Claudio Baglioni Unaparolaperte.net

Ancona/ Catania...un viaggio lungo un sogno.... (notizie principali)

"---quando si accese l'aria
di lampi e occhi in attesa
si fece grano al vento
tutta una distesa
di mani verso il cielo..."

Per tutte queste notizie permettetemi di  volgere un ringraziamento particolare a Giuseppe (Vento su TL)

(La Sicilia.it 16 Luglio)
Giovanni Manna con il cantautore nella sede del nostro giornale «Un'esperienza indimenticabile l'incontro con Baglioni»

C'è un gelese fra i quindici giovani selezionati dalla redazione del nostro giornale per l'incontro con Claudio Baglioni, protagonista del mega-concerto allo stadio catanese della scorsa settimana. Si chiama Giovanni Manna, ha 21 anni, studia lettere classiche all'ateneo di Catania ed ha la passione per la musica e per Claudio Baglioni. Un sogno di bambino che si è materializzato da giovane per lo studente gelese. «Ancora oggi mi riesce difficile - racconta Giovanni Manna - capire se l'incontro con Claudio Baglioni sia stato un bel sogno o una incredibile realtà. E pensare che quasi per caso, un mese fa, navigando su internet ho visitato il sito del giornale La Sicilia e la mia attenzione è stata catturata dal concorso Scrivete a Claudio Baglioni, che avrebbe permesso a 15 fortunati lettori di incontrare il loro idolo. Il mio messaggio con una riflessione ed una domanda che ha convinto la giuria, mi ha permesso di vivere questa indimenticabile esperienza. La musica come libera espressione di sentimenti era il tema centrale della mia e-mail. Tre giorni prima del concerto ho saputo di essere stato selezionato».
«Sono stato fra i primi a salutarlo - dice Giovanni Manna - gli ho chiesto se fosse veramente lui e mi ha risposto “non sono un suo amico!”. Essere seduti ad un metro dal tuo idolo è una emozione davvero grande.Gli ho portato i saluti della mia città. Ho scoperto un uomo vivo e palpitante quando ha parlato del padre morto ormai da tanti anni, quando ha raccontato della sua emozione del concerto di San Siro come se fosse stato il primo». E dopo qualche minuto quello spazio temporale è finito chiudendo una parentesi incantata. «Il sogno - ha detto Baglioni - aiuta tutti a sperare in una vita migliore, oscurando, seppur per poco, la realtà quotidiana». L.B.

(La Gazzetta del mezzogiorno 15 Luglio)
Egregio direttore, come era nelle previsioni il concerto di Baglioni è stato, nonostante qualche cacchina di troppo sui sedili e qualche altro problemino, un successo peraltro abbastanza prevedibile nonostante l'inutile pomposità, tipica dei quotidiani come il suo (nostro), che dalla settimana precedente ha ingigantito l'avvenimento con notizie sull'artista romano, sulle sue idee pugliesi, su come preferisce deliziare il suo stomaco quando si trova dalle nostre parti, sul fargli far pronunciare per l'ennesima volta la parola «Petruzzelli» e, dulcis in fundo, invitandolo persino in redazione per rispondere alle domande dei suoi numerosi fans.

Sgombriamo il campo da equivoci: nulla contro Baglioni, sia ben inteso, anche se i miei generi musicali pendono più verso la «noiosissima» canzone impegnata da quarant'anni. Del resto ognuno è libero di idolatrare chi gli pare, ci mancherebbe altro, ma due o tre cose vorrei scrivere per giungere ad una conclusione sulla quale sarebbe gradito il suo pensiero. Dunque è notorio che Baglioni rappresenta la musica leggera più o meno popolare che contamina quella che volgarmente va sotto il nome di «massa» ma non riesce ad attecchire su coloro i quali preferiscono i generi più impegnati (Guccini, Lolli, De Andrè, Springsteen, Bob Dylan, Patty Smith ecc. ecc.).
Tempo fa (prima ed ultima volta) ero con degli amici in uno dei centomila pub di Bari vecchia a gustarci una birra fresca in compagnia della mia chitarra che ad un certo punto ho cominciato a deliziare con alcuni pezzi «cult» della mia generazione, ovvero i suddetti cantautori, e ad un tratto due strani tipi più o meno brilli rigorosamente in sintonia con gli assurdi look baresi di questi ultimi tempi, tipici personaggi della massa, accompagnati dalle loro «belle» si soffermano un attimo e, dopo essersi presentati davanti al nostro tavolino con un paio di rutti rumorosissimi, mi fanno: «Ma cci ssò sti canzon ca' sta' fasc? Non pot s' nà Giggi D'Alessio?». La commessa del pub, sentiti i tipi, e avallando la loro proposta, di seguito mi fa: «Me, mò suon Baglioni» (mi perdoni per il barese ma non lo so scrivere, anzi, se c'è qualcuno che, avendone compreso la traduzione, lo scrive meglio le sarei grato). Segno, questo, che eravamo forse al posto sbagliato per suonare questo tipo di canzoni, come dire, più impegnate e che, evidentemente, le persone «medie» apprezzano più «Questo piccolo grande amore» che «Borghesia» (di Lolli).
Tre settimane fa mi sono recato a Trieste per trascorrere un week-end e, essendomi portato con me la chitarra, mio fratello che lavora lì mi ha proposto di andarci a sedere in una «Osmizza», una via di mezzo tra trattoria e osteria, tipiche di quelle parti, ubicate tra le fresche alture del capoluogo giuliano, sul Carso per intenderci, dove tra vino e gustosissimi tranci di salumi e prosciutti locali, ad un certo punto ho cominciato a suonare Guccini, Lolli e De Andrè e sa cosa è successo? Si è formato un capannello di gens triestina attorno a me (la locale massa, le persone medie...) che ha cominciato ad accompagnarmi nel cantare, anzi, le dirò di più: la locale omologa del pub di P.zza del Ferrarese che ci ha servito il vino ed il prosciutto si è fermata anche lei a cantare, segno questo che conosceva e, a quanto pare, apprezzava i «noiosissimi» miei generi musicali da me sommessamente proposti.
Morale della favola: appare strano come la commessa del pub di Bari vecchia e alcuni innocui ragazzi baresi (la massa...) fanno della canzonetta commerciale il loro must musicale mentre invece la stessa massa triestina, più civile, che non emette rutti, che non si sbraca sul lungomare abusivamente a consumare carne orribile e vino ignobile di bassa qualità che poi, alla fine, inzozza i marciapiedi che diventano habitat di blatte e topi, fa del suo must musicale la canzone impegnata.
Non trova che uno dei motivi della nostra proverbiale inciviltà sia dovuta alla carenza di cultura, alla radicata ignoranza della nostra massa che, volendola mettere sull'aspetto musicale, si rispecchia nei fans dei vari Baglioni, D'Alessio e similari? Io, nel frattempo rimango dell'avviso che «è facile far parte delle tante stanche pecore bianche: scusate non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera». Massimo Longo Bari


Risposta sintetica: d'accordo purtroppo sul confronto (almeno quello da lei vissuto e raccontato) tra gens di piazza del Ferrarese e gens dell'«osmizza». Meno d'accordo sul confronto forzato fra Baglioni e Lolli, è come voler fare una classifica fra spumante e cocacola (e viceversa): sono due bevande diverse (e comunque, mi pare che le nostre cronache non trascurino né l'uno né l'altro).
Quanto allo spazio da noi dedicato a Baglioni, ho risposto più o meno domenica ad una lettera simile ma molto meno civile. Ma scusi, si metta nei panni di un direttore di giornale: ha un articolo di Baglioni e non lo pubblica? Chiede a Baglioni di rispondere alle telefonate dei lettori e non pubblica una pagina? Credo che qualsiasi giornale lo avrebbe fatto- Succede che qualche giornale (appunto il mio e suo) sia preferito per un milione di ragioni (e forse questo è il problema, non del nostro giornale).

Baglioni, tour record

ROMA — Con il concerto-evento di Catania, tenutosi venerdì di fronte a 25 mila spettatori — oltre tre ore di musica e con la sorpresa annunciata del duetto assieme alla cantante di origine palermitana Filippa Giordano — Claudio Baglioni (nella foto) ha concluso la serie di concerti in otto stadi italiani iniziata lo scorso 14 giugno ad Ancona e che ha toccato anche Milano e Roma.
Otto date evento che hanno richiamato un totale di 250.000 spettatori. Claudio Baglioni tornerà ai concerti dal vivo con un vero e proprio tour nei palasport italiani a partire dal prossimo novembre.

(La Sicilia.it)
In 25 mila sulla portaerei di Baglioni

Catania. L'uomo della storia accanto racconta la sua storia più kolossal cominciando nella maniera più semplice. Vestito di bianco, si presenta da solo in scena, con la chitarra a tracolla piuttosto che seduto al fido pianoforte, perché così è persino più “intimo” condividere il medley-amarcord che ripercorre gli inizi della sua carriera.
Seguito da un riflettore percorre lentamente la pista d'atletica dello stadio Massimino, quasi per salutare uno ad uno i 25 mila che assiepano gli spalti. Intona “51 Montesacro”, poi “Signora Lia”, e comincia il coro del pubblico che s'interromperà soltanto alla fine delle tre ore di uno show faraonico.
Sgusciano “Tu come stai”, “Viva l'Inghilterra”, “Amore caro amore bello”, “Poster”, “Porta Portese”. Non è un escamotage per liquidarsi subito il passato. Tutt'altro. Tutta la scaletta si concentra sul repertorio storico del cantautore e pilucca appena dall'ultimo album, “Sono io”: il brano che dà il titolo al disco, poi “Tutto in un abbraccio”, “Grand'uomo”, il divertissement di “Serenata in sol” e “Fammi andare via”. Non c'è nemmeno “Requiem”, i cui versi pacifisti gli hanno meritato il Premio Lunezia.
E' un ritorno alle origini quello di Baglioni. Un ritorno alla melodia, alle canzoni nazionalpopolari che hanno fatto di lui uno di quei rari protagonisti della musica destinato a sopravvivere alle mode, perfino alla famigerata “Qpga”, come viene indicato in scaletta il momento più atteso dello show, “Questo piccolo grande amore”, finalmente - per i baglioniani - restituita al suo spirito originario, senza tentare di rinnovarla, rapparla, rileggerla, ignorarla o qualsiasi altra cosa un artista possa tentare per non restare vittima di una sua opera, la più fortunata, la più amata, la più citata.
Quella maglietta fina quest'anno ha raggiunto le trenta primavere. Milioni di lavaggi non l'hanno ancora lisa. “Piccolo grande amore” salì in cima alle classifiche e ci rimase per buona parte del '73, anno molto politico, non ancora di piombo ma comunque tempestoso, e intensamente segnato dai moti studenteschi e dalle lotte operaie. Quella canzone è diventata più di un classico: la vera e propria icona del cantare leggero nazionale, piccolo melodramma corale rieseguito in mille luoghi e mille forme, forse il più popolare e il più italiano di tutti i brani pop.
Sulle note di “Sono io” esplode di luci e di fumi il megapalco che attraversa in diagonale come la pista di una portaerei il manto erboso del «Massimino». Un palco enorme, lungo 120 metri e largo 18, profilato di luci bellissime e grandi e da dieci tralicci su cui è posizionata la potente amplificazione: al centro un palchetto che è il regno del protagonista, ai due lati, da una parte la band pop, dall'altra un'orchestra sinfonica di 33 elementi. Ma la scena si dilata poi a tutto il campo, ospita installazioni artistiche e luminose e infine le masse: durante “Uomini persi”, scritta all'epoca del terrorismo, arrivano sul prato 400 persone in tuta bianca, che da lì in avanti saranno una specie di silenzioso coro greco con una pura funzione estetica. Si trasformano di volta in volta in specie di truppe lugubremente militari o coppie di morbidi ballerini (“Fammi andar via”), oppure sbandieratori o ballerine e giocolieri e contorsionisti (“Acqua dalla luna”) o pugili e clown e danzatrici del ventre e suore pattinatrici e ballerine di flamenco durante “E adesso la pubblicità”.
Il ritorno al futuro dà alle baglioniane della prima ora l'illusione di vivere per una notte ancora nel regno incantato dov'è possibile immaginare che ogni cosa sia sincera, pulita, bella e soprattutto eterna. Ma i segni del tempo lasciano tracce persino sull'eterno giovane Claudio, figurarsi sul suo pubblico che intanto acclama come un novello divo il baglioncino Giovanni alla chitarra.
Ecco “Strada facendo”, “Dagli il via”, “Avrai” (scritta per la nascita di Giovanni), “Cuore di aliante”, “Bolero”, “Ninna nanna”, “Noi no”, “Mille giorni di te e di me”. Ecco l'apoteosi di “Qpga”, con la melodia che non si nasconde più e Claudio che la canta nonostante il coro dello stadio e gli occhi persi dei ragazzi sulla maglietta fina delle ragazze, tanto stretta che s'immagina tutto, anzi si vede.
Sul palco l'andirivieni scenico è impressionante, secondo solo a quello dei fans che prima e dopo il concerto vogliono salutare l'idolo della storia accanto. In scena ecco invece apparire Filippa Giordano, la cantante palermitana dalla voce sopranile. Quasi un contraltare in chiusura del tour al tenorile Andrea Bocelli, con il quale il 14 giugno Baglioni aveva cominciato questo «giro di feste» che, in novembre, avrà un seguito nei palasport. E bisogna essere grati a Baglioni: è difficile qui vedere e ascoltare la Giordano, più apprezzata all'estero che nel nostro Paese. L'ugola della cantante-soprano fa volare alto “Fratello sole, sorella luna” e “Poster”, mettendo in imbarazzo lo stesso Baglioni, che per voce non deve invidiare nessuno.
«Io sono qui», «La vita è adesso» e «Via» chiudono la serata lasciando la platea stremata, confusa e felice.Giuseppe Attardi

Fans giunti dalla Sicilia e dalla Calabria
Quelle magliette fini, tanto strette che s'immagina tutto. Anzi si vede

Catania. Alle nove in punto la “partita” comincia con i primi cenni di musica. Fino a questo momento, i 25 mila del Cibali non hanno fatto più di tanto per farsi sentire. Strana attesa questa per il “divino” Claudio che ci ha abituati a ben altre “entrée”. Forse sarà l'atmosfera dell'ultimo concerto, l'ottavo di questo tour nazionale, ma, non c'è dubbio, la calma regna.
La gente arriva in maniera ordinata, all'apertura dei cancelli, alle 18, non c'è moltissima ressa e non ci saranno mai lunghe file ai botteghini per chi deve ancora acquistare il biglietto. Gruppetti tranquilli, qualcuno ha una sciarpa baglioniana addosso, tutta la Sicilia è rappresentata ma molti vengono anche dalla Calabria, essendo stata Napoli l'ultima data più a sud. I pullman che provengono da fuori città sono già arrivati: da Palermo arriva un gruppo i cinque autobus, organizzati dalle prevendite locali, che sfornano alcune centinaia di ragazzi. Le consegne degli autisti sono rigorose: tutti di ritorno alla base non più tardi di una mezz'ora dopo la fine del concerto (prevista intorno a mezzanotte), pena una bella nottata catanese per i ritardatari.
Dall'interno dello stadio si sono spenti da poco gli echi del soundcheck che Baglioni effettua in rigoroso orario. Per lui, subito dopo il check, un piccolo pasto a base di verdure, consumato nel camerino dello stadio. Anche per chi è arrivato presto è il momento del pasto: una pizzetta al volo, la classica bottiglietta d'acqua gelata, ed il marciapiede che fa da tavolino.
Il grosso del pubblico arriva intorno alle 20 ed eccoli i fans baglioniani doc, quelli che non perderebbero uno solo dei concerti del loro amato. Nel piazzale antistante lo stadio, una postazione diffonde il verbo del “divino”: canzoni, videointerviste, tutto serve a “riscaldare” gli animi e ieri sera forse ce n'era bisogno. Sfilano visi abbronzati, facce da bravi ragazzi agghindati con i look alla moda, soprattutto le ragazze. La “maglietta fina” degli anni '70 ha lasciato il posto alle striminzite canottiere di oggi che inevitabilmente lasciano in bella evidenza la schiena e, soprattutto, l'ombelico. Al pari delle coetanee di 30 anni fa, quelle che ebbero la ventura di vedere gli esordi baglioniani, indossano jeans a zampa larga ma gli strappi di fabbrica le riportano ai giorni nostri. Quelle ragazze di 30 anni fa, oggi sono ancora presenti ma sono accompagnate dalle figlie ventenni.
Il look del baglioniano maschio è sempre più sobrio rispetto a quello delle amiche/fidanzate: raramente si vedono orecchini, tanto meno tatuaggi, e le magliette a polo a tinta unica prevalgono sulle variopinte t-shirt.
Alle 21,09 Baglioni mette piede e anima sul green dello stadio ed il suo «ciao» di benvenuto scatena i cori. Baglioni, l'ecumenico per eccellenza, mette fianco a fianco generazioni che per una notte non si mettono a confronto ma si ritrovano accomunate da una scossa interna che non conosce il logorio del tempo. «Sai quella strana sensazione, quella fibrillazione?», dice una ragazza.Gianni Nicola Caracoglia


(Il Gazzettino 13 luglio)
Baglioni riparte da novembre con un tour nei palasport

Roma
Dopo l'ultimo degli otto concerti - evento negli stadi, che si è tenuto ieri sera a Catania, Claudio Baglioni partirà da novembre con un tour nei palasport. È di 250 mila spettatori il bilancio complessivo degli otto spettacoli negli stadi di Ancona, Padova, Milano, Firenze, Napoli, Roma, Bari, Catania.

