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L'attesa, notizie principali

(Corriere della Sera)
Baglioni sceglie artisti per lo show

Claudio Baglioni parteciperà di persona alle audizioni per il migliaio di artisti che lo accompagneranno nel suo nuovo e imponente tour. Musicisti, ballerini e artisti di strada che saranno con lui al concerto allo Stadio Olimpico il primo luglio. È stata già fissata la data romana delle selezioni, il 17 maggio dalle ore 10 alle 22. Il luogo è ancora da definire. Salzano, che organizza il tour del cantautore romano, spiega: «In ogni città dove Claudio si fermerà a cantare, "recluteremo" un migliaio di artisti. Partiremo il 9 maggio e finiremo il 23». Le selezioni avverranno alla presenza di Bepi Morgia, regista dello show di Baglioni, e del coregorafo Luca Tommasini. Baglioni non assisterà alle audizioni complete, ma ha promesso la sua presenza a ogni data di questo mini-tour. E, a sorpresa, con la sua chitarra, potrebbe intonare anche qualche canzone.

"CI SONO ANCH'IO"
CLAUDIO BAGLIONI TOUR 2003

Partono le selezioni per partecipare all'evento musicale del 2003 (Sito ufficiale 23/Aprile)

Essere attori e non semplici spettatori. Portare, nel cuore del più grande show del 2003 la propria energia, la propria espressività, i propri gesti, la propria sensibilità, la propria voglia di spettacolo. Fondere le mille voglie artistiche di altrettanti "io" nella più grande ensemble che abbia mai animato le scene di uno spettacolo pop. È questo il senso di "ci sono anch'io" l'iniziativa attraverso la quale Pepi Morgia e Luca Tomassini - rispettivamente regista e coreografo del tour - puntano a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (Ancona 14 giugno, Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno, Roma 1 luglio, Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio) nei cui stadi Claudio Baglioni ambienterà il suo live 2003. Uno show senza precedenti che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che, ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Un happening incandescente. Uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso. Un working-progress creativo che renderà il tour 2003 di Claudio Baglioni un'esperienza assolutamente unica ed irripetibile. Gli interessati alle selezioni di scuola di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda allegata con tutti i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o all'indirizzo e-mail: tour2003@baglioni.it                                                                         

FEGIZ FILES RADIO DUE Sabato e Domenica Ore 12: Sabato 19: Grandi eventi musicali
estivi. Domenica 20: Intervista esclusiva con Claudio Baglioni

Domenica 20 aprile - INTERVISTA ESCLUSIVA A CLAUDIO BAGLIONI E ANTEPRIMA ASSOLUTA DEL BRANO *REQUIEM* IN OCCASIONE DELLA PASQUA
Claudio Baglioni sarà il protagonista di un’esclusiva intervista per la puntata pasquale di Fegiz Files. L’artista romano, assente da oltre due anni dalle scene, torna con un nuovo album e con un tour in sette date evento per l’estate 2003. Nel corso della trasmissione parlerà delle varie fasi della sua carriera, del nuovo album (attualmente in fase di lavorazione finale e in uscita a fine maggio) e del tour con
un’ orchestra di 42 elementi , 80 performers e 1000 artisti di strada, che partirà il 14 giugno da Ancona. Nel corso della trasmissione di questa domenica di festa, ascolteremo la prima canzone dell’album, “Sono io” e – in anteprima per Fegiz Files - “Requiem”, canzone sinfonica, dai toni religiosi, che verrà trasmessa in anteprima radiofonica assoluta per la giornata della Pasqua.Si parlerà inoltre delle varie tappe del tour, che partirà il 14 giugno da Ancona, e che sarà a Milano il 19, a Padova il 23, a Firenze il 27, a Roma il 1° luglio, a Napoli il 5 e a Catania il 12.

(Il Messaggero Giovedì 17 Aprile 2003 )
Da oggi “Sono io", uno dei brani del cd in lavorazione, in onda sulle radio
Baglioni: kolossal a Roma
«Al concerto di luglio voglio mille persone con me»

ROMA — La sua ansia è una leggenda. «Se, potessi andrei a casa della gente a dare gli ultimi ritocchi alle mie canzoni, anche quando sono state già stampate, distribuite e comprate», confessa Claudio Baglioni. Racconta che nel disco precedente, Viaggiatore sulla coda del tempo, ha continuato a fare cambiamenti fino alla fase finale di masterizzazione. Se fosse giornalista inseguirebbe i suoi articoli fino alla rotativa. E anche stavolta il nuovo album, la cui uscita è fissata per fine maggio (ma ancora senza titolo e senza data, tanto per non avere tagliole ansiogene), resterà "aperto" a possibili ripensamenti.
È fatto così Claudio, pignolo, perfezionista e cacadubbi. Ma quell’ansia, quell’adrenalina che precedono il debutto sono la sua forza. È la voglia di fare meglio, di rendere al massimo. Anche dopo trent’anni di carriera e di successi con l’inevitabile maturazione e la maggior sicurezza acquisita. Sono i vantaggi (o le consolazioni) del tempo che passa. Confessa, cantando in una delle nuove canzoni, che si sente "un po’ più vecchio ad ogni inverno". «L’età pesa - ammette -, ma ho il privilegio di fare un mestiere che ti permette di restare giovane». A dispetto dei capelli grigi e della polemica innescata dai manifesti che annunciano i suoi concerti estivi e dove il cinquantenne Baglioni appare singolarmente platinato:. «Sono uno dei pochi che non si tinge. L’unico provvedimento che ho preso è stato di proibire i riflettori gialli nelle foto» racconta.
In questo disco punta su altro. Certo, la canzone che fa da apripista all’album e da oggi suonerà nelle radio, Sono io («ma non uscirà come singolo, perchè i singoli non hanno senso, li detesto: è solo la prima in ordine di ascolto»), è un tema semplice, melodico, alla Baglioni, che conquista subito. Il brano, però, sui cui viene diretta l’attenzione ha ben altre velleità. Velleità che si scoprono fin dal titolo: Requiem. Un pezzo che non è una canzone, che usa gli archi di un’orchestra sinfonica (incisi a Londra), che non dura quanto una normale composizione pop, ma neppure quanto una composizione classica (siamo sui sette minuti). Un pezzo (già offerto in ascolto ai fan del suo sito internet e sarà di nuovo disponibile nei giorni di Pasqua) che grida, parla del «mondo in agonia sulla scia di un lungo requiem» e ha l’ambizione di suonare forte «più forte della morte», mentre le percussioni tengo il ritmo degli spari.
Claudio indossa l’abito da sera (con le code), scende sul fronte dell’impegno pacifista anche se le parole di Requiem non si riferiscono al conflitto iracheno, essendo state scritte sei mesi fa. Ma sul tema ha le sue idee: «È mancato il grande gesto. Si sono sventolate mille ragioni e nessuna. La guerra è sembrata un grande pretesto per il grande mercato. Non è stato filato nemmeno il Papa. E ora è come se ci fossimo tolti un tumore, senza preoccuparci dei danni riportati dal nostro spirito». Però, non abbandona il sentiero dei sentimenti, a rischio di dare spago ad antiche accuse. «In questo album ci sono brani sentimentali stile anni 70, un po’ alla Mille giorni di te e di me. Ma parlo anche di me, di mio padre», racconta. Arriva al punto di definire il disco «una raccolta di inediti, un riassunto più che una ricerca. Una sorta di fotografia, un che punto sono?». Già a che punto è Claudio? Pacifista e sentimentale «con alle spalle trent’anni di mestiere» e la voglia di rendere la sua musica semplice e diretta. Forse proprio per questo si sbilancia: «Non l’ho mai detto in passato, ma questo mi sembra davvero il miglior disco della mia carriera». È ottimista, a dispetto dei tempi e della crisi che tocca il disco: «Mi dispiace il modo in cui è considerata questa musica. Passa l’dea del "sta lì e me la piglio". Siamo dei privilegiati, ma offende la scarsa considerazione che c’è verso quello che facciamo». di MARCO MOLENDINI

(l Gazzettino online)
INTERVISTA Il cantautore romano anticipa notizie sul suo prossimo disco e il tour atteso a Padova in maggio 
Baglioni torna a cantare l'amore semplice 
Oggi in radio il nuovo singolo "Sono io", preceduto su internet da un "Requiem" sulla guerra 
 
Claudio Baglioni torna a coniugare cuore e amore, a modo suo naturalmente, e con i suoi tempi. Chiuso da settimane in uno studio milanese sui Navigli, il cantautore romano affiderà oggi alle radio l'anteprima del suo nuovo album atteso per metà maggio.
 
Tanto per rassicurare i fan disperati dopo la comparsa dei manifesti che annunciano il prossimo megatour di giugno chiariamo subito che il loro beniamino non si è tinto i capelli di biondo e che la sua pettinatura è scarmigliata ma simile a sempre. «Ormai su di me ne leggo e ne sento di tutti i colori - commenta sardonico - come la storia dei miei lifting, uno, due, e i vari titoli del mio nuovo album che non si chiamerà "Io". In realtà l'unico lifting l'ho fatto anni fa stirandomi la faccia contro il muro del palazzo delle sorelle Fendi. So che poi chi ha comprato il rottame della mia Porsche - che fra l'altro avevo già venduto - l'ha rimessa a nuovo e venduta a un amatore come "la macchina su cui Baglioni ha fatto l'incidente"».
E il titolo del disco?
«Era un gioco pubblicitario - spiega Rossella Barattolo, da anni compagna di Claudio - con un primo manifesto dove non c'era scritto altro che "Io Io" e in un secondo tempo il poster completo con la scritta ClaudIO BaglIOni che annuncia il tour».
«Il fatto è che come si chiamerà il nuovo disco non l'ho ancora deciso. Anche perchè - ride - non l'ho ancora finito. Il bello della tecnologia di oggi è che ti consente di rifare e ritoccare tutto fino all'ultimo minuto, ed è quello che sto facendo. Ho deciso di ricominciare da me, cantando semplicemente e facendo un bilancio di 35 anni di musica. Ci sono canzoni come "Domani", "Bolero un po' di più", "Per incanto per amore" che ho tratto dall'armonia di una famosa cantata di Bach e "Loro sono là" storia di guerra, scritta prima del conflitto nei Balcani, che racconta di un amore fra una ragazza di un paese occupato e un "occupatore". E altre che scopriremo fra un paio di settimane. È il disco più veloce che abbia fatto da anni. Ne avevo bisogno dopo aver chiuso con "Viaggiatore", molto filosofico, la trilogia iniziata con "Oltre". Qui parlo di amore, felice, maturo, consapevole, tragico, parlo di guerra, di assenza di guide, dell'assenza del padre».
 
