|  | Claudio Baglioni e Pino Scaccia Nacque a Sirolo 
  un'amicizia sempre viva nell'anima
   Ancora oggi mi meraviglio di aver 
  dato quel passaggio. Forse e' stato l'unico autostoppista che ho preso in vita 
  mia. Boh, deve significare qualcosa. Quell'incontro, casualissimo, con Claudio 
  Baglioni al bivio per Portonovo resta nitido anche dopo piu' di trent'anni. Lo 
  rivedo Claudio adesso: stessa faccia, ma i capelli bianchi. Come me. Lui piu' 
  di me (eppure e' piu' giovane). Stavo a Baghdad nei giorni scorsi quando mi e' 
  arrivata una mail con l'articolo del "Corriere Adriatico". Anche lui ricorda 
  bene Portonovo. Quell'amicizia spontanea, persa da tempo fisicamente perche' 
  le nostre strade naturalmente sono diverse, ma certo viva nell'anima. Stavo in 
  Iraq a testimoniare gli orrori di una guerra sbagliata (come se ci fossero 
  guerre giuste) mentre lui dedicava la sua ultima canzone all'impegno contro 
  tutte le guerre del mondo. Destini incrociati. Claudio ha detto che i suoi 
  genitori hanno letto migliaia di volte il mio articolo su di lui, perche' era 
  il primo. Io ho ancora conservata la lettera che mi mando' dalla Germania dopo 
  uno dei primissimi successi. Mi sarebbe piaciuto stare ad Ancona per il 
  debutto del suo nuovo tour. Non posso, ma spero di incontrarlo a Roma. Magari 
  riprenderemo a parlare del nostro quartiere popolare, dove siamo nati a pochi 
  palazzi di distanza, e riscopriremo quant'era bello allora: lui con la 
  chitarra in spalla e io cronista pieno di speranze. Entrambi odiamo, ritengo, 
  i bilanci, ma se pure ci venisse in mente di farlo, sarebbe un bilancio 
  positivo. Perche' ci ritroviamo a fare le stesse battaglie. Pino Scaccia Con Pino 
  Scaccia in autostop a Sirolo 
 
  L'intesa con le Marche per Claudio Baglioni comincia da lontano. E affonda le 
  sue radici addirittura nel 1973: "Vent'anni fa", racconta lui. Poi si 
  corregge: "No, erano trenta. Ma come è? - scherza - Questo 1970 si allontana 
  sempre più". Eh già, ne è passato di tempo. Ma il ricordo è vivo. E Claudio rammenta 
  proprio tutto. E coinvolge anche noi del Corriere perché protagonista 
  dell'aneddoto è niente meno che un altrettanto giovanissimo Pino Scaccia, 
  all'epoca cronista in erba e oggi uno dei più conosciuti inviati speciali del 
  Tg1.
 Anni Settanta dunque. Claudio è uno dei tanti ragazzi che tentano l'avventura 
  nel mondo della musica. O per lo meno uno di quelli che all'epoca giravano 
  zaino e chitarra in spalla con l'autostop. Eh sì, altri tempi. A Sirolo c'è 
  "Speciale tremilioni" rassegna dedicata alle voci emergenti - come si direbbe 
  adesso - ripresa perfino dalla tv. "La mia prima trasmissione", ricorda 
  Baglioni.
 Com'è come non è ad Ancona ci arriva. E' il tragitto per Sirolo che lo 
  preoccupa. Ma basta che alza il pollicione che ecco un'auto si ferma. "Alla 
  guida - racconta - c'era un giornalista che adesso lavora alla Rai di 
  Roma...". E non è difficile immaginare il nostro Pino in missione. "Scrisse un 
  articolo bellissimo, i mei genitori ancora lo conservano. L'avranno letto e 
  riletto un migliaio di volte. Il primo pezzo che parlava di me". E che - con 
  acume - rivelava il fenomeno-Baglioni. "In pratica - racconta Claudio - un 
  elogio di quel ragazzo timido e semplice che aveva fatto breccia più di tanti 
  cantanti famosi che giravano con i macchinoni... Più o meno - ride - come 
  faccio io adesso".
 Marche terra dei primissimi esordi. E alle Marche Baglioni ritorna quando ha 
  voglia di musica vera. Come quella del Premio Recanati. "Negli anni - dice - 
  se ne ascolta sempre meno. Quasi tutti gli artisti non "sentono" i colleghi ma 
  li "sorvegliano". Io ne ascolto di meno perché non vorrei che la musica 
  diventasse il mio mal di mare, la mia nausea. Ascolto quello che capita alla 
  radio o di chi non so chi sia. Cerco musica vergine, che abbia più sprint e 
  autenticità. Come quella del Premio Recanati".
 E Marche anche per un altro esordio, quello che l'8 gennaio con un suo 
  concerto ha introdotto la musica leggera alle Muse appena restituite alla 
  città. Per lui i fans si erano messi in fila fin dalla notte prima 
  dell'apertura dei botteghini: 700 biglietti venduti in 5 ore. Un evento, una 
  grande emozione. "L'acustica? Qualche problema sì c'è stato - risponde lui a 
  una domanda - ma poi è stato superato". E per quanto riguarda la struttura, 
  certo, quando si cambia c'è un problema di adattabilità. "Ma comunque mi 
  sembra che così concepito il teatro si inserisca meglio in una dimensione più 
  vasta, internazionale". In attesa, magari, di un altro suo concerto. (Pia 
  Bacchielli)
 Un articolo lungo trent'anni....A firmare quell'articolo un giovane giornalista che ora è l'inviato di punta 
  del Tg1, Pino Scaccia. Al Corriere Adriatico hanno rispolverato sia la carta 
  che le immagini e il velo dei ricordi si è aperto a vecchie emozioni.
 
