Claudio Baglioni Unaparolaperte.net

Tutti Qui Tour

da Novembre per la prima volta in tour tutta la sua storia e la sua musica

Buon viaggio della vita. Anteprima Tour Tutti qui

22/06/07 E' uscito Buon viaggio della vita.Per saperne di piu' vai alla pagina relativa del sito ufficiale patapan.it!!

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alcuni articoli dalla stampa - Tour primo atto  // Una finestra su Centocelle
 

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comunicati-stampa.net
BAGLIONI CONCERTO A SORPRESA
Claudio Baglioni ha presentato, in anteprima assoluta, "Buon viaggio della vita", il nuovo brano da cui prende il nome il cofanetto (3 cd, 60 canzoni) che raccoglie l'anteprima segreta del tour "Tutti qui"
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22/06/2007 - 2007-06-22 - A Lampedusa era da poco passata la mezzanotte, quando - con un'incursione improvvisata di quelle con le quali ama sorprendere fan e media - ***Claudio Baglioni ha presentato, in anteprima assoluta, "Buon viaggio della vita", il nuovo brano da cui prende il nome il cofanetto (3 cd, 60 canzoni) che raccoglie l'anteprima segreta del tour "Tutti qui". Un mini concerto a sorpresa, per il quale il musicista romano - sull'isola per preparare la quinta edizione della rassegna "O'Scia’", dedicata all'emergenza migrazioni - ha scelto l'unico locale dell'isola aperto tutto l'anno, il "13.5".
"Un simbolo - ha detto Baglioni - un piccolo segno di attenzione e amicizia per questa estrema periferia d'Italia e d'Europa, nella quale tutti, chi ci vive e chi ci arriva, devono fare appello a tutto il loro coraggio, sia per vivere il non facile viaggio della vita, sia per affrontare quello ancora meno facile verso una vita nuova."
Chitarra e voce, amplificatori anche in strada - per consentire a quanti non erano riusciti a trovare posto nel locale di seguire questa "prima della prima" (nemmeno le radio, infatti, avevano ancora cominciato a trasmettere il nuovo brano) - Baglioni, ha suonato per quasi un'ora e mezza, eseguendo, in una insolita veste "unplugged", alcuni tra i brani di maggior successo del suo straordinario repertorio.
L'uscita del cofanetto è prevista per venerdì 29 giugno. Nei tre cd, i contenuti musicali inediti dell'ultima prova effettuata da Baglioni e dai suoi musicisti all'immediata vigilia dell'ultimo tour, davanti a pochi spettatori: 500 testimoni che sarebbero, poi, diventati 500mila nelle 70 tappe dei palazzi dello sport, tra gli ultimi mesi del 2006 e la prima metà del 2007. Nell'album triplo c’è il concerto numero zero, con quello che sarebbe stato il repertorio base degli spettacoli successivi e altri 12 pezzi provati e registrati durante la fase di preparazione, 10 dei quali poi mai eseguiti dal vivo.
"Per la prima volta - ha spiegato Baglioni - non un documento di quanto si è già visto e sentito, ma una pubblicazione di quello a cui solo pochi amici e addetti ai lavori hanno avuto modo di assistere."


Il Mattino 30 Apr.
L’ultima volta di Baglioni in un palasport

Federico Vacalebre. Un caso del destino ha voluto che il «Tutti qui tour» di Claudio Baglioni, iniziato il 4 novembre dell’anno scorso al Palamaggiò di Caserta, si chiuda stasera proprio al Palamaggiò, per un bis in programma a fine marzo e slittato a causa di problemi di salute del cantante. Il ritorno in terra di lavoro, così, diventa per Baglioni occasione di un consuntivo sull’ennesimo giro di concerti da record: oltre 400.000 spettatori raccolti in una settantina di show. Sembra quasi una risposta autarchica al «Neverending tour» di Bob Dylan, Baglioni? «È vero, in fondo dal 2000 ad oggi mi sono fermato solo tre-quattro mesi per entrare in sala di registrazione, ma non me ne pento certo. Ho sempre prediletto il fronte del palco, figurarsi ora, dopo il suicidio sul cd della discografia, dopo che tv e radio maltrattano la musica, sempre ammesso che la trattino. Il concerto è rimasto l’ultima trincea di chi fa questo mestiere, l’ultimo spazio di creatività e business, l’ultima ancora per non appendere la chitarra al chiodo». Pessimista? «No, proprio no, questo tour mi ha dato soddisfazioni incredibili, non è un caso che le maestranze in queste ultime date girano con delle magliette su cui c’è scritto: ”Durasse cent’anni questo giro”. Sul palco ci siamo divertiti e chi stava sotto il palco, attorno al palco, l’ha capito. Nel magazzino della memoria e della musica in cui siamo entrati in sintonia con le antologie da cui lo show è nato ho trovato tante cose, compreso lo spunto per il mio futuro». Nuove canzoni in vista? «Si, ho ripreso a lavorare a qualche appunto che esisteva già e ho deciso - anche se non bisogna mai dire mai - che quello del Palamaggiò sarà il mio ultimo concerto in un Palasport. Per quanti sforzi facciamo, sono spazi nati senza pensare alla qualità dell’acustica, e il pubblico, ma anche noi che suoniamo, abbiamo diritto a qualcosa di meglio. Mi piacerebbe immaginare di girare con un mio teatro mobile, trovare soluzioni intermedie: d’estate con gli stadi e gli spazi all’aperto non ci sono grandi problemi, ma nella brutta stagione ogni anno è un dramma accontentarsi delle strutture esistenti. Ora che mi hanno persino laureato architetto potrei approfittare del mio fatidico pezzo di carta per provare a immaginare uno spazio adatto al mio lavoro, chissà». Tra i progetti che incombono c’è anche «’O scià», il festival di Lampedusa. «Che da quest’anno diventa itinerante: non abbiamo ancora definito tutti i particolari, ma prima della kermesse vera e propria su quella che ormai chiamo la mia isola, dovremmo fare tappa a Tenerife, a Malta e in un paese arabo, forse il Marocco. Partiremo a fine giugno per andare avanti sino a fine agosto, come al solito coinvolgendo artisti sensibili e disposti a esibirsi gratuitamente per ricordare, dal ventre opulento della nostra società, il dramma dell’emigrazione clandestina. La nuova legge? La devo studiare, ma mi sembra un passo avanti». Il «Tutti qui tour» ha vissuto anche di sorprese, da quella fischiata nello stadio della Juventus a quella sul balcone di Centocelle. «Quello era un ritorno a casa, nel senso letterale del termine. I fischi di Torino venivano da un gruppo sparuto di tifosi, anzi di ultrà. I fischi non mi spaventano, mi spaventa piuttosto una società dove i fischi di pochi, si pensi a quelli del 25 aprile alla Moratti e Bertinotti, diventano notizia di capitale importanza, dando spazio all’emulazione. Una sorpresina, comunque, potrebbe scapparci anche a Caserta: chissà che chi arriva presto al Palamaggiò non mi trovi sugli spalti, per suonare tra gli spettatori, oltre che per gli spettatori».

Avanti.it 27 Apr.
BAGLIONI, IL GRAN FINALE DEL “TUTTI QUI” TOUR
Un mito senza tempo
Un mito senza tempo. Passano le stagioni, imbiancano i capelli, i piccoli grandi amori sono ormai padri di famiglia ma quella
maglietta fina (comprata probabilmente su un banchetto di Porta Portese) non si è mai sdrucita ed è più integra che mai.
Insomma, per Claudio Baglioni gli anni sembrano non essere trascorsi. La sua instancabile energia trascina il suo pubblico (e non solo) esattamente come ai tempi di Alè-oo: era il 1982 quando per la prima volta un cantante italiano si esibì negli stadi registrando il tutto esaurito con oltre un milione di spettatori. Da allora sono passati cinque lustri, da “Questo piccolo grande amore” (eletta canzone del secolo) di sono trascorsi trentacinque anni. Quel ragazzo di Centocelle, magro, un po’ allampanato e sempre vestito di nero tanto da meritarsi il soprannome di “Agonia” ne ha fatta di strada ma è rimasto esattamente come allora: semplice, genuino, vero. E questo la gente lo percepisce. Forse è anche per tale ragione che chi è cresciuto con le sue intramontabili canzoni non può abbandonarlo. E l’altra sera al Palalottomatica di Roma, per il gran finale del suo “Tutti qui” tour (che si chiuderà a Caserta il prossimo 30 aprile), erano davvero in tantissimi. Un vero e proprio bagno di folla per il cantautore romano che non ha ripagato il pubblico con uno spettacolo emozionante, unico e senza sosta. Baglioni ha cantato, suonato, ballato, scherzato coi suoi musicisti per tre ore di fila senza tirare il fiato un attimo. Le luci si sono spente alle 21.30 esatte: lui (bellissimo, lasciatecelo dire) è entrato con una torcia in mano illuminando gli spettatori avvolti dal buio più totale e gli strumenti musicali che arpeggiavano e intonavano scale musicali: la batteria, la chitarra, il basso, il violino fino a una esplosione di suoni, luci e colori. “E festa sia”, per citare le sue “Vie dei colori”. E festa è stata a cominciare dalla recente “Tutti qui” passando a “Strada facendo”, “Noi no, “Avrai” con uno struggente tuffo nel passato di “A modo mio”, “Signora Lia” e “Porta Portese”. Claudio riesce sempre a far innamorare il suo pubblico, nuovo o datato che sia, buca l’atmosfera, incanta, rapisce con l’intensità emotiva delle sue canzoni e dei suoi movimenti da grande saltimbanco. Tre ore di musica dal vivo senza sosta per uno show irripetibile e nel quale alcuni brani hanno vissuto del fascino delle edizioni originali. Un percorso che ha suddiviso la sua storia musicale nei quattro elementi: acqua, terra, fuoco e aria e che ha incollato nuovamente ricordi fatti di note, pezzi di una storia conosciuta e che i suoi fan legano alle loro vite, ai loro ricordi più intesi, belli o negativi che siano. È un crescendo di emozioni, Baglioni non delude e riesce a caricare ancora di più chi lo segue da anni. Il concerto prosegue con le sue canzoni più belle che hanno segnato la storia della musica italiana per concludersi con il gran finale di “Mille giorni di te e di me” (tra scoppiettanti fuochi artificiali) e con l’ultimo saluto di Claudio che incita gli spettatori a vivere la vita, anzi, a “Saltare sulla vita”, perché “La vita è adesso”. “Per questo gran finale suonerò a sorpresa in mezzo alla gente”, aveva dichiarato Baglioni, ed è stato di parola. Nell’architettura del palco sul quale si è esibito erano infatti predisposte quattro passerelle che hanno portato il cantautore tra la gente, la sua gente. Quello che colpisce sempre assistendo a un concerto di Baglioni è l’eterogeneità degli spettatori: dai dieci ai sessant’anni, madri con figli, nonni con nipoti, coppie che si sono date il primo bacio al suon di “E tu…”, ma anche trentenni che hanno scoperto da poco il “pianeta Baglioni” e ne sono rimasti affascinati. Perché Baglioni non è solo “Passerotto non andare via”. Forse è stato comodo pensarlo per quella fetta di critica schierata, troppo snob e intellettuale per pensare ai problemi della gente comune, che per anni gli ha dato addosso relegandolo a “cantore dei buoni sentimenti” (come se poi ci si dovesse vergognare dei buoni sentimenti). Baglioni non si è mai schierato politicamente, è vero, ma questo non vuol dire che non sia un cantautore impegnato e lo ha ampiamente dimostrato scrivendo dei piccoli grandi capolavori (ci si perdoni la citazione di baglioniana memoria) come “Pace” (peccato non la esegua mai dal vivo), “Ragazze dell’est”, “Qui Dio non c’è”, “I vecchi”, “Requiem”, “Tamburi lontani”. Tutte canzoni queste (e ce ne potremmo citare molte altre ancora) che non hanno niente a che vedere coi baci adolescenziali, le coccole al chiaro di luna e i piccoli grandi amori. Fermo restando che è assolutamente normale (e ci siamo passati tutti) che per un quindicenne i problemi legati al primo bacio e alla prima cotta equivalgono e forse superano (a livello d’intensità psicologica ed emozionale) le problematiche di noi adulti, spesso troppo distratti e superficiali per dare ascolto a un cuore infranto. Baglioni non solo ha dato voce agli innamorati ma, oltre a impegnarsi musicalmente (e in tempi non sospetti perché una canzone come “Poster” se analizzata bene parla della solitudine dell’uomo), da un po’ di tempo a questa parte si è impegnato in prima persona, mettendoci la faccia e i soldi, per dar voce ai tanti immigrati che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste come se l’Italia fosse la terra promessa. Il suo progetto “O’ scià” (la kermesse canora ideata nel 2003 dal cantautore romano per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’immigrazione clandestina), nato quasi come un’improvvisazione tra gli ombrelloni di Lampedusa, sta diventando anno dopo anno sempre più interessante, sia da un punto di vista musicale che di impegno politico. Come dire che con la semplicità si arriva ai cuori della gente ma molto spesso anche ai cuori di coloro che comandano.Barbara Leone