Due assaggi sono comunque già pronti. Il primo è "Sono io", brano di apertura dell'album, che sarà dato oggi in anteprima alle radio. Il secondo è "Requiem", canzone sinfonica contro la guerra che qualche fortunato ha già ascoltato grazie a Internet.
 
«L'avevo messa da scaricare liberamente da internet sabato scorso come omaggio alla giornata pacifista. Non ho detto niente a nessuno, eppure si sono collegati il 37mila. È incredibile. Sto pensando di rimetterla in rete il giorno di Pasqua». I fan sono avvisati.
 
"Requiem" è un'inquietante canzone sinfonica che si apre con echi di tamburi lontani come esplosioni e cresce strofa dopo strofa mentre l'orchestra trova l'accordo.
 
"Lassù cantano le colombe della guerra mentre quaggiù urlano ai crcevia le trombe. Tutti a terra giù": «È un'idea che mi era venuta in mente prima degli ultimi sviluppi bellici. Ero al Petruzzelli di Bari, fra le macerie, per un concerto il 5 gennaio con l'Orchestra del teatro bruciato e faceva un freddo cane. Guardando i musicisti che cercavano di suonare con le mani gelate, fra le macerie, mi sono venute in mente altre macerie e l'idea di giocare con la metafora dell'umanità come un'orchestra in cui molti dimenticano di suonare il proprio strumento che poi è il pensiero, l'opinione, e che in un teatro assediato, un modo di contrastare la guerra è una chiamata agli strumenti, e se l'orchestra non può fermare la morte almeno può suonare più forte, superare il rumore dei cannoni».
 
È una metafora un po' felliniana che comunque rientra nell'idea che fa da filo conduttore al prossimo album, e che è espressa in "Sono io". Ballata rock dal ritmo popolaresco, autobiografica, tiria le somme della propria vita rivolgendosi alla donna a cui ha preso male e bene, al figlio a cui non ha datto tutto, a se stesso "un po' più vecchio ad ogni inverno, tutta una vita in gioco per quattro spiccioli di eterno", per poi rivelarsi come "l'uomo della storia accanto".
 
«L'io di cui parlo è il contrario dell'ego. È dare valore a ogni singolo "io" alle individualità, alle ricerche personali, fino a scopirire che Io è Noi e viceversa». Io-Noi è un concetto e anche un palindromo. Ma Baglioni questa volta ha cercato di giocare meno con le parole per ritrovare un modo veloce e diretto di raccontare le sue cose. Il disco - spiega - è una raccolta di canzoni diverse, ciascuna con una sua autonomia: «Dovrebbero essere 12, penso 13. stiamo rifinendole in questi giorni. E c'è una grande varietà musicale».
 
E sul concetto di varietà individuale in un mondo unico si svilupperà anche il concerto del tour che partirà il 14 giugno dallo stadio del Conero di Ancona, con tappa il 23 a Padova. Palco centrale, quaranta musicisti per un totale di settanta, ottanta persone in scena e tutt'attorno un continuo divenire di azioni, persone, danze, suoni, movimenti a creare i tanti quadri contemporanei della vita nel mondo, usando la musica di Baglioni come una colonna sonora: «Luca Tomassini e Pepi Morgia stanno curando questa parte scenografico-coreografica selezionando gruppi di performer, danzatori, acrobati, etnomusicisti, atleti, gruppi circensi e altro. L'idea è quella di coinvolgere gruppi e situazioni differenti in ogni piazza che toccheremo, coinvolgendo scuole di danza, istituti artistici, professionisti e semi professionisti. Ogni sera quindi lo spettacolo sarà necessariamente unico e diverso, a parte il 50/60 per cento di musica e cose che porteremo noi. Mi piace quest'idea dell'insieme collettivo di diverse individualità, perchè il destino del mondo si giocherà su questo».
 
In tempi lontani hai recuperato in "Ninna nanna nanna ninna" i versi antibellici di Trilussa. Di quello che sta succedendo oggi cosa pensi?
 
«Che è stata una occasione mancata per il mondo che si va a costruire. Umiliante per la predeterminazione con cui ci si è arrivati. La guerra è stata brutta come tutte. Insopportabile soprattutto la cappa asfissiante della sua preparazione, della sua "inevitabilità". Ti senti un nulla, impotente. Per questo quando vedo le bandiere che si alzano a protestare mi commuovo perchè vedo che qualcuno ha fatto qualcosa, che la partecipazione dei singoli è ancora una realtà. La verità nasce dal basso e sento molto oggi questo senso di patria mondiale, di un prossimo che non è solo chi è vicino ma anche chi arriverà da lontano. È il senso del "ragazzo della storia accanto" che è in questo lavoro».Giò Alajmo

(L'eco di Bergamo 17 Aprile)
Non solo amore: Baglioni, questo piccolo grande pacifista

Un grande tour attende il cantautore: tutto negli stadi, sarà spettacolarizzato da imponenti coreografie
Un ritorno alla semplicità delle origini, con 13 nuove canzoni d'amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l'eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo Top secret , in uscita il 23 maggio. Da oggi nelle radio Sono io , prima traccia del cd, da cui prenderà le mosse un tour dall'allestimento colossale in 7 stadi.
«L'ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», ha spiegato il cantautore romano, che ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica».
Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita 13 anni anni fa con il doppio Oltre , continuata con Io sono qui e conclusa nel '99 con Viaggiatore sulla coda del tempo , Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni '70, per assecondare - ha detto - «il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente». L'amore a 360 gradi, individuale ma anche universale, gira intorno all'io. «Un io inteso come una storia che vive accanto a tante altre storie, che dobbiamo fare incrociare di più», ha detto. Chiuso il ciclo dei «concept album», un disco che racchiude 13 piccoli mondi compiuti, «13 voglie d'amore: amore per le persone, per il mondo e per le persone del mondo».
Requiem e Per incanto e per amore sono due dei brani suggeriti dal bisogno di pace e di solidarietà. Così l'autore racconta ciò che lo ha spinto ad inserire nel disco una canzone come Requiem , contro ogni guerra. Partendo dal presupposto che l'umanità è una grande orchestra, «quando qualcuno smette di suonare il suo strumento, smette di far sentire la sua presenza, la sua voce, la sua opinione. Così altri strumenti prendono il sopravvento e sono spesso quelli dai suoni brutti. Finiscono per dominare la disarmonia, la bruttezza, la violenza, la guerra e la morte. È lì che il musicista ha la possibilità e la responsabilità di ricominciare a suonare e dire la sua. Anche se non può arrestare la morte, può suonare più forte di lei».
Più che di un nuovo corso, occorre parlare di un' evoluzione dell'impegno del passato di canzoni come Ninna nanna , Pace e Loro sono la , candidate infatti a fare il loro ingresso in scaletta nei concerti estivi negli stadi (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). Ci saranno alcune canzoni nuove (non tutte) e anche alcuni dei più grandi successi, ultimamente relegati in sintesi nel medley.
Per il live Baglioni annuncia un allestimento imponente, con una scena che occuperà l'intero spazio del campo di calcio: 70-80 presenze fisse (la sua band orfana del tastierista Danilo Rea, una sezione orchestrale di 42 elementi, e il corpo di ballo del coreografo Luca Tommassini) e centinaia di ospiti integrati nello spettacolo e reclutati ogni volta con casting locali fra danzatori, atleti e artisti di strada. «Da un magma iniziale - ha spiegato Baglioni - prenderà forma il concerto, che durerà circa 3 ore. Anche la scena cambierà nel corso delle serate, con il contributo di accademie ed esperti di arti figurative. Alla fine le canzoni faranno quasi da colonna sonora a ciò che avviene sulla scena»: l'esatto contrario di quanto accadeva nell'ultimo giro di concerti InCanto, tra pianoforte e voce .
 

(Corriere della sera 17 Aprile)
In attesa del nuovo album, il musicista presenta il tour che dal 14 giugno lo porterà in sette stadi italiani
 
«Non fuggo più, è finito il Baglioni inquieto»
 
Il cantautore: comincio dalla riconciliazione con me stesso e da un Requiem contro la guerra
 
MILANO - «Sono qui, controlli pure, non sono biondo o platinato», esordisce Claudio Baglioni, 52 anni il 16 maggio. Scattiamo una foto digitale e, come per incanto, nello schermino i capelli sale e pepe sembrano biondo platino. «Ha visto, i capelli prendono il giallo dell'illuminazione». Chiarito il dettaglio del look (la capigliatura dei manifesti murali e stata infatti scurita dopo che in molti si erano stupiti, cambiando illuminazione) Baglioni racconta il suo ritorno discografico e sulla scena (il tour partirà il 14 giugno da Ancona e sarà a Milano il 19, a Padova il 23, a Firenze il 27, a Roma il 1° luglio, a Napoli il 5 e a Catania il 12). Intanto passerà la Pasqua a Milano, in sala d'incisione. La data di consegna del nuovo album, annunciato per maggio, è incerta, come il titolo. Certo invece il primo singolo intitolato «Sono io» da oggi nelle radio. Anche stavolta parole e musica pianificate secondo una precisa architettura?
«Già, l'architettura. Lo sa che alla fine dell'anno mi laureo con una tesi sull'utilizzo degli spazi per l'intrattenimento? Io sono solo geometra e ho sofferto molto di questo. Ma nella zona periferica dove abitavo non c'erano licei. Poi mi sono iscritto ad architettura negli anni in cui si piangeva molto per via dei lacrimogeni, a Valle Giulia, dove ha sede la facoltà. Sono 25 anni che pago le tasse universitarie e finalmente…».
Torniamo all'architettura della canzone.
«Suoni, parole incastri. Tutto deve essere in ordine, definitivo. Sono maniacale. Io non lascio mai in disordine neanche le camere d'albergo, così che nessuno abbia un pretesto per toccare i miei oggetti o i miei abiti».
La canzone dura oltre cinque minuti. La solita paura di non aver detto tutto?
«E' la costante del mio lavoro e della mia vita. Ma stavolta meno del solito. Ci si abitua al silenzio, all'incompletezza, alla magia indeterminata della musica, alla semplicità di una singola storia che si incrocia con altre. "Ti voglio bene" a una donna e "mi manchi" ha un amico hanno più senso di tante puntigliose analisi».
Questo «io» ricorrente della canzone che cosa significa?
«Fiducia nella vita, scoperta che questi tanti "io" sono più importanti di un "noi", di una maggioranza che spesso pensa di avere ragione per forza».
Varie fasi nella sua carriera artistica, la sentimental-descrittiva, quella più ermetica e introspettiva. E adesso?
«Passato dalla condizione di chi scappa e non vuol essere in nessun posto (nemmeno Altrove, perché anche quello è un posto), a quella chi torna per stare in un posto fisso col piacere di essere reperibile. Una fase meno inquieta.»
Sicuro?
«No. C'è sempre l'inquietudine della vigilia, la voglia di superarsi. Ma un amico mi ha detto: smettila di mettere l'asticella sempre più in alto».
L’album si conclude con una canzone sinfonica dai toni religiosi intitolata «Requiem»...
«E il contrario di "io". Stavolta è… "noi". Io immagino l'umanità come una grande orchestra che suona ogni giorno una partitura differente. Qualcuno suona sempre meno e sempre peggio o delega ad altri il proprio ruolo. Prevalgono così i suoni grossi, brutti, della morte, della guerra, della sopraffazione dell'ingiustizia. E' una chiamata non alle armi, ma agli strumenti, affinché torni la fierezza dell'uomo-orchestrale. Anche se non fermeremo la morte suoneremo più forte di lei».
E lo show?
«Sette stadi per un concerto… non concertato. Un'orchestra di 42 elementi e un balletto di 80 persone. Coinvolgimento e improvvisazioni città per città con realtà artistiche (comprese le installazioni scenografiche) o sportive organizzate. Partendo da un concetto: si dice che non ci sono spazi per la musica, in realtà spesso non c'è musica per certi spazi. E' la musica che si deve adattare alla situazione e non viceversa». Mario Luzzatto Fegiz 
 