Sarà possibile rivedere Claudio Baglioni dal vivo, con un vero e proprio tour nei palasport italiani, da novembre. In attesa dei nuovi concerti - per i quali il cantautore ha messo a punto innovativi metodi di miglioramento dell'acustica nei palasport - Baglioni sarà il 16 luglio a piazza di Spagna per "Donna sotto le stelle", in onda su Canale 5, e il 20 luglio ad Aulla dove ritirerà il premio Lunezia, che riconosce il valore letterario dei testi delle canzoni del suo ultimo album "Sono io, l'uomo della storia accanto".

(La Gazzetta del mezzogiorno 13 luglio)
Caro direttore, ho ancora l'età, come ha scritto più volte lei, in cui le speranze non hanno ceduto il passo ai ricordi. E anch'io, come tutti i giovani seppur non più giovanissimi, amo la musica specie se buona. Ma francamente, mi è sembrato un eccesso tutto lo spazio che avete dedicato a Claudio Baglioni in occasione del suo concerto a Bari, quasi fosse sceso Dio in terra. L'ho vissuta come una caduta di tono di chi non ha mai visto nulla di simile e batte le mani al primo venuto.
Si dovrebbe viaggiare un po' per conoscere cose e persone, per non ragionare con la mentalità del gregario disposto a farsi calpestare come un tappeto. Dovrebbe farlo soprattutto lei, direttore, sempre pronto a difendere il Sud a parole ma a sfoderare poi un sudismo nei fatti, come in questa occasione. Pensavo che le sue frequenti apparizioni televisive nazionali le avessero fatto bene, ma è bastato il primo Baglioni ad impantanarla nella soggezione e nell'ossequio. Peccato.
Paolo Ferrante
Bari

Risponde Lino Patruno.
Caro Paolo, io non so se lei sia appena reduce da Porretta Terme o da New York, se abbia pernottato alla pensione Italia o allo Sheraton, se beva orzata o Bacardi. Perché è molto probabile che osservazioni come le sue le faccia chi ogni sera si addormenta davanti al Costanzosciò piuttosto che chi è uso a percorrere le vie del mondo. Anzi la vedo trascinarsi col suo pigiamino e la sua canottiera, le sue ascelle umide e la sua fronte imperlata, il suo respiro pesante e la sua barba lunga a pontificare su questo e su quello come un reazionario che è contro tutto e tutti essendo escluso da tutto e tutti.
Fatta, come si dice, la dovuta premessa, veniamo al dunque. Non mi sembra che Baglioni sia un piripicchio qualsiasi, essendo uno fra i pochi artisti italiani in campo da trent'anni e senza che il tempo lo abbia logorato. Uno che si scrive da sé le canzoni. E che, fra l'altro, non ha mai avuto bisogno di farsi fotografare a Porto Cervo con la velina di turno o di passare per quegli infami salottini televisivi dove si volgareggia in romanesco stretto. E del resto, il suo successo non devo neanche inventarlo io, essendo basato sul pubblico di concerti che sono ogni volta un evento e sulla coda di chi lo aspettava l'altro giorno all'uscita dalla Gazzetta ai 33 gradi della controra: e non parliamo soltanto di ragazzine a caccia di autografi e di baci indelebili. E quanto infine alle telefonate arrivate al medesimo Baglioni al numero verde della Gazzetta, sono arrivate da tutta Italia per l'iniziativa di un giornale del Sud che lei accusa, se non ho capito male, di provincialismo e di sudismo «nei fatti».
Il problema è, caro Paolo, che il nostro (anzi il suo) vero sudismo è questo. Questa rancorosa autoflagellazione secondo la quale per non essere meridionali dobbiamo buttare a mare tutto ciò che è meridionale. Compreso il culto per un uomo di spettacolo che raccoglie consenso ovunque vada, anche ad Abbiategrasso o a Voghera dove immagino che, secondo la sua testolina, ci sono quelli che viaggiano, che conoscono cose e persone e che non ragionano con la mentalità di gregari disposti a farsi calpestare come tappeti. Forse lei si sente un tappeto volante spinto dal vento della sua saccenza, ma la soggezione e l'ossequio da mezza tacca se li conservi per quando non avrà più nulla da ruminare.
Lasciamo stare le mie apparizioni televisive nazionali, come lei le definisce, e alle quali lei attribuisce una sorta di promozione alla serie A del Mezzogiorno di serie B, mentre per me sono soltanto segno di attenzione per un giornale e soprattutto per i suoi lettori. Fra i quali pare che dobbiamo includere lei, benvenuto col suo senso critico che sempre avrà da noi, come ha avuto in questa occasione, diritto di cittadinanza, riservandomi io l'altrettanto legittimo, mi pare, diritto di replica. E mi permetta di ripetere il ritornello del giornale come piccola enciclopedia della vita di ogni giorno, fatta di riforma delle pensioni, di donne kamikaze, di sogni fugaci per la campagna acquisti calcistica, di orari degli aerei, di stragi familiari e di baglionate. Domani sarà un altro giorno, a Nord come a Sud, e sarà un altro giornale anche per lei, se sarà sopravvissuto all'abbraccio pestilenziale dello sterminato amore per se stesso.

(La Sicilia.it)
Davide racconta il suo giorno con Claudio

Se è un sogno, allora vi prego non svegliatemi! Ho incontrato il mio idolo, il mio mito: Claudio Baglioni. Tutto è cominciato qualche tempo fa quando nella mia casella di posta è arrivato il seguente messaggio dalla redazione del giornale "La Sicilia": Iniziativa "Scrivi a Claudio Baglioni". L'iniziativa invitava tutti gli appassionati dell'artista romano a formulare una domanda che avrebbero voluto fargli se mai un giorno l'avessero incontrato. Le migliori domande sarebbero poi state selezionate da una giuria specializzata e i vincitori avrebbero avuto la possibilità d'incontrare il cantautore romano alla vigilia dell'ultima data del suo "tour kolossal" a Catania.
A dir la verità all'inizio stavo per cancellare il suddetto messaggio, anche perché ho subito pensato, avendo avuto in passato esperienze di questo tipo, che sarebbero state scelte persone "interne" alla redazione del giornale: i soliti "raccom... ehm... fortunati". Poi ci ho ripensato. Non so bene cosa mi abbia spinto a partecipare; sta di fatto che ho mandato alla redazione del giornale la seguente domanda: "Caro Claudio, ti sei mai chiesto come sarebbe stata la tua carriera se non avessi mai scritto Questo piccolo grande amore, canzone che ti ha consacrato al grande pubblico?".
Domanda, secondo me, non frutto di chissà quali grandi riflessioni! Da quando avevo spedito quella famosa e-mail era passato ormai un bel po' di tempo e nemmeno ci pensavo più fino a quando il 9 luglio - data che rimarrà impressa nella mia mente come lo scoppio della seconda guerra mondiale - aprendo la mia casella di posta ho letto il seguente messaggio: "Mittente: segreteria La Sicilia Web. Oggetto: Concorso Scrivi a Claudio Baglioni. Messaggio:gentile lettore, siamo lieti di comunicarti che il tuo messaggio inviato per il concorso Scrivi a Claudio Baglioni è tra i quindici selezionati dalla giuria. Sei così tra la rosa dei 15 fortunati che avranno la possibilità di incontrare l'artista alla vigilia del concerto catanese del 12 luglio e di partecipare all'evento musicale.
Con una nuova mail, la redazione de La Sicilia ti indicherà domani l'orario e il luogo dell'incontro con Claudio Baglioni e le modalità per ritirare il biglietto di ingresso al concerto. Grazie per aver partecipato". La mia reazione: sguardo perso nel vuoto per almeno 10 minuti, choc, incredulità e chi più ne ha più ne metta. Non ho riletto subito il messaggio perché ho preferito andarmi a sciacquare il viso nel caso in cui la stanchezza dopo una giornata di studio mi avesse giocato un brutto scherzo. Sono riandato al computer e ho riletto il messaggio: era vero, era tutto vero!
Sinceramente non ero ancora sicurissimo: pensavo che si sarebbe potuto trattare anche di uno scherzo e allora mi sono calmato un po' aspettando il giorno seguente in cui mi sarebbe dovuta arrivare l'e-mail di conferma. Il giorno dopo invece della e-mail mi è arrivata una telefonata: era la redazione che mi dava conferma. In quel momento non ho avuto più dubbi: al telefono era una certa Francesca Magrì e scambiando la sua voce per quella di un angelo l'ho ringraziata infinitamente di tutto. Chiudendo però mi sono accorto che mi ero fatto prendere dall'emozione e che non avevo capito una parola di tutte le informazioni che mi aveva dato. Ho richiamato e mi sono fatto spiegare cosa mi sarebbe capitato nella giornata in cui avrei incontrato Claudio.
Giorno 12 luglio: il giorno dell'incontro! Sveglia alle 6, preparazione e via per la stazione dove avrei preso il pullman delle 8. Arrivo a Catania alle 10,40. Mi dovevo presentare alla redazione del giornale un po' prima delle 16 in quanto la conferenza con Claudio sarebbe stata dalle 16 alle 17. Avevo deciso di andare un po' in giro per Catania, tanto per ingannare il tempo, quando improvvisamente mi è arrivata una chiamata inaspettata al mio cellulare. Chi era? L'addetto stampa di Claudio Baglioni, il signor Sebastiano Timpanaro.
Mi invitava a passare un giorno con Claudio perché era rimasto simpaticamente colpito dalla mia "strana" reazione alla selezione per il concorso. Mi ha detto di rilassarmi, di mangiare qualcosa, perché nel pomeriggio mi avrebbe portato da Claudio in albergo. Mi ha chiamato nuovamente verso l'una e mi ha detto di raggiungere l'albergo dove alloggiava Claudio. Mi sono precipitato immediatamente e il signor Timpanaro era davanti all'albergo che mi aspettava. Siamo entrati e ci siamo accomodati momentaneamente nel salotto dell'albergo. Dopo siamo saliti sopra al secondo piano dove Claudio a breve avrebbe tenuto due interviste: una per la Rai e una per Radio Telecolor.
Verso le 14,30 è arrivato Claudio. Ero in estasi, era lui davanti a me. Si è avvicinato con il signor Timpanaro che gli ha raccontato un po' la mia vicenda, prima d'incominciare l'intervista, mi ha fatto un bellissimo autografo con dedica sulla copertina del nuovo album: "L'uomo della storia accanto", che mi ero portato; e poi anche due foto, sia con lui che con la sua compagna Rossella Barattolo. Quindi le interviste e verso le 15,50 siamo andati tutti alla redazione del giornale "La Sicilia" per la famosa conferenza. Altro sogno che si avverava: io nella Mercedes con l'autista di Claudio Baglioni!
Ad aspettare Claudio fuori dall'albergo un folto gruppo di irriducibili. Claudio ha fatto fermare la sua macchina e disponibilissimo come sempre ha firmato qualche autografo. Siamo dunque arrivati alla redazione del giornale e alle 16 e qualche minuto è cominciata la conferenza. Ultimo sogno avverato: ho fatto la mia domanda a Claudio, quella che mi aveva permesso di vincere il premio, e lui mi ha risposto dicendomi che probabilmente la sua carriera non sarebbe mai iniziata se non avesse scritto "Questo piccolo grande amore".
In seguito ho avuto anche la possibilità di fargli una seconda domanda, questa volta non a nome mio ma a nome della lista di discussione di cui faccio parte: Reginella. In breve è una mailing-list dove gli iscritti, più di mille, condividono la stessa passione per Claudio. Il tema portante della lista, via Internet naturalmente, è: "Claudio Baglioni e l'influenza sulle nostre vite". La domanda in questione è stata: "Claudio, io so che quando hai pubblicato l'album Oltre hai inserito solo 20 delle 35 canzoni che avevi scritto. Le altre che fine hanno fatto?". Lui mi ha risposto dicendomi che a volte non tutte le canzoni che uno scrive poi vengono inserite nell'album e che quindi si perdono inevitabilmente.
Si è passati poi alla foto singola con Claudio in cui mostravamo il biglietto omaggio che ci hanno regalato per il concerto di Catania e alla foto di gruppo per la redazione del giornale. Qui è finito il mio meraviglioso incontro con Claudio e ancora emozionato mi appresto a tornare a casa già pensando al meraviglioso concerto che vedrò. Concludo dicendo che non ho mai avuto tanta fortuna in vita mia, non ho mai provato un emozione così grande e che forse mai più proverò.
Come dice Claudio: "Il sogno è sempre".

"Non ci posso credere, sono con Baglioni!"

CATANIA - Quindici eletti convergono su Catania da tutta l'Isola con i mezzi più disparati, dal carrettino all'aereo, per l'appuntamento davanti alla sede del nostro quotidiano. Tutti emozionatissimi per quell'ora al cospetto del divo Claudio, uniti dall'iniziativa lanciata da lasicilia.it, "Scrivi a Baglioni", che ha raccolto più di 400 e-mail farcite di domande e curiosità.

Lui è puntualissimo, alle 16 è già seduto all'interno dello studio del Tg di Antenna Sicilia, proprio davanti alla scenografia del telegiornale. Il silenzio è religioso, quasi tutto fosse pronto per la messa in onda delle news. Poi i fogli su cui i ragazzi hanno annotato domande non tremano più e il ghiaccio si scioglie.

L'esordio è di una mamma, Mariafrancesca, che gli racconta degli studi di suo figlio "costretto" a suonare con il pianoforte i "mattoni" classici, mentre lui preferisce le melodie del cantautore. "Mia madre mi ha sempre detto che a leggere ci si perdono gli occhi, mi consigliò di suonare ed eccomi", risponde Baglioni. "Mi ricordo che iniziai quasi per accaparrarmi le attenzioni delle ragazze, poi venne la vera passione ed ecco il mio lavoro".

Giovanni da Gela gli parla dei suoi testi da inserire sui libri di antologia italiana: "Qualcuno ha già pubblicato alcune canzoni – precisa il cantautore romano –. Le parole sono suoni e, per quanto mi riguarda sono al servizio della musica perché servono a completarla".

E' un assedio da Fort Apache, ma Baglioni è preparato: il successo in Polonia e Cecoslovacchia con "Questo piccolo grande amore", i concerti davanti a migliaia di persone, la tensione che passa prima di calcare la scena, il vuoto dei ricordi dopo i primi bagni di folla, il "Claudio-Claudio" all'Olimpico, la paura che avrà anche stasera prima di salutare Catania. Poi una sentenza che riassume tutto: "Sono libero e felice solo quando canto. Poi torno ad essere una persona normale."

I flash delle macchine fotografiche si alternano ai click degli mms spediti dai fortunati che hanno un telefonino abilitato che così rispondono fieri agli sfottò dei più increduli. "Sei con Baglioni? E chi ci crede…". Click.

"Il mio mestiere è un sogno – dice lui –: quando sono sul palco mi sento un bambino, gioco". Si parla di figli ed ecco il rapporto con il suo Giovanni, quello di "Avrai" e della nuova "Grand'uomo": "Studia la chitarra da nove anni, ma ha una visione larga della musica – dice il cantautore romano –, lo vedo appassionarsi alla bossanova o all'heavy metal, ma la vera forza è che il gap generazionale che prima divideva i genitori dai figli si è vistosamente ristretto. Io nemmeno osavo sentire ciò che mi proponevano i miei, era un modo di essere proprio di un periodo".