Il Tempo 26 Apr.
Tre ore di passione e fuochi d’artificio per Claudio Baglioni
di CARLO ANTINI UN BAGNO di folla. E c’era da aspettarselo. Claudio Baglioni ha suonato l’altra sera al Palalottomatica dell’Eur in una delle ultime tappe del suo «Tutti qui» tour. Oltre tre ore di musica tutta d’un fiato che ha attraversato le tappe principali della carriera del cantautore. Da «Porta Portese» e «La ragazza di campagna» a «La vita è adesso» e «Io sono qui». Le emozioni si respiravano in tutto il palasport e viaggiavano a cavallo del pallone aerostatico che roteava sulle teste degli spettatori. Bastava una sola nota per accendere il fuoco nell’animo dei migliaia di romani accorsi all’Eur. Le mani si univano e le voci cantavano a squarciagola finché il Palalottomatica poteva contenerle. Il palco su cui suonavano i sei musicisti era quadrato e aperto su quattro lati. Così i protagonisti potevano essere osservati a 360 gradi. Baglioni serpeggiava tra i monitor in terra e saltellava da un angolo all’altro del palcoscenico. Ogni tanto si infilava tra la folla ed era accompagnato dalle urla infiammate delle fan. Sugli spalti del Palalottomatica si intrecciavano le generazioni. Mamme sedute accanto alle figlie, unite dalla passione per la valigia di ricordi che è il repertorio di Baglioni. Dopo oltre tre ore di sudore, verso mezzanotte e un quarto il concerto volgeva al termine. «La vita è adesso» ha chiuso i battenti e Baglioni ha indossato i panni del predicatore. Ha ringraziato i suoi fedelissimi e lanciato il suo cuore idealmente verso gli spalti. Ogni lancio un rombo di tamburi. Ogni lancio il Palalottomatica si illuminava a giorno. E «buona fortuna» augurava a tutti il predicatore. c.antini@iltempo.it

Repubblica (grazie a Manu)
Baglioni ai lettori: "Il mio debito con Roma" di Claudio Baglioni

Claudio Baglioni canta a Roma, martedì al Palalottomatica. E parla del suo straordinario rapporto con la città in una lettera a "Repubblica". Tornare a cantare a Roma è rinascere, dice. E della città: "Non mi è solo casa, ma anche madre".
di Claudio Baglioni
Caro direttore, se - come si dice - partire è un po´ morire, tornare è certamente un po´ rinascere. E, quando si torna in una città come questa - che non mi è "solo" casa, ma anche madre - questo rinascere si arricchisce di molti dei significati che questo verbo, particolarmente ricco, custodisce. Ritornare in vita: come riprendere, finalmente, fiato dopo l´apnea un po´ troppo prolungata di una lunga assenza; dare il via ad nuova stagione della propria esistenza: come guardarsi dentro, tracciare un bilancio e disporsi ad affrontare un nuovo tratto di strada; uscire in una nuova veste, come raccogliere le idee e lanciarsi in un nuovo progetto; cambiare, sotto la spinta di qualcosa o qualcuno: e Roma è una città che cambia e ti cambia e ha tutte le carte in regola per tirare fuori il meglio di te. Ma soprattutto, nascere nuovamente.

Perché è questo che succede ogni volta che l´aria inconfondibile e le mille voci di questa città mi vengono incontro e mi accalappiano i sensi. E non solo perché, giocando con le parole, ciò che all´andata si legge Roma, al ritorno diventa amor, quanto perché qui sono davvero ri-nato. Nato due volte. Una prima volta come uomo; una seconda come musicista e autore. Debito doppio. Quindi praticamente impossibile da estinguere. Ecco perché questo Gran finale che ci vedrà "Tutti qui" martedì sera al PalaLottomatica dovrà essere davvero un finale grande. E non solo perché - dopo quasi settanta serate, accompagnati da un coro di oltre quattrocentomila voci - il vostro entusiasmo è stato ancora così trascinante da costringerci ad aggiungere quasi un tour nel tour. Ma soprattutto perché quanto ricevuto lungo la strada è così forte e grande che ci siamo sentiti impegnati a dar vita a qualcosa di diverso da un semplice "bis". Qualcosa di nuovo e di più.

Prospettiva non facile per un viaggio nel quale ho portato con me quasi tutto. Tutto quello che sono stato, quello che sono, quello che sarò. Le canzoni che hanno segnato questi quasi quaranta anni di musica. Le parole e le note che, spero, abbiano saputo accompagnare la vostra e le vostre storie, magari rendendo la strada più dolce e leggera. I sogni, i segreti, le storie; i pensieri, le emozioni, gli sguardi. Ripensando a queste tre ore di musica senza un solo istante per tirare il fiato, ho capito che, le novità non potevano essere nel "cosa", ma nel "come". Non "di più", ma "meglio". E il "meglio" di questo, come di ogni altro incontro, siete voi. Il contatto con voi. Scambiarci occhi, voci, emozioni come non è mai successo prima. E se avevo scelto il palco al centro per dimezzare le distanze, per questo "Gran Finale" ho pensato fosse giunto il momento di annullarle del tutto, per suonare e cantare in mezzo a voi. Letteralmente.

Delle incursioni a sorpresa, è questa l´idea. Incursioni delle quali (proprio perché di sorpresa si tratta) non mi è consentito dire di più, ma con le quali mi piace pensare che - seppure per qualche istante - questi incontri ravvicinati riescano a legarci davvero in profondità. Le canzoni, è vero, non possono cambiare la vita. E non ne hanno nemmeno la pretesa. Ma, forse, possono aiutarci a cambiare noi e il nostro modo di guardarla, affrontarla, abitarla, immaginarla, costruirla. Ma, soprattutto, possono dare nuovo significato al nostro essere tutti qui. Claudio Baglioni

Il Giorno 21 Apr. (grazie a Grace di http://www.via.splinder.com)
Claudio Baglioni al Datchforum

I MIEI TRIONFI PER ESSERE HOUDINI
Tappa milanese del lungo tour. E nel cassetto un musical sul celebre mago
di ANDREA SPINELLI
MILANO
CONTRO TUTTO e contro tutti (anche contro sè stesso) Claudio Baglioni affronta l'ultima tranche del suo tour da record tornando stasera al DatchForum di Assago. Un'impresa ricca di generosità e agonismo sportivo, anche se lo sport ultimamente non sembra averlo ricambiato con la stessa moneta a giudicare dai fischi piovuti sulla sua estemporanea esibizione di qualche giorno fa allo Stadio di Torino prima di Juve-Rimini.

In gara ormai solo col suo passato fatto di sabati pomeriggio e amori in corso, il divo
Claudio torna a rimestare fra questi quarant'anni di carriera per alimentare un vivido caleidoscopio della memoria: «Ci troviamo nel bel mezzo di un epilogo che neanche io e i miei collaboratori avevamo previsto; proprio per questo l'abbiamo battezzato "gran finale", un ultimo giro di concerti che si concluderà il 30 aprile a Caserta - spiega - Rispetto all'ultimo show al Forum, nel magazzino della memoria ho ritrovato la mia primissima chitarra, che scopro tra i reperti sparsi qua e là e mostro al pubblico anche se ormai è insuonabile. E poi insisto con le invasioni di campo, andandomene tra la
gente per trasformarmi da attore in spettatore».