(Il Tempo giovedì 17 aprile 2003)
INTERVISTA CON BAGLIONI

«SONO io», nuovo singolo di Claudio Baglioni, da oggi in tutte le radio, anticipa di oltre un mese l'uscita del nuovo album del cantautore romano, ancora rintanato in uno studio milanese nei pressi di Porta Genova. «Quando mi chiedono qual è la cosa più bella di Milano - ironizza lasciando trasparire un po' di stanchezza - rispondo il treno per Roma. Nel disco c'e' tutto quello che avevo dimenticato».
Ci vuole parlare degli altri brani dell'album?
«Il disco è caratterizzato da due elementi dominanti. Il primo è senz'altro la dignità dell'io, non inteso come ego, ma in quanto storia da rispettare. L'altro è l'amore, non quello per determinate persone ma per il mondo intero. Musicalmente è vario: si va da una rock ballad come "Sono io" a "Requiem" un pezzo con un respiro decisamente più ampio. Sembra scritto apposta per questo clima di guerra in cui viviamo. In realtà l'ho scritto sette, otto mesi fa. L'idea è quella di paragonare l'umanità ad una grande orchestra; se la guerra cerca di sopraffare il suono dell'armonia e della bellezza, spetta a noi suonare il nostro strumento e quindi il nostro cuore il più forte possibile, più forte della morte».
La condiziona l'etichetta di cantautore del "romanticismo adolescenziale"?
«A 35 anni esatti dal mio debutto sono felice di fare canzoni d'amore ed almeno cinque brani dell'album parleranno dell'amore sentimentale in senso stretto. Certo non credo alle etichette, anche perché ho scritto molto di più di quello che può essere definito in una sola volta».
Si è parlato di un suo presunto nuovo look biondo platino. Quanta importanza dà alla sua immagine?
«Dopo la catacomba lavorativa in cui ero sprofondato, mi è dispiaciuto davvero dover rientrare, accolto da una chiacchiera di questo tipo. Ma ci sono abituato e anche questo è un segno dei tempi. Qualche anno fa si parlò del mio lifting. In quel caso mi fecero sentire un operato e un cretino, anche perché mi dissero che avevo pagato molto di più di quello che in realtà costava un intervento del genere».
A proposito di senso del ridicolo: una volta ha affermato che andare in tv è come essere insieme Don Chisciotte e Lancillotto. Che rapporto ha adesso con la tv?
«A forza di essere eroici si finisce a dover fare i conti con le fregature. La tv è spiazzante, a volte ti obbliga a produrre con frenesia, altre volte con leggerezza. Ad ogni modo non ti accoglie mai in maniera vera. L'unico modo per affrontarla è quella di proporsi come personaggio televisivo. Il varietà non esiste solo perché c'è qualcuno che aziona una telecamera, ma purtroppo le idee scarseggiano sempre di più ed ecco che la tv diventa un grande videocitofono».
Il tour partirà all'indomani dell'uscita del disco. Anche questa volta ha pensato ad uno spettacolo complesso, pieno di sorprese ed effetti speciali?
«Gli spazi modificano la musica. Prendiamo l'Olimpico dove sarò il primo luglio: io so che ho a disposizione circa trecento metri di spazio da gestire. Per questo ho scelto di essere di nuovo al centro della scena». di TIMISOARA PINTO
 

(Liberta'17 Aprile)
In uscita il nuovo album del cantautore
Baglioni: «Canto guerra e amori»
 
 Roma Un ritorno alla semplicità delle origini, con tredici nuove canzoni d'amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l'eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo top secret, in uscita il 23 maggio. Da domani nelle radio Sono io, prima traccia del cd, da cui prende le mosse un tour dall'allestimento colossale in sette stadi. «L'ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», spiega il cantautore romano, che ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica». Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita tredici anni anni fa col doppio cd Oltre, continuata con Io sono qui e conclusa nel novembre '99 con Viaggiatore sulla coda del tempo, Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni '70 «per assecondare il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente».

( Il Resto del Carlino 17 Aprile)
L'amore, la guerra
«Sono io: Baglioni»

MILANO — Diciamola tutta, Claudio Baglioni ci tiene ai suoi 52 anni portati con nonchalance. Soprattutto ora che ha messo la testa a posto. Settimane fa con quei capelli biondi alla Take That sfoggiati nei manifesti, infatti, Baglioni aveva preso in contropiede mezza Italia, contrapponendola all'altra metà infervorata dalla stravagante svolta giovanilistica. Adesso, eccolo nuovamente nei panni del grigio non domo che tanta parte ha nel cuore della musica italiana; il fine cesellatore di sentimenti che affiora dai solchi di "Sono io", singolo da oggi in tutte le radio ad assaggio del nuovo album nei negozi fra un mese. «Uscirà nella seconda quindicina di maggio, ma non il 16 perché è il giorno del mio compleanno e la troverei una coincidenza disgustosa» ammette il neo-laureando in architettura con una tesi sul recupero e la rivitalizzazione degli spazi per l'intrattenimento.
"Sono io" parla di solitudini.
«E' un pezzo che ruota attorno al tema dell'identità, delle piccole storie e del loro scorrere parallelo alla grande storia, a volte senza incontrarsi mai, a volte sfiorandosi appena, a volte legandosi per sempre, a volte in un prendersi e lasciarsi senza fine e senza fiato».
Altri brani come "Requiem" e "Per incanto di un amore" affrontano invece il tema della guerra.
«Sì, ma non necessariamente di questa guerra. "Requiem" m'è venuta lo scorso anno durante il concerto nel cantiere del Petruzzelli. Nonostante fossimo a Bari faceva un freddo tremendo e, osservando i miei musicisti intirizziti, ho letto nei loro occhi la sofferenza che la passione per questo mestiere riesce a far sopportare. Ho pensato che l'umanità, in fondo, è un'enorme orchestra che suona la partitura della vita; qualche strumento ogni tanto s'ammutolisce sopraffatto dal clangore della violenza. Così ho scritto frasi di resistenza come "non siamo riuscito a fermare la morte, ma almeno per un momento abbiamo suonato più forte di lei". "Per incanto e per amore", invece, è una specie di preghiera che parte da una cantata di Bach per coniugare musica occidentale e sonorità orientali».
Pacifista?
«Credo che sulla questione irachena il mondo abbia perso ancora una volta l'occasione di darsi una direzione. C'è troppo individualismo e troppo poca individualità. Mi commuovo quando vedo le bandiere della pace ai balconi, ma, come diceva Gaber, libertà è partecipazione. Libertà è affrontare i problemi tutti assieme. Noi invece siamo un popolo che non ama gli ostacoli e preferisce aggrapparsi ai miracoli».
Che album sta prendendo forma?
«In questi anni ho sentito il bisogno di tornare a scrivere in maniera diretta, di gettare un ponte con chi sta dall'altra parte. A differenza degli ultimi tre dischi non sarà un "concept" e quindi non ruoterà attorno ad un'unica storia. Posso assicurare, però, che è l'album più rapido che mi sia mai venuto, visto che l'ho realizzato in appena 6-8 mesi contro i 2-3 anni dei predecessori».
Un nuovo punto di partenza?
«No, piuttosto d'arrivo visto che pesca in tutti questi miei 35 anni di musica . Se negli anni Settanta ho raccontato i sentimenti di un'adolescenza molto protratta, negli Ottanta mi sono soffermato sulle piccole grandi cose quel quotidiano e nei Novanta ho provato una formidabile attrazione per cose più elaborate. Ora provo a voltare pagina».
Un disco d'amore?
«Per un certo periodo ho guardato a quella parola con certo imbarazzo, evitandola per quanto possibile. Ora no, questo viaggio alla ricerca di un "io" riconoscibile, che alla fine prevale sul "noi", mi ha spinto a fare un disco che trabocca d'amore».
Vero che lo presenterà con uno show smisurato negli stadi?
«Gli stadi sono grandi strutture in cui devi fare necessariamente qualcosa di grande. Così ho pensato di portare con me 70-80 performers professionisti, che verranno affiancati in ogni città da 700-1000 giovani artisti selezionati città per città dal coreografo Luca Tommassini e dal regista Pepi Morgia attingendo alle scuole di ballo e di recitazione. Un modo per trasformare gli spettatori in attori e trasferire il mio io in mezzo al loro. Debutteremo ad Ancona il 14 giugno, per poi proseguire il 19 alla volta di Milano, il 23 di Padova, il 27 di Firenze, il 5 luglio di Napoli e il 12 di Catania».
E la "cornice"?
«Anche dal punto di vista scenografico abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con le accademie delle belle arti per costruire alcune scene durante lo spettacolo rendendole i set immaginati di una specie di film. Un kolossal di quasi tre ore perché in certe cornici anche la durata diventa contenuto. Alla musica penserà un'orchestra di 42 elementi, oltre ad un gruppo di 6-7 elementi come Paolo Gianolio alla chitarra, Paolo Costa al basso, Danilo Rea al piano. Gli stessi che suonano nel disco, oltre a qualche amico inglese come il batterista Gavin Harrison o l'ex bassista dei Simple Minds John Giblin». di Andrea Spinelli
 

  E si torna a scendere in pista un altro viaggio...


