor d’acqua. E poi tutti quei brani sono arrangiati e orchestrati per una grande ensemble. Piuttosto, una volta finito questo tour, che si chiude a dicembre ma riprenderà nel 2007 e andrà avanti fino a primavera, mi piacerebbe inventarmi quattro o cinque eventi dedicati alle cover, con una grande orchestra, magari cambiandola ogni volta. Sarebbe bello farlo all’Arena di Verona, se me la danno...».

Andrai a Sanremo?
«Ho letto il mio nome fra gli ospiti sicuri, ma in realtà nessuno mi ha chiesto niente. Con Baudo sono in ottimi rapporti. Fu lui che mi portò al festival l’unica volta che ci misi piede, per ricevere il premio “canzone del secolo”. Ma in quel periodo sono in tour, potrebbe esserci comunque una incompatibilità di date. Vediamo».
Dovrebbe esserci anche la Pausini, che ha fatto anche lei un bel disco di cover.
«Sì, ha fatto anche una mia canzone, e io mi ero offerto di farle da corista. Lei non mi ha preso sul serio ma io ero serissimo. L’anno prossimo verrà a “O Scià”, che probabilmente porteremo anche fuori da Lampedusa, in altre isole dove sbarcano profughi, come Malta e le Canarie, e magari in Libia».

La scrittura del nuovo disco come va?
«Dormo con un quaderno da musica e una matita vicino al letto. Ogni tanto mi sveglio, prendo la chitarra muta e scrivo. Le musiche sono a buon punto, i testi sono tutto un altro affare, ma sto imparando a essere rapido». Giò Alajmo

Giovedì 30 Novembre 2006
«Tutti qui», c’è Baglioni
Lunedì e martedì sera alle 21 al Palasport Doppio concerto
Oltre trent’anni di canzoni e «riletture» in due show da non perdere di Giuseppe Mazzei

Cala il bis e porta i fan «Tutti qui». Il suo è «Un piccolo grande amore» per la musica. Il Commendatore (nominato dall’ex Presidente della Repubblica Ciampi nel 2003), l’architetto (si è laureato a Roma nel 2004), il cantore dei sentimenti (da quasi 40 anni), l’ideatore-paladino del festival «O’ Scià» (kermesse canora a Lampedusa, nata come forma di sensibilizzazione sul problema dell’immigrazione clandestina), il «Richard Gere nostrano» (come pensano le fan più sfegatate) arriverà in città, al Palasport, lunedì e martedì prossimi alle 21 con il nuovo tour «Tutto qui 2006-2007».
Stiamo parlando, se non l’avete ancora capito, di Claudio Baglioni, il cantautore più romantico della storia del pop all’italiana. Il doppio concerto sarà un vero e proprio evento. L’artista romano, infatti, canterà live tutta la sua storia e la sua musica: quarant’anni di emozioni vissute sui palchi di tutta Italia e in tv, in spettacoli di culto («Anima mia») e di notevole spessore artistico. Le due serate al Palasport veronese si preannunciano come la celebrazione di un’intera carriera, con una selezione mozzafiato tratta dalle due super-premiate (sei dischi di platino) raccolte «Tutti qui» e «Gli altri, tutti qui», gli unici due cd della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti.
Doppi i cd e doppia sarà anche l’anima musicale della serata: moderna nella prima parte, sinfonica nella seconda, dove la grande orchestra rappresenta la cifra espressiva dominante dell'esibizione di Claudio. Tre saranno le ore del concerto, con il meglio del meglio dei suoi strabilianti quarant’anni di carriera, con alcune versioni originali di brani storici che daranno vita a uno show irripetibile: per la prima volta, infatti, dopo tanti anni, alcuni dei brani più conosciuti e cantati dal grande pubblico rivranno nel fascino indescrivibile degli arrangiamenti e dell’esecuzione originali. Non macheranno i classici di sempre da «Porta Portese» a «A modo mio», da «Signora Lia» all’immancabile «Poster», da «I vecchi» a «Un nuovo giorno o un giorno nuovo», da «Io me ne andrei» alla rockeggiante «Dagli il via» e a «La vita è adesso».
In scaletta potrebbe finire qualche brano di «Quellideglialtri tutti qui», la nuova raccolta di interpretazioni storiche, il progetto discografico più attuale: un album in cui Baglioni reinterpreta 30 capolavori immortali, in «un viaggio nella memoria tra brani giganti di autori e interpreti giganti», come lui stesso li ha definiti.
«Quellideglialtri tutti qui» lo vede impegnato con alcune delle canzoni che hanno scritto la storia della grande musica italiana, da Modugno a Battisti, una serie di capolavori memorabili come «Se non avessi più te» (Bacalov, ’66), «Il nostro concerto» (Bindi, ’60), in doppia versione: modera e classica, «La canzone dell’amore perduto» (De Andrè, ’65), «Io che non vivo» (Donaggio, ’65), «Io che amo solo te» (Endrigo, ’62), «Non arrossire» (Gaber, ’61), «Vengo anch’io, no, tu no» (Jannacci, ’68), «Se telefonando» (Morricone, Costanzo, ’66), «Senza fine» (Paoli, ’61) e «Vedrai vedrai» (Tenco, ’65).
«È un viaggio nel cassetto della mia memoria e della musica che mi ha portato alla musica - ha detto Baglioni, parlando di questo doppio cd. «Intono le canzoni che ascoltavo e amavo prima di cominciare a fare musica. A dire la verità ho iniziato a scrivere canzoni solo quando non sono stato più invidioso di questi autori del calibro di Fabrizio De Andrè, Sergio Endrigo e Giorgio Gaber».
Sul palcoscenico del Palasport, lunedì e martedì, Baglioni sarà accompagnato da Paolo Gianolio (conduzione musicale, chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra, cori).
I biglietti del doppio concerto sono disponibili in prevendita al Box Office, circuiti Ticket One e Get Ticket, Fnac, sportelli Unicredit e prevendite abituali. Informazioni sulla tournèe di Baglioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’artista www.patapan.it oppure su www.friendsandpartners.net. Info line: 02/4805731; per i concerti al Palasport scaligero: Eventi tel. 045 8039156 oppure eventiverona.it

 Il Mattino 20 Nov.
Baglioni a Eboli notte di note al Palasele

Anche stasera arriverà sul palco, fingerà di aprire una saracinesca e di accendere l'interruttore della luce, poi tre ore della sua musica. Palco al centro e tutto esaurito sugli spalti al Palasele. Stasera fa tappa a Eboli il tour «Tutti qui» di Claudio Baglioni. È una stagione di successi per Baglioni, in classifica con due album e un tour fitto di date. È un fenomeno in un momento difficile per la musica «Mi fa un effetto davvero straordinario. L'affetto e l'attenzione di tutta questa gente è qualcosa che tocca dentro e scende in profondità. Non mi ci abituerò mai». Lui da quaranta anni non conosce crisi: «Grazie alle idee e al lavoro. Tanto lavoro. Si dice che il genio sia dieci per cento ispirazione e novanta per cento "traspirazione".Credo che la stessa cosa valga anche per questo strano mestiere della musica». Poi descrive lo spettacolo di stasera: «C'è la memoria ma c'è anche l'oggi, come punto di contatto tra la storia che è stata e quella che sarà, e c'è il domani che, in
parte è il prodotto delle mille combinazioni di passato e presente». Sarà una sera con la sfida del palco al centro. «È una meravigliosa follia. Ogni volta che ci salgo mi chiedo chi me l'ha fatto fare, ma è l'unica opzione possibile per un'esperienza totale, che circonda e avvolge completamente». Ci sono vantaggi per chi guarda. Si vede e si sente meglio. Distanze palco-pubblico dimezzate e l'impianto distribuisce il suono in maniera più uniforme». Poi il rammarico per la scaletta: «Più il tempo passa, più il repertorio cresce, più sei costretto a lasciare in panchina qualche canzone, che è un po' come dire che sei costretto a rinunciare a qualcosa di te...».
 

Il Secolo XIX 20Nov.
Con Baglioniamore on air

CLAUDIO BAGLIONI scalda i cuori e sveglia i ricordi. Da almeno tre decenni è il menestrello dell'amore, la colonna sonora di tante liason, alcune finite bene altre male. Resta il fatto, inconfutabile, che ogni volta che le nostre orecchie percepiscono una sua melodia, lo scrigno dei ricordi si apre e i pensieri danzano in tondo, come le ballerine dei carillon. Per due serate sarà protagonista indiscusso al Mazda Palace: in origine la serata era una, poi le tante richieste hanno "costretto" gli organizzatori a richiedere un bis. Quindi Baglioni on stage lunedì 27 e martedì 28 novembre. Così si moltiplicano anche per il lettori del Secolo XIX e per gli ascoltatori di Radio19 le opportunità di coronare un sogno: vincere dei biglietti per il concerto. Ognuno deve inventarsi rabdomante nella sua mente e individuare una fase sentimentale collegata a una canzone di Baglioni. Non importa quale, importa che ci sia il collegamento. Per partecipare è sufficiente inviare una mail a segreteria@radio19.it. Le storie che meglio sapranno recuperare le sensazioni di un tempo verranno selezionate e gli autori saranno invitati a raccontarle e commentarle in diretta su Radio19. Per ognuna delle voci occasionalmente on air, due biglietti. Fra tutte le storie inviate, una sarà la vincitrice assoluta e riceverà un riconoscimento speciale: non due ticket, bensì due pass per accedere al backstage e assistere al soundcheck del pomeriggio. Quest'ultima è una situazione molto ambita in quanto la prova del suono è come avere l'artista che suona nel cortile del condominio: pochi privilegiati e un clima cordiale. Infine la penna più sentimentale, oltre ai privilegi garantiti dai pass, potrà rileggere il suo scritto pubblicato sul Secolo XIX.
Le allettanti proposte, ma soprattutto il desiderio di sfogliare a ritroso l'album della propria vita, ha già smascherato molti scrittori. Sono numerose le mail pervenute alla segreteria di Radio19 e le storie che custodiscono hanno già strappato sorrisi e lacrime. E' sempre emozionante incontrare amori che hanno superato avversità, incomprensioni e, talvolta, boicottaggi. Per informazioni sulle modalità di invio dei racconti è possibile contattare la segreteria di Radio19 dal lunedì al venerdì tra le 9 e le 18 al numero 010/546519.
E ora alcune anticipazioni sul tour "Tutto qui" di Claudio Baglioni. Nessun brano tratto dal recente doppio cd di cover intitolato "Quelli degli altri"è in scaletta. Ne consegue che ascolteremo solo pezzi suoi, con particolare riguardo a quelli storici. Poco viene concesso alle scenografie, per evitare che rubino la scena ai tre veri protagonisti del concerto: Baglioni, le canzoni e il pubblico. In breve tempo, proprio per la scelta delle canzoni, il concerto si tramuta in un happening, con la folla cantante e danzante. Per accontentare tutti il più possibile c'è un frequente ricorso al medley. C'è quello "ye-ye" col ritmo ballad di "Porta Portese", "Signora Lia" e "Viva l'Inghilterra". Tra gli altri incroci ci sono "Io dal mare"-"Le ragazze dell'Est"-"Acqua dalla luna". Quindi si scivola sul folk con "Ragazza di campagna"-"I vecchi"-"Vivi" e ci si agita col rock anomalo di ""Dagli il via"-"Io me ne andrei"-"Bolero". L'apoteosi è col "medley songs" che è la summa del pensiero baglioniano: "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio", "Solo" e "Tu come stai". Ovviamente non si escludono variazioni: Baglioni è un artista inquieto.
Informazioni sul doppio appuntamento genovese sul sito www.grandieventi.it. Prevendite abituali. Prevendite on line su www.happyticket.it e www.ticketone.it.Fabrizio Basso

Il Tirreno 9 Nov

Io, Baglioni e una canzone
Una canzone che ha segnato un amore, una canzone che ha firmato un’amicizia, una che ha accompagnato un momento magico della vostra vita. C’è una canzone, o più canzoni, che hanno quasi sempre questo significato nella nostra esistenza. E tanto più ce l’hanno le canzoni di Claudio Baglioni, poeta del cuore. E allora in vista del doppio concerto del 24 e 25 novembre a Livorno, al PalaAlgida,
Il Tirreno vi offre una straordinaria opportunità: quella di raccontare il vostro legame con Baglioni, di narrare le emozioni della canzone che più è nel vostro cuore. E non sarà solo un’occasione di aprire il vostro animo ma di vincere l’ingresso gratuito al concerto. Sarà proprio Baglioni a leggere questo blog, a scorrere i vostri commenti e scegliere i sei più belli, più emozionanti, più significativi: per gli autori ci sarà dunque l’occasione di andare al Palalgida e seguire un concerto che si annuncia spettacolare del loro cantante preferito.