Tutti questi concerti sono una sfida al suo passato.
«Non ne avevo mai fatti così tanti. Col tour di "Crescendo" eravamo arrivati a 56 repliche e mi sembravano un'enormità, stavolta raggiungeremo le 70. Una follia»

E l'omaggio alla canzone italiana di «Quelli degli altri tutti qui»?
«Verrà all'inizio dell'estate. Inizialmente avevo pensato a una mini-tournée di sei date con orchestra, ma alla fine mi è sembrato preferibile condensare tutto in un unico concerto-evento in cui ripercorrere il repertorio di "Quelli degli altri tutti qui" più qualche pezzo che ho sempre amato».

Si parla di un suo musical col mago Antonio Casanova ispirato alla figura di
Houdini.
«L'argomento è molto di moda, visto che anche Tom Cruise sta lavorando a un remake del famoso film con Tony Curtis. E poi i discendenti hanno chiesto la riesumazione della salma per stabilire se realmente Harry Houdini morì di peritonite come ha stabilito la perizia legale del tempo o invece è stato avvelenato».

Al momento è solo un'idea o qualcosa di più?
«Diciamo che allo stato delle cose trovo il progetto del musical affascinante. E non nascondo che vorrei tanto andasse in porto. Molti non lo sanno, ma Casanova oltre a essere l'illusionista che conosciamo è pure un ottimo musicista. E poi io sono sempre stato irretito dal mistero. Sarei pronto a barattare un pezzo della mia carriera per il segreto di qualche grande magia».

Il SecoloXIX 20 Apr
Baglioni dei record:ma ora cambio show
IERI A GENOVA
«Dopo tanti anni in stadi e arene voglio cambiare. Il prossimo show sarà verso il futuro e nel 2008 uscirà il mio nuovo album»

Genova. Con un fuoriprogramma mezz'ora prima del concerto, in jeans e camicia di jeans, «come nel mio esordio proprio a Genova nel tour del 1982», Claudio Baglioni ha tenuto ieri al MazdaPalace il terz'ultimo show di un'altra tournée dei record. «Con 64 spettacoli è sicuramente la più lunga mai tenuta da un artista in Italia - spiega il cantautore - e le 500 mila presenze sono un atto d'amore indimenticabile».
Perché l'affetto, in questa febbre che sembra divorare i fans di Baglioni e come ha testimoniato anche l'incontro con le 19 ascoltatrici di Radio19, è fondamentale. Genova, peraltro, lo ha ripagato con «un po' di sorpresa, da parte mia, chiedendo un terzo concerto legato a "Tutti qui". O sono cambiati i genovesi oppure ho seminato bene».
Baglioni è anche convinto che «la dimensione dal vivo ormai sia la più gratificante per un artista, l'unica risposta sensata a internet ma anche alla televisione che con noi non ha un buon rapporto. Dicono che non paghi, in tv, quindi molto meglio fare il nostro mestiere. Che è quello di esibirsi davanti alla gente».
Ieri, fra l'altro, il cantautore ha preparato uno smoking bianco e oro «che mi sono concesso per "5 minuti", ma che avevo sempre sognato da ragazzo. Non so per quale motivo, ma fantasticavo che sarei andato in scena vestito così. E ora me lo posso permettere». Ironico, in tre ore che saldano al pubblico in delirio «canzoni che sono entrate in un magazzino della memoria», Baglioni cerca anche l'incontro più ravvicinato possibile con i fans, tentando di raggiungere il cuore della platea.
«E pensare che questo tour nemmeno volevo farlo - confessa - fra tutti i dischi che ho fatto e dopo due antologie, tornare in scena mi sembrava più difficile che in passato. Invece è l'esperienza che mi ha più segnato e so che, una volta conclusa definitivamente, mi mancherà. Mi sembrerà di essere un soldato senza più valori, naturalmente su un altro piano molto meno drammatico».
Mentre scorrono tutti i successi di oltre 40 anni di carriera, Baglioni si vede già disoccupato da palco: «È una sensazione molto strana, che un po' sgomenta: vieni assalito da mille insicurezze, come quella di non saper nemmeno più fare benzina, per non dire della depressione. Per fortuna ho il mio festival all'isola di Lampedusa e il nuovo disco: comincerò a pensarci fra qualche settimana e uscirà nel 2008. Tempi rapidissimi per uno come me, ma anche questo è un segno benevolo degli anni che passano».
Orgoglioso del record di presenze, in forma atletica invidiabile «perché muovermi ai concerti mi evita qualsiasi dieta», Baglioni continua a essere un artista concentrato sulla musica che modifica in fase di prove: «Forse perché da me ci si aspetta sempre un'innovazione, che sovverta il modo di fare show, e di conseguenza anche gli arrangiamenti di quello che canto. Mi fa piacere, perché vuol dire che il pubblico pretende ciò che può avere, ma ci sono certi miei colleghi ai quali invece si chiede di rimanere sempre uguali. A me tocca lavorare di più, ma la soddisfazione c'è».
R. T.(ha collaborato Rossella Galeotti)

Il Giornale 19 Apr.
Baglioni al MazdaPalace promette un «Gran finale»

Stasera torna, per la terza volta in un anno, sul palco del Madza Palace, Claudio Baglioni. Questa volta il cantautore romano, classe '51, fa tappa con il suo tour «Tutti qui gran finale». È l'ultima trance del tour trionfale di Claudio Baglioni che ha fatto registrare un'impressionante serie di sold out nei 56 concerti tenuti nei principali palasport italiani, grazie a oltre tre ore di show con il meglio del suo straordinario repertorio. Lo stesso Baglioni preannuncia una performance live speciale: «Per questo gran finale suonerò a sorpresa in mezzo alla gente. La risposta del pubblico in questo nuovo giro di concerti è stata davvero indescrivibile. Abbiamo dovuto aggiungere date su date e l'entusiasmo è sempre stato incontenibile. Anche per questo, per i nove "ritorni" speciali e aggiunti di questo Gran Finale, ho pensato di dare qualcosa in più. Sto architettando qualche apparizione a sorpresa in mezzo alla gente con incursioni musicali tra il pubblico. Ma di sorpresa si tratta e non posso aggiungere altro, se non che sarà davvero un gran finale». Il tour offrirà tre ore di grande musica dal vivo per uno show irripetibile nel quale - per la prima volta - alcuni brani vivranno del fascino delle edizioni originali.

La musica è il «piccolo grande amore» di Claudio Baglioni, un amore senza fine. Come lui stesso ha scritto: «Nessuno sa da dove arrivi. Né da dove, né come, né perché. La senti scendere dentro di noi fino a profondità inimmaginabili e, una volta lì, la sai capace di compiere prodigi per chiunque altro impensabili. Non è stato quel colpo di fulmine che sembra l'unico elemento in grado di certificare la presenza di una vocazione autentica. È stato un corteggiamento lento. Incontri brevi e fugaci. Sguardi rubati. Parole e note strappate qua e là, a una radiolina rimasta accesa in un cortile, a un juke-box abbandonato all'apatia di inverni bassi e immutabili. Un corteggiamento lento e difficile. Con accelerazioni improvvise e improvvise pause. Slanci, dubbi, incomprensioni, ripensamenti e ritorni di fiamma. Di lei mi affascinava il fatto che sembrava venire da un altro mondo, ma, più ancora, che era un altro il mondo nel quale riusciva a trascinarmi ogni volta che la finestra della coscienza si spalancava e il vento scoperchiava emozioni, desideri, sensazioni, pensieri. Dopo di lei, nulla era più come prima. Nemmeno io».

Il Secolo XIX 19 Apr.
Le 19 fan di Baglioniin platea con Radio19
stasera al mazda palace


Le vincitrici del gioco lanciato dall'emittente del Secolo XIX raccontano la "baglionite". E oggi incontreranno il loro idolo

OGGI È il grande giorno delle diciannove ragazze per Baglioni. Le vincitrici del gioco, lanciato da Radio19 e dal Secolo XIX, saranno in prima fila al concerto "Tutto qui gran finale" che il cantautore terrà stasera (ore 21) al Mazda Palace, ma soprattutto saranno protagoniste dell'incontro a tu per tu con l'artista. La maggior parte per la prima volta lo vedrà da vicino, raccontandogli - perchè no? - come le sue canzoni hanno accompagnato momenti importanti della propria vita.
Donne di generazioni diverse, accomunate dalla stessa passione. Antonella Zorzoli, genovese, ha 57 anni, quattro figli e bei ricordi. «Lo seguo da sempre, da quando ha cominciato, sarà stato il 1968. Erano i tempi della scuola, ascoltavo "W l'Inghilterra", "Piccolo grande amore" alle festicciole che organizzavamo in casa, non andavamo in discoteca a quei tempi...Mio marito l'ho conosciuto nel '71 e diciamo che nel nostro caso Baglioni non è stato galeotto, a mio marito piace la musica classica, ma negli anni si è rassegnato alla mia passione...». Oggi Antonella ai concerti di Baglioni va con le due figlie maggiori «che a furia di ascoltare le canzoni della mamma» si sono lasciate contagiare, «mentre il mio unico maschio - i piccoli sono due gemelli, un maschio e una femmina - beh, lui preferisce il calcio». Partecipando al gioco di Radio19, Antonella ha risposto alla domanda "Quanti sono "I giorni di te e di me"?". «Mille» ha detto sicura conquistando il suo posto tra i 19 in palio.
"Quale è stata la prima paga di Claudio in occasione della prima esibizione ufficiale?". «Mille lire, nel 1966» ha risposto Claudia Cabona, 40 anni, altra vincitrice. Impiegata amministrativa, mamma di due figli, una ragazza di 15 anni e un ragazzino di 12 e mezzo, Claudia si è ammalata di "baglionite" nel 1982 quando per la prima volta assistette a un concerto dell'artista allo stadio Ferraris. Da allora non si contano le occasioni in cui lo ha ascoltato dal vivo. A Roma (concerto all'Olimpico nel '96), a Cagliari due anni fa, a Genova nel novembre scorso. Saranno state in tutto dieci volte? «Molte, molte di più. Venti, forse...». Certo, le emozioni nel tempo sono cambiate, «la vita ti cambia - osserva Claudia - è naturale. Ci si sposa, si hanno figli, la priorità non è più la musica ma la passione resta. Non saprei dire quale canzone mi piace di più. Dipende dal momento. Ora preferisco quelle ottimiste, "La vita è adesso", "Strada facendo"». Claudia fa parte di un Baglioni fan club e racconta che, andando ai concerti, ha conosciuto persone nuove e intrecciato solide amicizie. «Con due o tre ci sentiamo e ci vediamo abitualmente». Durante l'incontro di questa sera «ringrazierò Baglioni per le cose positive che ci ha trasmesso in questi anni».
Francesca Castelletti di Casarza Ligure è rimasta folgorata da "E tu come stai?" alla tenera età di 10 anni. «Ho chiesto alla mamma di comprarmi la cassetta». Oggi di anni ne ha 37, lavora, è sposata e mamma di un bambino. Condivide l'amore per la musica e le parole di Claudio Baglioni con tre amiche. «Siamo cresciute con lui». E ai concerti vanno tutte insieme.
Le altre sedici fan che rispondendo al gioco quiz di Radio 19 quesa sera conosceranno il cantautore sono: Miriam Pristipino, Ottavia Carnabuci, Silvia Olivotto, Rossella Buscaglia, Giuseppina Martelli, Sabina Minelli, Vittoria Nesti, Grazia Croce,Lara Bacigalupo, Stefania Solimano, Cristina Massi, Claudia De Luca, Teresa Lagorio, Laura Pellegrini, Simona Solimano e Daniela Malara.