(Il Mattino di Padova 17 Aprile)
CLAUDIO BAGLIONI. Oggi esce nelle radio il nuovo singolo «Sono io». Il 23 giugno in concerto all'Euganeo di Padova
«E' il mio ritorno ai sentimenti»
«Porterò allo stadio mille giovani artisti delle scuole di danza»

 
Il cantautore romano racconta come è nato il suo prossimo album «Apro un nuovo ciclo per rivivere i miei 35 anni di onorata carriera» Un grande show
In un mondo di esistenze parallele, che spesso solo casualmente trovano il loro punto d'incontro, Claudio Baglioni cerca uno spazio tutto suo sussurrando all'orecchio delle anime sole «quello della storia accanto sono io». Avviene tra i solchi di Sono io, il singolo da oggi nelle radio ad assaggio del nuovo album, previsto per la fine di maggio, e del tour che vedrà il cantautore romano transitare a Padova il 23 giugno.
«Un disco in cui ricomincio da me» spiega, anticipando spirito e contenuti di quello che sembra reclamare fin da ora un posto fra i suoi lavori più sentimentali. «C'è stato un periodo in cui ho guardato alla parola amore quasi con imbarazzo, limitandone al massimo l'utilizzo. Ora no, questo viaggio alla ricerca di un io che sappia prevalere sul noi mi ha spinto a fare un cd che trabocca di sentimento. Un lavoro con cui apro un nuovo ciclo. Non si tratta di una ripartenza quanto piuttosto di un arrivo, visto che attraversa di fatto tutti questi miei 35 anni di onorata carriera. Prova ne sia che ad inciderlo mi sono bastati 6-8 mesi contro i 2-3 anni degli altri».
Requiem e Per incanto di un amore carezzano i sentimenti feriti dalla guerra.
«L'idea di comporre un pezzo maestoso e ottocentesco come Requiem m'è venuta lo scorso anno durante il concerto barese nel cantiere del Petruzzelli. Faceva un freddo tremendo e, osservando i miei musicisti intirizziti, gli ho letto negli occhi la sofferenza che l'amore per questo mestiere riesce a far sopportare. Ho pensato che l'umanità, in fondo, è un'enorme orchestra che suona la partitura della vita; qualche strumento ogni tanto s'ammutolisce e al suo posto allora echeggiano sopraffazione e violenza. Così ho scritto frasi come "non siamo riuscito a fermare la morte, ma almeno per un momento abbiamo suonato più forte di lei". Per incanto e per amore, invece, è una specie di preghiera che parte da una cantata di Bach per coniugare musica occidentale e sonorità orientali. Credo che sulla questione irachena il mondo abbia perso ancora una volta l'occasione di darsi una direzione. C'è troppo individualismo e troppo poca individualità. Manca una guida. E il viaggio nella nuova era è ancora là da cominciare. Mi commuovo quando alzo gli occhi e vedo le bandiere della pace al balcone, ma, come diceva Gaber, libertà è partecipazione. Libertà è superare i problemi assieme. Noi invece siamo un popolo che non ama molto gli ostacoli, perchè preferisce sperare nei miracoli».
L'album arriverà nei negozi alla vigilia del tour negli stadi che vedrà l'idolo di E tu debuttare il 14 giugno ad Ancona per poi proseguire il 19 a Milano, il 23 all'Euganeo di Padova, il 27 di Firenze, 5 luglio di Napoli e il 12 di Catania.
«Mi piacerebbe fare i concerti nei campi che ci sono all'estero, dove non esistono recinzioni, fossati, ma in Italia questo abbiamo e con questo dobbiamo fare i conti», conclude. «Gli stadi sono grandi strutture in cui devi fare necessariamente qualcosa di grande; così ho pensato di far salire sulla nostra carovana 70-80 performers professionisti, cui affiancare in ogni città 700-1000 giovani artisti selezionati localmente dal coreografo Luca Tommassini e dal regista Pepi Morgia attingendo alle scuole di ballo e di recitazione. Anche dal punto di vista scenografico abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con le accademie delle belle arti per costruire e decostruire alcune scene durante lo spettacolo rendendole i set di un immaginario film musicale. Un kolossal di quasi tre ore perchè la gente se l'aspetta e perché in certi contesti anche la durata diventa contenuto. In scena avrò un'orchestra di 42 elementi, oltre ad un gruppo di 6-7 vecchi compagni di strada come Paolo Gianolio alla chitarra, Paolo Costa al basso, Danilo Rea al piano. Gli stessi che suonano nel disco, assieme a qualche amico inglese come il batterista Gavin Harrison o l'ex bassista dei Simple Minds John Giblin».di Paride Sannelli

(La Repubblica 17 Aprile)
Da Oggi in radio il singolo "SONO IO" dal nuovo cd che uscirà a fine maggio.
E poi "Requiem", il brano dedicato alla pace
Baglioni: ho i capelli bianchi e suono forte per fermare la morte
Partirà a giugno il tour negli stadi con un´orchestra e gli artisti di strada
 
"Ho ripreso la parola amore: era diventata il nemico, ma oggi ne sento il bisogno"
 
ROMA - Di nuovo tra noi. A fine maggio uscirà il nuovo album di Claudio Baglioni, e ne abbiamo avuto un assaggio con il singolo Sono io (da oggi nella radio) e col pezzo Requiem, una dolente elaborazione sinfonica sul tema della pace. Ma già nei giorni scorsi, ad annunciare i concerti di giugno negli stadi, ci avevano pensato dei grandi manifesti che avevano indotto qualcuno a pensare a un imbarazzante nuovo look. Baglioni, togliamoci subito di mezzo la questione. Cosa è successo? Qualcuno ha frainteso?«Ero sepolto in studio, ma ho avuto la percezione che fosse partito una specie di pettegolezzo da fan su un presunto cambiamento del look in biondo platino, per non parlare di varie operazioni plastico-chirurgiche. Lì per lì mi sono divertito poi mi sono un po´ seccato, perché sebbene sia costumanza degli uomini di spettacolo tingersi per mantenere l´immagine giovanile, sono uno dei pochi che ha rinunciato a questo decoro. Nei manifesti c´era una foto scattata con un riflettore giallo che, com´è ovvio, sul bianco dei capelli - perché ribadisco: i miei capelli sono bianchi - poteva ingannare. Nel dubbio ho emanato un decreto, come i dittatori, per cui nei prossimi concerti ho fatto eliminare tutte le gelatine gialle».Torniamo alle cose più serie. I due brani ascoltati sono diversissimi tra loro...«È il risultato di nove mesi di lavorazione, molti per qualcuno, ma per me pochissimi, in cui mi sono allontanato dalle esasperate ricerche di linguaggio e di sonorità. Qui l´unica ricerca è su di me, come autore di canzoni, e sui 35 anni passati a fare questo mestiere, ho pensato che il sistema canzone doveva essere snellito, avvicinato più al cuore che alla mente».È anche riuscito a riaffrontare la parola amore. Cos´era successo, non ci riusciva più?«Era diventato il nemico, la parola da cui fuggire, era come una gabbia, ma ora avevo bisogno di amore, alla lettera, di dirlo, di raccontarlo, come se per un po´ me ne fossi dimenticato, è come una lettera scritta a molte persone a cui non lo dicevo da tempo. Ci sono quattro o cinque canzoni d´amore, anche leggere. E perfino alcuni elementi vintage, come se fosse un´antologia d´inediti».Non per sminuire la scelta, ma non le sembra che stia accadendo anche ad altri?«È un´esigenza diffusa, il riconoscersi nei momenti di cupezza, per quanto è possibile nella piccola arte della canzone, che non deve cercare la verità, ma inventarla. Requiem è un discorso a parte, ma è in tema perché è un atto d´amore e di partecipazione, un pezzo concepito una sera che suonavo con l´orchestra al Petruzzelli, era l´Epifania, c´erano i musicisti coi cappotti, il teatro che sembrava bombardato, ho pensato che l´umanità fosse un´orchestra a cui mancava qualche suono, qualcuno non suona più o suona troppo piano... Non siamo riusciti fermare la morte, almeno cerchiamo di suonare più forte».Tutto questo sembra stonare con i proclami di grandiosità annunciati per il tour...
«È che lo spazio è un forte condizionamento. Questa volta ho scelto gli stadi, e bisogna arrivare anche agli occhi degli spettatori. Ci saranno i miei musicisti, più 42 persone d´orchestra, ma c´è anche un elemento innovativo. In ogni città ci saranno artisti semiprofessionisti in grado di rappresentare l´arte di strada, così ogni concerto avrà una singolarità, ci sarà un happening dentro il concerto, sarà come un magma che dovrà essere concertato, e ogni concerto sarà diversissimo dall´altro».Gino Castaldo

(La Stampa 17/4/2003)
PARLA IL MUSICISTA CHE STA PER PUBBLICARE IL SUO NUOVO ALBUM
Baglioni: «Ricomincio da me, mi fotografo»
Ha ripreso l’Università: ancora un paio di esami, e sarà architetto Uno dei brani inediti si intitola «Requiem»: «Non è un pezzo contro la guerra, ma sulla fierezza di essere uomo e musicista»
 
La buona notizia (per lui) è che Claudio Baglioni ha ripreso l'Università: ancora un paio di esami e in autunno avremo un nuovo architetto. L'altra buona notizia (per i fans) è che Baglioni si appresta a dare alla luce un nuovo e come sempre soffertissimo album di inediti, di cui non rivela né la data di uscita («sarà in maggio, ma non certo il 16 perche è il giorno del mio compleanno») né tanto meno il titolo (secondo il suo ufficio stampa, non lo sa ancora neanche lui). Però da oggi comincia, in radio, la liturgia promozionale: il singolo si chiama «Sono io», è una ballad un po' acustica un po' elettronica un po' folk, che dice: «Io a una donna/Ho dato e preso il male e il bene...Io ad un figlio/Ho dato un po' di casa e il nome...chiedo il perdono/se non so chi sono io...». Insomma, un autoritratto dubbioso che però rivendica orgogliosamente: «Sono un po' di storia anch'io». La voce è sempre quella che ha attirato tante passioni in tantissimi anni di militanza musicale (lui dice addirittura 35): chiara, forte, piena, popolare anzi quasi popolaresca. Tutt'altra aria si respira nel «Requiem» che chiuderà i tredici brani in scaletta: un pezzo quasi classico, contro qualunque guerra, magnificamente suonato dalla London Session Orchestra, il ramo pop della London Symphony. Alla vigilia dei suoi primi magnifici 52 anni, Baglioni è sempre un bel tipo, smilzo e vivace, capelli sale e pepe, occhi inquieti, tutto vestito di nero (anche la sua compagna Stefania Barattolo: una coppia dark..). Pronto a prendersi in giro sulle leggendarie ansie da vigilia di disco.
 