Nei prossimi giorni vi daremo tutti i dettagli dell’iniziativa, sperando di aumentare il numero dei vincitori. Intanto potete continuare a raccontare le vostre emozioni

Il Giornale di Sicilia ( da Patapan.it)
TUTTI QUI A PALERMO di Claudio Baglioni

Emoziona ritrovarsi “Tutti qui”, sulla prua della nave più grande e antica tra quelle che solcano le acque del mare nostrum. Perché questo è il cuore del Mediterraneo. E il Mediterraneo è il cuore del mondo. Tendo l’orecchio. Lo ascolto pulsare. E mi lascio rapire dalla malia del suo battito. La Sicilia è terra di emozioni così forti, che le canzoni faticano a sostenere il confronto e sono costrette a dare più che il meglio di sé. E l’emozione cresce ancora di più, se penso al fatto che le date di Palermo sono triplicate (9,10 e 11) e quelle di Acireale, raddoppiate (13 e 14). Passeggio sul palco di “Tutti qui”, come sulla tolda di quella nave. Controllo, ancora una volta, che nel “magazzino” della memoria tutto sia in ordine. E’ lui, infatti, che mi accompagna in questo tour. C’è tutto. Quello che sono stato. Quello che sono. Quello che sarò. Le canzoni che, più di tutte le altre, hanno segnato questi quasi quarant’anni di musica. Le parole e le note che, spero, abbiano saputo accompagnare il vostro viaggiare, magari rendendo la strada più dolce e leggera. E “Tutti qui” sono i sogni, i segreti, le storie; i pensieri, le parole, gli sguardi raccolti lungo la strada. Li affido a voi, così come salgono alla memoria, assecondando le provocazioni che si annidano tra strumenti e spartiti e le suggestioni che le foto e le immagini - che sottolineano alcuni tra i passaggi più intensi del concerto - sanno evocare e suscitare. Le canzoni, è vero, non possono cambiare la vita. Ma hanno un potere altrettanto forte: possono cambiare noi. Il nostro modo di guardarla, di affrontarla, di immaginarla, di costruirla. E, soprattutto, possono migliorare il nostro modo di abitarla e dare nuovo significato al nostro essere tutti qui. E, mentre scrivo queste parole, penso al sapore, del tutto particolare, che assumono qui in Sicilia. Penso al destino fragile di una piccola “lancia” che naviga, da sempre, di fianco a questa grande nave. E, ancora più di lei, soffre il mare. Lampedusa: minuscola e magnifica. Al suo disperato bisogno di trovare, finalmente, “tutti qui”, al suo fianco, istituzioni, forze politiche, media, opinione pubblica. Vicini a chi c’è, ma anche a chi arriva, per tutelare, garantire e affermare i diritti fondamentali di entrambi. Perché ogni volta che il diritto alla dignità e alla vita di uno solo è offeso e negato, è offeso e negato il diritto di tutti. In questa Sicilia, figlia e madre di grandi civiltà - che dà lezione di umanità a tutta Europa - ritrovarsi tutti qui significa, allora, anche non dimenticare il senso di un’esperienza come quella di “O-scià” e richiamare all’attenzione e alla responsabilità le coscienze, perché ognuno faccia, fino in fondo, la propria parte. Anche per questo spero che le note, le parole e le emozioni che ci scambieremo nelle notti di Palermo e Acireale ci aiutino a vedere più chiaro fuori e dentro di noi, sappiano regalarci gioia, emozione, leggerezza e svago, ma anche un supplemento di anima e di umanità, e riescano a dare senso nuovo all’idea di ritrovarci, ancora una volta, “Tutti qui”.Claudio Baglioni

La gazzetta del Mezzogiorno 6 Nov.
Oggi e domani concerti ad Andria

Baglioni ci scrive io e voi «tutti qui» di CLAUDIO BAGLIONI
Lo confesso: ritrovarsi «Tutti qui» ad Andria ha un sapore particolare. Non tanto perché mi trovo all'inizio di un nuovo viaggio, quanto perché ciò che mi lega a questa città ha una filigrana particolare. La musica certo. Il filo rosso, impalpabile eppure indelebile, delle canzoni. Ma anche il segno, forse meno pubblico ma non per questo meno vero, dell'amicizia che in questi anni abbiamo costruito. Se, come diceva Vinicius de Moraes, la vita è l'arte dell'incontro, Andria è piena di vita. La sua storia, la sua geografia e il suo stesso nome, in cui - quale che sia la corretta etimologia - a me piace leggere la radice della parola «uomo», parlano di un luogo votato ai grandi incontri. Una terra nella quale le grandi civiltà sembrano essersi date appuntamento, per lasciar cadere i semi importanti di cui sono portatrici. E non poco di quello che abbiamo sotto gli occhi e dentro al cuore quando veniamo qui, è frutto di quei semi. I concerti di oggi e domani, come quelli che ci sono stati e quelli che ci saranno, passeranno. Lentamente l'eco di note e parole abbandonerà il Pala Andria. Ma nel setaccio della coscienza resterà qualcosa di più dei frammenti di emozione che avremo condiviso: il senso prezioso di un nuovo passo in questo comune viaggiare. «Tutti qui», infatti, è un viaggio. Viaggio nella memoria, certo. I brani importanti che hanno segnato questi miei quarant'anni di musica e, in qualche modo, spero, punteggiato i vostri, sono davvero tutti qui. E vorrei che, ancora una volta, portassero in dono qualche istante di leggerezza, qualche emozione non di superficie e, perché no?, qualche occasione di riflessione. Ma è anche viaggio nel presente. Perché non c'è presente senza memoria e la musica, che si fa ascoltare, ma sa anche ascoltare, è, allo stesso tempo, custode e madre di memorie. Ma «Tutti qui» - ed è, forse, questo il valore più grande - è anche un piccolo viaggio nel futuro. Non solo perché il futuro affonda le radici in tutto ciò che ci lasciamo alle spalle, ma soprattutto perché, a poche ore dal concerto, la posa della prima pietra del nuovo oratorio Sant'Annibale Maria di Francia ci dice che sul futuro di Andria si apre una finestra importante. Pensando ad uno spazio di svago e gioco per i più giovani, riflettevo su quanto accomuni gioco e musica. In molte lingue, suonare e giocare sono, addirittura, sinonimi. «To play» in inglese; «jouer», in francese, ad esempio. Un'identità bellissima, che dice molto, sia sulla natura autentica della musica, che sul valore alto che può avere il gioco. Così come sul fatto che entrambi possono essere vela, vento e timone per l'anima. Non so se davvero la musica abbia contribuito a questo primo passo nella realizzazione del sogno di Don Riccardo, ma è certo che farà fare molti passi avanti a quanti sapranno ascoltare e raccogliere il valore del suo messaggio universale. A questo nuovo viaggio che parte, il «magazzino» itinerante di «Tutti qui» porta in dote le storie, i sogni, i segreti, di un drappello di musicisti, che si lasceranno provocare dai ricordi annidati tra strumenti e spartiti e dalle suggestioni che foto e immagini sapranno evocare e suscitare. Storie, sogni e segreti che porteremo con noi anche giovedì 16 e venerdì 17 quando le porte del «magazzino» di «Tutti qui» si apriranno al Palamazzola di Taranto, per arricchirsi degli sguardi, delle voci e del vibrare di corpi e cuori di quanti si uniranno a noi per dividere la notte e moltiplicare le emozioni. La speranza - a Taranto come ad Andria - è che ciò che si nasconde nei bauli colorati e nei monitor che affollano il palco, prendendo la magica leggerezza di parole e note, ci aiuti a vedere più chiaro fuori e dentro di noi, sappia regalarci un piccolo supplemento di sogno e, soprattutto, alimenti il desiderio di ritrovarci ancora «Tutti qui». Claudio Baglioni


Il Mattino 5 Nov.
Con Baglioni nel magazzino della memoria

DALL'INVIATO Federico Vacalebre Caserta. «Tutti qui». Quarant’anni, o quasi, di frammenti di un discorso amoroso rimbombano nel Palamaggiò, ma nemmeno l’acustica terroristica riesce a impedire il ripetersi del miracolo rituale, la celebrazione plurigenerazionale del divo Claudio. «Tutti qui», dice il titolo del tour che riprende quello di ben tre cofanetti pubblicati dallo stakanovista del cantar leggero Baglioni, i primi due antologici, il terzo che si diverte a rovistare in casa altrui, da Bindi a Tenco, da Jannacci a De Andrè. A parte «Cinque minuti e poi» dei New Dada, all’appello casertano di debutto del tour si presentano solo gli hit baglioniani puri e duri, per il mestiere d’interprete ci sarà spazio un’altra volta. Dal «magazzino della memoria e della musica» esce quello che la platea ha voglia di ascoltare. Tutti qui, allora: i fans che hanno riempito per due giorni il catino di Castelmorrone e si prenotano per la replica del 20 al Palasele di Eboli; i motivi più celebri di una carriera importante, deflagrata grazie a canzoni d’amore schiette e poi continuata approdando a tematiche e linguaggi più articolati nel nome di melodie a presa rapida ma complesse e di una voce che sale e scende divertendosi tra accordi di quarta e di diminuita. Tutti qui anche i ricordi dei tanti tour affrontati da Claudio anno dopo anno. La novità di questo, sta, forse, nell’assenza di novità, scenotecniche o d’arrangiamento, nel lasciare che i protagonisti siano gli ospiti, ovvero il pubblico e le canzoni. Il palco al centro del palasport - anche questo un déjà-vu - destruttura il concerto tradizionale, lo spinge ad essere concepito come uno show, un happening, dove però stavolta non c’è spazio per trovate particolari. Claudio salta da un lato all’altro, non teme il ridicolo e l’età (55 anni) e sculetta alla Robbie Williams, mentre la band capeggiata dal fido Paolo Gianolio lo accompagna nel suo pellegrinaggio da un lato all’altro della scena. La ricerca della melodia perduta procede per blocchi, anzi per medley: si comincia con quello chissà perché definito «ye-ye» che parte col sapore country di «Porta Portese» e prosegue con schegge di memoria adolescenziale che vanno da «Signora Lia» a «W l’Inghilterra»; si continua per suggestioni atmosferiche («Io dal mare», «Le ragazze dell’Est», «Acqua dalla luna»), folk («Ragazza di campagna, «I vecchi», «Vivi») e rock, che in questo caso vuol dire finte schitarrate alla Europe o reggae-pop alla Police («Dagli il via», «Io me ne andrei», «Bolero»). Ma il cocktail più atteso è quello che in scaletta è battezzato semplicemente come «medley songs», visto che contiene le canzoni definitive della produzione baglioniana: un condensato inesorabile, irresistibile e iper-zuccherino che mette in fila «Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «Solo», «Tu come stai». Il primato assoluto di questi pezzi è ribadito anche dall’entusiasmo del pubblico, eppure sono altri i brani che il cantautore neoromantico sceglie di eseguire per intero, da «Strada facendo» a «Poster», da «Cuore di aliante» sino a «La vita è adesso», slogan personale di un hitmaker che non ha paura del passare dei decenni.