Il SecoloXIX .it 18 Apr.
«Suonerò tra voi dove è nato tutto»
LA LETTERA
Claudio Baglioni

SE A FIRENZE è nata la lingua, a Genova è nata la canzone. Quella moderna, almeno. Quella da cui è fiorita la figura del cantautore; quella che ha dato il "la" a un decennio irripetibile (gli anni '60), probabilmente il più grande della musica popolare italiana, e che ha reso grande la nostra canzone d'autore nel mondo. Bindi, De André, Lauzi, Paoli, Tenco: la musica che ci ha portato e mi ha portato alla musica. Quella che ha dato senso alla mia esperienza di uomo, mi ha fatto uscire dal cono d'ombra che mi rendeva invisibile, mi ha regalato un'identità e mi ha reso miscelatore di note e parole.
È l'indescrivibile magia di questo incanto che mi lega, con un filo invisibile fin nelle profondità dell'animo, al mistero di questa città, sempre pronta a imbarcarsi, prendere il largo e farci scoprire ciò che di nuovo c'è al di là delle rotte già battute. Siano esse di mare e stelle o di emozioni e pensieri.
Per tutto questo - di più, davvero, non potrebbe esserci - il gran finale che ci vedrà"Tutti qui" domani sera al Mazda Palace sarà davvero un grande finale. E non solo perché, dopo più di sessanta serate, seguite da un coro di oltre quattrocentomila voci, l'entusiasmo è stato ancora così trascinante da costringerci ad aggiungere date su date, ma soprattutto perché quanto ricevuto lungo la strada è così forte e grande che impegna a dar vita a qualcosa di diverso da un semplice "bis". Qualcosa di nuovo e di più. Per niente facile. Soprattutto per un viaggio come questo, a bordo di questa specie di "leudo" nel quale ho stivato davvero tutto. Quello che sono stato, quello che sono, quello che sarò. Le canzoni che hanno segnato questi quasi quaranta anni di musica. Le parole e le note che, spero, abbiano saputo accompagnare il vostro navigare, magari rendendo la rotta più dolce e leggera.
I sogni, i segreti, le storie; i pensieri, le emozioni, gli sguardi raccolti sotto costa, come in mare aperto. Ripensando a questo show - tre ore senza un solo istante di pausa - ho capito che le novità non avrebbero potuto essere nel "cosa", ma nel "come". Non "di più", ma "meglio". E il "meglio" siete voi. Il contatto con voi. Scambiarci occhi, voci, emozioni come non è mai successo prima. E se il palco al centro dimezza già le distanze, per questo "Gran Finale" ho pensato di annullarle del tutto, per suonare e cantare letteralmente in mezzo a voi. Sfiorarsi come acqua di mare e battigia, e lasciarsi trasportare dalla corrente vitale delle canzoni. Perché la canzone sa davvero di mare. Come il mare prende e dà ed è uguale e diversa per tutti. E, soprattutto, come il mare, annulla ogni distanza, riuscendo a unire - come niente altro - terre, storie, anime, lingue, pensieri, desideri, coscienze. È vero, le canzoni non possono cambiare la vita. Ma forse possono cambiare noi. Il nostro modo di guardarla, affrontarla, abitarla, immaginarla, costruirla. E, soprattutto, possono dare nuovo significato al nostro essere tutti qui.
Anche per questo spero che il mare di note, parole, emozioni che ci scambieremo domani notte ci aiuti a vedere più chiaro fuori e dentro di noi, sappia regalarci gioia, emozione, leggerezza e svago, ma anche un supplemento di anima e di umanità, e - perché no? - riesca a dare senso nuovo e nuovo valore all'idea di ritrovarci, ancora una volta, "Tutti qui".

La Stampa 18 Apr.
Canta a sorpresa, Baglioni fischiato
Claudio Baglioni all'Olimpico

Il cantautore invitato dalla società intona «Strada facendo», la curva lo insulta
FABIO VERGNANO
TORINO
Strada facendo, molto poca in realtà, Claudio Baglioni è arrivato fino all’Olimpico. Il cantautore romano ieri sera si è esibito al PalaIsozaki che dista cento metri dallo stadio, ma prima di entrare nell’arena dove ha fatto il pienone, come sempre gli capita dovunque si esibisca, ha voluto fare una sorpresa ai tifosi bianconeri che attendevano l’inizio della partita con il Rimini.

Alle 19,40, quando lo stadio era ancora quasi vuoto, Baglioni è sbucato dal tunnel che conduce negli spogliatoi e ha intonato il suo cavallo di battaglia «Strada facendo» accompagnandosi con la chitarra. Stupore generale. Invece della tuta di Del Piero pronto al riscaldamento pre partita, ecco uno dei cantanti più popolari e più amati, un campione del mondo della musica. Camicia azzurra e pantaloni blu, Baglioni ha detto: «Sono venuto a trovarvi perché pensavo vi annoiaste nell’attesa della partita». Poi passeggiando davanti alla tribuna centrale inseguito da fotografi e telecamere si è prodotto nella sua cantata fuori programma. Qualche nostalgico ha perfino estratto l’accendino cercando di creare attorno a Baglioni l’atmosfera dei concerti, ma i vuoti sulle tribune erano troppi perché si potesse costruire la magia che circonda le esibizioni dei big della musica.

Baglioni, che ha poi salutato i giocatori bianconeri, ha eseguito la sua canzone compiendo un atto gentile. Era stato l’ufficio marketing della Juventus a contattare il manager del cantante per intrattenere il pubblico. Un’idea nata per proseguire in quell’operazione di calcio uguale divertimento che dall’inizio della stagione il club bianconero sta portando avanti con una serie di iniziative che possano coinvolgere il pubblico. Tutti hanno apprezzato, tranne i curvaioli che si portano sempre appresso il livore. Così lo stadio è ritornato subito arena e dalla curva Scirea sono iniziati cori ostili e volgari all’indirizzo di Baglioni. Prima fischi, poi ben chiaro «il romano è un pezzo di m...» che è arrivato distintamente alle orecchie del cantautore, di cui sono note le simpatie per Totti e compagni.

I dirigenti della Juve hanno cercato di mettere a tacere gli ultrà, molti dei quali avranno a casa i cd del cantante. Il preparatore dei portieri, Rampulla, è stato il più attento nel cercare di evitare una figuraccia e si è rivolto ai tifosi invitandoli a interrompere la loro stupida contestazione. Nulla da fare. Baglioni, ovviamente, ha continuato la sua esibizione incurante della maleducazione di pochi. Alla fine ha ringraziato, augurando «buona partita» anche a chi aveva dimenticato a casa le buone maniere.


ViviMilano.it 18 Apr.
Baglioni fa poker Quarto concerto al Forum in pochi mesi per il cantante romano Luca Benedetti

Quarto concerto al Forum in pochi mesi per il cantante romanoLuca Benedetti
Q uattrocentomila persone in settanta concerti. È il bilancio del tour di Claudio Baglioni dedicato alle antologie «Tutti qui» e «Gli altri. Tutti qui», due cofanetti tripli per un totale di sei dischi di platino, che sabato va in scena per la quarta volta al Datchforum dopo i tre «tutto esaurito» registrati nello scorso dicembre. «La risposta della gente per questo nuovo giro di concerti è stata indescrivibile», spiega soddisfatto il cantautore romano, 56 anni da compiere a metà maggio. «Abbiamo dovuto aggiungere date su date e l'entusiasmo è sempre stato incontenibile». È vero che a volte Baglioni canta «Ragazza di campagna» seduto in braccio a una signora della prima fila, ma in quest'ultima parte del tour, intitolata «Tutti qui gran finale», promette incontri molto più ravvicinati con i suoi fan. «Sto architettando qualche apparizione a sorpresa in mezzo alla gente, vere e proprie incursioni musicali fra il pubblico. Considerato che si tratta di una sorpresa, non posso aggiungere altro, ma vi assicuro che sarà davvero un gran finale». Il cantautore-architetto, che ha disegnato personalmente il palco al centro del palasport, nello spettacolo accenna anche qualche passo di danza e sulle note di «Poster» balla sinuoso con l'asta del microfono. Lo show nel suo complesso è caratterizzato da medley ispirati ai quattro elementi, aria acqua terra e fuoco, ciascuno con sonorità diverse come le chitarre yé-yé di «Porta Portese», il folk di «Fotografie» e il rock di «Io me ne andrei» e «Bolero». Il quinto elemento, naturalmente, è l'amore ed è rappresentato dai superhit «Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «E tu come stai» e «Solo». La cover di «Cinque minuti e poi» di Maurizio Arcieri è l'unica traccia del doppio cd «Quelli degli altri tutti qui» (riletture «a modo suo» di trenta capolavori della canzone italiana degli anni Sessanta) inserita nella scaletta del live, che regala belle suggestioni con il quartetto d'archi di «Avrai» e i quattro sax di «Adesso la pubblicità». Multicolore l'arrangiamento di «Via»: un assolo di tastiere nella parte centrale, seguito da trombe e tromboni fino alle percussioni dell'incalzante finale. Di grande impatto scenico anche l'introduzione di «Io sono qui» con undici-chitarre-undici a eseguire l'intera scala di accordi fino a quello iniziale della canzone suonato da Baglioni, che poi fa ritorno in scena vestito con un elegante frac bianco per accendere l'apoteosi finale sulle note di «Mille giorni di te e di me» e «La vita è adesso». INFORMAZIONI Claudio Baglioni, sabato 21, Datchforum. Via Di Vittorio, tel. 02.48.05.73. Ore 21, ingr. 45-35-25 euro più prevendita.