Donatella di Santa Teresa Riva, una signora timidissima, fa quasi fatica a parlare. Prima di buttarsi scoppia in lacrime: "Ti ricordi il film in cui Sordi doveva incontrare il Papa e non sapeva che dirgli? Ecco per me è lo stesso. Non ho nulla da chiederti, sei come un amico, un fratello e mi caricano le emozioni che mi regali e per questo ti ringrazio. Ti ho scritto tantissime volte, sia nei momenti felici che in quelli tristi. Mi ricordo di averti spedito una lettera quando morì tuo padre, sentivo il dovere di strati vicino, anch'io non ce l'ho più. Poi tu mi hai risposto con un messaggio di ringraziamento. Mi sono sentita importante". L'oggetto di tanto amore non parla, è visibilmente commosso. Poi fa partire un applauso e si ricomincia. di Francesco Lamiani

(La Gazzetta del sud 12 Luglio)
Catania, la notte di Baglioni

PALERMO – Sarà Filippa Giordano l'ospite speciale dell'ultima data del tour di Claudio Baglioni stasera, alle 21, nello stadio Angelo Massimino di Catania. Da tre giorni la grande carovana – composta da un migliaio tra tecnici, operai e musicisti – ha cominciato il suo sbarco a Catania. Sul palco, lungo 120 metri, Baglioni sarà affiancato da 33 orchestrali, i suoi sei musicisti, 34 componenti del corpo di ballo fisso e quasi 400 performers appositamente selezionati per la tappa di Catania dal regista Pepi Morgia e dal coreografo Luca Tomassini. I cancelli dello stadio catanese saranno aperti dalle ore 18 e il pubblico potrà accedere fino all'inizio del concerto. Baglioni ha promesso un live show di tre ore e mezza, con il meglio di tutta la sua produzione, 35 anni di successi, fino agli ultimi pezzi dell' ultimo lavoro discografico «Sono io, l'uomo della storia accanto». La cantante palermitana Filippa Giordano arriverà sul palco “a sorpresa”, e sarà coinvolta da Baglioni in alcuni dei suoi pezzi più noti. Sulla scaletta c'è ancora il top secret.

(La Repubblica 12 luglio)
IL GRANDE SHOW DI BAGLIONI SUL PALCO ANCHE LA GIORDANO

Apriranno alle 18 i cancelli dello stadio "Massimino" di Catania per il concerto di Claudio Baglioni, chiusura del tour 2003 del cantante romano. Baglioni si esibirà con un piccolo esercito di musicisti, ballerini, gruppi musicali, performer, bande, atleti, giocolieri, artisti di strada. Quasi quattrocento uomini, 'reclutati´ da tutta la Sicilia, che saliranno a scaglioni su un palco grande quanto il rettangolo di gioco dello stadio Angelo Massimino di Catania. E poi un personaggio a sorpresa che all´improvviso salirà sul palco per intonare qualche canzone in duetto con Baglioni: si tratta di Filippa Giordano, cantante palermitana che si è segnalata al festival di Sanremo. Ma si parla anche della partecipazione di Rosario Fiorello. Claudio Baglioni nelle sue oltre tre ore di musica che ripercorreranno 35 anni di successi sarà accompagnato dalla sua band. I biglietti per il concerto di Catania sono ancora in prevendita presso la rete abituale di biglietterie sparse in tutte le province siciliane e per tutte le informazioni sull´evento è stata istituita una infoline, che risponde allo 095.509615

 (La gazzetta del mezzogiono 10 Luglio)
Leggendo le cronache baresi, ieri mattina, balzava evidente la diversa considerazione del concerto dell'altra sera di ........

Leggendo le cronache baresi, ieri mattina, balzava evidente la diversa considerazione del concerto dell'altra sera di Claudio Baglioni all'Arena della Vittoria. Per qualcuno si è trattato di un pazzesco happening, all'insegna di un clima di tensione, concluso da una gigantesca rissa sedata a stento dalle forze dell'ordine. Per qualcun altro di una ben orchestrata truffa, con vendita doppia di biglietti numerati per lo stesso posto, ed un profluvio di denunce per reati vari. Per altri ancora, noi esattamente, della più sensazionale festa collettiva che Bari abbia vissuto negli ultimi anni, densa di citazioni colte e popolari insieme, a dispetto di chi considera la musica «leggera» un sottoprodotto nemmeno degno dell'aggettivo culturale, come se fosse necessaria una patente di «culturalmente elevato» per chi arte produce e non per il prodotto (e Ligabue, trucida e folle anima persa? E Van Gogh? E lo stesso Modigliani?...).
La Delta Concerti che organizzava la serata ha fornito in un breve comunicato le sue spiegazioni. In riassunto: lo stadio che pomposamente chiamiamo ora arena è in condizioni disastrose, ci sono ovunque seggiolini divelti, e rimuovere gli escrementi dei colombi è impossibile, perché migliaia di volatili abitualmente dimorano nella struttura. Qualche errore di duplicazione dei biglietti potrebbe essere avvenuto, soprattutto perché ormai è molto diffusa la vendita «on line» e la trasmissione dei dati potrebbe aver causato equivoci. Qualcuno, invece, ha grossolanamente contraffatto alcuni biglietti. Chi ha subito questo disagio ha certamente ragione, abbiamo cercato di provvedere celermente. Scusate, abbiamo fatto del nostro meglio.
Cose che accadono ad ogni concerto in tutto il mondo (chi scrive ha il privilegio raro di aver quest'incarico dal direttore da ormai vent'anni), cose che accadono quando si utilizza raramente una struttura (non esistono dati certi), cose che accadono quando chi amministra non è in grado e non ha alcuna intenzione di fornire un minimo di assistenza dignitosa a quindicimila (15mila, 30mila non entrano manco a premerli sulle gradinate del vecchio stadio) se non con il generoso e ottimo impegno delle forze dell'ordine. Se poi trovate sbarrato l'accesso al vostro settore perché è in «overbooking», non prendetevela, quella è una saggia decisione per non provocare inutili e pericolosissime calche. Fate come facciamo noi che facciamo questo mestiere per voi che leggete e non per noi stessi: fate il giro, andatevi a mischiare alla folla e mettetevi comodi e tranquilli a seguire il concerto da un posto «non da giornalisti non paganti» facendo però i «giornalisti». Dunque raccontando quello che è stato: una stupenda festa per tutti, senza alcun accenno di risse (chiedete in Questura, se non ci credete), e con qualche disagio. Ma non è forse un disagio già l'esistenza? Non perdiamoci di vista, perché la musica è la cosa più bella che c'è in giro (ma non fatelo sapere all'assessore...). Francesco Costantini

Egregio direttore, mi chiamo Vito e sono quel giovane ventenne che le scriveva i ringraziamenti per le gite di ScopriPuglia, e che ora è

Egregio direttore, mi chiamo Vito e sono quel giovane ventenne che le scriveva i ringraziamenti per le gite di ScopriPuglia, e che ora è qui per ringraziarla ancora una volta per un'altra iniziativa della Gazzetta. Perché un'anteprima speciale? Semplice... martedì 8 luglio c'è stato il concerto di Claudio Baglioni cui ho partecipato, ma voglio ringraziarla per ciò che ho vissuto insieme a tanti altri fan, lunedì alla Gazzetta. I momenti belli da raccontare sono tanti, ma io partirei dalla splendida iniziativa delle telefonate.
Appena appresa la notizia della possibilità di poter parlare col mitico Claudio, mi sono attaccato al telefono finché non avessi parlato con lui. Sinceramente mi ritengo molto fortunato, giacché alle 14,15 sono riuscito a prendere la linea e, a detta di Claudio, sono stato il primo di Bari che riusciva a parlare con lui. Sono molto contento che la mia domanda sia stata pubblicata sulla Gazzetta e tra l'altro vorrei ringraziare Claudio per la sua completa disponibilità... non tutti i cantanti avrebbero fatto una cosa di questo genere.
Successivamente sono venuto alla Gazzetta nell'attesa che uscisse in compagnia di un gruppo di fan. Intorno alle 16,30 con immensa gioia abbiamo visto comparire, dopo tanta sofferenza, il grande Claudio che, come promesso, anche da lei direttore, si concedeva a foto e autografi. Provo ancora i brividi nel raccontare quei momenti.
Successivamente, non ancora sazio, mi sono recato allo stadio e come per magia Claudio, appena arrivato, si concedeva ancora una volta a foto e autografi. Personalmente ho atteso sino alle 21 per farmi fotografare con Claudio, ma a posteriori posso dire di aver fatto la scelta giusta. Concludo ringraziandola ancora una volta per la disponibilità offerta e per le sempre più coinvolgenti iniziative da lei proposte.
Vito Calabrese
Bari

Grazie a lei,Vito, e a tutti i giovani (e meno giovani) che hanno confortato la nostra iniziativa insieme a Claudio Baglioni. Che lei descrive come un successo, e gliene siamo grati. Insieme alla considerazione per un artista che ha confermato il suo valore con la semplicità e la totale disponibilità con le quali si è «donato» ai suoi estimatori. Davvero una bella giornata che anche i nostri lettori hanno reso possibile.
 

(La Repubblica 10 luglio) (dal NG)
Botteghini chiusi, sedili pieni di escrementi. E i posti numerati non esistevano più
Baglioni, notte di rabbia e botte "Organizzazione, che vergogna" In centinaia col biglietto rimangono fuori


La difesa dei promoter "Molti tagliandi erano falsi: o forse è colpa di un errore di stampa..."
PAOLO VIOTTI
Hanno vietato, per giorni, di fare le pulizie allo stadio della Vittoria, perché Baglioni non voleva intrusi spioni. Ma l´effetto sorpresa è costato caro. Martedì sera il concerto ha rischiato di saltare per la rabbia degli spettatori, che dopo ore di fila, una rissa e un parcheggio caotico, hanno trovato il loro posto completamente ricoperto di escrementi di piccioni, che certo non hanno smesso di volare sugli spalti durante le prove. Ma l´atmosfera di «Ci sono anch´io tour», oltre che dalla sporcizia tra gli spalti, è stata rovinata anche da un centinaio di biglietti clonati, falsi o stampati male. È successo anche questo. Chi aveva comprato i posti in tribuna numerata (ben 41 euro a poltrona) li ha trovati occupati. «Ho protestato, ho chiesto spiegazioni ai ragazzi dello staff, ma nessuno mi ha saputo spiegare quello che era successo - dice Vittoria, una delle tante ragazze rimaste senza posto - alla fine io e le mie amiche ci siamo organizzate da sole. Io sono rimasta in piedi, qualcuna delle mie amiche è riuscita a trovare uno strapuntino nelle ultime file». Il concerto, nato sotto una cattiva stella, ha addirittura rischiato di non cominciare per le
proteste degli spettatori rimasti in piedi con il biglietto in mano. Solo la prontezza di un ispettore di polizia è riuscita a limitare i danni. Il poliziotto ha calmato gli animi e ha promesso che avrebbe scritto una
relazione al questore.
«Per quanto riguarda i biglietti - dice Tommaso Ventrelli della Delta Spettacoli, l´agenzia che ha organizzato l´evento a Bari - Pensiamo ad un errore telematico o addirittura di stampa, ma stiamo anche prendendo in considerazione l´ipotesi che alcuni tagliandi siano stati contraffatti».
Biglietti falsi? Sarebbe la prima volta. E su questo anche le forze dell´ordine stanno indagando, per capire se a Bari esiste una centrale di falsari professionisti in biglietti per concerti e spettacoli.
Sulla pulizia delle tribune, invece, il funzionario della ripartizione allo sport del Comune di Bari spiega che: «L´arena in genere viene consegnata chiavi in mano, cioè in condizioni di pulizia perfette e deve essere
riconsegnata nelle stesse condizioni». Ma questa volta gli organizzatori hanno preteso che l´ultimo turno di pulizie fosse il 3 luglio, cioè cinque giorni prima del concerto, sembra perché non volevano che nessun estraneo assistesse o disturbasse le prove. «È inevitabile - dicono al Comune - che in cinque giorni l´Arena si sporchi, anzi bastano solo 24 ore».
Escrementi di uccelli, biglietti falsi, risse e malumore. Eppure i concerti di Baglioni da anni, da sempre sono il simbolo dell´amore, dei sogni e del romanticismo. «Altro che sogni - dice Andrea Lattaruli - Io voglio essere rimborsato. Sono venuto da Taranto per vedere questo concerto: 70 chilometri e quarantuno euro per passare una serata schifosa. Ho visto tutto lo spettacolo in piedi, lontano dalla mia ragazza, e nella puzza.
L´organizzazione era vergognosa e se sono dei professionisti come dicono ci devono rimborsare».
E le proteste sono continuate anche nel dopo concerto, quando Claudio Baglioni e tutta la troupe si sono spostati al «Pescatore» per la cena, e decine di cittadini, che abitano vicino al castello Svevo, hanno chiamato vigili urbani e polizia per il chiasso e i gridolini dei fan, raggruppati sul marciapiede davanti al ristorante in piena notte, per avere un autografo o semplicemente stringere la mano all´amato cantante.

(La sicilia.it 10 luglio)
Sbarca a Catania la "carovana" di Baglioni

PALERMO - Da stamani la grande carovana del Tour 2003 di Claudio Baglioni comincia il suo sbarco a Catania, in vista del concerto di sabato (con inizio alle ore 21, apertura dei cancelli alle ore 18), ultimo appuntamento del suo tour in otto stadi italiani ed unica data in Sicilia. Un grande appuntamento, con un live show che riporterà il cantautore romano nel capoluogo etneo a sette anni dal suo primo concerto catanese, che si tenne il 21 settembre 1996. Baglioni, che arriverà alla vigilia del 12 luglio, sarà raggiunto da un piccolo esercito di musicisti, ballerini, gruppi musicali, performers, bande, atleti, giocolieri, artisti di strada. Quasi quattrocento uomini, 'reclutati' da tutta la Sicilia, che saliranno a scaglioni su un palco grande quanto il rettangolo di gioco dello stadio Angelo Massimino di Catania.

Dietro la realizzazione delle otto date di un tour che si chiuderà proprio con l'unico appuntamento siciliano, c'è un esercito di artisti, collaboratori ed addetti ai lavori: 33 orchestrali e 6 musicisti della band di Baglioni, 6 assistenti aiuto-coreografi per Luca Tommassini, 34 componenti del corpo di ballo fisso e quasi 400 performers, appositamente selezionati per la data siciliana; 10 addette ai costumi che affiancano Claudia Tortora, 6 assistenti per il regista Pepi Morgia, che dovrà dirigere tutti i 'movimenti' di una 'macchina umana' in moto per oltre tre ore di spettacolo. Per 'arrivare' a tutti gli spettatori dell'Angelo Massimino di Catania, la voce di Claudio Baglioni avrà a disposizione 100.000 watt 'guidati' dal tandem Maurizio Maggi-Alberto Butturini, mentre la 'scena' del suo concerto sarà illuminata da Emiliano Morgia con 350 fari motorizzati e 150 analogici. Tutto questo arriverà in Sicilia con una carovana che viaggia su 'gomma' e conta 20 tir, 3 pullman e 25 auto, che faranno sbarcare a Catania anche un catering in grado di servire 1000 pasti al giorno per tutti gli addetti al lavoro nello stadio siciliano.

La sicurezza, affidata a Fabio Marsili, farà scendere in campo per il buon andamento della serata 100 security man, mentre per il makeup due responsabili saranno affiancati da 20 tra truccatori e parrucchieri. E la produzione Bag per Friends and Partners e Barley Arts - supportata da tutto lo staff siciliano di Giuseppe Rapisarda Management, farà scendere in campo 60 assistenti e 70 tecnici che monteranno in tre giorni tutte le strutture. Sull'immenso palco, che misura la superficie record di 120 metri per 18 e verrà allestito nel rettangolo di gioco dell'ex Cibali, sarà posizionata anche un'installazione artistica progettata da Daniela Gagliano, una giovane studentessa catanese che, sotto la direzione del professor Rosario Genovese, ha creato l'opera «Cercando la libertà».

Claudio Baglioni nelle sue oltre tre ore di musica, che ripercorreranno 35 anni di successi, con il 'ritorno' di moltissimi dei suoi brani più noti ed amati, che in alcuni casi non cantava da anni, sino agli ultimi inediti del suo Sono Io, l'uomo della storia accanto (uscito lo scorso 23 maggio), sarà accompagnato dalla sua straordinaria band, composta dal direttore musicale Paolo Gianolio (chitarra) e da Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso) e Lele Melotti (batteria).

(La Repubblica 9 luglio) (dal NG) Insorgono le centinaia di persone rimaste escluse. Gli organizzatori: forseun errore
"Il concerto della vergogna"


Baglioni, stadio sporco e biglietti venduti due volte Problemi, proteste, risse al concerto di Claudio Baglioni. Quindicimila
persone hanno riempito, martedì sera, lo stadio della Vittoria, ma subito è scoppiata la rivolta: le tribune erano sporche, molti posti addirittura erano completamente ricoperti di escrementi di piccioni. Gli spettatori, per sedersi, hanno dovuto comprare delle bottiglie d´acqua e pulire le sedie con mezzi di fortuna. Ma ci sono stati anche problemi per un centinaio di biglietti "clonati".