Il Mattino 5 Nov.
Sul palco con Baglioni gli studenti della Sun

TIZIANA DI MONACO Stava provando quando sono saliti sul palco gli studenti della Seconda Università di Napoli. Un cenno alla band e la musica si è fermata. Claudio Baglioni, poche ore prima della performance al Palamaggiò di Castel Morrone, ha ricevuto così, in maniera del tutto informale e forse per questo più sentita, il premio alla carriera tributatogli dai ragazzi della Sun. In cinque componevano la «spedizione», con in testa Giuseppe Razzano e Gimmi Cangiano, membri degli organi accademici. «Gli abbiamo chiesto di tornare a Caserta per un faccia a faccia con gli studenti dell’ateneo» racconta Giuseppe. «Ha detto di essere disponibile. Anche il mese prossimo» assicura Gimmi. E poi cordialità, strette di mano, la consegna della maglietta della Sun e la targa con una dedica che ha preso in prestito titoli e versi delle canzoni di Baglioni: «La verità di un artista è nella sua dignità. A Claudio, l’uomo della storia accanto, cuore di aliante, dove si è ancora liberi di sognare». L’incontro si è concluso con un interrogativo, che candidamente il cantautore ha sottoposto ai ragazzi, e che per la verità da anni non trova una risposta da parte del mondo accademico: «Ma perché Seconda Università di Napoli se l’ateneo si trova a Caserta?».

La Gazzetta del mezzogiorno 5 Nov.
DOMANI AD ANDRIA. La scaletta
Tutto Baglioni emozione per emozione

Claudione lo stakanovista sbarca ad Andria. La tre giorni di Lampedusa per O'Scià, un (altro) doppio cd con i classici della canzone d'autore fino al '68, la tournée che è appena iniziata, il raid televisivo dal Morandi versione «ce l'ho/manca» ad Andria giovedì scorso. Come se non bastasse, Claudio non manca nemmeno un appuntamento quotidiano con Andrea, il suo personal trainer. Ora Baglioni si appresta al bis andriese, domani e martedì 7 novembre e ad altre due date pugliesi al Palamazzola di Taranto, giovedì 16 e venerdì 17 (informazioni 899.03.08.22). Quello che ascolteremo e vedremo ad Andria, però, non sarà il Claudio Baglioni de Gli Altri - Tutti Qui, il doppio album in cui il cantautore romano ricanta i successi di Tenco, De Andrè, Lauzi, Bindi, Battisi, Gaber, Caselli, Endrigo, accompagnato dai 30 e più elementi dell'Orchestra Sinfonietta di Roma e coadiuvato da Danilo Rea, Luis Bacalov ed altri nomi illustri. Neanche il Baglioni impegnato nel sociale che ha portato circa 40 nomi italiani a Lampedusa per sensibilizzare verso l'immigrazione clandestina («il prossimo problema da risolvere è il caporalato nel Foggiano» disse in quella occasione). Il cantautore romano in versione live torna quello che gli aficionados amano, da sempre: semplice, popolare e soprattutto enciclopedico, visto che la scaletta, fra medley e pezzi interi, supera i 50 titoli. Tutto Claudio, emozione per emozione, a partire da 51 Montesacro intermezzo in cui, in versione menestrello de borgata, ricanta la sua vita. Nella prima data di Rieti, su un palco rettangolare che occupava tutto il campo da gioco del palasport, erano disseminati televisori colorati ed una sorta di piccola orchestra in cui il fido Paolo Gianolio e soci, utilizzavano fisarmoniche, ottoni, xilofoni e quant'altro. Tutto molto folk. I classici ci saranno tutti ma l'impresa di metterli tutti in una sola scaletta era roba da farmacisti: ed allora ecco 5 parentesi miscelate in cui catalogare tutto, come in una scansione storica: Medley Jè Jè, Medley Atmo, Medley Folk, Medley Rock e Medley Songs, intervallati da canzoni intere. Strada facendo, Porta Portese, W L'inghilerra, ma anche le spremute di cuore di Mai più come te, Amori in corso e Poster suonata in versione tango, Con tutto l'amore che posso, Le ragazze dell'est, Acqua dalla luna. Dal folk di Ragazza di campagna fino alla chitarra dura & pura del medley rock che vedrà, insieme, Dagli il via, Io me ne andrei e Quanto ti voglio. Questo Piccolo Grande Amore ed i cuori esultano, poi Amore bello, E tu, Sabato pomeriggio, Solo ed E tu come stai per chi ama gli evergreen prima delle neo-romantic Mille giorni di te e di me e La vita e adesso. «Torno sempre molto volentieri in Puglia ? ci ha detto Claudio ? questa sarà una vera cavalcata nei miei 30 anni di carriera insieme ad un pubblico a cui voglio bene». Lucio Palazzo

Il Mattino 3 Nov.
TUTTO ESAURITO
Baglioni, un ritorno alle origini
Gran pienone in prevendita per i concerti al Palamaggiò In scaletta solo un brano dal triplo album da interprete


Francesco Bardi Lo stakanovista della canzone italiana è tornato. Dopo un paio di date di rodaggio a Rieti, parte stasera dal Palamaggiò di Castelmorrone, Caserta, con replica domani, il nuovo tour di Claudio Baglioni, «Tutti qui». Dopo aver passato l’estate a organizzare festival, e aver appena pubblicato un triplo album dedicato al canzoniere altrui («Gli altri, tutti qui»), da Endrigo a Tenco, da Battisti a De André, da Jannacci a Gaber e Bindi, si rimette on the road, lasciando da parte il canzoniere dei colleghi «baglionizzato» per l’occasione e proponendo invece, per l’ennesima volta, il meglio del meglio dei suoi quarant'anni di carriera, magari ripescati per l’occasione in versione originale, quella del debutto, quella più cara all’esercito dei suoi fans, almeno quattro generazioni, con una predominanza femminile. Dal cd da poco uscito, secondo in classifica dietro Robbie Williams, Claudio ripesca solo il singolo, una cover di «Cinque minuti e poi» dei New Dada di Maurizio Arcieri, scelta come momento fondatore del pop italiano, a cui allineerà la solita strepitosa sequenza di hit nazionalpopolari, come appunto nel precedente triplo cd, quello che dà il titolo al giro di concerti. Intanto, in un’intervista al settimanale «A», Baglioni ha parlato delle sue simpatie politiche, smentendo leggende metropolitane affermatesi in anni più ideologizzati e militanti: «Non sono mai stato un artista disimpegnato. Ci sono cantanti che non hanno mai parlato di politica, ma che hanno cambiato il mondo. O vogliamo definire disimpegnati anche artisti come Battisti e Cocciante? E poi, gli impegnati di allora sono i più disimpegnati oggi». E, ancora: «Su di me hanno scritto di tutto. Che sono stato missino, democristiano. Che ero contro il divorzio, tanto che i disc-jockey delle radio di allora, tutti della sinistra extraparlamentare, avevano censurato per un anno i miei dischi... Non sono mai stato di destra. Sono schierato dalla parte degli immigrati, anche dei clandestini. E alle ultime elezioni ho votato per Veltroni. Lo conosco da quando avevo 17 anni e andavo all’Istituto di cinematografia cercando di rimediare le ragazze. Lui è nato con il megafono in mano, era un piccolo rivoluzionario...». A confermare l’orientamente ulivista del cantante c’è anche l’invito rivolto pochi giorni fa ai lavoratori della Bembergcell, la ex Nuova Rayon di Rieti, i cui impianti sono stati fermati dalla proprietà con la messa in ferie forzata di tutto il personale. In circa 200 - tra dipendenti, interinali e indotto - avevano inviato a Claudio una lettera chiedendogli «un aiuto morale al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a quello che sta accadendo, visto che è probabile la chiusura dello stabilimento». Richiesta accolta: il cantautore li ha invitati gratuitamente al suo concerto di rodaggio al Palasojourner di Rieti, regalando nuova visibilità massmediatica alla loro causa. Tutti esauriti i biglietti per le due serate (primo settore numerato 51,75 euro, secondo non numerato 46, gradinate 28,75), si replica il 20 al Palasele di Eboli.

La gazzetta del mezzogiorno 1 Nov.
Il cantautore in concerto reinterpreterà i «grandi» della musica italiana
Il «nuovo» Baglioni riapproda ad Andria

«Un lago dopo l'oceano. Un borgo dopo la metropoli. Un aliante dopo un jet» è questo il senso del nuovo viaggio live di Baglioni che approda ad Andria. Due mesi e più di date in tutta Italia, a pochi giorni dalla pubblicazione del suo cd di cover dal titolo «Quelli degli altri tutti qui», raccolta con brani fondamentali della canzone italiana degli anni '60 da «Non arrossir» di Gaber a «Un giorno dopo l'altro» di Tenco passando per « Io che amo solo te» di Endrigo, ed ancora « Arrivederci» di Bindi alla canzone manifesto «Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno, da «Emozioni» di Lucio Battisti a «La canzone dell'amore perduto» di Fabrizio De Andrè, per un totale di ben trenta titoli, ed ecco che il naso di falco parte per un mega tour che lo porterà in giro per l'Italia fino a fine anno ed oltre. La città di Andria sarà per il tour di Baglioni una specie di rito di buon auspicio, infatti Claudio sarà ospite di Gianni Morandi per l'ultima puntata di « Non facciamoci prendere dal panico», fortunato e sofisticato show che ha dato finalmente a Morandi una dimensione più autorale con gli omaggio a Fossati, De Andrè e Tenco. Baglioni e Morandi potrebbero improvvisare due duetti dal repertorio morandiano come « Se non avessi più te» e « C'era un ragazzo», canzoni rilette da Baglioni nel suo triplo cd tributo alla musica d'autore. Il cantautore italiano più amato in assoluto dopo l'ospitata da Morandi iniziare la tournèe il 3 novembre da Cosenza per tornare il 6 ed il 7 nuovamente al Palasport di Andria per tre ore di concerto dedicate alla grande musica dal vivo, dove danzeranno canzoni di ieri e di oggi riproposte nelle versioni originali. Già esaurita la data del 6, si raddoppia il 7 e la città si prepara ad un'altra lunga notte d'incanto e luna piena aspettando l'uomo della storia accanto, per raccontare il suo viaggio lungo i ricordi, le passioni, le paure, gli amori e i nuovi incanti della vita. E così le trame fra Claudio e la Puglia si annidano in un intreccio indelebile e pieno di colori: «per incanto e per amore l'ho scritta pensando a Bari in una serata che voleva ricucire la ferita aperta del Teatro Petruzzelli, suonata proprio lì per la prima volta». Ad Andria Baglioni porterà la storia di un uomo e del suo compagno d'ebano e d'avorio che da quarant'anni si raccontano storie, s'asciugano lacrime e si scambiano speranze e sorrisi, questo è lo stato d'animo di Baglioni nel suo concerto di oltre tre ore. La sua voce e le sue parole scandite, canzoni che diventano racconti che fluiscono dal tempo. Claudio nel suo concerto come una macchina da presa andrà a panoramicare la sua carriera con medley insolito recuperando «Signora Lia», «Tu come stai», «Note di notte», «Sabato pomeriggio», «A modo mio», «Poster» e «Porta e Portese» passando per «Strada facendo», «Quanto ti voglio» e «Un giorno nuovo» e «Dagli il via» nella sua veste originale. Ed ancora recupererà la stessa magia del vinile in canzoni come «Uomini persi» e «Avrai» ed ancora «Stai su» e «Quante volte». Baglioni promette che non mancheranno le sue ultime perle come «Cuore d'aliante», «Buona fortuna», «Mai più come te» e «Tutto in un abbraccio» ed il suo nuovo manifesto: «Grand'Uomo», un invito ai figli a credere in se stessi e realizzare i sogni, un dialogo iniziato da Baglioni nel 77 con le speranze di «Avrai» continuato con le disillusioni di «Acqua dalla luna» e tornato alla vita con questa straordinario canto alla vita. In scaletta anche «Fammi andar via» ovvero l'eterna lotta fra l'amore e l'addio, che Claudio metterà in scena fra lenzuola bianche che lo impigliano fra ricordi d'amori perduti. Ad illuminare Andria ci sarà anche la passione de «Le vie dei colori», «Bolero», «E tu», «Adesso la pubblicità», «Ninna nanna», «Noi no» e «Mille giorni di te e di me». Sono passati quarant'anno ma ancora canzoni come «Questo piccolo grande amore», «La vita è adesso» e «Via» già sappiamo che nel concerto del 6 novembre ad Andria libereranno ancora una volta le palpebre in cristalli di nostalgia lontano dal pianto e vicino ad un fiume in piena che troverà il suo mare in cui riversarsi ovvero la musica del «Naso di falco». Cosimo Damiano Damato