La Stampa.it 16 Apr.
"Torino ti sorprenderò"
Claudio Baglioni, in giro d'Italia trionfale, che ha imposto al cantante e alla troupe di aggiungere nuove date per soddisfare le richieste dei fan PAOLO FERRARI
TORINO
Torna a Torino Claudio Baglioni, questa sera in concerto al Pala Olimpico Isozaki nell'ambito della tournée «Tutti qui gran finale». Un giro d'Italia trionfale, che ha imposto al cantante e alla sua folta troupe di musicisti e collaboratori di aggiungere nuove date per soddisfare le richieste dei fan. Lo show comincia alle 21, cancelli e biglietteria della struttura di corso Sebastopoli 123 aprono alle 19. Il prezzo dei biglietti spazia da un minimo di 25 euro per la gradinata ai 45 euro richiesti per il posto in tribuna; l'agenzia Set Up invita chi desideri ulteriori informazioni a raggiungere il sito internet www.setup-live.com. Il cantante romano ha scelto La Stampa per ricordare i tanti trascorsi torinesi e anticipare possibili sorprese.

In un tour colossal come questo c'è ancora spazio per lo stupore, per il gioco?
«Certo, senza la passione non potrei andare avanti. Siamo sfiniti, per la prima volta una mia tournée toccherà le settanta date per un totale di oltre mezzo milione di spettatori. Eppure l'entusiasmo è sempre alle stelle, proviamo tutti i giorni dalle 16 in avanti, ogni volta come fossimo alla vigilia della prima assoluta. In alcune città è capitato che qualche amico ci raggiungesse sul palco, come è capitato a Bologna con Gianni Morandi e a Verona con Cocciante. Già di per sé il concerto è comunque potenziato rispetto alla versione precedente, sia sotto il profilo degli arrangiamenti che per quanto riguarda la scaletta, in cui sono entrate per esempio "Tutto in un abbraccio" e "Con te". E poi ho ripreso il vizio di mischiarmi alla gente. Prima degli show può succedere che io arrivi con la chitarra e mi metta a cantare per chi è in coda ad acquistare il biglietto, o che spunti in platea per accompagnare con qualche canzone l'attesa del pubblico. Il Pala Olimpico di Torino si presta oltretutto molto bene a questo genere di cose, è una delle migliori strutture d'Europa, e potrei anche andare oltre con qualche trovata su misura».

Di recente ha fatto scalpore il celebre violinista che ha suonato uno Stradivari nella metropolitana di Washington senza che nessuno lo prendesse in considerazione. Le ha ricordato qualcuno?
«Sono cose che ho fatto spesso. Una volta mi travestii da improbabile cantante canadese e mi esibii nella galleria di Napoli; risultato, milletrecento lire nel cappello, per fortuna senza tasse da pagarci su. Con De Gregori facemmo invece una cantata a piazza del Pantheon a Roma, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo in osteria, e nessuno ci filò. Poi ho fatto un paio di apparizioni sugli autobus di linea e una tournée non annunciata col gruppo su un camion nelle periferie di Roma sotto lo pseudonimo Nasi di Falco. L'auto sberleffo è importante, aiuta a esorcizzare il rischio del delirio di onnipotenza e a mantenere un rapporto ravvicinato con la gente. È un gioco per vedere l'effetto che fa, un modo per mettere in discussione l'idea stessa di popolarità».

Torino ha scandito tappe cruciali nella carriera di Claudio Baglioni, possiamo riassumerle?
«Di solito si pensa a due eventi importanti di valore opposto, i fischi in occasione del concerto di Amnesty International nel 1988 e la straordinaria esperienza dell'inno delle Olimpiadi Invernali lo scorso anno. Ci sono però altre circostanze che la rendono una città per me speciale sotto il profilo artistico e umano. Nel 1972 venni qui per la mia prima trasmissione televisiva, una sorta di riduzione in musical di "Questo piccolo grande amore" inserita nel programma "Tutto è pop", che veniva prodotto dalla sede Rai di Torino. Nell'inverno del 1981 partì inoltre dal Palazzo dello Sport del Parco Ruffini la tournée di "Strada facendo", che sarebbe proseguita negli stadi fino a dare vita al disco dal vivo "Alè - oò". A quei tempi consideravamo i megaraduni appannaggio delle star straniere, e invece il mio tour e quello di Dalla e De Gregori dimostrarono che anche noi potevamo farcela. Al palasport c'era gente dappertutto, persino sul palco, almeno diecimila persone. Nel 1996, infine, tenni il concerto di Natale per Papa Giovanni Paolo II accompagnato dall'Orchestra Filarmonica di Torino».

Tra tante esperienze legate alla città, una è senz'altro inedita: che effetto fa cantare a Torino con la Juventus in serie B?
«Il calcio è sempre più strano, in effetti non avrei mai pensato a una situazione del genere. La serie A senza Juve è come un puzzle a cui qualcuno ha tolto un tassello, come una costruzione squilibrata perché le hanno sfilato un mattone. Tutto può succedere, però; io sono della Roma e ho episodi assai più recenti su cui riflettere».

La sua avventura cominciò da qualche concorso di periferia per cantanti debuttanti. Che consigli darebbe a un giovane che sogna di diventare il prossimo Baglioni?
«Mi pare che sia un momento difficile per la musica e per la creatività in generale, immagino che anche io avrei seri problemi a trovare una casa discografica che mi desse retta. Tuttavia è giusto provarci. A patto che si abbia fame vera, intesa o come necessità economica o come urgenza di esprimersi. Io cominciai per il bisogno di non essere trasparente agli occhi del mondo, ero molto timido e volevo essere preso in considerazione dai compagni di classe e dalle ragazze. La prima cosa da fare è crearsi un piccolo pubblico di amici, pensare al pianerottolo anziché alla tivù. Occorre cercare spazio per sé stessi, non per una presunta proiezione di sé che si pensa potrebbe avere successo. Ed evitare di assomigliare a qualcosa o a qualcuno che ha già funzionato, perché nulla si ripete uguale».

L'Arena.it 16 Apr.
Eventi. Il cantautore romano si è esibito ieri sera al Palasport in una delle ultime date del tour 2006-2007. Concerto-fiume
di quasi tre ore
«Tutti qui», Baglioni anima e corpo
Il «divo» Claudio non si risparmia: canta e balla sui quattro lati del palco


Vedi alla voce "darsi in pasto al pubblico". Ieri sera al Palasport Claudio Baglioni (nella foto Brenzoni) non ha solo offerto uno spettacolo di quasi tre ore senza risparmiarsi mai: il cantautore romano si è offerto anima, corpo e voce alla sua gente che è tornata a vederlo in città per la terza volta nel giro di poco più di tre mesi. Il concerto del tour "Tutti qui - Gran finale" comincia prima ancora del concerto stesso, verso le 20.30, quando Baglioni appare dal sottopassaggio a fianco del palco, da solo, "armato" di una chitarra acustica. La verità è che non ce la faceva più ad aspettare. Nei camerini
ha scherzato con suo figlio Giovanni, un valido chitarrista (l’altra sera ha suonato anche lui in città, al Club 59), prima di uscire a sorpresa. Tre canzoni appena (51 Montesacro, Gira che ti rigira, Gagarin), un antipasto dello spettacolo che verrà di lì a poco e che comincia con la reinterpretazione de Il nostro concerto di Bindi. Tra le gradinate del Palasport c’è più di un "buco" ma il calore del pubblico è evidente. Prevedibile, d’altra parte: ieri sera Claudio ha richiamato i veri fan, quelli che sanno a memoria la lunga Strada facendo così come Avrai e ogni brano del primo medley, composto da Porta
Portese, A modo mio, Signora Lia e W l’Inghilterra, cantate come fossero stornelli romani (e chissà che un giorno non gli venga in mente di realizzare un intero album con brani della tradizione romanesca...). I nuovi arrangiamenti puntano su sonorità più decise, dal dixieland al country swing, dal pop anni ’80 all’etno rock (il medley "atmosferico" con Io dal mare, Ragazze dell’Est, Quei due, Domani mai ma soprattutto Acqua dalla luna). Chi, tra i più giovani, può rimproverare a Baglioni le ingenuità di Avrai (i pantaloni bianchi, i pescatori di telline e lo stecchetto del cremino), non potrà non notare come
"il divo Claudio" abbia anticipato la generazione "3msc" con Amori in corso, "ferrosa" (nel senso di Tiziano) e "mocciosa" (nel senso di Federico) quanto basta.
Al pubblico viene dato anche il corpo di un Baglioni che balla con l’asta del microfono l’arabeggiante Poster e scuote il cembalo in Acqua dalla luna. Non resta fermo un attimo, l’artista romano, neppure quando imbraccia la chitarra, visto che lo sgabello ruota su una pedana. Salta, balla e scuote le braccia, occupando i quattro angoli del palco al centro del Palasport.
Nel medley rock che chiude il set normale mescola Io me ne andrei, Quanto ti voglio, Bolero e Grand’uomo. Il vero gran finale è con La vita adesso, con il pubblico in tripudio. E con l’adrenalina che ha in corpo, Baglioni sarà andato a letto alle sei
di stamattina. Giulio Brusati

Il Gazzettino 15 Apr. (Grazie a Alberta)
(g. al.) Claudio Baglioni è comparso ...
(g. al.) Claudio Baglioni è comparso a sorpresa al Palazzo del turismo di Montegrotto Terme, l'altra sera, mescolandosi nel buio al pubblico del concerto del figlio Giovanni , virtuoso di chitarra contemporanea. Il cantautore romano, già a Verona per preparare il suo concerto in programma domani sera al Palasport, ha osservato curioso il figlio raccontare dal palco i suoi rapporti con una musica difficile e che riesce a proporre con tecnica notevole, apprezzando e applaudendo, per poi raggiungere il 24enne chitarrista dietro le quinte a spettacolo concluso per qualche consiglio sulle accordature.
Lo spettacolo faceva parte di un tour di concerti legato al progetto Neurothon per la ricerca sulle malattie neurodegenerative, sostenuto dal giovane Baglioni e da altri artisti.