Completata la triade cominciata con «Oltre» e finita con «Il viaggiatore», com'è questo nuovo ciclo di lavoro?
«Voglio inaugurare un nuovo corso che comunichi la mia voglia di immediatezza. Questo che deve uscire è un disco fatto a mano, molto suonato, a più voci e generi: come un'antologia di inediti. Prima guardavo fuori, ora guardo dentro. Ricomincio da me, perché m'importa trovare una mia fotografia. Già "Sono io" è una confessione, la sensazione di una storia accanto alle altre. Ma tutto il disco è contro le maggioranze, sempre scambiate per quelle che detengono la ragione».
Il «Requiem» è stato pensato durante la guerra?
«Macché. L'ho scritto un annetto fa, una sera al rudere del Petruzzelli a Bari, con un freddo cane, gli orchestrali con il cappotto. E' un brano di struttura operistica, dove dico che l'Umanità potrebbe essere come una grande orchestra nella quale poco a poco gli strumentisti smettono di suonare e man mano che smettono avanzano guerre e malattie. Ho messo le percussioni sulla mitraglia, gli archi sui lamenti... non è un pezzo contro la guerra ma sulla fierezza di essere uomo e musicista. Perchè il fatto che la musica non muoia dà una solidità diversa».
Ma lei ha appeso al suo balcone la bandiera della pace?
«No, però ho messo in rete il "Requiem". E quando vedo quelle bandiere appese mi commuovo, trovo orrido deridere il pacifismo. E poi, come le dicevo, non mi piace questa regola che la maggioranza ha sempre ragione».
Il suo disco comincia con l'autoritratto e finisce con il Requiem. In mezzo, che cosa c'è?
«E' un disco verso l'amore, non dato e da dare, alle persone del mondo. Ho scritto troppe canzoni d'amore e a lungo mi hanno dato imbarazzo, ma qui ce ne sono due o tre leggere, impalpabili; e c'è anche l'amore verso il mondo. E c'è un percorso sul bisogno di una guida, sul proprio ruolo nella vita, sul bisogno di comunanza: trovo che "ama il prossimo tuo come te stesso" sia la frase più rivoluzionaria. Bisognerebbe aumentare le telefonate di amicizia e di amore, di questi tempi: pensavamo al Duemila come a un faro, ora invece non sappiamo più neanche dove andremo a finire».
Lei ha finito l'ultimo tour poco tempo fa, e dal 14 giugno ne inizia un altro, da Ancona. Perché non si ferma mai?
«L'età avanza e resta sempre meno tempo. In quanto al prossimo tour, torno negli stadi con la consapevolezza che debbo mettere l'asticella più in alto. Ci sarà una collaborazione per performances con artisti di strada, diversi per ogni città, arriveremo ad essere in mille in scena, anche grazie a una collaborazione con le Accademie di Belle Arti».
La tesi di laurea?
«E' sul riutilizzo delle zone degradate per intrattenimento. Mi laureo in autunno».
Marinella Venegoni

                         Musica, Baglioni: ''Un 'Requiem' contro la guerra''

E una canzone-confessione dal titolo 'Sono io' (da domani in tutte le radio) sono due dei tredici brani presenti nel nuovo album del cantante Roma, 16 apr. (Adnkronos) - Un Requiem contro la guerra, una canzone-confessione per mostrare il proprio disorientamento. Sono i primi due assaggi del nuovo album di Claudio Baglioni. ''Sono io'' (il primo brano dell'album ancora senza titolo) sara' da domani in tutte le radio italiane: una ballata acustica nel classico stile di Baglioni. ''L'album ruota intorno al concetto 'ricomincio da me' -spiega Baglioni- Dopo tre dischi molto complessi, introspettivi e un po' difficili, sentivo il bisogno di trovare un linguaggio piu' diretto e comunicativo, di evitare marchingegni letterari o poetici. E anche 'Sono io' cerca di evidenziare il bisogno di ritrovare l'identita' di ognuno e la storia individuale che e' degna di appartenere alla grande storia del mondo''. La canzone e' una confessione a una donna, a un figlio ('io ad un figlio non ho dato tutto', canta Baglioni), a se stesso ('ho dato paradiso e inferno... la vita in gioco per quattro spiccioli di eterno') e a tutti gli altri di non sapere cosa e' stato dato e tolto e un ritornello pronto ad entrare nei cori da stadio: ''Con questa faccia che sta sempre li' da parte con queste braccia che per te son qui aperte, chiedo perdono se non so chi sono io'' e una conclusione con il coro 'darsi piu' amore e' l'unica speranza'.
Completamente diversa l'atmosfera di 'Requiem', una sorta di inno-appello contro la guerra, che chiude il cd e ricorda la canzone 'Tamburi lontani' (che faceva parte dell'album 'Oltre'). Un brano sinfonico in cui Baglioni parla di guerra ('lassu' cantano le colombe della guerra mentre quaggiu' urlano ai crocevia le trombe, tutti a terra giu'... lassu' rullano sorde bombe come squassi, mentre quaggiu' le mine sono mute tombe sotto i passi... e ancora pioggia scura, come caffe' e zuppa di paura che dietro di se' trascina follia'). ''L'umanita' e' una grande orchestra che in alcuni elementi ha smesso di suonare -spiega- in cui il piu' violento e forte prende il sopravvento. La mia e' una chiamata non alle armi ma agli strumenti, il desiderio di partecipare contro l'asfissia generale in cui non si sa bene come collocarsi. La canzone e' nata un anno fa, volevo fare un brano sinfonico. E l'idea del testo mi e' venuta quando tenni un concerto al Teatro Petruzzelli e vidi gli orchestrali infreddoliti nei loro cappotti. Ho immaginato un mondo distrutto dalla guerra. Allora c'era il conflitto in Afghanistan ma, purtroppo, il brano non ha perso d'attualita''.
Nel caso della guerra in Iraq, Baglioni spiega che la cosa piu' terribile e' che stavolta e' mancata la logica del dialogo, e' prevalso solo il tornaconto personale. La vita con questa guerra ha fatto un passo indietro, la prossima volta chi ci governa deve pensare di piu' e meglio. Per fortuna sta nascendo un movimento molto interessante: c'e' la parte buona dei no global ma credo anche negli individui che mettono la bandierina della pace alla finestra. Hanno un'opinione, vogliono esprimerla, partecipare e sorvegliare''.
Il resto dell'album (in tutto ci saranno 13 brani) e' tenuto insieme ''all'emozione musicale. Trabocca di sentimento, e' suonato con poca elettronica e molti strumenti veri. Un disco d'amore per le persone, per il mondo e per un futuro molto difficile da decifrare. Una confessione semidolce, senza assoluzioni e condanne. Un album plurale, immediato, con pezzi piu' leggeri di 'Requiem': ci sono brani che parlano dell'amore di tutti i giorni, canzoni sull'amicizia e sulla complicita', brani sul senso di disorientamento provocato dal nuovo Millennio che doveva portarci chissa' dove. C'e' anche un brano sull'assenza del padre come figura trainante e una canzone sull'accettazione di diversita' culturali''.
Nessuna nostalgia per la tv. ''In questo periodo ne ho davvero poca voglia -dice- Continuamente vengo a contatto con dirigenti televisivi ed espongo loro le mie personalissime idee sul cosiddetto varieta' ma c'e' sempre l'insistenza ossessionante verso gli schemi e i format. Un'ostinazione che mi ricorda quella dell'industria discografica che continua a perdere da anni le sue battaglie''.
Al senso di partecipazione sara' ispirato anche il minitour di Baglioni, sette date negli stadi da giugno (il 14 ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze, il primo luglio a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). ''Saranno i piu' spettacolari che abbia mai fatto -spiega- con tre ore di esibizione, un centinaio di artisti di varia estrazione guidati da Luca Tomassini e con la regia di Pepi Morgia, un'orchestra di 42 elementi, danzatori e performers trovati interpellando varie accademie di Belle arti e un grande spazio scenico che prendera' tutto lo stadio per dare l'idea di un set cinematografico all'insegna della dismisura''. Gli spettatori troveranno un Baglioni un po' piu' 'imbiancato' nei capelli, come testimoniano le foto comparse sui quotidiani in bianco e nero che hanno fatto pensare ai fans a un inedito look biondo: ''Chissa' -scherza Baglioni- tingermi i capelli di biondo platino potrebbe essere la vera sorpresa del tour. Ma per evitare equivoci abbiamo addirittura abolito i riflettori gialli''. (Marcello Giannotti )
 

"Sono io", Baglioni presenta il nuovo singolo

 ( 16/04/2003da Musicaitaliana.it)  Nell'attesa che esca il nuovo album di Claudio Baglioni, da domani le radio trasmetteranno "Sono io", primo singolo estratto. E' una ballad acustica in perfetta armonia con l'impegno artistico ormai dichiarato dal cantautore romano, ma un po' più orecchiabile rispetto alla precedente produzione e dal testo più immediato, che mostra in Baglioni una nuova voglia di raccontarsi, senza ricorrere - com'è sua caratteristica - a giochi di parole."Io a una donna ho dato e ho preso il male e il bene - recita il testo - e un amore mettendo al cuore ali e catene, fiumi di pianto e un mare aperto nelle vene. Io a una donna non ho dato tanto, non so, forse no. Io ad un figlio ho dato un po' di casa e il nome e un sorriso, prestando il viso ed un cognome, il bello e il brutto, senza spiegargli cosa e come, io ad un figlio non ho dato tutto, non so".L'album non sarà nei negozi il 16 maggio (come si potrebbe pensare, essendo il giorno in cui Baglioni compirà 52 anni), ad annunciarlo è lo stesso artista, che in un incontro con Rockol anticipa: «Sarà nei negozi entro la fine del prossimo mese. Il disco non è ancora finito, siamo alla ricerca di alcuni effetti elettronici che dovranno avere funzione suggestiva. Sarà un disco plurale, e diversamente dagli ultimi non avrà una struttura a concept; vorrei che fosse un disco d'arrivo, che riporti ad oggi quello che ho fatto in 35 anni di carriera».L'album conterrà anche "Requiem", un inno contro tutte le guerre, scritto un anno fa, per cui non dettato dalle attuali vicende belliche: «E' un invito a far suonare il nostro strumento per coprire il rumore della guerra», spiega Baglioni.Con Rockol il cantautore parla, poi, del suo tour estivo fatto di poche date negli stadi  «Avrei preferito spazi meno ampi, e meno opprimenti - ammette - gli stadi italiani sono gabbie di cancelli, fossati, barriere... ma sono gli unici ambienti abbastanza grandi per ospitare uno spettacolo come questo». E di spazio ce ne vuole per ospitare l'orchestra che lo accompagnerà composta da ben 42 elementi, oltre alla band formata dai musicisti che hanno collaborato alla realizzazione dell'album. E ancora: «scuole di ballo, gruppi di performers dal circense all'acrobatico allo sportivo - svela Baglioni - inseriti in una situazione scenografica sempre diversa di città in città. Vorrei che lo spettacolo fosse un film con musica girato su set sempre diversi». E tra un sold out e un altro chissà che non ci scappi anche una soddisfazione in più: «Fra qualche mese finalmente mi laureo in architettura», dice tra le righe.