Il Messaggero 1 Nov.
Via in Sabina a “Tutti qui”, nel quale il cantautore si misura con quattro dozzine di sue canzoni
Il “quarantotto” di Baglioni
Fan in delirio a Rieti per l’avvio del tour; quattro le date romane

di ENRICO BATTISTI

RIETI Il palco del PalaSojourner romba come un jumbo-jet e Claudio Baglioni decolla insieme ai 9000 spettatori dei tre concerti di Rieti per il tour Tutti qui , che a Roma notizia di ieri ha già sfondato il muro delle tre serate: 19, 20, 21 e adesso anche 22 dicembre al PalaLottomatica. Quarantotto brani in oltre tre tiratissime ore che hanno mandato in delirio i fans di una terra, la Sabina, dove l’artista romano non aveva mai cantato se non il brano del suo vero debutto a 5 anni, Una casetta in Canada , quando abitava da queste parti, a Posta, insieme al papà comandante dei carabinieri. In questo tour Baglioni ha scelto di guardarsi indietro e di raccontare per intero la sua quarantennale carriera, fra autocelebrazione e voglia di rimettersi in discussione attraverso uno spettacolo ancora una volta di grande impatto imperniato sul palco in quadrifonia che vedremo in 16 città per 33 serate.
Baglioni vola da una parte all’altra con formidabile energia: un viaggio nel tempo alla ricerca di se stesso con un chiaro fil rouge : la ricerca poetica. C’è spazio per un brano da ogni tour dagli esordi ad ora: dopo l’avvio con Tutti qui il cantautore romano si concede cinque viaggi nel tempo segnati da altrettanti medley di grande effetto anche grazie alle immagini sugli schermi: le prime quattro dedicate ad aria, acqua, terra e fuoco, l’ultima a legare l’album fotografico personale che inizia dal Baglioni capellone e occhialoni neri che fa sgranare gli occhi ai fans adolescenti di oggi. La band è eccezionale: guidati dal chitarrista Paolo Gianolio, i quattro musicisti (più tre aggiunti) mostrano una polistrumentalità trascinante accompagnando lo spettacolo che non ha un momento di pausa, come gli applausi. In Avrai , per dirne una, il gruppo si trasforma in un quartetto d’archi classico che dà alla canzone una freschezza nuova. E anche in altre canzoni gli arrangiamenti garantiscono tanta verve : è il caso di Poster , Sabato pomeriggio e Questo piccolo grande amore , pezzi datati ma nella nuova veste sonora vicini lo stesso ai più giovani stupiti dalla forza d’urto della musica e delle parole diffuse a ondate dal poderoso impianto. Più di tre ore con il meglio di Baglioni al meglio: che desiderare di più? Il cantautore, che per tutta la settimana è restato in città a provare il tour, ha promesso ai sabini di tornare ed ha voluto anche accogliere al concerto di ieri sera ottanta operai della Bemberg Cell, la storica fabbrica tessile cittadina, che gli hanno ricordato la nerissima crisi aziendale.

Il Messaggero 31 Ott.
QUESTA SERA IL BIS
Per le scuole 600 biglietti gratis
Possono essere ritirati in Provincia. La cena con Melilli e Rinaldi al Calice d’oro


La Provincia regala il concerto di Claudio Baglioni alle scuole. Sono seicento i biglietti gratuiti a disposizione il concerto di questa sera per gli studenti delle scuole superiori del Reatino che verranno distribuiti agli Istituti di Rieti e provincia da parte dell'assessorato alla cultura. Ogni istituto avrà a disposizione 30 biglietti che i dirigenti scolastici o i loro delegati potranno ritirare presso gli uffici della Provincia fino alle 18 di oggi pomeriggio e distribuire agli studenti interessati ad assistere al concerto che chiude la tre giorni di Baglioni a Rieti, questa sera, col concerto che inizia alle 21.
«Abbiamo concordato l'iniziativa col presidente Fabio Melilli ha spiegato l'assessore provinciale alla cultura Giuseppe Rinaldi riservando attenzione anche ai più giovani rendendoli partecipi di un evento che ha suscitato entusiasmo e l'interesse generale negli ultimi giorni nell'intera provincia».
Assessore e presidente della Provincia che domenica sera sono stati a cena insieme al cantautore romano da Checco al Checco al Calice d'oro, lo storico ristorante reatino che in questo periodo sta rinnovando i locali. Oltre a loro, c'erano il sindaco di Poggio Mirteto, Fabio Refrigeri, il promoter Riccardo Carotenuto e altri componenti dello staff del cantante.
In tutto ventuno persone che si sono riunite a cena dalle 23.30 alle due del mattino. Antipasto di salumi e formaggi locali, poi paccheri all'amatriciana e linguine alla pecora (in bianco).
Come secondo la specialità del locale: il bollito misto al carrello. Il tutto accompagnato da Gattinara, un ottimo rosso piemontese. Per il cantante, definito da chi lo conosce bene «una buona forchetta», si tratta della quarta cena al Calice d'oro. Aveva iniziato mercoledì scorso, quando in occasione della partita della Roma, si era fatto riservare una saletta per ammirare in televisione la sua squadra del cuore. Ha poi continuato venerdì sera e sabato, quando ha proseguitio la serata facendo un salto all'Engel Platz, firmando autografi e concedendosi senza soste ai fan per le fotografie di rito. Samuele Annibaldi e Valentino Rossetti

Il Messaggero 31 Ott.
LA LUNGA ATTESA
Fans attorno al palasport fin dalla mattina

di VALENTINO ROSSETTI

«Dove le parole finiscono, inizia la musica», ha scritto il poeta tedesco Heine Heinrich. E ieri sera, per tutti i reatini che sono andati al primo concerto di Claudio Baglioni è stato proprio così: sono entrati verso le 19.30 all'apertura dei cancelli e appena è iniziato lo spettacolo hanno dimenticato tutto il resto. Senza dire più una parola, o meglio, cantando le parole delle canzoni del cantautore. Erano in tanti ieri ad attendere il concerto con cui Baglioni ha aperto il suo tour nazionale "Tutti qui". E in tanti sono stati in fibrillazione, davanti ai cancelli, ad aspettare l'apertura. Alcuni anche per tutto il pomeriggio. «Non vedo l'ora. Che te devo dì», ha esclamato Lucia, una signora tra le prime ad arrivare. «Questa è la quarta volta che vedo Claudio, è bellissimo. Per lui tradirei anche mio marito» ha invece scherzato un'altra signora, Simona, 55 anni. «Sono venuta a vederlo perché le sue canzoni mi ricordano un sacco di cose» ha spiegato una ragazza, insieme ad altre due amiche, che hanno piantonato l'ingresso dalle 15, «e poi perché lo ascolto da quando ero bambina. Quando mia madre ha saputo che andavo al concerto di Baglioni voleva rubarmi il biglietto». La mamma di Simona, se non si darà per vinta, potrà ancora sperare di vedere Baglioni questa sera, visto che gli ultimissimi biglietti, lasciati ancora disponibili su esplicita richiesta del cantante, sono disponibili questa mattina solo da Maistrello Musica in via dei Tigli 1 e nel pomeriggio presso il botteghino di fronte al PalaSojourner. Sarà l'ultimo giorno di Baglioni a Rieti, anche se il cantante ha manifestato la volontà di tornare nella seconda fase della tournée che durerà in tutto due mesi, perché «non c'è mai fine al viaggio anche se un sogno cade», come dice nella sua "La vita è adesso". «Per ora è andato tutto alla perfezione - ha detto il promoter dei concerti Riccardo Carotenuto - anche per domani (oggi,ndr) si preannuncia uno spettacolo di alto livello con un PalaSojourner tutto esaurito». Mentre gli esercizi commerciali, in particolar modo alberghi, ristoranti e bar, ringraziano grazie agli incassi assai maggiorati di questi giorni.

Il Messaggero 31 Ott.
Baglioni canta Tutti qui per 3000 reatini in delirio
Ancora più entusiasmo del previsto ieri sera per il primo concerto del tour Tutti qui di Claudio Baglioni che Rieti ha avuto la fortuna di ospitare (e stasera c’è il bis). Il cantautore romano, che mai si era esibito in Sabina dove pure ha trascorso molti anni dell’infanzia, ha trascinato il pubblico che ha cantato con lui tutti i suoi più grandi successi a cominciare proprio da Tutti qui con cui Baglioni ha aperto il concerto poco dopo le 21. Poi è stata la volta di Strada facendo, Noi no e Avrai per oltre tre ore di spettacolo di altissimo livello su ogni versante.
PalaSojourner, le emozioni sono tutte qui
Claudio Baglioni trascina 3000 reatini nel concerto di apertura del tour nazionale
di ENRICO BATTISTI

Che emozione il debutto di un tour come questo: la nostra, quella dei musicisti e quella di Claudio Baglioni, semplicemente unico.
Il look è cambiato dai tempi degi esordi, ma dietro la nuova veste si nasconde la grinta di sempre e quella passione che solo lui è capace di trasmettere a distanza di tanti anni dal debutto. L’energia, se ne sono accorti ieri sera i tremila reatini che mai avevano avuto la fortuna di ascoltarlo qui in Sabina, è quella di un ventenne e la voglia di rimettersi in gioco pure. E finalmente lo possiamo dire: «Tutti qui» il nuovo tour di Claudio Baglioni è partito. Usiamo di proposito questo verbo perché il cantautore romano ha letteralmente messo in moto il palco per introdurre la canzone che dà il titolo al tour. Poco dopo le 21, il potente impianto di amplificazione a 360 gradi ha fatto rimbombare nelle orecchie del pubblico già in delirio il rumore di un grande jet al decollo. Non poteva insomma cominciare nella maniera migliore, con un PalaSojourner stracolmo di fans che hanno cantato dalla prima all’ultima delle canzoni proposte da Baglioni.
Tre ore di grande musica con una selezione, si fa per dire perchè alla fine sono 59 canzoni (ripetiamo 59) tratte dalla raccolta Tutti qui. Il cantautore si è anche concesso cinque viaggi nel tempo con altrettante medley composte in maniera differente. Particolari di questi mosaici, il tuono di un aereo a reazione a scandirne l’inizio e la fine, e i tanti monitor sparsi sul palco a trasmettere immagini della terra (deserto, fiumi, laghi) senza tempo. La produzione del nuovo tour di Claudio Baglioni è, come sempre, di grande effetto scenico oltre che musicale, con un megapalco che occupa e occuperà i parquet dei palasport di tutta Italia. La scenografia è in divenire con i musicisti che si spostano da un’area all’altra del palco al centro del quale c’è sempre lui. A livelli internazionali la band, capeggiata dal fedele chitarrista Paolo Gianolio, con una capacità polistrumentistica senza uguali. Come quando in Avrai si è trasformata in un quartetto d’archi classico. Giochi di luce e giochi di colore accompagnano costantemente la performance dell’artista capace di ridare ai suoi brani più datati la freschezza di quelli più attuali. Belle le rivisitazioni di Poster e di Sabato pomeriggio. E ancora una volta, anche grazie al palco in quadrifonia, il pubblico è stato rapito dall’energia, dolce e forte, di Baglioni che ha annuito ancora pià felice quando ha visto lo striscione ”Posta, ’57: il tour inizia qui”, omaggio degli abitanti del paese dove Baglioni ha trascorsi alcuni anni dell’infanzia.