(La Gazzetta del mezzogiorno 9 Luglio)
Sin dal pomeriggio le pazienti code da parte del popolo dei «Baglioni Boys»
La lunga «processione» dei suoi fan
E la sera prima del recital, un assaggio della nostra gastronomia


Una lunga e composta processione in omaggio al divo. Il popolo dei Baglioni Boys inizia a far rotta verso l'Arena della Vittoria fin dal pomeriggio di ieri; alla fine, gli spettatori del grande show «multi art» saranno circa 15mila, divisi fra gradinate, tribune e distinti.
Baglioni intanto continua quello che ormai è un vero idillio con Bari. Per prepararsi a dovere alle tre ore e mezza di concerto, lunedì sera, dopo il filo diretto alla Gazzetta, Claudio ha pensato bene di riunire il suo staff a cena al Pescatore, ristorante preferito da Antonio Cassano e sembra che lo stesso campione barese abbia consigliato al cantautore di assaporare le nostre specialità gastronomiche proprio in quel locale. Baglioni è molto amico del gemello di Francesco Totti. Il menù era annunciato: latticini a gogò e pesce fresco, portate che Claudio non si fa mai mancare nei suoi raid pugliesi. Prima di cena, un giro a curiosare fra i vicoli di Bari vecchia nei pressi del Castello Svevo. La voglia di conoscere a fondo la città è una costante di questi giorni di Baglioni a Bari: lunedì pomeriggio il cantautore ha voluto partecipare alla riunione di redazione della Gazzetta chiedendo (peraltro già informato) notizie su particolari di eventi di cronaca ancora in parte sconsociuti: vedi sequestro delle due farmacie baresi.
Prima curiosità della serata: più l'area si riempiva di fans, più aumentava la componente arancione fra il pubblico. Tutti con una maglietta o con un cappellino in tinta, come indicato da Vento, uno dei più famosi capi fans, notissimo sul web. È bastata una e-mail a giro e tutti sono arrivati con l'arancione addosso: dopo il tour giallo e quello rosso, questo è il colore che gli aficionados hanno stabilito, in linea con la grafica del nuovo album Sono Io, l'uomo della storia accanto.
I baglioniani iscritti al CLAB (Claudio Fan Club) hanno però storto il naso in questi giorni, visto che, come nelle altre città, per la prima volta non sono stati ammessi alle prove prima del concerto. Un colpo d'occhio spettacolare ha accompagnato tutto lo show, complesso, ma mai banale. I Baglioni Boys hanno salutato con una vera ovazione l'ingresso di Ron che ha duettato con Claudio su Amore Bello e Non abbiam bisogno di parole.
Ron, di padre tranese, aveva espresso nell'intervista di martedì con la Gazzetta la volontà di mostrare al cantautore romano la splendida cattedrale di Trani: chissà che nelle prossime ore i due non possano essere avvistati per i vicoli della splendida cittadina del nord barese.
Fra i numerosi volti conosciuti sugli spalti un sorprendentemente appassionato Antonio Stornaiolo (Tata) fan del grande Claudio, sorpreso a canticchiare alcuni pezzi d'annata. Assente Emilio Solfrizzi, vero cultore del Baglioni dei primi anni e noto negli ambienti per una imitazione del cantautore da far sfigurare anche il miglior Fiorello. Lo spettacolo non perde mai il ritmo iniziale e l'ingresso dei numerosissimi performer baresi tiene alta l'attenzione; i ballerini di tango, i karatechi, gli atleti; tutti in una successione studiata e ben orchestrata.
Concerto, evento, musical, festa multi colore fate voi: Baglioni, a 31 anni da Questo Piccolo Grande Amore, resta uno dei pochi veri divi italiani. Lucio Palazzo

IERI SERA ALL'ARENA DELLA VITTORIA.
Oltre quindicimila persone da tutta la regione per l'atteso concerto
Baglioni kolossal incanta Bari
Il gran circo del Divo Claudio: luci, canzoni ed emozioni senza fine


Eccolo, finalmente, l'uomo della storia accanto, l'uomo della maglietta fina dei vostri sogni di adolescenti, delle mille storie di te e di me. Dopo l'Homo Baglionikus Introversus, l'HB Technologikus, quello Cryptikus e il Minimal, ecco la versione Kolossal: tre ore e spiccioli di concerto, 38/39, fors'anche quaranta pezzi per raccontare trentacinque anni di storia artistica e personale che si fanno storia del costume e dell'identità collettiva del Paese.
Dicevano mancasse la Puglia, Bari in particolare, a questo suo tour 2003 fatto di sole premiere, eventi singoli irripetibili, ogni sera distanti e diversi pur su un canovaccio comune. C'eravamo solo noi della Gazzetta a dirvi di star tranquilli, che Claudio passava le notti a rigirarsi come un panzerotto nell'olio bollente al pensiero che mancasse un riferimento, uno sguardo, una lama di luce puntata verso il Petruzzelli. C'è nel nuovo album, c'è da quella notte della Befana in cui Baglioni cantò il suo grido di artista ferito al cospetto delle rovine, quella notte da cui – sono parole sue – tutto questo progetto prese le mosse. Non poteva non esserci in quest'estate bollente.
E allora, benvenuti sull'arca di gloria, sulla Baglioni Enterprise, sul ponte sterminato di questa portaerei che si perde nella notte, sulle gradinate di questo vecchio stadio ribattezzato pomposamente arena nella speranza che lo diventasse e poi abbandonato alla sua triste solitudine, bentornati al Circo di Mangiafuoco, miei cari amici, allo show che non ha mai fine…
Circondato dalle torrette dei fari, il Divo (divino, questo era l'appellativo che toccava all'imperatore Claudio) guida un traffico intenso di musici e figuranti, saltimbanchi e ballerini, ginnasti e karateki, palloncini e palloncioni, acrobati e pattinatori, busker e performer a vario titolo, tutti selezionati – come ormai già saprete – nelle scorse settimane in Puglia. Una sarabanda, una festa di piazza, una kermesse come non si è mai visto orchestrata dalla regia di Pepi Morgia e dalle coreografie di Luca Tommassini. Una prova di maturità, dice qualcuno; una strepitosa prova di freschezza creativa, di voglia di dare al pubblico qualcosa che rimanga unico, di capacità di legare in uno show i sogni di bambino e la raffinata sensibilità di un artista adulto, aggiungeremmo noi.
Musica a gogò, dicevamo. Pochi sapidi spruzzi del recente Sono io - L'uomo della storia accanto (il brano omonimo, Tutto in un abbraccio, Grand'uomo, il divertissement di Serenata in sol) e via, tutto-Baglioni-canzone-per-canzone. Subito un medley, in apertura, chitarra a tracolla, a ricordare chi era (51 Monte Sacro, Signora Lia, Tu come stai, Notte di note, Sabato pomeriggio, A modo mio, W l'Inghilterra, Poster, Porta Portese) e andiamo, incontro a questo lungo destino felice di uomo e di artista. Si pilucca fior da fiore – Strada facendo, Dagli il via, Uomini persi, Avrai (scritta quasi 25 anni fa per la nascita del figlio Giovanni).Quante volte, Cuore di aliante, Buona fortuna, Acqua dalla luna, Bolero, E tu, E adesso la pubblicità, Ninna Nanna, Noi no – sin quasi a non averne più.
Confusi e felici, i quindicimila di Bari non si perdono una nota, non saltano una battuta che è una, ottemperano al rito col massimo della sacralità. Macchie arancioni ovunque, il colore che i fans hanno scelto autonomamente per identificare questo tour, che par d'essere ad una finale dell'Olanda, che diventano una scia nel buio quando Ron si materializza per cantare a due voci Amore bello (davvero la più rosalincellamaresca delle hit del Principe d'Orange) e Non abbiam bisogno di parole.
Calda la notte, caldissima la gente, bollente Claudio che sembra sfidare la sua stessa resistenza fisica per andare avanti ad oltranza, «oltre», come piace dire a lui. Mille giorni di te e di me, secondo chi scrive la perla di trent'anni e passa di canzoni, e la «famigerata» QPGA – come indicano in assoluto understatement le scalette da qualche anno in qua, una Questo piccolo grande amore con la quale il cantautore romano fa finalmente pace, che smette di scavare, ruotare, torcere, strizzare e manipolare per renderla così com'era, il più fantastico inno incantato all'amore puro, pulito, adolescente che qualcuno abbia scritto in Italia (è o non è la Canzone del Secolo?). Io sono qui, La vita è adesso, Via… Non perdiamoci di vista, che stare insieme, condividere le emozioni è la cosa più bella che ci resta. Incredibile, generosissimo, monumentale Baglioni.
Francesco Costantini

(La Gazzetta del Mezzogiorno 8 Luglio)
Sospiri e proposte di incontri galanti al telefono, ragazzine ansimanti all'ingresso ed una gradita incursione durante la riunione di redazione del ....

Sospiri e proposte di incontri galanti al telefono, ragazzine ansimanti all'ingresso ed una gradita incursione durante la riunione di redazione del giornale. La visita di Claudio Baglioni alla «Gazzetta» è volata: tre ore circa fra ironia e cordialità a sancire un rapporto saldo e vivo con Bari e con il suo giornale. Claudio arriva in redazione qualche minuto prima delle 14 e subito indossa la cuffia per rispondere alle telefonate che «scalpitano» da tempo. Prime tre chiamate dalla provincia di Milano e da Genova. Ne seguiranno altre da tutt'Italia. La «Gazzetta» su internet fa miracoli.
Sulle prime, il filo diretto con i fan più che una serie di domande è una sfilata di avances femminili che tentano, a tratti spudoratamente, un approccio con il divo, il quale appare divertito: «sono in costume da bagno a Palese, se vuoi domani ti raggiungo così» - minaccia la prima; «posso avere un appuntamento con te, ma senza gente attorno» - ci prova la seconda.
Il tempo passa e Baglioni rifiuta persino di fare un break per l'aperitivo per quanto è preso dalla chiacchierata con gli aficionados. Fuori dalla «Gazzetta», intanto la folla comincia ad assieparsi, mentre all'interno dell'edificio l'immenso Fabione, security men «storico» e capo dei «pretoriani» al festival di Sanremo, dorme sonni tranquilli.
Alle 15.50 qualcuno prova a proporre una fine leggermente anticipata delle telefonate, ma ormai Baglioni è lanciato e pretende di finire in orario. Alle 16 Claudio accetta di salutare Caterina, disabile barese. «Se tornerò a Bari per il tour invernale avrò più tempo da dedicare a questi incontri» - promette Claudio.
Prima di andare via, però, Baglioni fa capolino nel cuore del giornale, visitando, su invito del direttore Lino Patruno, la riunione quotidiana dei responsabili dei vari settori e dei caporedattori per l'impostazione del giornale. Insieme con loro parla di tutto, a cominciare dal sequestro di due farmacie baresi perché accusate di truffa, appena avvenuto. Claudio ne è al corrente, neanche fosse un cronista di turno. Quindi chiede: «Ma la questione del Petruzzelli a che punto è?». Com'è noto, dopo l'esibizione all'interno del «cratere», Baglioni ha inserito nell'ultimo disco un pezzo dedicato al teatro barese.
La visita dura più del previsto e soprattutto assume i toni quasi di una rimpatriata fra amici. Ad aspettare Claudio - il quale ieri pomeriggio era in camicia aderente nera e pantaloni con cerniere come tendenza detta - sia all'arrivo sia al congedo, donne di tutte le generazioni, dalle sedicenni a qualche madre di famiglia. Niente di strano per un cantante che, raggiunto l'apice della popolarità, sembra vivere un'eterna giovinezza. Lucio Palazzo

Fra le sorprese del concerto-show di Baglioni di stasera ci sarà anche Ron, che salirà sul grande palco per cantare con Claudio la ...

Fra le sorprese del concerto-show di Baglioni di stasera ci sarà anche Ron, che salirà sul grande palco per cantare con Claudio la sua Non abbiam bisogno di parole e un classico come Amore Bello.
«Non abbiamo preparato niente – racconta Ron – ho sentito Claudio ieri ed abbiamo deciso solo le canzoni su cui interverrò. Del resto per il rapporto che c'è, l'improvvisazione organizzata è la cosa migliore».
Come nasce l'idea della sua partecipazione?
«Con Claudio siamo cresciuti insieme musicalmente. Ricordo un festival di Venezia nel '70 durante il quale ci siamo conosciuti meglio. Abbiamo passato momenti di condivisione molto intensi».
Faccia un ritratto del Baglioni artista.
«Un simbolo della canzone italiana. Molti vivono su un capolavoro, lui è riuscito a scrivere tanti pezzi indimenticabili. Il suo linguaggio diretto e semplice è la sua forza».
Torna da queste parti: lei è per metà pugliese.
«Torno alla mia terra rossa. Mi piace chiamare così la Puglia, che ovviamente sento appartenermi, viste le mie radici, mio padre era di Trani. La Puglia è una regione di persone che non passano inosservate; la gente è seria, comunicativa. Ultimamente ci sono anche tanti attori noti ed artisti in genere che sono pugliesi. È un momento di forte creatività per questa regione».
Se dovesse portare Baglioni a fare un giro, dove andrebbe?
«Prima di tutto ad ammirare la cattedrale di Trani: una bellezza così, a strapiombo sul mare con il cielo blu alle spalle, merita di essere conosciuta a fondo. Sono affascinato anche da Alberobello e dai suoi trulli. Penso che se un americano vedesse la Valle d'Itria, non se ne andrebbe più».
A cosa sta lavorando adesso?
«All'ultimo disco. Ma la vera novità è che al progetto è legato un libro che sto scrivendo. Probabilmente produrrò anche uno spettacolo teatrale con mie canzoni, vecchie e nuove».
Ha scelto lei i pezzi di stasera?
«Ho espresso la mia volontà di cantare Amore Bello perché è un pezzo che ho ascoltato in un momento delicato della mia vita. Vivevo una storia particolare e, come capita spesso con i pezzi di Claudio, ho riconosciuto in quella canzone la mia vicenda personale. In questo sta la grandezza di Baglioni: riesce ad usare parole semplici per spiegare grandi sentimenti, senza mai scadere nel banale».
l. pal.

Due amici su due palchi diversi. È una straordinaria coincidenza qualla che accadrà stasera nel Barese. Claudio Baglioni sarà in ...