DUE PAROLE:
MI SPIACE” e “GRAZIE

Due parole. Semplici, ma importanti.
Di quelle che portano pensieri veri.
Non vuoti a rendere, quindi, ma due piccole scatole da tenere a portata di mano per aprirle, ogni tanto, sbirciare dentro e provare la piccola emozione che certe parole sanno dare.
Sulla prima scatola c’è scritto “mi spiace”. Sulla seconda, “grazie”.
Mi spiace per come sono andate le cose a Palermo. Non solo perché è ancora forte il ricordo della notte di “Da me a te” alla Favorita e dei giorni inebrianti trascorsi tra voi in attesa di quel concerto, ma anche perché si è trattato davvero di un dietro-front improvviso, tardivo e dalle ragioni non chiare.
Mi spiace perché so perfettamente cosa vuol dire quando qualcuno spegne un piccolo sogno e lo fa svanire un istante prima che lo si riesca a raggiungere.
Non so dire come finirà questa faccenda, ne so se la data di Catania riuscirà in qualche modo a compensare almeno qualcuno tra voi per questo piccolo “buco nero”. Quello che posso dire è che voi e la vostra città siete nei miei pensieri e che cercherò di costruire, al più presto, una nuova occasione per stare insieme. Sulla seconda scatola c’è scritto “grazie”. Grazie per l’affetto che, ogni volta, mi rinnovate e per la passione con la quale seguite questo mio trafficare con note e parole. Sono questo affetto e questa passione l’orizzonte del mio lavoro. Allo stesso tempo, carburante e meta di questo mio viaggiare che altrimenti faticherebbe ad avere un senso. Per questo, il mio grazie non perde il suo valore, perché è lo stesso valore della vostra firma, espressa o silenziosa che sia, per oggi e per tutte le volte che mi avete manifestato il vostro affetto in passato e per tutte quelle nelle quali - mi auguro - lo farete in futuro. Grazie per questo pezzo di strada fatto insieme e per quello che divideremo ancora. A presto.
Claudio

Dopo l'annullamento della tappa palermitana i fan hanno lanciato una petizione
TREMILA FIRME PER BAGLIONI MA IL VELODROMO NON VA BENE
A vuoto la trattativa fra il Comune e l’organizzatore per spostare lo show
«Vogliamo Claudio Baglioni a Palermo». È il coro unanime di Marco, Alessandro, Claudia, Francesco e Tonino, cinque giovani fan sfegatati iscritti al "Clab", l’associazione che raduna gli appassionati del cantautore, ai quali l’annullamento della data del concerto palermitano, prevista per il 12 luglio allo stadio "Renzo Barbera", non è andata giù. E per questo hanno già raccolto quasi tremila firme, un malloppo di fogli che acclama a gran voce l’artista, che per quella data suonerà allo stadio di Catania. «Alcune settimane fa – spiegano i fan – abbiamo saputo dell’annullamento del concerto palermitano e dello spostamento a Catania. Così abbiamo deciso di non demordere e organizzare una raccolta di firme. Prima tra amici

Marzo 2003

"La Favorita" non disponibile, Baglioni non potrà suonare a Palermo
Il concerto di Claudio Baglioni, previsto il 12 Luglio prossimo, allo stadio La Favorita di Palermo, non si terrà. Malgrado le ampie rassicurazioni che Friends & Partners e Barley Arts - organizzatori del tour -, avevano ottenuto dal comune, infatti, i lavori di ripristino del manto erboso sono stati anticipati, e lo stadio non sarà quindi disponibile. Friends & Partners e Barley Arts, costretti ad annullare la data, stanno vagliando tutte le opzioni possibili per consentire al cantautore, di non dover escludere la Sicilia dal suo - Tour 2003 -

e parenti e poi coinvolgendo anche i passanti per strada siamo riusciti a raccogliere quasi tremila firme che fra qualche giorno presenteremo al sindaco Diego Cammarata e all´assessore alla Cultura Gianni Puglisi». A monte del problema ci sta l’impossibilità di utilizzare lo stadio "Barbera", che per quel periodo sarà soggetto ai lavori per il rifacimento del manto erboso. «Abbiamo tentato con tutte le nostre forze di risolvere il problema – spiegano dallo staff del sindaco Diego Cammarata – e abbiamo constatato l’impossibilità di spostare l’evento al velodromo "Paolo Borsellino", unica sede alternativa disponibile». E se il Comune ha fatto il possibile, dal canto suo anche Giuseppe Rapisarda, organizzatore del concerto catanese di Baglioni (la tappa palermitana era stata organizzata da Musica & Guai di Carmelo Costa), ha tentato tutte le strade. «Purtroppo – spiega Rapisarda – per noi l’alternativa del Velodromo non va bene per vari motivi, che sono sia di natura economica che tecnico-logistica, per non parlare dei tempi necessari per montare e smontare l’impianto. Se per le altre date dell’artista sono stati scelti stadi come l’Olimpico, il San Paolo e il Meazza, ci sarà pure un motivo. Mi dispiace – conclude Rapisarda - ma dopo circa sei incontri con l’amministrazione comunale non siamo riusciti a trovare la soluzione per Palermo».(di Fabio Ricotta)

(Sabato 5 Aprile 2003 Il Messaggero)
Allo Stadio Baglioni, venti giorni per preparare l’evento

ANCONA - Il debutto nazionale di Claudio Baglioni ad Ancona sarà quello che si dice un evento. Altro che semplice concerto. Diciannove giorni di preparazione, prove e allestimenti che culmineranno nella serata del 14 giugno allo stadio Del Conero, quando sarà concessa l'invasione di campo a danzatori, musicisti, acrobati, saltimbanchi, artisti di ogni sorta per un totale di mille figuranti. Un movimento di massa coreografato da Luca Tommassini (già collaboratore di Madonna) «visibile in ogni punto dello Stadio» promette Pepimorgia, light designer e uno degli organizzatori di Capitanicoraggiosi, insieme alla società Anno Zero e all'amministrazione comunale. Per i figuranti, oltre a quelli al seguito del tour, ne verranno poi selezionati alcuni da integrare in ogni città dove Baglioni e la sua fucina d'arte a cielo aperto atterreranno. Le modalità non sono ancora note ma presto si avranno dettagli. Inoltre, in ogni città verranno coinvolte le Accademie di Belle Arti e i giovani artisti. Una volta si partiva per andare a vedere un concerto fuori città, «oggi i tour partono da Ancona» hanno sottolineato il sindaco Fabio Sturani e l'assessore alle politiche giovanili Antonio Recchi durante la presentazione dell'evento ieri al Comune, tra una giunta straordinaria e l'altra. «E pensare che dieci anni fa - ha ricordato Fabio Spadoni di Anno Zero - ci sentivamo rispondere che Ancona non andava bene e che portava sfortuna». Oggi è addirittura il contrario. Per la serata, l'unica per la fascia adriatica, sono già stati venduti circa 3000 biglietti. Comprensivi di prevendita i biglietti per la tribuna coperta numerata costano 46 euro, quelli per curve, gradinate e distinti costano 28,80 euro. Info T.Box al Palarossini 071.2901224. aperto tutti i giorni escluso sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30. (Cla. Gen)

 (Sabato 5 Aprile 2003 Corriere Adriatico)
Baglioni riparte da Ancona
Il cantautore in città già dal 26 maggio

ANCONA - "Un grosso laboratorio di idee itinerante e viaggiante". Parole di Pepimorgia, storico regista di Claudio Baglioni, che dirigerà assieme al cantautore romano anche questo nuovo tour.

E' il primo assaggio verbale di un anteprima nazionale - presentata ieri con una conferenza stampa - che vedrà la luce il 14 giugno allo stadio Del Conero di Ancona, grazie alle sinergie tra Comune e società Anno Zero e Capitanicoraggiosi.

Un megashow. Un evento stratosferico che vede il "poeta di note" arrivare assieme all'intero staff già dal 26 maggio. Quasi venti giorni per costruire ed allestire un megaspettacolo. Un numero stratosferico di "addetti ai lavori". stile Notre dame de Paris. Ma non solo. Questo nuovo viaggio live che vede Ancona come apripista, e che toccherà appena sette città in Italia tra cui Milano e Roma, avrà il supporto di mille figuranti "che sceglieremo di città in città ad integrarsi con quelli già presenti nell'entourage. Le audizioni (ad Ancona) avverranno durante le prove. Coinvolgeremo le varie Accademie delle Belle Arti, giovani artisti come fosse appunto un grande laboratorio di idee" ha spiegato Morgia.