Il Messaggero 30 Ott.
Tutti qui, comincia il tour di Baglioni
Tutto esaurito al PalaSojourner : tremila fans quasi tutti di Rieti e dintorni

di ENRICO BATTISTI

Finalmente ci siamo! Dopo il concerto di ieri pomeriggio riservato ai ”Clabber”, parte stasera alle 21 (cancelli aperti dalle 19) al PalaSojourner al completo il tour nazionale ”Tutti qui” che Rieti ha avuto la fortuna di tenere a battesimo fra mille prove e mille sorprese da parte di Claudio Baglioni e del suo maxistaff, entusiasti della città che mai aveva ospitato un evento musicale nazionale di questa portata. Il triplo appuntamento con il cantautore romano (per domani sera ci sono ancora biglietti disponibili) ha portato Rieti alla ribalta della scena nazionale ed ha anche portato alla scoperta, da parte di tutto l’ambiente musicale italiano, delle grandi potenzialità del capoluogo sabino che in futuro è pronto ad ospitare altri eventi di questo tipo.
La città, se ne sono accorti i promoter del’artista, ha risposto bene non solo per l’imponente mole di biglietti venduti, ma anche per il calore e la simpatia che ha riservato a Baglioni. Lo stesso calore che Baglioni ha cominciato a ”ridistribuire” gia ieri pomeriggio ai suoi fans. Uno spettacolo, quello di ieri pomeriggio assolutamente atipico e, per forza di cose, ”utilizzabile” quasi esclusivamente dai tremila "clabber" arrivati da tutt’Italia. Il concerto di stasera sarà sicuramente diverso: non di più o di meno. Diverso. Di uguale ci saranno di sicuro le emozioni che rimarranno scolpite nella memoria.
La magia della produzione baglioniana riproporrà stasera la sua atmosfera nello spettacolo attesissimo che apre la nuova tournée di uno dei nostri cantautori più popolari, sicuramente il più romantico ed amato dalle fanciulle, e dalle mamme (le fanciulle di una volta, che erano ragazzine negli anni '70, quando Baglioni esordiva con i versi, tagliati dalla censura, di Questo piccolo grande amore.) Lasciamo i ricordi e parliamo del nuovo tour, che comincia oggi proprio a Rieti, grazie all’iniziativa dell’assessorato alla Cultura della Provincia, e cheb si annuncia come l'evento clou dell'autunno/inverno musicale. Al centro della performance ci sono le canzoni delle ultime due raccolte "Tutti qui" e "Gli altri, tutti qui", che, dopo un po' di silenzio creativo, sono lo specchio di un Baglioni più maturo e riflessivo. Proprio l'ultimo album rappresenta una sintesi della sua carriera: paradossalmente, l'artista romano lo descrive nel modo più inatteso e originale. Il suo ultimo album, infatti, uscito lo scorso 20 ottobre, rappresenta un omaggio ai più grandi maestri italiani della canzone d'autore; una raccolta in cui Baglioni racconta (e si racconta) la storia della musica italiana attraverso le "poesie" di Fabrizio De Andre', Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo ed Ennio Morricone. Un viaggio di 29 tappe, come lo ha definito lo stesso cantautore, che ha come incipit la cover di Cinque minuti e poi di Maurizio Arcieri, ex leader dei New Dada, che con questa canzone partecipò al Disco per l'Estate del 1968. Da un punto di vista artistico quest'ultima produzione del cantautore romano rappresenta un cambio di direzione, armonico, ma visibile, della sua poetica, un po' come era successo nel 1985, quando l'album "La vita è adesso" aveva arricchito di molti nuovi spunti l'immagine di Baglioni, variando il suo percorso artistico precedente. Quello che non cambia mai, invece, è lo straordinario amore dei fan di Baglioni, che riempiono da decenni stadi e palazzetti, ammaliati dalla verve dell'artista romano, dalle sue parole e dalla sua musica. E per continuare la tradizione, oggi e domani a Rieti saremo in tanti, lì a cantare in coro e ad anticipare i versi alla prima nota di chitarra. Ognuno di noi avrà una sua storia, una canzone preferita, un modo diverso di vivere il concerto, ma tutti ci identificheremo, almeno per un momento, in qualche personaggio cantato e incantato, ci immedesimeremo in qualche vicenda raccontata, sentendoci protagonisti dell'evento. Lo spettacolo inizia alle 21 e dura oltre tre ore, ma siamo assolutamente convinti che sembreranno un istante. (ha collaborato Valentino Annibaldi)

Il Messaggero 30 Ott.
Baglioni strega il PalaSojourner invaso dai Clabber
UN POMERIGGIO INSIEME AI CLABBER
Quella casetta in Canadà, anzi a Posta

di ENRICO BATTISTI

«Emozionato? Come tutti, come sempre, come lui, insomma come Claudio Baglioni». Stefano Meloccaro, giornalista reatino di Sky Sport ieri pomeriggio era in “borghese” al palaSojurner per assistere per la millesima volta ad un concerto che il ”suo” cantautore ha riservato ai Clabber, in compenenti dell’associazione che “vive” per Baglioni e che da Baglioni ottiene emozioni ogni volta più grandi, come quelle vissute ieri pomeriggio durante uno spettacolo che non è solo un concerto, ma un faccia a faccia quanto mai diretto tra il divo e i propri beniamini. Non si è trattato insomma di un evento identico a quello di questa sera: alle 21 scatterà ufficialmente il tour ”Tutti qui” mentre ieri si è trattato piuttosto di un incontro fra vecchi amici di tutte le età.
Ore 15 e 12. Si accendono le luci sul palco, ma al centro non c'è lui, Claudio Baglioni, ma il presidente del Clab, l'associazione culturale creata nel 1995 dal cantautore romano. Il piccolo fuori scena si esaurisce nel giro di pochi minuti, dopo che il presidente legge agli associati il resoconto del bilancio 2005 e dopo che per alzata di mano si vota per riconfermare la carica dell'attuale dirigente. Sbrigata la formalità, ecco finalmente lui davanti a circa 2500 clabber giunti da tutt’Italia che ogni anno celebrano questo appuntamento unico che nessun altro cantante o cantautore riserva ai fans. Il concerto è assolutamente atipico, in tutte le sue forme. «Baglioni spiega Stefano Meloccaro dialoga tantissimo col pubblico, i clabber cantano dalla prima all'ultima parola di ciascuna canzone tanto che il cantautore abbassa spesso la voce: è un pomeriggio fra amici, questo evento potrebbe davvero avvenire in spiaggia, con i fuochi e le chitarre». Durante l'esibizione Baglioni si è anche concesso alcune piccole "licenze poetiche", come quando ha cantato "Tanti auguri a te" dedicata alla madre che ha compiuto 88 anni. Poi l'artista romano è passato a spiegare il tour di questo anno che di fatto riassume i 40 anni di carriera scegliendo una canzone per ogni tour fatto dagli esordi ad oggi. «Ha anche cantato "Casetta in Canadà" che è stata la prima canzone cantata in pubblico a Posta, quando il padre era il comandante dei carabinieri a Posta. E’ sempre una sensazione fortissima: Baglioni continua aMeloccaro ha una capacità unica nel trasmettere emozioni. Bello anche sentirgli cantare le canzoni dei grandi maestri della musica leggera italiana». Nel tour dovrebbero, infatti, trovare posto anche canzoni presenti nell'antologia "Gli altri, Tutti qui", il cd triplo i recente pubblicazione che riunisce i più bei brani del decennio 58'-68'.
Il Clab poi, non sè solo un fans club: è un'associazione culturale a tutto tondo. Attraverso una quota annuale assai bassa (una trentina di euro) offre agli iscritti una serie di iniziative consistenti in materiale inedito ed esclusivo interamente dedicato a Claudio Baglioni e un pass, che permette di usufruire di iniziative ugualmente esclusive. E.B.

Il Messaggero 29 Ott
Da oggi a martedì i tre concerti che danno il via al tour ”Tutti qui”: oltre tre ore di emozioni in musica
Rieti, Baglioni-mania per 9000 fans
Città invasa dai “clabber” in arrivo da tutt’Italia, da domani tocca ai reatini

di SAMUELE ANNIBALDI

"Tutti Qui". Claudio Baglioni suona l'adunata dei ClaB e i "clabber" rispondono invadendo Rieti da ogni parte d'Italia. E' il loro giorno, quello del raduno nazionale, il dodicesimo della loro storia partita nel 1995 con il primo raduno di Roma nell'allora Palaeur (oggi Palalottomatica) e segue quello dello scorso anno tenutosi a Firenze. Parte così oggi pomeriggio col concerto riservato ai fan il trittico di esibizioni che il cantautore romano terrà a Rieti che per tre giorni sarà davvero Centro d'Italia e Capitale della musica leggera. L'universo dei fan di Claudio Baglioni si ritroverà al PalaSojourner per "la vigilia della prima", tre ore di concerto che inizia alle 15 con i cancelli del PalaSojourner che verranno aperti dalle 13. I Clabber saranno a Rieti già dalla mattina con i pullman provenienti da Torino, Genova, Milano, Venezia, Cesena, Napoli, Sorrento, Caserta e, naturalmente da Roma da dove si attende l'esodo più massiccio. Molti di loro ripartiranno subito dopo il concerto altri si tratterranno in città per godere anche dei concerti di domani sera (inizio alle 21) e di martedì, alla stessa ora, con i quali si apre ufficialmente il tour "Tutti qui" che porterà Baglioni in due mesi densi di date nei Palazzi dello Sport di tutt’Italia. A beneficio di quanti non avessero la possibilità di assistere al concerto in questi giorni giova ricordare gli appuntamenti più vicini a Rieti in programma nel tour: il 22 novembre a Perugia e il trittico di concerti col quale il cantautore chiuderà la tournée il 19, 20 e 21 dicembre al Palalottomatica a Roma. Il perché dell'anteprima riservata ai "ClaB" l'associazione culturale che prende il nome da un gioco di parole ricavato dalle iniziali del cantautore romano è riassunta nelle parole di Riccardo Carotenuto il promoter che da mesi ha lavorato gomito a gomito con l'assessorato alla Cultura della Provincia, guidato da Giuseppe Rinaldi, che organizza l'evento per portare Claudio Baglioni a Rieti. «Ogni anno - spiega Carotenuto - Baglioni organizza qualcosa di particolare per i suoi fan. Stavolta dedica loro una serata con la prova generale del tour Tutti Qui». Il "Tutti a Rieti" è scattato tra i Clab di Baglioni che contano sedi oltre che in Italia anche all'estero, specie in Spagna dove il cantautore è popolarissimo, con un tam tam via Internet che in tempo reale ha portato sui vari siti dedicati a Baglioni, date, pullman, prenotazioni, l'elenco degli alberghi (in città sono diversi quelli ormai pieni) e curiosità. C'è anche una lettera con la quale i Clabber chiedono di ottimizzare il funzionamento dell'associazione con una raccolta di firme che verrà effettuata oggi davanti al PalaSojourner per essere poi consegnata al presidente nazionale dei Clab e a quello "onorario" che è appunto Claudio Baglioni.