 SIROLO - Lanciamo l'auto a... ragionevolmente folle velocità su' per i 
  tornanti del Conero, perchè è tardi e l'happening di Sirolo sta per iniziare. 
  Proprio davanti all'incrocio per Portonovo, vediamo un ragazzo che agita il 
  pollice implorando l'autostop. Ha i capelli sulle spalle, un viso pulito, 
  fresco, un sacco rigonfio, un calzone e una maglietta. In più una chitarra. 
  Nella custodia. Ci fermiamo. Così, stranamente, perchè non siamo usi a 
  concedere autostop.
 Il ragazzo sale in macchina e ben presto scopriamo che siamo entrambi romani. 
  «Bello il Conero», ci fa. Sei qui in vacanza?
 «Sì. Vengo da Roma in 
  autostop. E tu?». Lavoro ad Ancona. Fumi? «No, grazie; non fumo». Dieci chilometri di 
  strada ancora. Ci scambiamo ogni tanto qualche battuta. Poi, arriviamo. Lo 
  lasciamo sulla piazzetta di Sirolo.Un quarto d'ora dopo, lo rivediamo con Guccini e Leo Ferrè. «Strano», 
  pensiamo.
 Scendiamo giù, nel prato teatro dello spettacolo. Uno sguardo intorno e 
  rivediamo quel ragazzo con una camicia hippy gialla e la chitarra (senza 
  fodero ora) attaccata al collo. La segretaria di produzione arriva per mettere 
  a posto tutte le cose e ci saluta. Ossia saluta sia il sottoscritto che... 
  quel ragazzo.
 Ci scambiamo un'occhiata. Porca miseria, è ora di svelare il mistero! Il 
  ragazzo che è venuto in autostop da Roma è Claudio Baglioni.
 Canta «Io, una ragazza e la gente» e i giovani di Sirolo lo ricoprono di 
  applausi. Diventiamo amici, quasi d'incanto.
 Così, scopriamo che Claudio è della RCA, che è un grosso cantautore (tre 
  canzoni fra tante: «Suggestione» e «Se caso mai» di Rita Pavone e «Amore, 
  amore un corno» di Mia Martini che abbiamo sentito di recente al Cantagiro.
 Scopriamo, pure che tra due giorni avrà gli esami.
 - Che esami? «Faccio architettura». Ecco, questo è Claudio 
  Baglioni, un ragazzo che vale. Artisticamente, intendiamo. Ma anche un ragazzo 
  «vero», che per andare a cantare fa trecento chilometri in autostop («mi 
  piace») e che non è stato capace di dirci, che andava a Sirolo per essere 
  ripreso dalla televisione ed essere applaudito.Vedete, a noi piacerebbe un mucchio presentare Claudio Baglioni a Modugno. Un 
  tipo che non solo non ci va in autostop a cantare (ad una certa età, in fondo, 
  non si può pretendere), ma che arriva, fa lo schizzinoso e poi sparisce. 
  Pino Scaccia
 
  
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  Pino Scaccia 
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