Due amici su due palchi diversi. È una straordinaria coincidenza qualla che accadrà stasera nel Barese. Claudio Baglioni sarà in concerto con il mega tour Sono io..., all'Arena della Vittoria di Bari, mentre il suo amico Youssou N'Dour, con Nothing in vain, sarà nel fossato del castello di Barletta.
I due artisti, oltre che dall'amicizia, sono stati legati da un vero e proprio sodalizio artistico sfociato nella collaborazione per un brano presente nel doppio album Oltre.
Baglioni, questa sera canta anche il suo amico Youssou N'Dour a Barletta. Che ricordo ne serba?
«Mi fa piacere che anche lui sia in Puglia. Peccato però, se l'avessi saputo prima, chissà... Siamo amici da diversi anni, l'ho conosciuto nel 1997 in Inghilterra e abbiamo subito fraternizzato. Poi a Roma ci siamo rivisti tante volte, e abbiamo deciso di collaborare e duettare nel brano Le mani e l'anima inserito nel disco Oltre. Ricordo anche uno straordinario concerto al Colosseo, davanti a trecentomila persone, abbiamo cantato insieme per la Fao. È stata una straordinaria performance con vocalizzi finali».
Quanto l'ha influenzata la musica africana?
«È quella che ci ha dato i ritmi, la pulsazione, la parte della musica più energetica e dinamica che ho inserito anche nella mia musica. Quelle poliritmie tipiche africane, sono ancora presenti in alcuni arrangiamenti delle nuove canzoni».
Ci parli del suo spettacolo barese. Cosa vedrà questa sera il pubblico?
«Un concerto fuori da ogni regola che regala continue sorprese a tutti gli spettatori, noi compresi. In ogni città ci sono circa quattrocento persone che si aggiungono alle novanta che sono normalmente sul palco. Il risultato è assolutamente straordinario e trasmette un'energia unica. È una grande festa».
I suoi concerti sono frequentati da migliaia di persone, cosa che accade anche a Vasco Rossi e Zucchero. Siete una generazione di fenomeni o cosa?
«È sempre più difficile trovare momenti di aggregazione, mi sono stupito di vedere che in questa stagione, in cui scarseggiano tournée, ci siano stati numeri così consistenti di pubblico. Proprio ieri abbiamo fatto un conteggio del pubblico presente a questo tour: in sei concerti siamo arrivati ad un'affluenza di oltre duecentosettantamila spettatori. Forse alla fine del tour arriveranno a trecentocinquantamila, è sorprendente. Non so se tutto questo derivi dalla lunga carriera di artisti come noi, di sicuro sappiamo di avere un pubblico eterogeneo, composto da diverse generazioni. È sempre incantevole trovarsi all'interno di uno stadio con un palco al centro ed avere l'obbligo di riempirlo. La gente ha voglia di partecipare a qualcosa che è un po' rituale, ma anche sorprendente. Mi farebbe piacere che questi straordinari momenti continuassero anche nel futuro. Musica vuol dire tendere al bello, mettere insieme la gente e non separarla».
Ha disegnato tutta la struttura del palco, le sono serviti quindi gli studi da architetto?
«Si, studiavo architettura prima di imbarcarmi in questo mestiere. Ho scoperto che gli esami sarebbero rimasti validi se avessi pagato le tasse. Dopo essere stato venticinque anni fuori corso, finalmente, ad ottobre, riuscirò ad ottenere la laurea. In questi anni, però, molta dell'esperienza universitaria l'ho utilizzata disegnando i palchi dei miei concerti ».
Durante il filo diretto con i suoi fan ha incontrato una ragazza disabile. Cos'è per lei la solidarietà?
«È la possibilità di essere utili, anche parzialmente, ad un'altra persona. Purtroppo è una moda ricorrente per molti personaggi pubblici, qualche volta risulta anche sospetta. Comunque, se si riesce a far felice qualcuno anche per qualche istante, ti fa star bene. Quando si può, si deve mettere la propria arte e la popolarità al servizio della solidarietà». Nicola Morisco

L'incontro con Caterina, disabile
La solidarietà di Baglioni


Caterina è una ragazza disabile, «pazza» per Claudio Baglioni. Appena saputa la notizia della presenza del cantautore romano alla «Gazzetta», non ha retto al sogno di poter incontrare personalmente il suo paladino. Pressioni in famiglia, pressioni sui suoi amici, i volontari del «Cedis», centro diocesano per l'integrazione sociale. Non si è data per vinta, e ce l'ha fatta. Al termine della maratona telefonica in redazione, Baglioni le ha regalato un sorriso: un incontro fugace, ma intenso. «Il prossimo inverno - le ha promesso - quando verrò a Bari per il tour invernale, voglio ritagliare un po' di tempo per venirvi a trovare al Cedis». Una promessa che ha emozionato tutti. Poi Caterina è riuscita a vincere l'emozione ed a chiedere una dedica a Claudio. «Ho firmato - ha affermato sornione l'artista - ecco qui: con affetto Gianni Morandi...». Risata. In un'atmosfera più rilassata Caterina ha sorpreso tutti con la più semplice delle domande: «Claudio, cosa hai mangiato qui a Bari?». La risposta ha svelato i gusti baresi del cantautore: «Mi sono riempito di burrata e di pesce». Caterina tappezza da sempre la sua camera con tutti i ritagli di giornale che riesce a trovare sul «suo» Claudio. Il saluto rinnova la promessa: «Non rovinare i muri di casa tua: tanto il prossimo inverno tornerò a Bari». Ogni promessa è debito. lucio palazzo


(La Repubblica 8 Giugno)
Sul palco con lui Ron e un centinaio di artisti pugliesi
LO SHOW DI BAGLIONI "SARÀ FESTA GRANDE"
Stasera all´Arena della Vittoria Nello spettacolo sarà coinvolto il pubblico


Tra poche ore l´Arena della Vittoria di Bari ospiterà quello che si preannuncia come l´evento di quest´estate: il mega concerto di Claudio Baglioni per il "Ci sono anch´io tour". Un esperimento musicale (tre ore intense di spettacolo) che ha già travolto ed infuocato le città di Milano, Padova, Firenze, Roma e Napoli, e che oggi arriva nel capoluogo pugliese per riportare Claudio all´entusiasmo di tutti i suoi fan più fedeli. Erano cinque anni che il cantautore romano non si esibiva negli stadi ed è per questo che ha pensato ad un "giro musicale" molto particolare. «Mentre stavo terminando il disco – spiega Baglioni – è nata l´urgenza di ritornare con un´idea festosa, di partecipazione. Non è un concerto ma uno spettacolo e non è neppure una tournée perché quella vera conto di cominciarla per la fine di quest´anno. Stasera assisterete ad uno spettacolo unico ed irripetibile in cui non sarò solo sul palco; si esibiranno con me circa cento performer tra artisti di strada, atleti, ballerini, acrobati selezionati proprio qui a Bari tra oltre mille aspiranti, trentaquattro elementi del corpo di ballo, un´orchestra di trentatré elementi, ottoni e archi, sei musicisti della band. Una grande suggestione che ha anche una motivazione colta e che si ispira ad un sogno vagheggiato da Wagner che diceva che avrebbe voluto estendere le sue composizioni oltre che ad un´orchestra totale anche ad un teatro totale, un´opera d´arte totale, dove si mischiavano tante esperienze artistiche».
In onore ai principi wagneriani allora, Baglioni coinvolgerà pubblico ed artisti cantando e muovendosi lungo un palco eccezionalmente strutturato per occupare l´intera area del prato del "della Vittoria" (120 metri per 18 metri, praticamente da porta a porta). Un´autentica opera d´arte capace di ospitare centinaia di persone. Anche le scenografie saranno perfettamente visibili da ogni ordine di posto e da qualunque angolazione grazie ad un sofisticatissimo impianto luci. «C´è anche un piccolo evento nell´evento in questo spettacolo – conclude Baglioni – per la prima volta infatti, toccherò i momenti più importanti dei miei trentacinque anni di musica per riproporre molte delle "canzoni storiche" che non suonavo più da tempo. Sulle loro note si esibiranno tanti artisti vostri concittadini che da ieri sono anche dei miei nuovi amici. A loro auguro davvero tanta fortuna. E tra tanti nuovi amici, ce ne sarà anche uno molto speciale, Ron che farà a tutti (anche a me) una sorpresa inaspettata. Anche lui giocherà con noi su questo palco che rappresenta una grande strada, una sorta di ponte perché viviamo un momento storico che è una sorta di bivacco generale che ancora non ci ha fatto passare da nessuna parte: non siamo più quelli che eravamo e non siamo ancora quelli che saremo. Noi perciò cerchiamo di dare vita. Questo è un momento di passaggio, di grande confusione...».di Annamaria Ferretti

(Da Cronache di Napol 6 Luglio) (ISA)

"CON TE FINO ALL'ULTIMO CIAK"... CONSUETI STRISCIONI E CUORICINI COLORATI HANNO ACCOLTO IL CANTAUTORE ROMANO APPRODATO SUL PALCO DELLO STADIO NAPOLETANO CON VECCHI E NUOVI SUCCESSI PER UN ESPLOSIVO VIAGGIO NEL TEMPO TRA GIOCHI DI LUCI, EFFETTI SPECIALI, SALTIMBANCHI, DANZATRICI DEL VENTRE E BALLERINI

Il caloroso abbraccio dei 35.000 al San Paolo a Claudio Baglioni

NAPOLI - "Fino alla fine, fino al confine, finno all'ultimo ciak... tienici con te!"; "Napoli ti ama e ti aspettava"; "Tienici con te tutti in un abbraccio solo"; "Claudio sei l'unica cosa importante... Resta sempre al mio fianco"; Tanti striscioni che sventolano in curva e in tribuna, e una miriade di cuoricini illuminati che brillano nel buio del cielo napoletano... Questo il caloroso abbraccio dei 35.000 del San Paolo a Claudio Baglioni, accolto da un grande boato.

E, lui, "l'uomo della storia accanto" davvero li ha abbracciati tutti, uno per uno, comparendo sulla pista vestito di bianco con la chitarra acustica e intonando il medley con cui si è alzato il sipario su un magnifico spettacolo; un medley che ha racchiuso vent'anni storia della canzone italiana. Un fascio di luce bianca lo ha accompagnato a "stringere la mano" a tutti coloro che erano lì per lui.
"51 Montesacro, Signora Lia, I vecchi, Avrai, E tu come stai, 28.000 circa, Notte di note, A modo mio, Da me ate, W l'Inghilterra, Amore bello"... Tutte d'un fiato hanno condotto il cantautore sul palco che, con "Porta portese" ha concluso il suo viaggio tra i sentieri del passato e ha aperto le danze del presente con "Sono io". Vecchi e nuovi successi un totale di 30 brani... Questo l'omaggio di Claudio a che lo segue da sempre; un omaggio davvero ben riuscito, dato anche l'ottimo ascolto garantito da un impianto.
Ad anticipare la comparsa di Baglioni selle scene, riflettori spenti, nubi di fumo, sottofondo musicale e la lettura di una lunga lista di nomi; i nomi di tutti coloro che, on stage e dietro le quinte, hanno collaborato all'allestimento e alla realizzazione della performance.
Un'atmosfera decisamente diversa da quella che si respirava nei precedenti tour, di cui sono, ormai, rimasti solo i cuoricini luminosi e i consueti striscioni. Perchè con "Sono io, l'uomo della storia accanto" arriva la svolta nella vita e nella carriera artistica di Baglioni, pronto ad abbandonare la via dell'introspezione, e a raccontarsi non solo nei suoi versi, ma anche nelle pagine di "A tempo di musica", un libro, in vendita negli stand dei suoi concerti e on line, dove, attraverso una galleria fotografica, il cantautore ha raccolto cinque anni di "note ed emozioni".
La metamorfosi atistica e il passare del tempo non hanno certo ridotto la schiera dei fans, i quali, proprio nel corso di questo targato 2003, sono comparsi numerosissimi sugli spalti degli stadi che hanno aspitato un mega show capace di rendere il pubblico protagonista.
Sul palco,con lui, un'orchestra composta da 33 elementi e una band di 6 musicisti: Paolo Gianoli (direttore musicale chitarre), Walter Savelli (piano), Giovanni Boscariol (tastiera), Danilo Minotti (chitarra), Paolo Costa (basso), Lele Melotti (batteria)... Ma anche artisti di strada, ballerini, e scene d'Oriente con le arti marziali, per una meravigliosa kermesse, diretta dallo stesso Baglioni e dal regista Pepi Morgia, e con le preziose coreografie del noto Luca Tommassini.
Una vera e propria festa di colori ed effetti speciali...Uno spettacolo "esplosivo" che ha realizzato i sogni di qualcuno e ha lasciato ancora sognare qualcun altro quando le luci si sono spente e la gente ha cominciato lentamente ad abbandonare il gremito San Paolo.di Francesca Scognamiglio

 

(Il Mattino di Napoli 6 Luglio)
Baglioni, ancora piccolo grande amore

Napoli. L’uomo della storia accanto racconta la sua storia più kolossal, anzi più semplice, dipende se si guarda alla cornice o al quadro: la cornice è un San Paolo con i suoi trentamila fans (insomma, sembra proprio che almeno nella sua città Gigi D’Alessio abbia sorpassato l’antico maestro), è uno spettacolo lunghissimo (tre ore) e faraonico con band, orchestra e centinaia di figuranti (compresi mangiatori di fuoco, ballerine del ventre, ginnasti, maestri di arti marziali, circensi, sbandieratori) che agiscono su un palco enorme, largo 120 metri, che attraversa lo stadio da una porta all’altra. Il quadro è un ritorno alle origini, alla melodia, alle canzoni nazionalpopolari che hanno fatto di Baglioni uno di quei rari protagonisti della canzone destinato a sopravvivere alle mode, perfino alla famigerata «Qpga», come viene indicata in scaletta il momento più atteso dello show, «Questo piccolo grande amore», finalmente - per i baglioniani - restituita al suo spirito originario, senza tentare di rinnovarla, rapparla, rileggerla, ignorarla o qualsiasi altra cosa un artista possa tentare per non restare vittima di una sua opera, la più fortunata, la più amata, la più citata.
Il ritorno al futuro dà alle baglioniane della prima ora l’illusione di vivere per una notte ancora nel regno incantato dov’è possibile immaginare che ogni cosa sia sincera, pulita, bella e soprattutto eterna. Ma i segni del tempo lasciano tracce persino sull’eterno giovane Claudio, figurarsi sul suo pubblico che intanto acclama come un novello divo il baglioncino Giovanni alla chitarra.
Si comincia contraddicendo il senso stesso di questo show costoso e imponente: il divo è solo in scena, alla chitarra per di più invece che al fido pianoforte, perché così è più semplice e persino più «intimo» condividere il medley-amarcord che ripercorre gli inizi della sua carriera: «51 Montesacro», «Signora Lia», «Tu come stai», «Viva l’Inghilterra», «Amore caro amore bello», «Poster», «Porta portese»... E non si tratta di un «trucco» simile a quello usato da Massimo Ranieri per «liquidare» all’inizio dell’ultimo concerto i suoi hit «leggeri» per dedicarsi poi alla rilettura etnica dei classici partenopei, perché la scaletta in questo caso si concentra sul repertorio storico del cantautore e pilucca appena dall’ultimo album, «Sono io»: il brano che dà il titolo al disco, poi «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo», il divertissement di «Serenata in sol» e «Fammi andare via». Non c’è nemmeno «Requiem», i cui versi pacifisti pure gli hanno meritato il Premio Lunezia: nello spettacolo «totale» ma leggerissimo e senza pretese di doppia lettura che Pepi Morgia (regia) e Luca Tommassini (coregrafie) hanno elaborato con lui sarebbe apparso come minimo un appesantimento fuori luogo.
Eppure Baglioni reclama il suo cambiamento di uomo e d’artista, e descrive una traettoria netta, sia pure rinunciando all’ordine cronologico: ecco «Strada facendo», «Dagli il via», «Uomini persi», «Avrai» (scritta per la nascita di Giovanni), «Cuore di aliante», «Acqua dalla luna», «Bolero», «E adesso la pubblicità», «Ninna nanna», «Noi no», «Mille giorni di te e di me».
Ecco l’apoteosi di «Qpga», con la melodia che non si nasconde più e Claudio che la canta nonostante il coro dello stadio e gli occhi persi dei ragazzi sulla maglietta fina delle ragazze, tanto stretta che s’immagina tutto, anzi si vede. Sul palco l’andirivieni scenico è impressionante, secondo solo a quello dei fans che prima e dopo il concerto vogliono salutare l’idolo della storia accanto: tra chi ci è riuscito c’è Bruno Cuomo, il napoletano vincitore di «Operazione trionfo».
In scena ecco invece apparire i Neri per Caso, ospiti davvero a sorpresa: fa piacere rivederli e risentirli, le loro voci a cappella e la loro simpatia regalano a Claudio un’altra trovata, un’altra cornice per «E tu» e la possibilità di cimentarsi con il dialetto partenopeo di «’A città ’e Pullecenella». «Io sono qui», «La vita è adesso» e «Via» chiudono la serata lasciando la platea stremata, confusa e felice. Federico Vacalebre


(la gazzetta del sud 6 luglio)
Claudio Baglioni si prepara a sbarcare in Sicilia con una carovana di artisti

CATANIA – Una carovana di musicisti, ballerini, gruppi musicali, performer, bande, atleti, giocolieri, artisti di strada. Quasi quattrocento uomini, «reclutati» da tutta la Sicilia, che saliranno a scaglioni su un palco grande quanto il rettangolo di gioco dello stadio «Angelo Massimino» di Catania, per l'unica data siciliana del tour 2003 di Claudio Baglioni (12 luglio); l'ultima delle otto che sono state fissate in altrettanti stadi italiani. Quello di Baglioni, come già in tutte le date del tour (iniziato il 14 giugno ad Ancona) si preannuncia come un vero «concerto-show». Il grandissimo palco, infatti, ospiterà un esercito di giovani artisti e supporter, che si «snoderanno in scena» nelle oltre tre ore di concerto. A selezionarli ci hanno pensato Pepi Morgia e Luca Tommassini, rispettivamente regista e coreografo del tour, che il 23 maggio scorso sono stati anche in Sicilia, al «Pala Spedini» di Catania – proprio accanto allo stadio etneo – impegnati in un'intera giornata di provini e selezioni. Ma i «numeri» del concerto di Baglioni sono tutti da pelle d'oca e l'imponente macchina organizzativa sbarcherà a Catania in rapida successione, a partire dal 10 luglio. Dietro la realizzazione delle otto date di un tour che si chiuderà proprio con l'unico appuntamento siciliano, c'è un esercito di artisti, collaboratori e addetti ai lavori: 33 orchestrali e 6 musicisti della band di Baglioni, 6 assistenti aiuto-coreografi per Luca Tommassini, 34 componenti del corpo di ballo fisso e quasi 400 performer, appositamente selezionati per la data siciliana; 10 addette ai costumi che affiancano Claudia Tortora, 6 assistenti per il regista Pepi Morgia, che dovrà dirigere tutti i «movimenti» di una «macchina umana» in moto per oltre tre ore di spettacolo. Per «arrivare» a tutti gli spettatori dell'«Angelo Massimino» di Catania, la voce di Claudio Baglioni avrà a disposizione 100.000 watt «guidati» dal tandem Maurizio Maggi-Alberto Butturini, mentre la «scena» del suo concerto sarà illuminata da Emiliano Morgia con 350 fari motorizzati e 150 analogici. Tutto questo arriverà in Sicilia con una carovana che viaggia su «gomma» e conta 20 tir, 3 pullman e 25 auto, che faranno sbarcare a Catania anche un catering in grado di servire 1000 pasti al giorno per tutti gli addetti al lavoro nello stadio siciliano. La sicurezza, affidata a Fabio Marsili, farà scendere in campo per il buon andamento della serata 100 security man, mentre per il makeup due responsabili saranno affiancati da 20 tra truccatori e parrucchieri. E la produzione – Bag per Friends and Partners e Barley Arts – supportata da tutto lo staff siciliano di Giuseppe Rapisarda Management, farà scendere in campo 60 assistenti e 70 tecnici che monteranno in tre giorni tutte le strutture. Sull'immenso palco, che misura la superficie record di 120 metri per 18 e verrà allestito nel rettangolo di gioco dell'ex Cibali, sarà posizionata anche un'installazione artistica progettata da Daniela Gagliano, una giovane studentessa siciliana che, sotto la direzione del professor Rosario Genovese, ha creato l'opera «Cercando la libertà». Il progetto è nato dalla collaborazione con le Accademie di Belle Arti delle città toccate dal Tour 2003 di Claudio Baglioni. Intanto i biglietti per il concerto di Catania sono ancora in prevendita presso la rete abituale di biglietterie sparse in tutte le province siciliane e calabresi, che risponde allo 095509615. Il costo dei tagliandi è di euro 57,50 (diritti inclusi) per la tribuna numerata coperta (ultimi tagliandi ancora disponibili) e di euro 28,80 (diritti inclusi) per il posto unico (tribuna B e curve).