Oggi Baglioni padre sarà al palasport per una delle ultime tappe del suo "Tutti qui tour": «È uno spettacolo che cambia continuamente man mano che andiamo avanti - racconta - al punto che mi è capitato di andare fra la gente un'ora prima a cantare un po' di cose insieme prima dell'inizio».

Con il grande palco centrale diviso in quattro settori, ciascuno con un diverso e completo set di strumenti per dare diverse colortiture ai brani, da quello acustico a quello rock, dai villini al set latino, lo spettacolo è aperto dal video con le canzoni "degli altri", le cover degli anni '60 e '70 che sono diventate la terza raccolta uscita prima di Natale della serie "Tutti qui". Il concerto di stasera al Palasport di Verona avrà inizio alle 21.

L'Arena 13 Apr.
Adrenalina da concerto
Claudio Baglioni domenica alle 21 torna al Palasport
L’intervista

«Il concerto si è arricchito e ha acquistato maggior dinamica, ma non voglio dire di più per non rovinare la sorpresa»
Biglietti ancora disponibili al Box office, Fnac, circuiti Ticket One, Get Ticket e all’Unicredit Info: Eventi 045.803 9156


Tutti là per il gran finale. Claudio Baglioni torna in concerto al Palasport a lato dello stadio Bentegodi domenica alle 21.
Sarà una delle date conclusive della nuova parte del tour antologico «Tutti qui», ribattezzata «Gran finale» dopo il successo delle precedenti esibizioni. Il cantautore romano ritorna, dunque, in città dopo i due concerti del dicembre scorso e promette sorprese.
«Il concerto si è arricchito e ha acquistato maggior dinamica», ci racconta. «Questo "Gran finale" è un ritorno nelle città principali dello scorso tour. Certo, ci saranno diverse novità (prime indiscrezioni: suonerà in mezzo al pubblico, ndr) ma non voglio dire di più per non rovinare la sorpresa».
Il Tour "Tutti qui" registrerà le 70 date complessive. Che Italia ha incontrato, dal palco?
«È un osservatorio molto piccolo ed è difficile fare un'indagine ma posso dire che è palpabile la voglia di partecipare della gente. Conta anche l'impostazione che abbiamo dato allo show: il palco al centro, una scena allargata, senza separazione tra noi e la gente, senza steccati né transenne. Si avverte la comunione tra noi e il pubblico. E non solo. A fronte delle molte piazze virtuali e dei tanti modi di comunicare attraverso la tecnologia, forse resiste ancora il ritrovarsi di persone, gli uni vicini agli altri, con tutte le sensazione che ne derivano. E questo rende occasioni come i concerti ancora più
preziose».
Che sensazioni si provano, al centro del Palasport?
«Sembra di essere posseduti dal pubblico. La posizione centrale è quella per cui questi spazi sono stati costruiti (pensate a dov'è il playground del basket, ndr). È tecnicamente complicato perché questi spazi non sono quasi mai costruiti con sonorizzazione adeguata ma per il pubblico è la cosa migliore. Con il palcoscenico al centro e le casse sui lati si sente in maniera capillare. Insomma, i primi, sotto il palco, non sono tramortiti dal volume e quelli in fondo sentono bene anche loro».
Il concerto è diviso in 4, come i 4 elementi ma l'acqua è preponderante.
«È l'elemento musicale per eccellenza. La musica è simile all'acqua: si muove nella stessa maniera, è fluidificante ed è l'elemento che conserva di più la memoria. Nell'insieme, la percezione del concerto è più acquatica, lo so. Ma alla fine, ai 4 elementi ne aggiungiamo un altro, l'uomo».
Lo show dura tre ore ed è sempre preceduto dalle prove. Ci vuole un bel fisico a stare in scena tutto 'sto tempo...
«Nei giorni liberi mi alleno in palestra. E poi ho sempre avuto una grande passione per il mare e per il nuoto. Sono un nuotatore da grandi distanze e questa capacità di recupero me la ritrovo a fine concerto. Tre ore di spettacolo sono tante.
Dall'inizio del tour ho perso 4-5 chili; ho dovuto perfino cambiare qualcosa nel guardaroba. Ma va benissimo così: mi diverto, faccio un mestiere che mi piace e, in più, resto in forma. Comunque l'allenamento è fondamentale, altrimenti non riuscirei a mantenere il ritmo per tre ore. Il resto lo fa l'adrenalina».
Una specie di doping naturale...
«Sì, è meravigliosa. A volte si arriva stanchi a inizio concerto ma basta partire ed entra in circolo l'adrenalina. È una "sostanza" senza effetti collaterali. Certo, quando se ne tira fuori tanta, non riesco a dormire prima delle 5-6 del mattino. Ma è bello anche questo: mi piace sentire la fatica e trovo che sia emozionante anche cantare magari non in forma perfetta.
Una sera, a Pavia, avevo un po' di febbre ma ho voluto lo stesso salire sul palco. È stato faticoso finire il concerto, ma ce l'ho fatta, senza tagliare nulla. E mi è piaciuto».
Il suo guardaroba comprende solo abiti minimali, bianchi o neri.
«Sono come i vigili urbani: bianco d'estate e nero d'inverno; qualche volta il blu. È che l'abito di scena diventa per me una specie di divisa o di corazza, un modo per essere disciplinato e sapere che ogni giorno si va in scena. Anche nella vita privata non indosso abiti con scritte, disegni o altri ornamenti. Mi piacciono le cose lineari».
Anche il concerto è lineare, senza fronzoli.
«In passato mettevo insieme cose ridondanti. Nel 2003, per il tour negli stadi, eravamo in 300 sul palco. Ma "Tutti qui" è uno spettacolo nudo dove il palco è un magazzino di strumenti e ricordi. Gli altri musicisti ed io li andiamo a risvegliare. E a parlare è solo la musica». Giulio Brusati

La Stampa 13 Apr.
MARTEDI’ 17 APRILE AL PALAISOZAKI LA TAPPA TORINESE DEL TOUR
Claudio Baglioni tutti qui a coccolarti

LUCA DONDONI

Baglioni senza provare a fare uno slalom tra ciò che è già stato scritto, detto, raccontato. L’autore di alcune delle ballate che milioni di persone conoscono a memoria, il menestrello dei sabati pomeriggio, dei passerotti che non devono andare via,
degli uomini soli che soli continueranno a vivere, dei mille giorni di te e di me, è una star seduta su un trono d’oro e diamanti. Ogni concerto è una celebrazione, ogni accordo di pianoforte un brivido sulla pelle, ogni piccolo grande amore una scossa al cuore degli innamorati. Come Vasco, anche Claudio se si esibisse in un palazzetto da diecimila persone per un anno di seguito probabilmente registrerebbe un costante «tutto esaurito».

L’immaginario collettivo, l’aver accompagnato intere generazioni nell’avventura della vita, i ritornelli ipnotici che raggiungono il cuore e vi si fissano per sempre. Questo e tanto altro hanno costruito il successo di un pennellone romano dai capelli e dal naso troppo lunghi che ha tradotto la timidezza giovanile per un’immagine che non amava, nella spocchia di chi è capace di rovistare come pochi nei cassetti degli umani sentimenti. Che siano acustici, col gruppo o con orchestra i concerti di Claudio sono un evento, un tuffo nei ricordi per chi ha baciato la prima volta ascoltando e facendosi coraggio con «E tu» che suonava in sottofondo.

Il concerto di Claudio Baglioni fa parte del «Tutti qui» tour ed è al Pala Olimpico Isozaki martedì 17 aprile, ore 21. Biglietti da 25 a 45 euro presso gli abituali punti di prevendita o sul sito www.ticketone.it.

dalla NL di Patapan.it 12 Aprile 2007 -
BAGLIONI incursione a sorpresa con MORANDI.

Il GRAN FINALE di Claudio Baglioni continua il suo percorso dirompente con sorprese e incursioni senza precedenti. Dopo essere uscito in versione acustica a luci accese al palasport di Firenze, Baglioni sorprende nuovamente il suo pubblico presente ieri sera al Palamalaguti di Bologna. Dopo essersi presentato nuovamente in forma acustica alle ore 20,00 cantando 51 Montescaro sul parterre del palazzetto, mentre il pubblico prendeva posto per assistere allo show previsto per le 21,00, si unisce a lui in una performance voci e chitarra Gianni Morandi, cantando insieme – un mondo d’amore – e – c’era un
ragazzo – facendo letteralmente impazzire il pubblico presente in sala. Cosa succederà nelle date successive di questo incredibile e incandescente GRAN FINALE?

dalla NL di Patapan.it 10 Aprile 2007
BAGLIONI “A SORPRESA“ TRA IL PUBBLICO A FIRENZE
Firenze, 10 Aprile 2007 palasport, ore 20,15.