Il Messaggero 29 Ott
Quarant’anni di carriera per un artista senza età che infiamma tante generazioni
di ENRICO BATTISTI

Sono tanti quaranta anni di carriera per un artista che ne ha appena cinquantacinque. Ma tant'è! Baglioni ha festeggiato lo scorso anno l'ingresso negli 'anta, artisticamente parlando. E forse, come un uomo giunto nella fase più delicata della sua vita (quella della consapevolezza di essere adulto), la carriera del cantautore romano ha deciso di volgere uno sguardo a sé stessa e ha avuto voglia di raccontarsi un po'. Non è un caso che l'ultimo anno per Baglioni abbia coinciso con la nascita di due antologie triple, non uniche per la verità nella produzione dell'artista. Due raccolte che raccontano di una maturazione artistica che ha vissuto momenti importanti.
Come per i pittori più celebri anche l'iter artistico di Baglioni ha avuto fasi che hanno parlato linguaggi unici. Con un fil rouge costante, quello della ricerca poetica. Oggi Baglioni non è più l'artista dell'amore di "Passerotto" e "Piccolo grande Amore", ma è un cantautore più a 360 gradi che parla a generazioni diverse da quelle a cui scriveva negli anni iniziali.
Una ricerca costante, attraverso il tempo, di sé stesso, questa in sintesi la sua carriera. Uno studio etico ed estetico che ha portato Baglioni a impegnarsi anche in tematiche sociali, come nell'album "Oscià", o ad avere contaminazioni medioevali come nella canzone "Le Vie dei Colori". Una ricerca che, come tutte le introspezioni, non ha mancato di raccontare momenti bui e tristi della propria vita, come nella struggente ballata Patapan, dedicata al padre recentemente scomparso. Sono tanti quaranta anni di carriera, ma questa l'età se la porta bene e noi siamo sicuri che ha ancora l'energia di una diciottenne con tutta la voglia di continuare a ricercarsi e di regalarci emozioni.

Il Messaggero 29 Ott
L’ULTIMO GIORNO DI PROVE
“Le vie dei colori” nella notte al PalaSojourner
Fino alle 5 con la band per mettere a punto la scaletta del debutto del tour
di VALENTINO ROSSETTI

Chissà se le vetrate del PalaSojourner in questi giorni si sentono fortunate: su di loro non rimbombano più le urla dei tifosi della Sebastiani, ma le note delle canzoni di Claudio Baglioni per di più accompagnate da lampi di tutti i colori. Di notte il palasport sembra il disco volante di Spielberg, con i bagliori rossi, viola, gialli che illuminano la notte di lunghissime prove della maxiband del cantautore romano. Una mattina hanno ”staccato” alle 5 per poi ”riattaccare” dopo colazione: «Facciamo i turni qui al PalaSojourner, per garantire una copertura che a conti fatti è di 24 lore su 24» racconta una componente dello staff, davanti all'ingresso, fra i quali ha un ruolo di spicco il reatino Massimo Iacoboni, 42 anni, responsabile dell’organizzazione tecnica. I primi tecnici hanno scaricato le prime casse già domenica scorsa, ma solo oggi dalle 15 l’avventura di Baglioni a Rieti entra nella fase più importante.
«Ve lo avevo detto che Claudio è uno stakanovista» spiega il promoter, Carotenuto, mentre le ultime transenne vengono sistemate davanti al cancello principale e il bar di fronte continuare a fare affari d'oro grazie a tutti gli operai che fanno scorte di panini e bibite. Effetto Baglioni, lo chiamano. Con gli alberghi ugualmente felici di alzare gli incassi. Ieri ultimo giorno di test, poi in serata la prova generale dei tre concerti con cui scatta il tour Tutti qui. Il concerto di questo pomeriggio, programmato alle 15 per andare incontro alle esigenze lavorative dei fan iscritti al Clab, servirà a mettere a punto definitivamente la scaletta che il cantautore romano seguirà domani. Saranno infatti anche alcuni "fedelissimi" del cantante a suggerire, a dare consigli. Si programmerà una successione di canzoni che dovranno coprire oltre tre ore di concerto. E, come ha assicurato lo stesso Claudio Baglioni ai lettori del Messaggero che gli hanno telefonato: «Le premesse per fare un bell'incontro ci sono tutte. Ne sono certo anche perché aprire il tour a Rieti, al cui territorio sono molto legato, mi dà tante motivazioni in più».

Il Messaggero 29 Ott.
Dalle ultime due antologie triple “Tutti qui” e “Gli altri, Tutti qui” le canzoni indimenticabili che l’artista romano porterà sul palco nei prossimi mesi L’omaggio di Baglioni ai grandi autori

Una selezione tratta dalle ultime due fatiche discografiche, e tanta emozione. Questo e molto di più sarà il concerto che Baglioni proporrà agli spettatori nei concerti reatini e in quelli del tour. Gli ultimi due album del cantautore romano, usciti a distanza di poco tempo l'uno dall'altro danno il senso dello spessore di questo artista che, nel momento della sua massima maturità, ha deciso di volgere uno sguardo al passato, proprio e degli altri. Un senso di malinconia e di un tempo che fu lega proprio queste due raccolte, gli unici due cd tripli della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti. Ma il senso di nostalgia si trasforma in una dichiarazione d'amore vera e propria quella che Baglioni ha deciso di fare con il suo nuovo album. Una serenata sotto la finestra di un periodo che appartiene ancora a tutti noi. L'artista romano ha presentato questa raccolta in uno studio di registrazione romano e coloro che hanno avuto la fortuna di essere presenti raccontano di una emozione particolare che accompagnava Baglioni nel cantare queste "Canzoni giganti di autori giganti". Forse la nuova veste da interprete e non più da autore lo mette in un piano di timorosa reverenzialità nei confronti di perle d'autore che hanno fatto la storia della musica cantautorale italiana. D'altra parte i ventinove brani, nati nel giro di un decennio incantato - quello tra il '58 e il '68 con l'unica eccezione di Emozioni, del '70 - raccontano di una Italia che non c'è più. Parlano a una società diversa in cui valori e sentimenti erano più sinceri e meno filtrati. Ed è per questo che la stragrande maggioranza di queste canzoni sono sopravvissute fino ad oggi. Senza invecchiare e con il potere di riuscire a trasportare ancora, ogni volta, indietro nel tempo, fino a giorni più spensierati, più semplici. «Mai per la musica italiana c'è stata una stagione bella come quel decennio - ha detto il cantautore -. Quello che ho fatto è stato un viaggio sentimentale. Un ritorno alle origini. Quando quelle note mi spinsero a iniziare, nel '65». Molte delle canzoni che Baglioni ha messo nelle due antologie non verranno eseguite dal vivo quasi a volerne preservare il valore e la magia, ma lo spettacolo sarà di grandissimo trasporto e l'incanto della voce del cantautore romano regalerà emozioni uniche per un concerto che è già destinato a rimanere negli annali della musica italiana. E.B.

Il Messaggero 28 Ott.
«Pronto, sono Claudio: sì, sono proprio io»
di VALENTINO ROSSETTI e PAOLO RICCI BITTI