(La Repubblica 5 Luglio)
Sarà l´ospite speciale del concerto in programma martedì all´Arena della Vittoria
E RON DUETTERÀ CON CLAUDIO BAGLIONI


Sarà Ron il compagno della magica avventura che Claudio Baglioni regalerà alle migliaia di fan in fermento ormai da settimane. Il grande evento si celebrerà martedì prossimo all´Arena della Vittoria di Bari. Una tappa straordinaria del "Ci sono anch´io tour" per uno spettacolo altrettanto straordinario e unico in cui Baglioni - diversamente da com´è accaduto sinora nei suoi concerti - non è l´unico protagonista ma il conduttore eccellente di numeri artistici imprevedibili e divertenti. Esibizioni di artisti di strada, acrobati, ballerini, sportivi, musicisti, tutti reclutati qualche giorno fa proprio in Puglia. Alle 21 si alzerà il sipario per uno spettacolo che durerà oltre 3 ore ed in cui il cantautore romano proporrà il meglio del suo repertorio (meglio ancora i brani più amati e cantati) ma anche quelli più recenti che lo hanno proposto al pubblico in una versione più intimista e mistica. Gli organizzatori dell´evento promettono un effetto grandioso: all´allestimento del palco lavorano ogni sera centinaia di persone. La struttura coprirà per intero l´area del prato dell´Arena e l´effetto sarà quello di un grande circo. Biglietti ancora disponibili: 40,30 euro la tribuna numerata, 34,50 euro i distinti, 28,80 euro gli altri posti. di Annamaria Ferretti

(Il Mattino 5 Luglio)
STASERA IL CONCERTO KOLOSSAL
Baglioni e l’operazione San Paolo


Napoli. Edoardo Bennato è impegnato con la registrazione di «Top of the pops», Nino D’Angelo con le prove del concerto di domani alla festa del Monacone. Gigi D’Alessio è andato a trovarlo durante le prove all’Olimpico, ma una sua presenza stasera al San Paolo sembra da escludersi. Il mistero sull’«ospite» del concerto napoletano di Baglioni non si dirada, forse non ci sarà nessun duetto. In questo megatour il divo s’è infatti concesso duetti con Bocelli e Ramazzotti, ma poi, proprio davanti ai 75.000 della sua Roma, ha fatto a meno di ospiti speciali e s’è «accontentato» di far salire sul palco i vip in tribuna: Roberta Capua, Clarissa Burt, Leonardo Pieraccioni, Fabrizio Frizzi, Teo Mammuccari, Enrico Brignano e, soprattutto, un applauditissimo Renato Zero.

Palco al centro del prato, oltre tre ore di concerto per riassumere 35 anni di carriera, la sua band, un’orchestra e poi centinaia di artisti di strada, funamboli, giocolieri, ballerini, pattinatori, mangiafuoco, coordinati dal coreografo Luca Tommassini. I provini napoletani hanno portato ad assoldare lo schermitore Mauro Barionovi, gli sbandieratori di Cava de’ Tirreni, esperti di kung-fu e taek-won-do (Centro Sportivo Amalfitano), i circensi New Ability, i pattinatori dello Sketting Club di Edenlandia. E tanti danzatori: di flamenco (da Casoria), di tango (NapoliTango), del ventre (Sherazade Ensamble), di balletto moderno (Opera ballet Cioffi), di hip hop (la scuola Tchekowski). Si aggiungeranno alla moltitudine in scena per questo spettacolo-kolossal che racconta «l’uomo della storia accanto», l’artista di «Sono io».

Ieri le prove al San Paolo hanno proposto un Baglioni inedito e divertito, che ha provato poche pagine del suo repertorio, preferendo brani come «Satisfaction» o «Light my fire» (di cui ha però dimenticato i versi), o anche classici della melodia napoletana. È da questo fronte che arriverà la sorpresa?

Intanto, col popolo baglioniano (21.000 i biglietti venduti fino a ieri sera, in attesa del risultato della sfida a distanza con D’Alessio arrivato a mettere 35.000 spettatori nel San Paolo) arriveranno i messaggi baglionani: quello per il rilancio della campagna di Comieco per il recupero e riciclo di carta e cartone promossa dagli assessori Monti e Di Mezza e quello per la sicurezza stradale al fianco dell’Aci. di Francesco Bardi


(La Repubblica 5 Luglio)
Sulla chat del cantautore i fan dicono no a D´Alessio e spunta Rosolino
BAGLIONI AL SAN PAOLO CON IL GIALLO DELL´OSPITE


Tutto, ma D´Alessio no. Insorgono i fan di Claudio Baglioni, che stasera sarà in concerto allo stadio San Paolo: inizio ore 21, apertura cancelli ore 18, ingresso 40 euro per i posti numerati in Tribuna Posillipo e 29 euro per i settori non numerati, venduti finora 20mila biglietti. Come per ogni data del tour Sono io, sul palco salirà un ospite a sorpresa. Un esponente del mondo spettacolo o dello sport, rigorosamente napoletana. Nelle date precedenti era toccato a Gianni Morandi, Laura Pausini, Biagio Antonacci. A Roma sul palco era salito Francesco Totti. E a Napoli? Nei giorni scorsi è stato fatto un nome che sempre mette in agitazione i fan «puri e duri» di Baglioni, il nome di Gigi D´Alessio. Sulla chat Tamburi lontani si danno appuntamento i «clabbers», gli aderenti al Clab, il suo fan club. E nasce un vero e proprio documento firmato dagli aderenti all´associazione che conta circa 20mila iscritti. Scrivono: «Caro Claudio, per la data di Napoli è spuntato il nome di D´Alessio. Pensiamo tu sappia della poca stima che molti di noi clabbers nutrono verso questo artista. E soprattutto riteniamo che vi siano artisti di maggior spessore e più meritevoli di salire sul palco accanto ad un grande come te. Ma qualunque sarà la tua scelta, il nostro affetto rimane immutato». Perché tanto astio nei riguardi del cantante napoletano che non ha mai nascosto la sua passione per Baglioni?

«Tutti sanno che D´Alessio si è diciamo così fortemente ispirato a Claudio», spiega l´imprenditore Rosario Di Lorenzo, napoletano, noto tra i clabbers con il nickname Vesuvio e da sempre sostenitore di Baglioni, nella buona e nella cattiva sorte». Ma insomma, sarà o non sarà D´Alessio l´ospite a sorpresa di stasera? L´artista napoletano in questi giorni è libero da impegni, ma fa sapere di non essere interessato. Anche lo staff di Baglioni esclude la sua presenza: «Lo avremmo già visto provare con Claudio...». Allora non rimane che l´opzione «sportiva». Che possa essere un calciatore lo escludono gli ambienti napoletani vicini al cantautore. Restano gli altri sport. E impazza il toto-ospite: Max Rosolino? Pino Porzio?. Tocca ora al Divo Claudio, questa sera, sciogliere l´enigma. di Antonio Tricomi

(La Sicilia.ti 4 Luglio)
SCRIVI A CLAUDIO BAGLIONI, 10 PREMIATI

Il concorso "Scrivete a Baglioni", organizzato dal quotidiano La Sicilia e dal nostro sito, in collaborazione con J.G Angel's e Sebastiano Timpanaro Comunicazione, "raddoppia". I lettori che potranno fare direttamente una domanda a Claudio Baglioni nell'incontro esclusivo che sarà loro riservato alla vigilia del concerto di Catania (12 luglio – stadio Angelo Massimino), saranno dieci. Per partecipare al concorso basta inviare una domanda o una riflessione destinata al cantautore, entro il 10 luglio, alla casella di posta elettronica segreteria@ngweb.it, completa di nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. I dieci lettori che verranno sorteggiati avranno la possibilità di assistere al concerto e di fare direttamente a Baglioni le loro domande il 12 luglio prossimo.

Intanto è già partito il conto alla rovescia per il ritorno in Sicilia di Claudio Baglioni, che sarà a Catania per la chiusura del suo Tour 2003. Il cantautore romano, che ha conquistato con il suo nuovo album, Sono Io, l'uomo della storia accanto (uscito il 23 maggio) il 'disco di platino', entrando prepotentemente in classifica con più di 130mila copie vendute in una settimana, ha dato per questa estate soltanto otto appuntamenti, in altrettanti stadi italiani. Il debutto del tour è previsto ad Ancona, allo Stadio del Conero il 14 giugno. Le altre sette date saranno Milano (19 giugno, Stadio San Siro), Padova (23 giugno, Stadio Euganeo), Firenze (27 giugno, Stadio Artemio Franchi), Roma (1 luglio, Stadio Olimpico), Napoli (5 luglio, Stadio San Paolo), Bari (8 luglio, Stadio San Nicola) e, per la chiusura dei suoi appuntamenti, Catania, all' Angelo Massimino.

Così alla vigilia del primo appuntamento, ad Ancona, è già partita la macchina organizzativa anche in vista della sua ultima data, l'unica del 'sud Italia' dopo il concerto di Bari, organizzata da Giuseppe Rapisarda. Per una notte lo stadio catanese diventerà il magico scenario 'sotto le stelle' di un'imponente struttura. E quello di Claudio Baglioni si preannuncia come un vero concerto-show. Un palco lungo settanta metri ospiterà un esercito di musicisti, ballerini, artisti di strada, giocolieri, performers ed orchestrali, che faranno da cornice al concerto. A selezionarli ci hanno pensato Pepi Morgia e Luca Tommassini, rispettivamente regista e coreografo del tour, che nei giorni scorsi sono stati anche a Catania, al Pala Spedini, proprio accanto allo stadio etneo, impegnati in un'intera giornata di provini e selezioni.

Sul palco che verrà allestito sul rettangolo di gioco dell'ex Cibali sarà posizionata anche un' installazione artistica progettata da Daniela Gagliano, una giovane studentessa catanese che, sotto la direzione del professor Rosario Genovese, ha creato l'opera "Cercando la libertà". Il progetto è nato dalla collaborazione con le Accademie di Belle Arti delle città toccate dal Tour 2003 di Claudio Baglioni. Il bozzetto dell'opera, realizzata con materiale riciclato, è stato presentato a Palazzo degli Elefanti, nel corso della conferenza stampa nella quale Baglioni ha incontrato, accanto al sindaco Umberto Scapagnini ed all'assessore comunale allo Sport, Paolo Di Caro, tutta la stampa siciliana.

I biglietti per il concerto di Catania sono già in prevendita presso la rete abituale di biglietterie sparse in tutte le province siciliane e calabresi e per tutte le informazioni sull'evento è stata anche istituita una infoline, che risponde allo 095.509615. Il costo dei tagliandi è di euro 57,50 (diritti inclusi) per la tribuna numerata coperta e di euro 28,80 (diritti inclusi) per il posto unico (tribuna B e curve).


(Il Messaggero 2 Luglio) ( E complimenti a Giuseppe "Vento"!!!!)
Cosi' "fan" tutti
Esultano gli "Arancioni", delusione dei Clabber


ROMA - Il popolo di Claudio Baglioni si tinge d’arancio e invade l’area dell’Olimpico in attesa di entrare allo stadio per il concerto. Alle sei di pomeriggio la fila agli sportelli è più lunga che alle poste alla fine della settimana. Calzoni corti, scarpe aperte contro il caldo e l’attesa, ma soprattutto magliette arancioni. Sì perché i fans di Claudio hanno deciso che anche questo tour avrà il suo colore. Dopo quello giallo e quello rosso ora tocca all’arancio. E quindi t-shirt, camicie, foulards, cappellini arancioni, meglio ancora se abbinati a pantaloni bianchi. «Sono i colori della copertina del nuovo album - dice Marco Fracasso, 32 anni di Roma - Il moderatore di una mailing list che si fa chiamare “vento”, ha avuto quest’idea e l’ha diffusa nel web. Ha invitato tutti a vestirsi di arancione e a portare tanti cartoncini dello stesso colore da alzare al cielo durante il concerto». «Noi ne abbiamo portati tre - dice Gianna Stringhetta in attesa di entrare nello stadio con una sua amica - uno per me, uno per lei e un altro da regalare».

La gente in trepida attesa, quando sente la voce di Baglioni e la musica della band che sta provando, si ferma ed esclama: «È lui, è lui! Non vedo l’ora di entrare». Camminando tra tutte queste persone agitate e contente si vede che questo non è il concerto delle giovanissime. Non ci sono solo adolescenti, è un popolo misto di ragazzi e ragazze di tutte le età. Concetta è di Napoli e ha 49 anni. «Seguo Claudio dal ’69 - dice - i concerti che ho visto non li conto più: dal ’98 non ne ho perso uno». E sull’evoluzione del suo stile: «La musica si adatta al posto dove la fai. È bello un ambiente raccolto come il teatro, ma mi piace anche lo stadio. Il concerto di tre ore dove lui ha suonato solo col pianoforte a coda è stato divino». Secondo Marco, questo «è un concerto un po’ atipico. Ci sono 300 figuranti: è uno spettacolo più visivo che canoro».

Tra le tante persone che aspettano di entrare ci sono anche molti iscritti al Clab, l’Associazione Claudio Baglioni, fan club ufficiale dell’artista. Tra di loro serpeggia una certa delusione. La nascondono un po’, «perché Claudio è sempre Claudio e in fondo l’importante è essere qui». Avrebbero voluto entrare prima degli altri per vedere le prove del gruppo, privilegio che di solito, nei concerti di Baglioni, è concesso ai “clabbers”. «Non ce l’hanno permesso, non so perché. Mi sarebbe piaciuto - dice Alessandro, al concerto con la fidanzata Maura e con due amici Maria Rita e Alfredo - è una cosa più intima. Sei a stretto contatto con Claudio e con i musicisti». di Emanuele Bellano

(Il Messaggero 2 Luglio)
Piccoli grandi amori
Totti e vip applaudono, poi tutti a cena

ROMA - Un tuono di voci: «Claudiooooo». Olimpico in festa, happening fantasioso: danzatori, figure circensi, anime infiammate tutte per lui. Claudio Baglioni, giocoliere delle parole, canta e incanta nella notte umida e sognante. A distanza ravvicinata si riconoscono i suoi amici. C’è Francesco Totti, in compagnia di Ilary? No. Lei, vicina col cuore ma lontana (il lavoro la chiama in Lombardia) non può canticchiare con il goleador la canzone che ama di più, Ninna Nanna . Mentre Francesco, accanto al fratello Riccardo e all’amico Giancarlo, si gode lo spettacolo e aspetta il suo brano preferito: Questo piccolo grande amore .