Ma l'organizzazione dell'evento è già ufficialmente partita. Così come si è già acceso l'entusiasmo dei fans. "Sono quasi tremila i tagliandi già staccati", hanno rivelato Domenico Mascitti e Giulio Spadoni dell'Anno Zero. I biglietti (46 euro la tribuna coperta numerata, 28,80 le curve, gradinate e distinti) sono in prevendita presso i punti che fanno riferimento al T.Box. Dunque c'è Ancona nel diario di viaggio di Claudio Baglioni. Solo tre mesi fa il "Piccolo grande amore" nazionale regalava al capoluogo marchigiano un evento esclusivo, facendo entrare per la prima volta la musica leggera al Teatro delle Muse. "Facile capire che si tratta di un evento importantissimo per la città - ha sottolineato il sindaco Fabio Sturani - la conferma che Ancona è entrata di diritto a far perte dei circuiti nazionali dello spettacolo. Non è la prima volta che viene scelta da Baglioni per dare il via alle sue tournèe, magari gli portiamo fortuna". Un po' per scaramanzia ma soprattutto per i meriti acquisiti sul campo. Così, "Ancona è diventata faro per il centro Italia", ha rimarcato Antonio Recchi, assessore alle politiche giovanili. Ed anche per quel che riguarda il concerto di Baglioni il Del Conero sarà punto di riferimento per tutto l'Adriatico. "Anche perché - ha ribadito il ligh and show designer Pepimorgia - non si tratta di una data zero, ma di un'autentica prima". (ERIKA BARBACELLI)
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Un mega show per Claudio Baglioni  (Sabato 5 Aprile 2003 Il Resto del Carlino)

ANCONA — Ormai è una piacevole abitudine. Da qualche anno a questa parte cantanti ed attori scelgono Ancona come trampolino di lancio per i loro nuovi spettacoli. E tra loro c'è anche chi fa il... bis. E' il caso di Claudio Baglioni, che, come due anni fa, regalerà agli anconetani l'anteprima nazionale del suo nuovo tour. Il grande evento è previsto per il 14 giugno allo stadio «Del Conero». E l'aggettivo «grande» è assolutamente giustificato. Tra giochi di luce ed effetti speciali, l'intero campo sportivo si trasformerà in un gigantesco palcoscenico popolato da decine di figuranti, danzatori, mangiafuoco e saltimbanchi. Ci vorranno venti giorni di prove per preparare il mega show. Baglioni e il suo staff arriveranno infatti il 26 maggio, pronti a «ridisegnare l'idea convenzionale di stadio, che per una sera cambierà pelle». «Ci saranno grandi sorprese» annuncia il regista e light designer Pepi Morgia, che anticipa: «La visibilità sarà a 360 gradi, per cui tutti gli spettatori potranno vedere Baglioni. Parte dei figuranti saranno selezionati durante i giorni delle prove nelle varie città in cui andremo, Ancona compresa. Quanto alle coreografie di Luca Tommassini, più che di un corpo di ballo si può parlare di 'movimento di masse'. Coinvolgeremo anche i giovani artisti delle Accademie di belle arti, per creare una sorta di grande laboratorio di idee itinerante». Pepi Morgia sottolinea che il concerto di Ancona è l'unico per tutta la fascia adriatica, e che come «prima» assoluta, attirerà nella Dorica giornalisti e televisioni da tutt'Italia. Un bel colpo per l'immagine della città, per la gioia del sindaco Sturani, il quale parla di «evento importantissimo, che conferma il feeling particolare che esiste tra Baglioni ed Ancona» e dell'assessore Antonio Recchi, che definisce il capoluogo «un faro per il Centro Italia. Ormai i tour partono da qui». L'evento, organizzato dal Comune e dalle società Anno Zero di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni, e Capitanicoraggiosi, è un successo annunciato. «In pochi giorni di prevendita abbiamo venduto già 3.000 biglietti — ricorda Giulio Spadoni —. Per noi questa è un'esperienza molto più significativa ed impegnativa rispetto alla data di un tour normale, anche perchè abbiamo l'occasione di assistere alla nascita di uno spettacolo. La nostra programmazione è un motivo d'orgoglio: nemmeno Roma ce l'ha». Informazioni e biglietti (tribuna coperta numerata 46 euro; curve, gradinate e distinti 28,80 euro): T.Box, 0712901224 (10.30-12.30 e 15.30-19.30 nei giorni feriali).
 

Piccola nota redazionale Durante il programma radiofonico DJ chiama Italia (in onda su radio DJ la mattina alle ore10 del 20 Marzo ed in replica la notte alle 4:00) c'e' stato un intervento telefonico di Claudio Baglioni. L'ho ascoltata nella fascia notturna e dopo una levataccia ^_^ ho cercato di trascrivere la piccola intervista con mezzi molto artigianali blocco, penna e registratore... per questo vi chiedo simpaticamente di citare la fonte in caso di pubblico utilizzo^__^ Un abbraccio!!

.Pronto?
Si, sono il cantautore piu' biondo d'Italia
-Claudio Baglioni!!
Si, la voce non e' bionda purtroppo..
-Ciao Claudio, come stai innanzitutto!

Ma, insomma, io starei bene personalmente, collettivamente peggio perche' e' una giornata strana in cui la vita non va avanti ma diciamo che va indietro, ogni tanto si fanno dei passi indietro.

-Senti ti volevo chiedere una cosa seria, poi magari scherziamo un po' su questa roba del look.
Tu stai preparando un disco nuovo ed una tournee', gli eventi che ci stanno intorno influiscono un po' sulle decisioni che prendi, sulle canzoni che puoi aver scritto sull'atteggiamento che potrai aver in giro?
Beh, penso di si, sicuramente tutto ti tocca tutto ti puo' contaminare ti da degli indirizzi diversi.
E una situazione come questa che tra l'altro si incappa ogni giorno di piu' diventa sempre piu' cupa, si riflette sul lavoro di ognuno di noi.
Io tempo fa, in tempi non sospetti, gia' cominciavo a scrivere delle canzoni e alcune di queste toccano gli argomenti di questa societa' cosiddetta globale in cui ciascuno di noi oramai conta piu' che niente in nome di una maggioranza mai ben conosciuta, tra l'altro siamo cosi, allibiti, dal fatto di non contare piu' niente, di non poter dire nulla.
Io tempo fa ho scritto, insieme ad altri artisti, alcuni pezzi sui pensieri che si possono fare intorno alla guerra e la pace, che tra l'altro non sono sullo stesso piano mai, e effettivamente raccogliere questa sensazione... io stanotte l'ho passata...per questo ho la voce un po' cosi, non mi sono operato anche alle corde vocali (sorride)... cercando di capire.
-Davanti alla televisione come tanti sei stato?
Si, e ho visto tra l'altro Bush, una scena un po' grottesca perche' mentre si preparava a fare il discorso al mondo, si e' vista una signora che gli aggiustava i capelli...e che tra l'altro devo dire sembravano un po' biondo platino
-E oramai hai contagiato tutti!
Ho ispirato anche lui
E devo dire che stamattina mi e' capitato di sentire ragionamenti sul look di Saddam Hussein, quindi devo dire che il sacro e il profano si mischiano

- D'altronde questa e' la civilta' della comunicazione che non e' priva di tanti film che in questi anni sono stati fatti sulla guerra, e di come la guerra anche nei telegiornali, venga raccontata in maniera hollywoodiana , con questi soldati che sembrano degli attori americani
Devo dire c'e' una regressione infantile, sembra di giocare alla guerra. Io ho sentito dei conti delle bombe, degli aerei per cosa possono fare. Devo dire che, insomma, non ci aggiunge nulla, tutto questo non da assolutamente...a me personalmente non me ne frega niente di questa cultura, pero' e' quello che accade e insomma, anche in questo c'e' un senso di frustrazione.
Io ho pensato in questi giorni, siccome oggi come oggi e' un fatto temerario pensare di far uscire un album, oppure intraprendere un tour velleitario, molto grande rispetto al quale io mi accingo a lavorare...e ci si pensa...
Si pensa innanzitutto che sia inopportuno, forse, fare una festa, pero', dall'altra si dice comunque sia e' un atto di presenza e puo' servire a darci una dignita' individuale

((il dialogo si apre di piu' verso il sorriso...))

-Si, o comunque a recuperare almeno per qualche secondo un minimo di serenita'. Senti il disco dovrebbe uscire il giorno del tuo compleanno che mi pare sia il 16 di Maggio, giusto?
Si, insomma, devo dire poi che capita di giovedi o venerdi, adesso sono in imbarazzo perche' dopo l'accaduto tutto cio' che e' autorefenziale puo' essere pericoloso
-Noi in realta' ti abbiamo contattato in questi giorni perche' scherzando sul tuo look alla fine erano uscite delle voci che riportavano informazioni un po' scorrette, quindi volevamo chiarirci anche con te e dire che comunque ti vogliamo bene e che comunque...i capelli,... sono biondi o no??
No, purtroppo no. Per tutta la vita li ho desiderati, ma nenache questa volta ce l'ho fatta, pero' d'ora in poi non useremo piu' riflettori gialli
-Ho molto apprezzato la risposta che e' uscita sul tuo sito, in particolare la parte finale che dice cosi'...
*Volevo invece rivelare che, sul cosiddetto cambiamento di look, la camicia che indosso e' in realta' tatuata sulla pelle''.*
Si, e adesso saranno cavoli amari per toglierla!!
-Senti, auguri per la prossima stagione e speriamo di poterla festeggiare insieme
Vi ringrazio, comunque, se volete, io potro' partecipare piu' in la a una rubrica di fatti rifatti e strafatti
-Si, quando la tensione si sara' un po' allentata
No, perche' io poi li so veramente molti dei mei colleghi con i capelli tinti...perche' avendo anche delle eta' piu' alte della mia...
-La prendiamo come impegno ufficiale Claudio!
Io mi presto molto volentieri!
Grazie Claudio, buona giornata, un abbraccio...
 