Il pubblico entra all’interno della struttura, per assistere al GRAN FINALE – del tour più acclamato degli ultimi decenni.
Prende posto nel parterre e sulle tribune, parla, si guarda intorno, assiste alla messa in onda sui televisori delle immagini estratte dal dvd – quellideglialtri – con i filmati in bianco e nero di Baglioni stile anni 60. Le persone attendo le 21,00 in attesa dell’inizio dello show, le luci sono accese, la musica tiene compagnia ai presenti, mentre le file varcano i
cancelli in cerca del loro posto. D’improvviso, il suono delle canzoni anni 60 presenti negli oltre 40 televisori posti sul palco, si ferma; si ode da dietro gli spalti un suono di chitarra acustica e le note di un brano profondamente conosciuto da tutti. “ 51 MONTESACRO “ . Claudio in tenuta Jeans stile – Alè oò 1982 esce a sorpresa in mezzo al pubblico, chitarra a tracolla e microfono, intonando il brano camminand! o sul parterre tra la gente. Il pubblico inizialmente stupito scopre che non è un filmato o un brano musicale, ma è proprio Claudio Baglioni che, è uscito a sorpresa per cantare in mezzo a loro. Il pubblico esplode di entusiasmo, si alza, corre, si accerchia intorno a Claudio che prosegue a suonare sorridendo e dichiarando simpaticamente – Ho pensato che vi stavate annoiando e così, sono uscito a farvi compagnia – Il pubblico è in
delirio, grida ovazioni, canti, braccia, lacrime, entusiasmo alle stelle. Baglioni si ferma intona – Alè oò – subito accompagnato dai presenti mentre il pubblico all’ingresso si accalca per entrare velocemente ed essere presente a quell’evento inaspettato. Poi ancora gridi, canti, cori, sorrisi, e di nuovo il finale “ 51 Montesacro e tutto cominciava “; Baglioni lentamente ricompare tra le ovazioni della gente, che si appresta ad aspettare l’inizio de – IL GRAN FINALE -

La Nazione 8 Apr. (Grazie a Grace di http://www.via.splinder.com )
UOMO-RECORD
In Toscana può contare su 25.500 fan - di TITTI GIULIANI FOTI

- FIRENZE - NIENTE LACRIME, per favore. Vietato strapparsi i capelli, attaccarsi alle sue fotografie e sbaciucchiarle. Concesso però il pensiero romantico che riporta ai bei tempi pieni di rosee speranze. Anche se sì che è vero: ritorna il Claudione nazionale, e questa volta a grande richiesta. Unico artista che ha fatto due date di fila al Palalgida di Livorno con 10.000 biglietti paganti, che è stato due volte a Firenze al Mandela Forum, il 18 e 19 dicembre, in contemporanea con la partita Fiorentina-Milan, e che ha registratoben 12.000 persone. E che poi è stato a Montecatini il 5 marzo al Palamadigan con 3.500 persone. Piccola somma elementare-regionale: in Toscana 25.500 persone hanno visto Claudio Baglioni. E adesso ecco il ritorno. LA BIGLIETTERIA aprirà alle 16 di martedì e tutti i posti sono numerati. Il tour si intitola «Tutti qui» , palco al centro. E’ partito a fine ottobre da Rieti. Il «magazzino dei ricordi» dell’artista ha girato l’Italia dove ha registrato, non solo in Toscana, il tutto esaurito in ogni tappa. Ventitrè città sono state toccate da questo spettacolo intenso ed emozionante. Tre ore di musica dal vivo con tutta la storia e tutta la musica di Claudio Baglioni con il meglio di quarant’anni di carriera. Si sa già che alcuni brani vivono del fascino delle edizioni originali e altri di nuovi arrangiamenti suonati da cinque polistrumentisti e sei musicisti aggiunti. Ma è un sapere che fa piacere. Poi concludiamo dicendo che questo è l’ultimo concerto importante della stagione di artisti italiani al Mandela Forum (dopo arriveranno Fiorello, 27 e 28; e Marilyn Manson il 28 maggio).
Dunque dici Baglioni e traduci facilmente: uno dei più grandi successi della
musica italiana. ----- FirenzeMandela Forum martedì 10 aprile alle 21


PROTAGONISTI
Ecco una lettera che Claudio Baglioni ha scritto per i lettori de «La Nazione» in occasione del suo prossimo concerto, il 10 aprile, a Firenze. Come sa molto bene chi ci legge, da sempre il grande cantante ha con noi un rapporto privilegiato.

«Le canzoni cambiano noi Non la vita» - di Claudio Baglioni
Lettera del cantante ai nostri lettori
«QUELLO con Firenze, lo sapete, è sempre stato per me un legame particolare. Molti tra i miei progetti più impegnativi e importanti hanno preso il via proprio nell’abbraccio rassicurante delle colline di questa straordinaria culla d’italianità. Chissà, forse per il bisogno inconscio di sciacquare - un’ultima volta - i panni in Arno, prima di prendere il largo alla volta di un nuovo viaggio. Per questo ho voluto che, martedì 10, il Gran Finale di questo sorprendente Tutti qui, salpasse proprio dal Mandela Forum. NON C’È ENERGIA altrettanto forte di quella che riceviamo quando ci sentiamo a casa.
Sorprendente, Tutti qui, lo è stato e lo è davvero. Quando pensavamo di essere ormai sul punto di gridare “Terra!”, raccogliere “armi” e bagagli e tirare il fiato (almeno fino a quando l’incurabile febbre d’avventura avesse ricominciato a salire) il vostro entusiasmo ci ha risospinti tra i flutti di questo Oceano di note e parole che, bagnando la mia e la vostra terra, ci unisce. Un entusiasmo incontenibile. Dopo sessanta date e quasi
quattrocentomila spettatori, le richieste sono state ancora così tante che siamo stati costretti ad aggiungere al calendario altre nove date. Un trascinante ritorno che - oltre Firenze - toccherà Bologna, Verona, Torino, Genova, Milano, Roma, Conversano e Caserta. Un entusiasmo contagioso, che, ovviamente, emoziona e galvanizza, ma che impegna anche a costruire e regalare non un semplice “bis”, ma qualcosa di nuovo e di più. Un “gran finale”, appunto. Mica facile. Soprattutto per un tour come questo, nel
quale ho messo davvero tutto. Quello che sono stato, quello che sono, quello che sarò. Le canzoni che, più di tutte le altre, hanno segnato questi quasi quarant’anni di musica. Le parole e le note che, spero, abbiano saputo accompagnare il vostro viaggiare, magari rendendo la strada più dolce e leggera. I sogni, i segreti, le storie; i pensieri, le emozioni, gli sguardi raccolti lungo la strada. Ripensando alla struttura di queste tre ore di uno show senza un solo istante di pausa, ho capito che, se le novità non avrebbero potuto essere tanto nel “cosa” (anche se non mancheranno nuovi ingredienti e sapori), quanto nel “come”. Se non poteva essere “di più”, forse poteva essere “meglio”. E quando pensavo a cosa potevo desiderare di meglio, ho sentito che il “meglio” eravate voi. Il contatto con voi. Scambiarsi occhi, voci, emozioni. E visto che, con l’idea del palco al centro, le distanze tra noi si sono dimezzate, ho pensato che per questo “gran finale” fosse giunto il momento di annullarle del tutto. Delle incursioni a sorpresa, per suonare e cantare in mezzo a voi. Letteralmente. E’ questa l’idea. Ma non chiedetemi di più. Trattasi di sorprese, appunto. Quello che posso dirvi è che difficilmente riusciremo a sentirci più vicini di così nel lasciarci trasportare dalla corrente delle canzoni. E’ VERO, le canzoni non possono cambiare la vita. Ma hanno un potere altrettanto grande: possono aiutarci a cambiare noi. Il nostro modo di guardarla, affrontarla, immaginarla, costruirla. E, soprattutto, possono migliorare il nostro modo di abitarla e dare nuovo significato al nostro essere tutti qui. Anche per questo spero che le note, le parole, le emozioni che ci scambieremo martedì notte al “Mandela Forum” ci aiutino a vedere più chiaro fuori e dentro di noi, sappiano regalarci gioia, emozione, leggerezza e svago, ma anche un supplemento di anima e di umanità, e - perché no? - riescano a dare senso nuovo e nuovo colore all’idea di ritrovarci, ancora una volta, “Tutti qui”».Claudio Baglioni

Da patapan.it 30 Marzo
Uno stato febbrile blocca Baglioni
Spostato il 27 Aprile Conversano-Bari e il 30 aprile il concerto di Caserta

A grande richiesta nove concerti straordinari ad aprile
"TUTTI QUI GRAN FINALE"
Baglioni: "Per questo gran finale suonerò a sorpresa in mezzo alla gente"


Uno stato febbrile e un forte abbassamento di voce costringono a una pausa di qualche giorno Claudio Baglioni, che domani sera non si esibirà al Palamaggiò di Caserta e il 2 Aprile a Conversano (Bari). (Il concerto di Conversano-Bari slitta a venerdì 27 aprile e quello di Caserta a lunedì 30 Aprile). Una breve pausa che permetterà inoltre, al musicista romano di lavorare alla preparazione di alcune sorprese per il gran finale di "Tutti qui", il tour trionfale che ha fatto registrare un'impressionante serie di "sold out" nei 56 concerti tenuti nei principali palasport italiani, grazie a oltre tre ore di show con il meglio del suo straordinario repertorio. "La risposta della gente in questo nuovo giro di concerti - ha dichiarato Baglioni - è stata davvero indescrivibile. Abbiamo dovuto aggiungere date su date e l'entusiasmo è sempre stato incontenibile. Anche per questo, per i nove "ritorni"! speciali e aggiunti di questo Gran Finale, ho pensato di dare qualcosa in più. Sto architettando qualche apparizione a sorpresa in mezzo alla gente con incursioni musicali tra il pubblico. Ma di sorpresa si tratta e non posso aggiungere altro, se non che sarà davvero un gran finale". "Tutti qui gran finale" partirà martedì 10 aprile dal Nelson Mandela Forum di Firenze, passando per Bologna (giovedì 12, Palamalaguti), Verona (domenica 15, Palasport), Torino (martedì 17, Palaolimpico), Genova (giovedì 19, Mazda Palace) Milano (sabato 21, Datchforum), Roma (martedì 24, Palalottomatica), Conversano-Bari (venerdì 27,PalaSanGiacomo ) per concludersi a Caserta (lunedì 30, Palamaggiò)

Da patapan.it 27 Mar.
CLAUDIO BAGLIONI
"Tutti qui": Tour 2007
Annullata data Perugia del 28 marzo 2007

A causa di un problema di afonia Claudio Baglioni è costretto ad annullare la tappa di Perugia del tour “Tutti qui” prevista per mercoledì 28 marzo al Pala Evangelisti. Per indisponibilità del Palazzetto dello sport non è possibile recuperare lo
spettacolo in altra data. Per coloro già in possesso del biglietto sarà possibile chiedere il rimborso entro mercoledì 4 aprile nelle prevendite dove è stato acquistato, oppure assistere al concerto in programma a Roma il 24 aprile al Palalottomatica. Per avere informazioni su come cambiare biglietto e usufruire di questa opportunità, è disponibile il numero di telefono della Show Business 06/97611491

Il Gazzettino 20 Mar.
«Un magazzino-ripostiglio dove abbiamo accumulato musica e tanta vita».