«Pronto, sono Claudio. No, di cognome Baglioni e non ”veramente?”». Metti Claudio Baglioni al telefono per un’ora intera a rispondere in diretta e senza filtri ai lettori del Messaggero e ciò che ti lascia di sasso, soprattutto se non frequenti spesso questo mondo, non è solo il fatto che il cantautore non riesca neppure ad abbassare la cornetta che già scattano gli squilli, ma soprattutto che alla fine il divo si rammarichi e si scusi di non avere più tempo per parlare con altri fans. E non è che al PalaSojourner, dove è rinchiuso da mercoledì, manchino le cose da fare: i tre concerti di apertura del maxi tour ”Tutti qui” incalzano e allo scadere dell’ora, le 15.30 di ieri, i musicisti cominciano a suonare per reclamarlo sul grande palco a 360 gradi facendo vibrare il ventre del palasport.
Pronto, sono Claudio? «Sono Eli, Elisabetta , ciao, ma non posso credereci che sei tu». Sì, sono Baglioni, da dove chiami, quanti anni hai?
Già che c’era va ricordato il cantautore-centralinista ha scrupolosamente preso nota sul bloc notes di ogni chiamata, perché anche il registratore dei cronisti è andato in tilt per l’emozione.
Sei di Rieti, Elisabetta, e hai 14 anni? Sei emozionata? Non ti preoccupare: sai che anch’io ho molto legami con Rieti? Mio padre, quand’ero bambino, è stato maresciallo dei carabinieri a Posta e quando torno in questa zona è sempre una grande emozione: i luoghi, poi, mi sembrano così piccoli rispetto a come li ricordavo. E poi molti miei compagni di scuola abitano a Passo Corese e a Poggio Mirteto. Grazie per aver chiamato.
Pronto, sono Claudio. «Sono Renato , 37 anni, romano, ti chiamo dall’ufficio di Rieti». Attento al tuo capo, allora. Tu almeno credi da subito che sono io. A Rieti mi trovo davvero bene, tanto che sto pensando di tornare nella seconda fase del tour . «Ti passo una mia collega che ti voleva parlare, è molto emozionata. Ci vediamo lunedì: starò in quinta fila insieme a mia moglie». Ciao, Milena , stai anche tu lavorando? Mi raccomando non farti sgridare e stai attenta a quello ”scapestarto” di Renato.
Pronto, sono Claudio. «Siamo Barbara , Francesca , Pino , Tiziana , Angela e Gianluca . Ma non ci crediamo, forse è uno scherzo. Ce sta a prende’ un infarto!» No, è tutto vero, no (ride, ndr) non sono un’imitatore e che ci posso fare se la voce non vi sembra la mia, forse perché la sentite di più quando canto. Però continuo a parlare con voi solo se mi date del tu. Altrimenti niente, ma da dove chiamate? «Da una grande concessionaria di auto qui a Rieti, vieni a trovarci? Barbara vorrebbe sentirti cantare». E come faccio a venire da voi, sono recluso qui nella prigione del PalaSojourner. Forse se mi resta un po’ di tempo e non mi date più del lei ci proverò. Allora vi canto Strada facendo, va bene? Barbara, cana insieme a me: Straaada faceeendo, vedrai che... Hai visto Barbara, domani sarai sul Messaggero con questo duetto. Voi del gruppo quando venite al concerto? Quanti siete? 60 70 persone? Ma davvero? Venite con un cartello così vi riconoscerò. Barbara è tutta sudata? Per telefono non si vede.
«Ciao Claudio, sono Emi , di Poggio Mirteto. Che bello! Come stai? Dimmi qualcosa di questo ultimo album (”Gli altri. Tutti qui”, ndr)». All’inizio non pensavo sarebbe diventato un disco. Poi mi ha convinto anche il consenso del pubblico quando canto queste canzoni indimenticabili.
«Ciao, sono Emanuela , 25 anni, di Contigliano, mi sono appena laureata in Scienze biologiche». Che brava, sì sono davvero felice perché faccio il mestiere che mi piace.
«Sono Ferdinando , di Passo Corese, ci siamo conosciuti ai tempi delle scuole superiori a Roma, ricordi il professor Lo Grippo, di italiano, e quello di ginnastica: lo chiamavamo, ehm, ”Cavallo”. Mi ricordo che una volta suonasti la chitarra a scuola: Ray Charles e Battisti e io dissi al preside: ”questo farà strada! ». Eh, che bei ricordi: fatti vivo con Festuccia di Poggio Mirteto e vediamoci qui a Rieti, un momento lo trovo senz’altro.
«Sono Simona di Borgo Santa Maria». Come stai, Simona? «Adesso che parlo con te ancora meglio. Non ci posso credere. Verrò il 30 a vederti: è 40 anni che sono tua ammiratrice». Quarant’anni? Non è possibile: ma quanti anni hai? «44» . Allora già a 4 anni ti facevano ascoltare le mie canzoni? E’ bellissimo: sono contento che sarai al concerto del debutto. Sai, alla prima data l’elettricità è sempre a mille. Puoi anche farmi qualche domanda se vuoi, tranquilla. «Non ci riesco, ne avevo tante ma sono troppo emozionata». Dai, non esserlo: comunque fai parte di coloro che vanno avanti col cuore.
«Sono Paolo , qui a Rieti sale la febbre per i tuoi concerti, ho 18 anni». Che bello, beato te. Ma li ho avuti pure, io non ti credere. «Claudio, quanti giovani ci sono ai tuoi concerti?». Bella domanda: guarda ci sono tanti giovani, tanti meno giovani: c’è la bambina di sei anni e l’anziana signora di 90. Questo per me è bellissimo. Che cosa studi? Ah, Ragioneria e poi farai il ragioniere oppure continui? «Farò Economia e Commercio». E’ una facoltà che ti apre molte prospettive. Complimenti.
«Sono Rosaria , chiamo dal Piemonte». Ah, tipico nome piemontese, Rosaria. «Sono di Palermo». Ma come hai fatto ad avere il numero di telefono di Rieti? Davvero chiederai a Maria De Filippi di incontrarmi? Lo sai che mi invita ad ogni inizio stagione: dice che ha pacchi di lettere per me. Dai, intanto vedi che siamo qui a parlare insieme. Anche tu vuoi che ti canti qualcosa? Avrai, va bene . (E parte una lunga strofa).
«Sono Anna , di Poggio Mirteto. Che culo, Claudio Baglioni! Sono riuscita a prendere la linea». Hai visto. «Ho strappato la tua locandina da un muro, ma vorrei un poster a grandezza naturale». E dove l’hai attaccata? «In camera».
Mannaggia, sono già scoccate le 15.30: l’ora promessa ai lettori del Messaggero è terminata. Che peccato, vorrei rispondere ancora... ma sentite i musicisti che chiamano dal palco.
Li sentiamo, li sentiamo. Grazie a lei, Claudio Baglioni. Eh, ancora mi date del lei.
Valentino Rossetti e Paolo Ricci Bitti (ha collaborato Samuele Annibaldi)

Il Messaggero 28 Ott.
di ALESSANDRA LANCIA

«No, non si tratta di Sojourner, anche se quella canzone nasce da ricordi sportivi ben precisi. Però conosco la storia di Sojourner e so quanto è stato importante qui a Rieti: quando ho sentito quello che gli è capitato l’anno scorso... mi vengono i brividi a sentirlo raccontare ancora», ha detto ieri Claudio Baglioni a margine dell’ora di telefonate dedicate ai lettori del Messaggero dagli uffici del Palazzo dello Sport sulla cui facciata campeggia la grande immagine di Willie.
E’ una coincidenza che colpisce. Torniamo indietro di 29 anni: Sojourner già da un campionato, nello stesso palasport che in questi giorni ospita il cantautore romano, fa grande la Sebastiani e intanto Claudio Baglioni scala ancora le classifiche con l’album “Solo”. Nell’Lp c’è anche la canzone “Il pivot”: Il pallone mi colpì/d'un tratto mi svegliai/dai miei pensieri vuoti. L'uomo, un gigante mi guardò/due metri contro il blu/una camicia a quadri… Un rimbalzo catturai/andammo avanti un po'/senza dirci una parola. E da quelle mani grandi ancora calde di una volta/il pallone prese vita e volò su/ E girando restò appeso in aria a tramontar col sole/poi riempì la rete scivolando giù. Sì, vengono i brividi.

Il Messaggero 28 Ott.
PalaSojourner
Emozioni e ricordi in più di tre ore di concerto

di ENRICO BATTISTI

Palco in quadrifonia e a tutto tondo. L’amplificazione che avvolgerà interamente la platea disposta intorno. E al centro lui: Claudio Baglioni. Uno spettacolo che si preannuncia di grandissimo impatto. Nulla da invidiare (se non nelle dimensioni) al concerto che il cantautore romano ha tenuto più volte all’Olimpico. Queste sono le scenografie che Baglioni predilige, quelle dove si sente libero di esprimersi spaziando su tutta l’area del palco. D’altra parte l’autore di ”Strada facendo” ha sempre curato molto l’aspetto estetico, oltre che quello musicale delle sue performance live.
La band, tutta di spessore internazionale, sembra un corpo unico col proprio leader. Assistendo ieri alle prove si ha avuta la sensazione netta di un lavoro enorme che Baglioni e il suo gruppo hanno fatto nella rivisitazione dei brani presenti nei cd tripli di recente pubblicazione. Proprio da ”Tutti qui” e ”Gli altri, tutti qui” sono tratte le canzoni che l’artista romano proporrà nei concerti organizzati dalla Provincia attraverso l’assessore alla Cultura, Giuseppe Rinaldi. Ovviamente Baglioni non canterà le complessive 60 canzoni delle due raccolte, ma se si tiene conto che le antologie contengono il meglio della produzione del cantautore e il meglio della canzone d’autore italiana del decennio 58’-68’, quello che ne scaturirà sarà sicuramente un mix emozionante di brani che hanno fatto la storia della musica d’autore italiana. Sarà interessante, soprattutto, scoprire la nuova veste che Baglioni si è cucita addosso, quella di interprete reverenziale e appassionato di De Andrè, Sergio Endrigo, Tenco, Gaber, Battisti e molti altri. Ah, il concerto dura più di tre ore, ma il tempo, ne siamo sicuri, volerà.

Il Messaggero 27 Ott.
PARLA L’EX TATA 
Carolina e i ricordi del piccolo Claudio


Carolina Rufini, 70 anni, ex "tata" di Claudio Baglioni, negli anni in cui il cantautore romano abitava a Posta e frequentava la scuola elementare. «Non mi definirei proprio una tata - spiega l'arzilla signora - Io e la mamma di Claudio siamo molto amiche e quando lei era fuori casa mi chiedeva gentilmente di badare al bambino». Com'era? «Simpatico, allegro e molto vivace. Ora non ricordo che anni erano (seconda metà degli anni '50, ndr ), ma aveva già la passione per la musica». Adesso Carolina abita ad Antrodoco, dove lavora nel suo bar, il Rendez Vous. «Dopo mi sono trasferita, per un periodo anche in Inghilterra, dove mio fratello ha un ristorante. Ma in quegli anni ricordo con grande gioia tutta la famiglia Baglioni. Con Silvia (la mamma di Baglioni, che domani compirà 88 anni, ndr ) ci sentiamo tuttora. Sono andata a trovarla a Roma, quando abitava a Centocelle e dopo al Nuovo Salario. Ricordo anche il papà: Riccardo. Una persona squisita. Quando andavamo a trovarlo, o lui veniva da noi, si commuoveva sempre. A Posta abitavano nell'alloggio della Caserma (Riccardo, il papà di Baglioni, era comandante della stazione dei Carabinieri, ndr)». Sposata da 41 anni («oggi è difficile trovare coppie che durano così tanto purtroppo»), Carolina abita proprio sopra al bar, che ora è di Franca, sua cognata: «Per me è come una figlia». Al concerto di lunedì, ci sarà anche lei. V.R.

Il Messaggero 27 Ott.
Dove acquistare gli ultimi biglietti

Claudio Baglioni a Rieti per tre concerti. Il primo domenica, riservato agli affiliati ai Clab, che inizierà alle ore 15 (apertura cancelli ore 13). Il secondo lunedì 30 (biglietti esauriti) alle 21, che aprirà il tour "Tutti qui", con l'apertura dei cancelli alle 19. Il terzo martedì 31: ancora disponibili i tagliandi, probabilmente fino a domenica, quando i fan iscritti ai Clab, acquisteranno gli ultimi rimasti per bissare l'appuntamento. I punti vendita: Maistrello Musica, Bar Deli, Bar dello Sport, edicola piazza Vittorio Emanuele II e libreria Gulliver; Poggio Mirteto (Punto Musica); Collevecchio (Bar Rossi); Magliano Sabina (Monkey's bar). Ma anche sul circuito ticket-one: www.ticketone.it. I prezzi: 46 euro per i posti numerati, 40 per la tribuna non numerata, 28 per la tribuna lato corto. V.R.

Il Messaggero 27 Ott.
Una grande opportunità per i fans di Claudio Baglioni che ...

Una grande opportunità per i fans di Claudio Baglioni che sta trascorrendo questa settimana a Rieti per mettere a punto il tour nazionale ”Tutti qui”. Oggi dalle 14,30 alle 15,30 il cantautore risponderà alle domande dei lettori del Messaggero che potranno raggiungerlo senza ”filtri” telefonando al numero 0746-251003. Sull’edizione di sabato, il resoconto della ”chiacchierata” tra Baglioni e i lettori. Informazioni sulla tournèe di Claudio Baglioni sono invece disponibili sul sito ufficiale dell'artista www.patapan.it oppure su www.friendsandpartners.net/. Oltre che su www.clab.info, sito dell'associazione culturale.

Il Messaggero 27 Ott.
Il nuovo album Il cantautore: «Racconto un viaggio in 29 tappe»
di ENRICO BATTISTI

Conto alla rovescia per l’attesissimo evento del concerto di Claudio Baglioni. Uno spettacolo che si preannuncia di altissimo profilo per tanti motivi, in primis il fatto che il 20 ottobre è uscito il suo ultimo album “Gli altri, tutti qui”, un omaggio ai più grandi maestri italiani della canzone d’autore; una raccolta in cui Baglioni racconta (e si racconta) la storia della musica italiana attraverso le “poesie” di Fabrizio De Andre', Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo ed Ennio Morricone. Un viaggio di 29 tappe, come lo ha definito lo stesso Baglioni, che ha come incipit la cover di Cinque minuti e poi di Maurizio Arcieri, ex leader dei New Dada, che con questa canzone partecipò al Disco per l'Estate del 1968. «Non si tratta di un singolo - ha spiegato Baglioni - perchè del resto sarebbe stato impossibile scegliere tra brani giganti di autori giganti una canzone che potesse dirsi rappresentativa di una raccolta come questa. Si tratta del punto di partenza di un viaggio in 29 tappe, tutte ugualmente importanti. E' un pò come l'incipit di un libro del quale Cinque minuti e poi è la prima pagina, ma non necessariamente la più importante». Nell’album partecipano musicisti del calibro di Luis Bacalov, Danilo Rea, Paolo Gianolio e tantissimi altri che danno particolare enfasi alla raccolta e che hanno riarrangiato insieme al cantautore romano tutti i 29 brani. Il concerto di lunedì si prevede come una alternanza di canzoni tra brani classici e quelli più recenti del nuovo album. All’incirca tre ore di spettacolo che trascinerà gli spettatori in una dimensione surreale e magica: quella che solo Baglioni sa regalare.