MUSICA: BAGLIONI, NIENTE LOOK BIONDO PLATINO  (Roma, 12 mar. (Adnkronos) - ''Peccato non siano stati notati anche gli occhi blu!''. Claudio Baglioni commenta ironicamente in una nota le perplessita' sollevate da alcune foto promozionali del suo nuovo tour comparse nei giorni scorsi su giornali e riviste. Nelle foto, Baglioni compare con look biondo platino, cosa che ha 'spaventato' i fan del cantante. ''Credo proprio che la natura non mi fara' mai biondo e con gli occhi azzurri -spiega Baglioni in una nota- e peraltro non ci tengo ad esserlo. Cosi' vado avanti come ho fatto finora con gli occhi scuri e i capelli brizzolati che, per fortuna, sono proprio i miei. Volevo invece rivelare che, sul cosiddetto cambiamento di look, la camicia che indosso e' in realta' tatuata sulla pelle''.
Baglioni tornera' negli stadi dal giugno prossimo: il 14 sara' ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze, il primo luglio a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Palermo. (Mag/Gs/Adnkronos)

(Il Messaggero (Ancona) Giovedì 20 Febbraio 2003
L'EVENTO

Baglioni, 14 giugno al Del Conero
ANCONA - Sarà Ancona la città del ritorno di Claudio Baglioni. E non è un caso se il musicista romano ha scelto il capoluogo dorico per inaugurare, il 14 giugno allo Stadio del Conero, il tour che lo porterà in tutta Italia. A gennaio Baglioni aveva infatti dato un pregevole assaggio del suo spettacolo proprio ad Ancona, al teatro delle Muse. Ed è da Ancona quindi che ricomincerà l’avventura live di uno dei più apprezzati artisti italiani.
Sono passati 5 anni dal fortunato tour Da me a te, da quando cioè Baglioni portò la sua musica, la sua poesia, la sua voce tra la folla impazzita della penisola. Ora ci riprova e il successo è scontato. Baglioni si esibirà tra giugno e luglio in 7 grandi stadi italiani. Dopo Ancona, il 19 giugno, sarà al Meazza di Milano, il 23 all'Euganeo di Padova, il 27 al Franchi di Firenze. Il primo luglio sarà all'Olimpico di Roma, il 5 al San Paolo di Napoli, per poi chiudere il tour il 12 luglio alla Favorita di Palermo.

Il Mattino 20/02/03)
Baglioni in tour, il 5 luglio al San Paolo
Appuntamento al San Paolo, il 5 luglio prossimo. La notizia del nuovo tour di Claudio Baglioni, questa volta negli stadi, era stata anticipata dal nostro giornale e ora è ufficiale. A distanza di cinque anni dalla fortunata tournée «Da me a te», e tre anni dopo le esibizioni nei luoghi d’arte (tra cui l’anfiteatro di Pompei), il cantautore si esibirà tra giugno e luglio in sette stadi attraversando tutta la penisola.
La partenza è fissata per il 14 giugno dallo stadio del Conero di Ancona. Il 19 giugno Baglioni sarà al Meazza di Milano, il 23 all'Euganeo di Padova, il 27 al Franchi di Firenze. Il primo luglio sarà la volta dell'Olimpico di Roma, il 5 del San Paolo di Napoli (preferito all’Arechi di Salerno, che era stato indicato in un primo tempo), per poi concludere con la tappa del 12 luglio alla Favorita di Palermo.
In attesa di tornare in hit parade dopo il successo di «Viaggiatore sulla coda del tempo» (il nuovo disco è annunciato per la fine di aprile) e accantonata l’offerta di condurre in primavera un programma su RaiUno sull’impronta di «C’era un ragazzo» o «Tutti gli Zeri del mondo», Baglioni si è messo al lavoro con il regista Pepi Morgia sugli eventi estivi avviando un casting per mille figuranti, cosa che la dice lunga sulle ambizioni dello spettacolo.
I biglietti saranno in vendita dalle 18 di oggi nelle abituali prevendite Ticket One. Il «divo Claudio» tornerà così a Napoli dopo il successo ottenuto al San Carlo con uno show acustico nel dicembre di due anni fa.
 

(Da il Nuovo 19/02/03)
Sette date eccezionali per Baglioni
L'artista torna on the road dopo cinque anni di lontananza dal palcoscenico. La maratona musicale, in partenza il 14 giugno, toccherà sette stadi. MILANO - A distanza di cinque anni dal fortunato tour Da me a te Claudio Baglioni torna sul palcoscenico. Il cantautore si esibirà tra giugno e luglio prossimi in 7 grandi stadi italiani. La partenza del tour è fissata per il 14 giugno dallo stadio del Conero di Ancona. Il 19 giugno l'artista si esibirà al Meazza di Milano, il 23 all'Euganeo di Padova, il 27 al Franchi di Firenze, il primo luglio Baglioni all'Olimpico di Roma, il 5 al San Paolo di Napoli, per poi chiudere il tour il 12 luglio alla Favorita di Palermo. I biglietti saranno in vendita dalle 18 di domani nelle abituali prevendite Ticket One. I sette eccezionali concerti sono prodotti dalla Bag
di Massimiliano Savaiano e promossi da Friends & Partners/Barley Arts .


(Il mattino  di Padova di Matteo Marian )
  Baglioni e i suoi mille in giugno all'Euganeo
Il supershow del cantante romano a Padova come unica data veneta

PADOVA. Si è già parlato di tour kolossal per la nuova avventura live che Claudio Baglioni sta preparando. Sulla tournée, fino ad ora, non si sono levate voci ufficiali, ma, in attesa che il cantautore romano renda pubblico il calendario, sembra che fra le sei date previste a cavallo fra giugno e luglio prossimi ci sia anche Padova.
L'appuntamento sarebbe fissato per il 23 giugno allo stadio Euganeo. Accanto alle arene più prestigiose per la programmazione live estiva, dallo stadio San Siro di Milano, all'Olimpico di Roma, Arechi di Salerno, Favorita di Palermo o Cibali di Catania, la produzione dello spettacolo avrebbe scelto Padova come sede per il nordest.
Claudio Baglioni, in questo periodo, sta lavorando allo spettacolo per il quale, secondo le prime indiscrezioni, saranno chiamati a partecipare più di mille figuranti.
Lo show, che vede il cantautore romano lavorare in collaborazione con il regista Pepi Morgia, dopo la parentesi estiva verrà allestito definitivamente per il prossimo autunno e sarà ospitato nei maggiori palasport italiani. Dopo il recente concerto acustico tenutosi i primi di gennaio al Teatro delle Muse di Ancona, Baglioni dovrebbe fissare proprio nella città marchigiana la sede delle prove e la prima del nuovo spettacolo.
In particolare Baglioni effettuerà le prove del concerto autunnale al Palarossini, mentre quelle dello spettacolo estivo saranno ospitate dallo stadio Del Conero. Il cantante dovrebbe trasferirsi ad Ancona nella prima settimana di giugno, programmando una decina di giorni di lavoro.
Le poche anticipazioni sul nuovo show parlano di uno spettacolo molto impegnativo, anche dal punto di vista dei numeri e dell'organizzaione. Dopo aver rifiutato la conduzione di uno show in prima serata su RaiUno sull'impronta di «C'era un ragazzo» o «Tutti gli Zeri del mondo», l'artista si è tuffato alla lavorazione del nuovo disco - che dovrebbe uscire in primavera - e delle esibizioni dal vivo che terranno a battesimo il prossimo lavoro. Con tutta probabilità dopo l'esordio di Ancona, la carovana di Baglioni dovrebbe trasferirsi a Milano per poi sbarcare a Padova. A San Siro, Baglioni è atteso per il 19 giugno, pochi giorni dopo i Rolling Stones, di scena il 10, ma prima di Bruce Springsteen che suonerà il

( Il resto del carlino 03/Febbraio 2003)
Baglioni: uno show con mille figuranti

. MILANO - Tour kolossal per Claudio Baglioni, in procinto di tornare sul mercato del disco a fine aprile col successore di "Viaggiatore sulla coda del tempo". Dopo aver rifiutato l'offerta di condurre in primavera uno show su RaiUno sull'impronta di "C'era un ragazzo" o "Tutti gli Zeri del mondo", il divo Claudio (nella foto) sta lavorando col regista Pepi Morgia a sei date da tenersi tra giugno e luglio in attesa di concepire poi in autunno uno show tutto per i palasport. Un casting per 1000 figuranti è solo il primo passo, infatti, di un allestimento che dopo un'anteprima marchigiana, con tutta probabilità Ancona, dovrebbe proseguire il 21 giugno alla volta dello stadio di San Siro a Milano, e poi all' Euganeo di Padova, all'Olimpico di Roma, all'Arechi di Salerno, alla Favorita di Palermo o al Cibali di Catania.
A San Siro Baglioni canterà pochi giorni dopo i Rolling Stones, di scena il 10, ma prima di Bruce Springsteen, atteso il 28, e di Vasco Rossi, che sta organizzando in gran segreto un concertone per il 4 luglio.
Ma fra gli eventi musicali dell'estate c'è pure l'Heineken Jammin Festival di Imola, che sembra aver finalmente delineato gli headliner delle sue tre giornate, ovvero Metallica il 13 giugno, Bon Jovi il 14 ed Iron Maiden il 15. Per la rassegna emiliana, una svolta d'impronta heavy metal abbastanza sorprendente. Andrea Spinelli

 (Il Resto del Carlino 04 Febbraio 2003)
Baglioni, nuovo debutto... dorico

ANCONA - Quello tra Claudio Baglioni e la città di Ancona è ormai un rapporto consolidato. Un «piccolo grande amore», verrebbe da dire, che ha portato più volte il cantautore romano dalle nostre parti. Basterebbe ricordare il recente concerto «acustico» al Teatro delle Muse, che per la prima volta ha ospitato un evento di musica leggera, ma anche i concerti tenuti da Baglioni ad Ancona nel corso degli anni, compreso quello preceduto da un incontro, organizzato dal Carlino, tenutosi alla Mole Vanvitelliana, con decine di fans che pendevano dalle sue labbra di abile affabulatore.
Ora il legame tra la Dorica e Baglioni sembra rafforzarsi ulteriormente, visto che a quanto pare è proprio qui che si svolgeranno le prove del suo nuovo tour. In particolare Baglioni effettuerà le prove del concerto al Palarossini, mentre quelle dello spettacolo saranno ospitate dallo stadio Del Conero. Il cantante dovrebbe arrivare nella seconda metà di giugno, restando in città per una decina di giorni circa. Le poche anticipazioni sul nuovo show parlano di uno spettacolo straordinario e molto «impegnativo», anche dal punto di vista dei numeri e dell'organizzazione. Sarà la degna cornice per presentare il nuovo disco di Baglioni, che dovrebbe uscire in primavera. Per Ancona sarebbe un evento davvero eccezionale, visto che lo spettacolo sarà ospitato da pochissime altre città, in luoghi «adeguati», come lo stadio Olimpico di Roma e quello di San Siro a Milano. Grande soddisfazione per le società Anno Zero, di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni, e Capitanicoraggiosi, pronti a regalare agli anconetani l'ennesimo grande evento

 6/22 Maggio ::  23 Maggio al 6 Giugno :: 7 Giugno al 16 giugno :: 17 Giugno al 28 Giugno :: 29 giugno al 16 Luglio

 Tour2003