Voce dal fondo: «Claudio e il capitano giallorosso si sono conosciuti, due anni fa, in un villaggio turistico a Sharm El Sheik. Si vedono spesso. Francesco ha ritardato la partenza vacanziera proprio per stare in tribuna autorità e ascoltare i brani più belli di Claudio. Domani, via in Sardegna per ritrovare Ilary che lo raggiungerà».

Chi è quella simpaticona che applaude a tutto ritmo? Nessun dubbio, Roberta Capua. Lei, a distanza, ripete le parole dei brani di Baglioni. Conosce a memoria ogni canzone, canticchia di seguito, una vera baglionina doc. E poi, mentre il cantautore esegue Porta Portese, ingresso lampo di Giovanna Melandri. Cantano con l’anima, a bassa voce e con le mani verso le stelle, quel mattacchione di Pino Insegno, la dolce e abbronzatissima Lavinia Biagiotti, Leonardo Pieraccioni, lo stilista Renato Balestra, in stretta compagnia della chiambrettina Patrizia de Blanck... Applaudono con grinta la ex Miss Italia Tania Zamparo e il manager musicale Adriano Aragozzini.

Alla fine della festa in musica? Centocinquanta fortunati si dirigono nel maxispazio, di successo, RomaEstate, a due passi dallo stadio. Rossella, compagna di Baglioni, ha organizzato una cenetta nottambula, in onore del suo grande amore, sulla terrazza (dove si trovano le piscine del Foro Italico). Eccoci al The fan football club . Amici e personaggi, tutti insieme appassionatamente al re della serata, Claudio. Assaggi e assaggini: dalla tradizionale bruschetta alla classica pasta alla checca, dal vitello arrosto alla fantasia di insalate, dalle torte rustiche ai dolci di ricotta. Si brinda a champagne. Baglioni è circondato dai suoi ballerini e, naturalmente, dai musicisti: coloro che hanno faticato, sofferto con lui nel grande palco sistemato lungo lo stadio. «Che serata magica», si lascia andare Francesco Totti. «E’ valsa la pena di ritardare, per un giorno, le vacanze». Nel cuore della notte c’è chi suggerisce: «Giochiamo a calcetto!». Così un drappello di ballerini entra in azione e fa volare il pallone di cuoio. Il primo gol? Di Totti, naturalmente. Che notte da leoni! di Salvatore Taverna

(Il Corriere della Sera 2 Luglio)
La notte show di re Claudio
In scena 300 ballerini. Ovazione quando sale sul palco Renato Zero


Claudio Baglioni entra da solo nello Stadio Olimpico. Vestito di bianco, con la sua la chitarra nera, fa un giro di campo cantando pezzi dei suoi vecchissimi successi: «Signora Lia», «Tu come stai», «Sabato pomeriggio», «Notte di note», «Da me a te», «Porta Portese». Il suo concerto dispensa sorprese in continuazione. La più gradita dai sessantacinquemila che affollano gli spalti (ma ne mancano quindicimila per il tutto esaurito) è l’arrivo sul palco di Renato Zero accolto da un applauso interminabile. Con lui Leonardo Pieraccioni, Fabrizio Frizzi, Roberta Capua, Clarissa Burt, Teo Mammuccari, Enrico Brignano e Pino Insegno. E tutti, insieme all’amico Claudio, cantano «Poster». Ma prima il cantautore romano aveva presentato alla folla anche il figlio Giovanni, chitarrista in due canzoni: «Mai più come te» e «Serenata Sol». Basterebbe questo per far dimenticare agli spettatori l'ingorgo che hanno dovuto superare per arrivare allo Stadio e fa slittare l'inizio dello show di mezz’ora. Ma il tour è l’elogio della grandezza. Una passerella lunga 120 metri attraversa tutto il campo, illuminata da piccole lampadine. Come fosse una pista d’atterraggio. Re Claudio canta al centro, dove trovano posto anche i musicisti della sua band e i 33 orchestrali che lo accompagnano.

La nuovissima «Sono io», dall’album «Sono io l’uomo della storia accanto» arriva subito. Ma le ultime canzoni ritornano solo a metà show, perché Baglioni concede (a se stesso e al pubblico) un ampio sguardo al passato: «Quanto ti voglio», «Un giorno nuovo», «Dagli il via». Trentacinque anni di carriera riassunti in trenta pezzi (più di tre ore).

Perché, lo spiega prima di «Strada facendo»: «Questa è una festa che io e i miei compagni di viaggio dedichiamo a noi stessi, alla musica, alla vita, alle persone che hanno circondato questo pezzo di strada fatta insieme. Grazie a tutti voi io non sono mai stato solo». Baglioni, con il regista Pepi Morgia e il coreografo Luca Tommassini hanno immaginato un impianto colossale. Ma l’imponente spettacolo non cancella la musica. Impossibile mettere in piedi un grande show senza canzoni come «Domani mai» (in versione funky), «Quante volte», «Fammi andar via», «Piccolo grande amore», «Adesso la pubblicità». Claudio lo ha fatto di nuovo: ha messo d’accordo tre generazioni di spettatori dall’inizio fino a «Via», l’ultimo bis con i fuochi d’artificio. di Sandra Cesarale


(La Repubblica 2 Luglio)
E lo stadio canta le storie di re Baglioni

Lo stadio è una prateria dove le canzoni rimbalzano felici. L´Olimpico, lasciato alla musica, è sempre uno spettacolo da non perdere. E l´eroe di turno, Claudio Baglioni, lo riempie di contrasti. Mette in piedi un concerto che sembra un kolossal, con una scenografia di tralicci e passerelle che occupa tutto il grande prato, e poi apre da solo cantando in giro per lo stadio un medley di superclassici della prima ora. Non manca nulla, da «Signora Lia» a «Sabato pomeriggio», abile mossa che consente di metter subito via una serie di canzoni per così dire obbligate e passare oltre. Ma i contrasti sono sempre presenti. Vuole stabilire una speciale intimità («grazie a voi non sono mai stato solo» dice al pubblico), fatta di condivisioni e piccole complicità quotidiane, ma per vederlo ci vuole il binocolo. Parla di cosine piccole, di ricordi personali, e subito dopo di grandi questioni della vita, di scelte, di rapporti tra generazioni.

Baglioni è fatto così, e forse proprio dalla capacità di unire dimensioni contrastanti nasce l´amore che il pubblico gli concede da qualche decennio. Ormai i fan di allora sono diventati adulti, famiglie intere, dal nonno al nipotino, e allo stadio ci vanno tutti insieme. Lui stesso per la prima volta, ieri, ha portato sul palco il figlio Giovanni per suonare insieme. Baglioni fa di tutto per onorare lo scenario: coinvolge tecnici, musicisti e un´impressionante numero di figuranti, per non parlare di un gruppetto di vip (Renato Zero, Fabrizio Frizzi, Teo Mamuccari) trascinati in scena a cantare «Poster». Per più di tre ore l´enormità del suo repertorio, appagando il pubblico, ma anche le possibili preferenze di chi al concerto ci va per ascoltare «Tu come stai», magari perché si è fidanzato gorgheggiando «passerotto non andare via», oppure quelli che hanno apprezzato la tenacia di Baglioni nel superarsi e cercare altri orizzonti, l´epica collettiva di «Strada facendo», l´eleganza di «Fammi andar via» e «Mille giorni di te e di me» fino alle ultime canzoni. I contrasti non finiscono mai, per tutta la serata. Claudio sembra un piccolo grande re di Roma, ma alla fine pare non aver mai dimenticato il motivo per cui ha cominciato a fare canzoni: parlare alla gente, nel modo più semplice e diretto possibile.di Gino Castaldo

(La Repubblica 2 Luglio)
L´incontro dei lettori di "Repubblica" con il cantautore. "Nel mio ultimo disco c´è dentro un po´ di tutto..."
"IO UN MITO? RESISTO ALLA TENTAZIONE"


Baglioni: "La musica mi ha dato tanto. E non mi fa sentire solo"
"Non bisogna mostrarsi invincibili. Mio nonno diceva sempre 'si tira a campare´, che ti dà l´idea della vita"
"Sordi era una persona molto simpatica. Mi piace rivedere 'La grande guerra´ e 'Il maestro di Vigevano´ i film meno comici"
"Non amo le cose estreme. Le aspettative dei fan nei confronti della cosiddetta star a volte diventano paradossali"

La passione per Alberto Sordi, le suggestioni dall´ultimo album "Sono io, l´uomo della porta accanto", i ricordi dei fan e le sue emozioni nei concerti, sono questi solo alcuni dei temi affrontati nel Forum con Claudio Baglioni a Repubblica. Hanno partecipato per Repubblica Gino Castaldo e fra i lettori Veronica Bucchi, Valentina Bucchi, Malgorazata Dymek, Silvio Rinaldi, Carlo Bonarrigo, Annalisa Bonarrigo, Caterina Dominianni, Cecilia Lombardino, Melissa Evangelista, Elena Salvatorelli, Maria Stanco, Danilo Liberace, Ilenia De Paola, Cinzia Ronconi, Gabriella Lomoio, Elena Posteraro, Barbara Berti.

Repubblica: La famosa laurea è arrivata o no? Ancora no?
Baglioni: Io comincio anche adesso a fare degli scongiuri, dovrebbe avvenire alla fine di ottobre ma insomma...vedremo

Repubblica: Chi di voi ha già visto il concerto? La caratteristica mi pare quella di un enorme sforzo spettacolare, ma vi chiedo non vi sembra di perdere un po´ Claudio in spettacoli così impegnativi e così grossi
Silvio Rinaldi: sicuramente sì, ma abbiamo già avuto modo di poterlo apprezzare più da vicino in tournée, nei teatri. Con questi eventi invece Baglioni si avvicina al grande pubblico che magari non l´ha visto in teatro dove ha cantato canzoni che ne hanno fatto conoscere l´anima più artistica e creativa

Isabella Piro: Vorrei dedicare a Baglioni una poesia di Boris Pasternak che dice così: «Essere rinomati non è bello, non è così che si leva in alto, scopo della creazione è il restituirsi, non il clamore, non il gran successo, ma occorre vivere senza impostura, vivere così da accattivarsi infine l´amore dello spazio, fino a sentire il lontano richiamo del futuro e occorre tuffarsi nell´ignoto e nascondere in esso i propri passi e non devi recedere d´un solo briciolo dalla tua persona umana ma essere vivo, nient´altro, fino alla fine» e poi chiedere quanto è difficile resistere alla tentazione del proprio mito e quanto conta invece essere un punto di riferimento per gli altri.
Baglioni: Resistere alla tentazione del proprio mito è difficilissimo, anzi è il primo problema che si presenta quando uno viene dichiarato o si autodichiara mito, a seconda dei rapporti che si ha con sé stesso o con gli altri. L´importante è avere poi un´occasione o di ripensamento o anche uno schiaffone in faccia dall´esterno che ti faccia riprendere la terra, insomma, che ti faccia rimettere i tuoi pensieri in un canale di normalità.

Veronica Bucchi: notavo che dai primi dischi, dal '68 fino alle ultime canzoni, pur mantenendo costante la voglia di trasmettere emozioni, sentimenti, c´è comunque un´attenzione particolare per i mutamenti generazionali. Vorrei sapere se questo risultato è frutto di una ricerca o se invece risente semplicemente di influenze che comunque ha nei confronti dei mutamenti sociali.
Baglioni No, non ci sono ricerche. Mi è capitato solo una volta, prima di un disco che si chiama «La vita e adesso» perché avevo incontrato un mio antichissimo amico che faceva il sociologo e siccome ero in un momento di grande disorientamento e mi ero prefissato di fare un album che parlasse delle persone, chiesi a lui di fare insieme delle indagini di tipo sociologico nelle periferie romane, Centocelle che era stata il nostro quartiere diciamo di crescita, Prenestino e Torpignattara. Lì abbiamo fatto un lavoro per cercare di capire cosa stava succedendo in quegli anni '80 però oggi non lo farei più

Malgorazata Dymek: Vorrei cominciare con una tua frase «Adesso c´è meno angoscia e c´è di nuovo stupore e quasi soddisfazione, continuiamo ad essere giovani e il tempo non è passato e se è passato peggio per lui. Noi ci siamo ancora e ne abbiamo di tempo». Questa frase mi ricorda due concerti di Baglioni che ho visto nella mia città Cracovia, un fatto incredibile e straordinario che mi ha spinto a desiderare di parlare la lingua e la cultura italiana, per questo sono qui anche per ringraziare Baglioni.
Baglioni Poi dice che uno si monta la testa, per forza. Grazie a lei per avermi ricordato una delle più belle notti della mia vita passata nella piazza di Cracovia, una città troppo bella

Annalisa Bonarrigo: il nuovo disco mi sembra che riveli una accettazione di come sei adesso, è un disco sereno. Comunque ora che è uscito, è un´esperienza che ti soddisfa pienamente?
Baglioni Non l´ho più risentito dopo la fine della masterizzazione, forse ora riascoltandolo rifarei alcune cose. Il fatto di averlo composto e realizzato in un tempo per me molto breve è stato terribilmente stressante che ho cercato anche di raccontare in «Sono solo sotto il sole».

Caterina Dominijanni: La mia domanda è suggerita dalla copertina del disco "Sono io" dove c´è un muro, che cosa rappresenta quel muro, un luogo in cui pensare, in cui rinchiudersi o uno scrigno in cui tenere i propri pensieri?
Baglioni: La copertina di questo disco è nata in maniera casuale l´anno scorso in un giorno di fine estate andando insieme a un fotografo a mangiare al mare dove abbiamo visto questo muro. I colori di quei grigi, quell´arancio, quella calce bianca davano un senso di non finito. Un´idea nata da una frase di Erri De Luca dove sostiene che chi fa questo mestiere creativo offre un prodotto "semilavorato" che deve essere lasciato a chi ne usufruisce, a chi lo usa.

Ileana De Paola: più volte hai detto che il momento della competizione musicale è quello che più ti rappresenta, ti soddisfa, in cui ti trovi meglio. Ha mai pensato a firmare una colonna sonora?
Baglioni. Sì. Qualche volta me l´hanno proposto. Non è facile fare una colonna sonora perché bisogna anzitutto mettersi al servizio delle immagini il più delle volte e si è sottoposti alla lunghezza delle scene, è un mestiere diverso. A me comunque piacerebbe.

Cecilia Lombardino: è felice?
Baglioni: sì, anche se in questo periodo sono molto aggravato da decisioni da prendere, scelte da fare. I saggi come mio nonno dicono «si tira a campare» che è piacevole, che ti dà l´idea della vita.

Danilo Liberace. tornando all´ultimo lavoro a quale fase della sua vita corrisponde, come uomo?
Baglioni: Queste canzoni non sono dal punto di vista degli argomenti, anche se penso di essere uno che fa appunto questo mestiere cercando di mettere se stesso il più possibile dentro le cose che fa.

Elena Posteraro: Lei ha cantato nell´Arsenale di Venezia dove il pubblico ascoltava le sue canzoni a bordo di alcune barche. Ripeterebbe quell´esperienza?
Baglioni: sì perché me la ricordo come una serata memorabile strappata con i denti alle autorità, al Comune. Anche perché luoghi così offrono grandi suggestioni alla musica.

Gabriella Lomoio: cosa ricorda di Sordi e quale film vede più spesso?
Baglioni: L´ho conosciuto e devo dire che era una persona molto simpatica, mi piace ogni tanto rivedere dei film in cui lui passava nello stesso film da una parte comica a una parte drammatica tipo «La grande guerra» o «Il maestro di Vigevano», cioè i film meno comici.

Maria Stanco «Sono io l´uomo della storia accanto» penso sia anche uno degli album più emozionanti che abbia composto, Non è un «concept-album» come gli ultimi tre, ma l´hai definita un´antologia di inediti. A me è venuto spontaneo un riferimento all´album «La vita adesso» vorrei sapere se ci sono delle analogie o delle affinità con quel disco?
Baglioni: non credo che ci sia una parentela diretta tra «Sono io» e «La vita adesso» ma c´è una parentela diffusa tra «Sono io» ed alcuni album che ho fatto, un po´ tutti forse nel senso che ci sono volutamente dei suoni riproposti che comunemente si chiamano suoni «vintage» che richiamano una partitura, una maniera di scrivere gli archi come per esempio in «Sabato pomeriggio» e in «Ci sei tu».

Barbara Berti: per molte persone a te più o meno vicine lei è stato effettivamente l´uomo della storia accanto, questa sua volontà di voler essere una storia accanto alle altre, questa incertezza a volte di non avere detto o dato tutto magari alle persone che le stanno più a cuore è un tema che è frequente soprattutto in questo album.
Baglioni: Non lo so esattamente penso che faccia parte delle regole del gioco prendere o rinunciare, la speranza di tutti sarebbe di viaggiare continuamente e di portare tutte le valigie sempre più piene di altre cose, aggiungere altre valigie con nuove cose.