Il Messaggero 27 Ott.
Seconda giornata del cantautore a Rieti dove sul megapalco del Pala Sojourner sono in corso le prove del concerto
«Baglioni? Un vero stakanovista»
Riccardo Carotenuto: «Claudio controlla sempre che tutto sia fatto nel migliore dei modi»

di VALENTINO ROSSETTI

«Tre ore di grande musica dal vivo (è la durata di ogni concerto, ndr), con una selezione mozzafiato tratta dalle super premiate raccolte "Tutti qui" e "Gli altri, tutti qui" (sei dischi di platino), gli unici due cd tripli della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti. Il meglio del meglio dei quarant'anni di carriera di uno degli artisti più seguiti e amati, in uno show irripetibile nel quale, per la prima volta, alcuni brani vivranno del fascino delle edizioni originali». Viene presentato così dalla sua segreteria milanese (info line 02-4805731), il triplo appuntamento reatino con Claudio Baglioni, organizzato dall'assessorato alla cultura della Provincia di Rieti. Palco, costumi di scena, strumenti e luci. Tutto pronto. E lui, il grande Baglioni, che si racconta in un’intervista a Rtr e ripesca tra i suoi ricordi di bambino quando percorreva la Rieti-Roma con la famiglia.
E poi torna a seguire passo dopo passo tutti i preparativi. «Claudio sotto questo aspetto è uno stakanovista - spiega Riccardo Carotenuto, promoter dei concerti, oltre a quello tenuto da Madonna, all'Olimpico di Roma lo scorso 6 agosto - Controlla di persona che ogni piccolo dettaglio, ogni piccola cosa sia a posto. Vuole che tutto vada alla perfezione. Una volta, in un concerto all'Olimpico, ci tenne all'interno dello stadio non so quante ore. Ma il risultato fu spettacolare».
«Ma chi è sto’ Stakanov che ’o nominano sempre?» ha domandato tra se, ieri pomeriggio, un operaio al PalaSojourner: «Stakanov, per la Russia sovietica - ha risposto prontamente un collega più informato - era l'operaio modello, capace de rispettà i tempi, eseguì e manovre co’ successo e moltiplicà i carichi de lavoro. Movite 'mbeci...».
E così anche ieri, quasi come all'Olimpico: sempre all'interno del PalaSojourner, dove a coordinare i lavori c’è anche un reatino, Massimo Iacoboni, che segue dal lontano 1982 Baglioni, con la sua società di servizi tecnici che si occupa, oltre alle luci, di tutta l'organizzazione tecnica del tour. Baglioni ma non solo: «Tranne Mina e Battisti, gli altri li ho fatti tutti» spiega Iacoboni; quindi anche cantanti del calibro di Vasco Rossi e Ligabue. «Per tornare a Baglioni, da 5 anni facciamo il cosiddetto avant tour: attività di setup che consiste nell'andare nella tappa successiva della tournèe, quando ancora deve terminare la data precedente. Questo per organizzare da subito tutto l'aspetto tecnico dell'evento. E così fino alla fine del tour. In Italia siamo l'unica società che si occupa di questo».
Informazioni sulla tournèe di Claudio Baglioni sono disponibili sul sito ufficiale dell'artista www.patapan.it oppure su www.friendsandpartners.net/. Oltre che su www.clab.info, sito dell'associazione culturale che prende il nome dalle iniziali del suo presidente onorario: Claudio Baglioni, che suonerà solo per loro domenica.

Il Messaggero 26 Ott.
Baglioni, primo giorno in città
Controlla gli ultimi ritocchi e assapora le specialità reatine

di VALENTINO ROSSETTI

Il colpo d’occhio è notevole. Entriamo al PalaSojourner e il palco sul quale si esibirà Claudio Baglioni è pronto. Occupa tutto il parquet dell’impianto: è un rettangolo aperto su ogni lato, perfettamente visibile da ogni posizione. In alto, seduto nell’ultimo gradone, dove solitamente si vedono i supporter della Sebastiani, c’è un gruppetto di persone. In mezzo ce n’è uno un po’ brizzolato. Perfettamente abbronzato, come sempre: è lui, Claudio Baglioni (inavvicinabile) che dall’alto, controlla gli ultimi ritocchi che gli operai stanno apportando alla struttura. Mangia formaggio, un panino con la porchetta e sorseggia pensieroso una birra. Tutto insieme al promoter, Riccardo Carotenuto, che dopo aver spiegato alla guardia del corpo del cantautore romano, un ragazzotto di due metri, che tutto è a posto, ci spiega come procedono i preparativi del concerto.
«Sta andando tutto alla perfezione: il palco è pronto, manca solo qualche ritocco e quanto prima inizieremo le prove. Come potete vedere, la strttura è davvero notevole: non è troppo alto da terra e si sviluppa su tre livelli, fino a raggiungere un’altezza di 80 centimetri. Per la città - continua Carotenuto, promoter anche degli altri grandi concerti tenuti a Rieti
finora, e dello spettacolo di Beppe Grillo - è un appuntamento speciale. Il più importante che si sia mai tenuto qui». Dopo la chiacchierata, facciamo qualche foto e un giro intorno al palco, dove gli addetti, di tutte le età, sono intenti a controllare che tutto sia in ordine, con Umberto, gentilissimo, a dare le ultime indicazioni. Fuori invece, altri operai, con i frullini in mano a fare il lavoro più faticoso. Dopo qualche minuto entriamo di nuovo. C’era sfuggito un dettaglio non da poco. Le luci: tra lo staff che si occupa dell’attrezzatura, figura anche un reatino. Massimo Iacoboni, 42 anni, da oltre venti in mezzo al mondo della musica. Ha coordinato i lavori d’illuminazione anche per alcuni concerti di Ligabue e Vasco Rossi e seguirà Baglioni nel tour “Tutti qui”. Dal nome del suo ultimo album: un triplo Cd che raccoglie per la prima volta tutti i successi dal 1967 ad oggi. Dal ‘67 perché c’è anche “Annabel Lee”, il primo brano da lui scritto, oltre a “Se fosse lei”, primissima versione di quella che oggi tutti conoscono come “Questo piccolo grande amore” e “La suggestione”, scritta da Baglioni ma cantata da Rita Pavone. L’album termina con “Tutti qui”, in cui il cantante (che forse incontrerà anche alcuni studenti di una scuola reatina) riflette sulla sua carriera di artista e sulla sua vita. Gli ingredienti per un grande evento ci sono tutti: «Insomma, diciamocelo, una volta molte cose erano droga sesso e rock’n’roll - scherza Carotenuto - ora tutto questo è scomparso. Cerchiamo di dare una scossa a questa città: con tutto il rispetto per le categorie, non è che tutti possiamo fare gli impiegati e i ragionieri».

Il Messaggero 26 Ott.
LEGAMI DI BAGLIONI CON LA SABINA
Quando Claudio viveva a Posta con i genitori
di SAMUELE ANNIBALDI
Tra prove, raduno dei Clab e concerti, c’è spazio anche per un amarcord di Claudio Baglioni in Sabina. Da chi ai tempi delle elementari, frequentate a Posta, ha visto crescere il futuro cantautore, fino agli amici con i quali Baglioni ha condiviso
gli studi alle Superiori. Ci saranno tutti al PalaSojourner per la ”prima” del tour nazionale che parte da Rieti lunedì 30 ottobre. La signora Carolina Rufini, che oggi gestisce il bar gelateria Rendez Vous di Antrodoco, amica di famiglia ai tempi in cui il padre di Baglioni, Riccardo, sottoufficiale dei Carabinieri, comandava la Stazione di Posta prima che la famiglia si trasferisse a Roma, non vede l’ora di riabbracciarlo. Poi ci sono gli amici delle Superiori dell’Istituto per Geometri di via Pianciani. Tra i suoi compagni di scuola anche quattro reatini: Giovanni Sileri, originario di Casperia che oggi vive a Roccantica; Marcello Giulivi di Poggio Mirteto che si è poi trasferito a Fara Sabina così come sono di Fara Enzo Festuccia e Domenico Rinaldi. Dopo il diploma più di una volta si sono rivisti con Baglioni per delle rimpatriate. Sileri frequentò anche i primi due anni di Università nella facoltà di Architettura insieme a Baglioni e lo accompagnò nel 1970 alla Rca dove il cantautore incise il suo primo disco: Una favola blu e Signora Lia. «Ora che è a Rieti - dice Giovanni Sileri - può essere un’occasione per trascorrere una serata con Claudio, tutti insieme come ai bei tempi».

il Tempo 26 Ott.

di ALESSANDRA PASQUALOTTO FULL immersion per allestire lo spettacolo e neanche il ...
... tempo di mettersi a tavola per un boccone. È successo così nel primo giorno reatino di Claudio Baglioni, arrivato martedì sera in città e già ieri mattina presto ha fatto avanti e dietro al Palasojourner a bordo di una Mercedes argento super blindato. E mentre il suo staff è stato tutto il giorno al lavoro per l’allestimento, il cantante ha dato continue
indicazioni in quel completo dispiegamento di forze e di strutture. Tutti addetti ai lavori ma alle prese con qualche novità che riguarda, ad esempio, l’enorme struttura ad arco mai utilizzata finora, con il palco sistemato su diversi livelli che combacia esattamente con l’ampiezza del parquet di gioco e l’impianto luci e audio interamente sospeso. Ed anche questa è novità dove su ogni lato sono state sistemate almeno sei casse. «Stiamo lavorando da domenica scorsa ininterrottamente – ha spiegato il manager di Baglioni Riccardo Carotenuto – martedì abbiamo tirato fino alle quattro del mattino e Claudio è stato
sempre con noi. Ieri alle 8 eravamo di nuovo al lavoro». Intanto Rieti chiede attenzione: fan, stampa e tv, scuole che aspettano di vedere il cantante, di strappargli un’intervista, di conoscerlo. Ma non tutti rimarranno soddisfatti, forse nemmeno la Provincia che questo appuntamento l’ha confezionato e voluto dall’inizio. Non è stata confermata ancora infatti la
conferenza che potrebbe tenere il presidente Fabio Melilli con Baglioni per la quale si deciderà nei prossimi giorni, mentre sembra probabile che a rimanere fuori dal Palasojourner ci sarnno fotografi e operatori tv. «Dobbiamo valutare le tante richieste – continua il manager – ma i tempi sono strettissimi e non so se riusciremo ad accontentare tutti, anche se c’è la volontà piena di farlo. C’è poco tempo per provare lo spettacolo e domenica alle 15 in punto dovremo essere pronti». Oggi via alla prima giornata di prove e all’accensione dell’impianto luci e audio, mentre i fan rimangono a secco davanti all’albergo
e al Palasojourner. Tutto prima del triplo appuntamento di Rieti e della seconda tappa del tour in programma a Caserta.