Valentina Bucchi: le dico solo grazie, sono vent´anni che la conosco e la seguo. Mia figlia ha 11 anni e la adora fa nuoto sincronizzato e sta provando un singolo sulla sua canzone «Sono io». Quando farà i concerti con la piscina?
Baglioni: i giornalisti dovranno assistere dentro la ciambella!!! Meglio in piscina che in una fornace.

Melissa Evangelista: c´è un tempo più o meno remoto storico in cui avrebbe voluto vivere da artista com´è oggi?
Baglioni: ogni tanto sogno di poter essere un artista di corte perché gli artisti erano effettivamente molto privilegiati nel momento in cui c´era un tiranno, un re, un dittatore. Certe volte mi piace l´idea di un tempo come l´Ottocento quando la musica prendeva una forma popolare ed era appannaggio delle persone normali.

Cinzia Ronconi: volevo sapere se guardandosi indietro, ne è valsa la pena di mettere tutta la vita in gioco oppure se per fare questo ha lasciato indietro occasioni che non è riuscito più a recuperare.
Baglioni Purtroppo non ho la controprova, quindi non so se facendo questo lavoro o altre scelte non sarebbe successo lo stesso di dover lasciare indietro persone. Però in linea di massima io penso che sia valsa la pena perché io ho avuto veramente tanto da questo mestiere una possibilità di riscatto rispetto a una condizione iniziale che non era agiata, questo mi ha dato dei vantaggi dal punto di vista dello stato sociale .(a cura diFelice Liperi)

Il Mattino 2 Luglio)
Sabato l'atteso concerto al San Paolo
Arriva Baglioni, allarme biglietti falsi

Il conto alla rovescia ormai si avvia alla conclusione, sabato Claudio Baglioni arriverà a Napoli per il suo atteso concerto al San Paolo. Ma gli organizzatori denunciano: ci sono tanti biglietti falsi in circolazione, i controlli allo stadio saranno rafforzati. E raccomandano di comprare i preziosi (e costosi, esauriti quelli per la tribuna, 40 euro, rimangono solo quelli per il secondo settore non numerato, 28.80) tagliandi solo presso le prevendite autorizzate. Ventimila i biglietti ufficiali già venduti, difficile dire quanti falsi siano in circolazione.

Oltre tre ore di show live, nelle quali il musicista romano - accompagnato da un supergruppo di 6 musicisti e da un'orchestra di 30 elementi - presenterà alcuni assaggi del nuovo album «Sono io, l'uomo della storia accanto», insieme al meglio di un repertorio unico e intramontabile, che unisce e appassiona, ormai, tre generazioni e racchiude alcune tra le pagine più amate dell'intera musica leggera italiana. Uno spettacolo ideato dallo stesso Baglioni con Pepi Morgia e Luca Tommasini rispettivamente regista e coreografo del tour. Le scenografie sono state realizzate (con materiali di riciclo) in collaborazione con le Accademie delle Belle Arti di Napoli, i costumi sono di Claudia Tortora.

Uno show senza precedenti che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che porterà al centro della scena (posta peraltro a centro del campo di calcio) centinaia di artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Un happening incandescente. Uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso: ancora sconosciuto il nome dell’ospite d’onore atteso per sabato.
 

(Adnkronos 1 Luglio)
Roma, Veltroni invia lettera di benvenuto a Baglioni
Il cantante in concerto allo Stadio Olimpico

Roma, 30 giu. (Adnkronos) - Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha affidato a una lettera indirizzata al cantante Claudio Baglioni il suo 'benvenuto' al cantante che stasera si esibira' in concerto allo stadio Olimpico. ''Un benvenuto non solo a nome mio, - scrive Veltroni - ma da parte di tutta la citta', a Roma, anche se certo suona un po' strana la parola 'benvenuto' nei confronti di chi a Roma e' nato, a Roma vive e ad essa e' legato da un amore mai nascosto, vero, profondo''.

(Il Mattino 30 Giugno)
Baglioni in cattedra: "La tv? Una lente deformante"

Roma. «Mi sento come Marilyn Monroe quando andava a trovare le truppe al fronte». Così Claudio Baglioni ha aperto l'incontro con gli studenti dell’Università La Sapienza, dove circa 500 fra studenti e curiosi hanno trascorso il sabato sera con il cantautore romano.
«La tv - ha detto - è una grande lavatrice in cui se sbagli candeggio sei finito. È il posto più orrendo in cui si possa andare. È una lente deformante sotto la quale nessuno riesce ad essere se stesso. In tv tutti tirano fuori il peggio. Scattano duelli se in un duetto l'altro fa una strofa più di te, gli attori non recitano, i cantanti si esibiscono in playback e i registi, dopo mesi di lavoro, riescono a dire solo scemenze».
Dalla tv il discorso si è spostato sull'industria discografica, oggi in grave difficoltà a causa della pirateria e dell'uso dilagante di Internet per scaricare musica gratuita. Baglioni si è definito nostalgico dei dischi in vinile e ha attribuito al cd «la colpa di aver tolto alla musica il suo supporto unico», il vinile appunto, che ospitava solo musica e non anche foto e video.
Alla domanda di una ragazza che ha paragonato «L'infinto» di Leopardi alla sua «Mal d'universo», (contenuta nel penultimo album “Viaggiatore sulla coda del tempo”), Baglioni ha risposto con un umile «passo». Dei colleghi, dei quali ha ammesso di conoscere poco le canzoni, ha detto: «Ognuno di noi ascolta poco gli altri, ma li sorveglia». Restio alle collaborazioni con altri cantanti negli album, Baglioni sta ultimando un giro di concerti negli stadi in cui ha ospitato anche Bocelli, Morandi, Laura Pausini e Biagio Antonacci. Ancora ignoto l'ospite della prossima tappa, domani all'Olimpico di Roma. Dopo la capitale sarà a Napoli sabato prossimo.
 

(Il Messaggero 30 giugno)
Domani il cantante si esibirà per tre ore su un palco gigantesco, con lui una band, un’orchestra, dame, cavalieri e sbandieratori
Il divo Claudio scende nella'arena
L’intero stadio Olimpico per Baglioni che promette uno spettacolo “totale”


ROMA - L’Olimpico, tutto lo stadio, riapre alla musica. Un’evento raro (dal ’98 sono riusciti a violare l’avarizia del Coni solo Baglioni, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti e Renato Zero). Il resto è solo curva (sud). Ora, tocca di nuovo a Baglioni, cantautore a cui non piacciono le mezze misure e che, stavolta, ha organizzato una vera invasione. A scortarlo, infatti, ci sarà un vero esercito (quattrocento fra operai, attrezzisti, tecnici, giocolieri, ballerini, artisti da strada, sbandieratori, ospiti e musicisti).
Insomma, quello di domani sera, non sarà un concerto, ma un concertone, una festa kolossal, un circo popolare. Non solo: sul palco, gigantesco, messo al centro dello stadio, sono previsti ospiti di rango (si era parlato anche di Totti, ma Baglioni ha precisato che ci sarà, però in platea), non Giorgio Panariello come si era detto (la parola d’ordine è quella di giocare a carte coperte per non rovinare l’effetto).
È una sfida, quella di Claudio. Far aprire lo stadio Olimpico per sessantamila romani (sono già stati venduti cinquantamila biglietti) in una notte di piena e bollente estate, investirli di luci, suoni e tre ore di canzoni. Trenta (più o meno) i titoli in scaletta. Vuol dire che il concerto (che già si è rodato, dopo il debutto di metà giugno ad Ancona, in cinque date ma che prevede di essere un “numero unico” in ogni città) durerà più di tre ore e che, ancora una volta, si tratterà di una vera e propria autobiografia in musica dell’ ”uomo della storia accanto”. E, l’aria che tira, verrà subito svelata con Claudio che, chitarra a tracolla, va alle origini della sua vita musicale infilando Porta Portese, W l’Inghilterra, 51 Montesacro, Signora Lia : quasi un viaggio d’antiquariato.
Il materiale del nuovo disco, Sono io (attualmente sesto in classifica), invece sarà appena citato, senza abbondare. I titoli in programma non dovrebbero essere più di cinque, sei: Sono io, Tutto in un abbraccio, Grand'uomo, Serenata in sol, Fammi andar via . Poi c’è il resto, con la scaletta che proprio in queste ore Claudio sta limando su misura per la sua notte romana: trentacinque anni di carriera, con i classici Mille giorni di te e di me , Strada facendo e Questo piccolo grande amore , rivisitati e riarrangiati. Anche rivestiti, perché mentre Baglioni canta sul palco, accompagnato da sei musicisti della sua band e da un’orchestra di trenta elementi, la folla degli accompagnatori arreda le canzoni e lo show fra coreografie (firmate da Luca Tommassini), dame, cavalieri, sbandieratori e quant’altro, giochi e luci (la regia, al solito, è di Pepi Morgia).
Quasi uno spettacolo totale, rivisto e corretto per ognuna delle sue otto tappe (l’ultima è per il 12 luglio a Catania, ospite promesso: Fiorello). Ma l’impegno di Baglioni non finisce qui. Perchè in autunno sarà di nuovo in pista con il suo spettacolo, sia pure limato e riadattato per ambienti più raccolti. Si tratterà, infatti, di un giro di concerti nei Palasport che prenderà il via da Torino a fine novembre. Potrebbe essere un’autosconfessione, visto che era stato lui a giurare, qualche tempo fa, che non avrebbe mai più suonato nei Palasport a causa della «pessima acustica». Solo che, a ottobre, Baglioni si laureerà in architettura con una tesi, guardacaso, sul recupero degli spazi nati per altri usi, per destinarli alla musica. La sfida sarà, allora, quella di fare appello al suo nuovo mestiere per riabilitare acusticamente i palazzi dello sport.
di Marco Molendini

 

CONFERMATA LA PRESENZA DI CLAUDIO BAGLIONI CHE CHIUDERÀ LO SPETTACOLO DEL 20 LUGLIO CON UN MEDLEY AL PIANOFORTE, È LUI INFATTI IL VINCITORE DELL’OTTAVA EDIZIONE PER L’ALBUM “SONO IO L’UOMO DELLA STORIA ACCANTO”, si ufficializzano altre autorevoli presenze: il 18 Luglio Anna Oxa, vincitrice della sezione “Lunezia Autrice dell’Anno” si esibirà accompagnata al pianoforte, facendo da madrina alla prima serata “Giovani Autori” del Lunezia. Il 19 luglio Niccolò Fabi canterà e ritirerà il Premio Lunezia della critica per l’Album “La cura del tempo”, padrino quindi della seconda serata “Giovani Autori”.
Il 20 Luglio avrà altri due superospiti: ci sarà anche Amedeo Minghi per esibirsi e ritirare il Premio Lunezia alla Carriera, un tributo meritato per un bravissimo compositore di testi, un genio dell’intreccio fra musica e parole. Cesare Cremonini è atteso invece per ritirare il Premio Lunezia Poesia del Rock, per il brano e il testo di “ Padre e Madre “. Presentatrice della serata Francesca Senette giornalista del TG4, che sarà coadiuvata da Stefano De Martino.
Un’orchestra di 20 elementi accompagnerà la recita dei testi, testi interpretati dal protagonista di “Vivere” Edoardo Siravo e dall’attore dello stabile di Genova Andrea Pierdicca.
Le attività alberghiere della zona sono già al tutto esaurito per questa ottava edizione del Lunezia che avrà per teatro ancora Piazza Gramsci.
Dalle ore 21.30 in poi, l’organizzazione promette più platea non riservata per questo appuntamento della cultura musicale italiana, che ancora una volta si consuma nel costume e nella cultura lunigianese caratteristica di Aulla.

(Il Tempo 29 giugno)
Baglioni fa il pieno di fans all'universita' e promette: "ospitero' Fiorello a Catania"
La Sapienza gli offre di tenere un corso sulla musica

ALLE 20.30 di ieri, nella facoltà di Scienze della Comunicazione dell'università La Sapienza di Roma, Claudio Baglioni, prossimo alla laurea in Architettura, ha incontrato studenti universitari e non solo. La sala era troppo piccola per ospitare tutti quelli che avrebbero voluto ascoltarlo. C'è chi è rimasto fuori e si è dovuto accontentare di seguire l'evento sul grande schermo nel cortile a cielo aperto. I giovani sono accorsi da tutta Roma, di sabato sera, non per sentirlo cantare bensì per parlare, sul tema "il suono delle parole", con quel timbro di voce caldo e profondo. Inconfondibile. Elegante nel su completo scuro, ma disinvolto con la camicia bianca sbottonata, ha risposto per due ore ai professori e al giornalista e critico Ernesto Assante, seduti al suo fianco e ai ragazzi suoi affezionatissimi fans.
L'università, che già cinque anni fa ha organizzato il primo appuntamento con il cantautore vorrebbe affidargli un corso sulla musica, forse proprio per il fascino che esercita e il carisma indispensabile per mantenere alta l'attenzione. Lui invece afferma di sentirsi come «Marylin Monroe quando andava a trovare le truppe:non capiva niente di guerra ma erano tutti contenti». Alla prima domanda a bruciapelo «cos'è una canzone?» ha risposto: «è la migliore delle serenate, perché è sempre rivolta a qualcun altro. Alcune resistono al tempo come gli odori. In un istante ti portano in un altro luogo e in un altro tempo».
Sono stati poi affrontati quelli che dovevano essere gli argomenti principali, ovvero il rapporto conflittuale tra l'autenticità del disco e quella di un concerto dal vivo e lo studio degli oggetti musicali attraverso il testo e il suono. Ma l'aspetto tecnico e teorico sono stati appena sorvolati. Baglioni ha parlato di sé. Dei suoi primi successi in Polonia, delle difficoltà incontrate negli anni 70 in Italia, delle sue evoluzioni e del suo continuo sperimentare. «Un cantautore deve provare a tirarsi via dal suo stesso contorno, cambiare abitlo musicale, entrando anche in campi sconosciuti». Secondo lui è concesso tutto, persino corrompere l'autenticità: è il risultato emozionale che conta. Riflessioni sulla musica contemporanea, che «ha ancora molte possibilità di essere rinnovata purché si vinca la paura», sulla televisione, «una grande lavatrice dove se si sbaglia candeggio sei finito», sul potere evocativo della musica «che arriva al cuore solo se scritta col cuore» e sull'arte, che è sofferenza perché consiste nell'estirpare qualcosa che ti è dentro. Baglioni ha parlato di tutto con semplicità e un'autoironia brillante. Colui che scherzando si è detto un pesce fuor d'acqua in quell'aula universitaria, ha dato una lezione esemplare: oltre ad essere un cantautore è prima di tutto un abile comunicatore.
Ancora ignoto l'ospite della prossima tappa, a Roma dopodomani all'Olimpico
Dopo la capitale Baglioni si esibirà il 5 a Napoli, l'8 a Bari, il 12 a Catania. Ospite dell'ultima tappa dovrebbe essere Fiorello che, nato come Baglioni il 16 maggio, ricambierebbe la visita del cantautore a «Viva Radio 2» in occasione del loro compleanno. di Assia Baudi Di Selve

(La Repubblica 29 Giugno)
Ieri alla facoltà di Scienze della Comunicazione
Claudio Baglioni prof per una sera

Claudio Baglioni arriva a Scienze della Comunicazione e spopola: ieri sera, nel centro congressi della facoltà della Sapienza, in via Salaria, per l´incontro con il cantautore c´erano 400 studenti, soprattutto ragazze. E lui - completo nero, camicia bianca, seduto accanto ai docenti e ai ricercatori - non si risparmia. Scherza sul concerto di martedì prossimo all´Olimpico e non rivela chi sarà l´ospite: «Totti? Sarà in tribuna non sul palco». È onestissimo: «Negli anni Novanta ho scritto cose che devo ancora capire». Ricorda i tempi duri: «Prima di Piccolo grande amore ero famosissimo soltanto in Polonia. Nel 1971 volevo ritirarmi». Si fa serio quando riflette sulla canzone: «Non so esattamente cosa sia». E poi ancora onestà: «Sono giorni in cui non c´è grande coraggio nel mondo della musica. Un po´ tutti scriviamo cose già sentite». Il pubblico ascolta contento, poi verranno gli autografi. Non canta e non risponde al professor Mario Morcellini che gli offre «una presenza meno estemporanea». Sembra a proprio agio: «A ottobre mi laureo in Architettura a Valle Giulia». Ha finito. «È proprio simpatico» dice una ragazza. Poi le squilla il telefonino: la melodia è Mille giorni di te e di me. di Gabriele Isman

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