Con queste parole Claudio Baglioni descrive il suo "Tutti qui tour" ospitato sabato e domenica al palasport San Lazzaro. Riduttivo definirlo un concerto, o solamente tale, fosse solo per le tre ore ininterrote on-stage ed i quarantanove brani (seppur con cinque medley) eseguiti.
È una sorta di percorso di vita dell'artista romano ed in parallelo del pubblico di cinquantenni, quarantenni ma anche di tanti giovanissimi che con il romaticismo musicale di Baglioni hanno visto amori nati o finiti, e che in ogni caso continuano a sognare. Tante le emozioni ricambiate dal grande affetto dei fan accalcati anche all'uscita per un ultimo ciao. Tra loro una nutrita rappresentanza del fun club italiano dotata di molti cartelli e del fun club spagnolo. Non mancava lo striscione dell'amico padovano Alessandro. Ed anche l'allestimento ha seguito le finalità del tour. Originale ed insolito, studiato dall'architetto Baglioni. Niente palcoscenico ma un grande quadrato a gradoni al centro della platea con una pedana perimetrale più volte percorsa da Baglioni facendo "tremare" la security perchè i fan cercavano di strappare una stretta di mano. Baglioni ha cantato al centro, è sceso lungo i corridoi, ha girato attorno, con un contatto quasi diretto con il pubblico. Agli angoli, vari strumenti con la band che si sposta da un angolo all'altro durante i medley dedicati ai quattro elementi naturali acqua, terra, fuoco e aria, mentre l'ultimo - con "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio", "Solo", "E tu come stai" - Baglioni lo dedica alla storia e nei video al plasma scorrono le immagini dell'artista. Ottima l'ingegneria luminosa e quella sonora, Baglioni non si è risparmiato affatto cantando, ballando suonando chitarra, tastiere ma anche cembali, armonica a bocca e bonghi. «Questi suoni, volti e voci - ha detto Baglioni nel saluto finale - rimarranno nella memoria, qui dentro, per sempre».Michelangelo Cecchetto

Varese news.it
Varese - Le donne che lo avevano portato via dallo stadio alla fine del concerto, lo hanno rispedito con una lettera di scuse
Restituito lo striscione rubato, le fan di Baglioni ringraziano

Vi ricordate la vicenda dello striscione rubato al PalaWhirlpool alla fine del concerto di Claudio Baglioni? Ebbene, il tam tam ha sortito effetti e lo striscione è "tornato a casa". Lo hanno comunicato le fan del cantante che hanno, tra l'altro, un sito molto ricco ed aggiornato, www.ancorassieme.net, sul quale hanno già annunciato il ritrovamento dello striscione.

Che cosa sia successo ormai è chiaro: qualcuno alla fine del concerto ha srotolato il grande pannello già ricco di firme e lo ha messo sotto il braccio. Secondo alcuni testimoni si trattava di tre donne che si sono allontanate dallo stadio senza destare sospetti. Quando le fan se ne sono accorte, hanno chiesto aiuto a tutti, amici, giornali locali perché collaborassero a ritrovare lo striscione, dono per un giovane disabile che non può andare a vedere i concerti del suo cantante preferito.
Ebbene, ora le tre "ladruncole" si sono pentite e hanno rispedito lo striscione al fan club ufficiale di Roma con una lettera di scuse.
Scuse accettate, ovviamente: le ammiratrici di Claudio sanno che la passione, a volte, gioca brutti scherzi.

Il Gazzettino 19 Mar.
PADOVA
Claudio Baglioni a Padova nel segno della solidarietà con l'amico disabile Alessandro

"Che vada sempre nel migliore dei modi" recita uno tra i tanti striscioni nella prima delle due serate del concerto-spettacolo di Claudio Baglioni a Padova. Senza nulla togliere agli altri, anche del fan club spagnolo presente con vari "aficionados", è quello più importante. Porta la firma di Alessandro il ragazzo disabile diventato amico di Claudio. Impossibile per lui poter assistere al concerto, ma c'era con lo spirito, con il cuore e con il suo bellissimo augurio affidato allo striscione. Alessandro ha assistito però alle prove del pomeriggio ed ha potuto reincontrare l'amico Claudio. Un ritrovarsi carico di grande gioia ed affetto. Anche da questo si vede la grandezza di un artista. (m.c.)

Il Mattino di Padova 13 Mar. tratta dal blog di Gio http://www.giospecial.splinder.com/
Intervista all'artista romano che sabato e domenica sarà al Palasport di Padova. Intanto parla di successo, di rischio, di Sanremo, dell'Italia e di integrazione tra i popoli

BAGLIONI, CANZONI PER RICORDARE
Il cantautore annuncia: "Saranno tre ore di concerto molto vivo e molto ricco"

di Matteo Strukul

PADOVA In vista del doppio concerto di sabato 17 e domenica 18 marzo al Palasport di Padova, Claudio Baglioni si racconta ai fan padovani. Inizia dal senso di questo suo tour in cui propone il materiale delle due ultime raccolte antologiche 'Tutti qui' e 'Gli altri tutti qui'. "Mi sono guardato indietro - spiega Baglioni - per ripercorrere le cose fatte. Considero questo tour un po' il trampolino per una nuova partenza. Ho cercato di rimettere ordine nella mia produzione artistica in modo da creare lo spazio per le cose nuove che arriveranno".

Da cantautore a conduttore televisivo, dai tour negli stadi a quelli nei teatri. Da cosa nasce questa continua necessità di cambiamento?
"Ho avuto per mia fortuna una lunga carriera e quasi sempre con grandi soddisfazioni. C'è allora il tentativo di meritarselo questo successo e di restituire l'affetto del pubblico che non è certo scontato. Penso che un artista abbia il diritto e dovere di procurarsi le esperienze più diverse perchè così facendo diviene un po' artefice, riesce ancora ad inventare qualcosa. Poi, credo che si debba rischiare: se si fanno sempre le stesse cose si diventa la parodia di se stessi".

Cosa deve aspettarsi dallo show il pubblico?
"Un concerto molto vivo, ricco, sono quasi tre ore di musica. Ho portato con me una specie di magazzino itinerante, simile a quello che ho a Roma dove sono state ammucchiate le rovine e gli strumenti dei tour precedenti e quindi anche le emozioni, gli affetti, le suggestioni e i ricordi. Insieme con cinque polistrumentisti e sei musicisti aggiunti rivisito questo museo del tempo utilizzandone gli strumenti: etnici, rock, acustici, cercando di infondervi nuova vita per ricordare passaggi e canzoni".

Cosa pensa dell'edizione appena trascorsa di Sanremo e di Cristicchi?
"Il festival non l'ho seguito molto, però ho apprezzato il brano di Cristicchi, per l'alto valore poetico. Il festival è un po' una cerimonia, non se ne può fare a meno".

Sanremo sembra riflettere un certo immobilismo della realtà culturale e politica italiana. Pensiamo ad esempio al gran parlare sui Dico o sulla fecondazione assistita, che sono negli altri paesi europei realtà legislative consolidate...
"Abbiamo molti pregi ma oggi il nostro Paese batte un po' la fiacca, conserva ma non ha memoria storica, i dibattiti politico-culturali, come quelli menzionati, sono un po' delle riunioni di condominio, servono più a misurare le fazioni che le ragioni. Stiamo creando casi su questioni che dovrebbero essere già superate, siamo questo senso un Paese molto conformista e un po' retrogrado".

Parliamo del progetto "O'Scià" nell'isola di Lampedusa...
"La prima motivazione di "O'Scià" è quella di proclamare la vita come arte dell'incontro per allontanare la paura, la diffidenza nell'affrontare l'iontegrazione fra popoli e culture diverse. Lampedusa, che è un luogo che amo, è il simbolo dello sbarco clandestino. Ho cercato di promuovere una grande manifestazione chiamando musicisti di altre nazioni come Bob Geldof o Khaled. Gli artisti sono come i trombettieri dell'esercito: non sparano ma servono anche loro perchè ogni tanto suonano la carica. Vogliamo creare una ragione diversa. Speriamo che "O'Scià", che in dialetto lampedusano significa "mio respiro", sia proprio un insieme di respiri per creare un vento nuovo e migliore".

Progetti futuri?
"Ho iniziato a lavorare al nuovo album. Spero di finirlo entro la metà dell'anno prossimo".

Il Piccolo di Trieste 12 Mar. (Grazie a Grace di http://www.via.splinder.com )
MUSICA Quattromila spettatori al palasport per il concerto del cantautore romano
Claudio Baglioni a Trieste viaggio di note lungo 40 anni

di Carlo Muscatello

TRIESTE Le luci si abbassano, il boato sale. Sono le 21.18 di ieri sera, quando appare il divo Claudio. PalaTrieste meno affollato di tre anni fa, ma ci sonopur sempre quattromila persone. Pochi giovanissimi, tante ragazze ed ex ragazze di ogni età.
Tutte per lui, per Claudio Baglioni, per sentire e cantare ancora una volta in coro le canzoni della propria vita, della propria adolescenza.E lui si presenta con un faretto in mano con cui illumina i vari strumenti disseminati sul grande palco quadrato e centrale, che via via, come per incanto, appena illuminati suonano. «Buonasera, benvenuti in questo magazzino di tante tournèe...», dice il nostro, che viene subito raggiunto dai cinque musicisti del gruppo.
Si siedono attorno a lui, che imbraccia la chitarra acustica e attacca con «Tutti qui».
La festa può cominciare. Anzi è già cominciata.Il cantautore romano presenta e ringrazia subito i suoi musicisti e lo staff che lavora ai lati del palco. Già, il palco L' architetto Baglioni da tempo progetta e disegna i palc0oscenici sui quali porta in giro i suoi
spettacoli. E va detto che ha imparato a usare alla perfezione anche quegli spazi inadatti alla musica che sono i palasport. Anche in questo tour, come in quello precedente, si è inventato un enorme «ring musicale» che occupa praticamente tutto il parquet, e ha dunque quattro lati, con altrettante passerelle e con il pubblico tutto attorno.
Sul palco, una trentina di monitor (che nell'attesa dell'inizio diffondono il video con le cover di «Gli altri, tutti qui») e varie postazioni musicali nelle quali i cinque musicisti e i quattro coristi della band via via si sistemano. Lui. atletico e nerovestito. spazia ovviamente da un punto all'altro del ring. spesso avvicinato e inseguito dalle ragazze e dalle ex ragazze delle prime file che vogliono toccarlo, stringergli la mano.
Va detto che la scaletta è costruita con lo stesso rigore geometrico del palcoscenico. Dopo l'iniziale «Tutti qui», Claudio cala subito il jolly «Strada facendo» (e vai col coro.). Il tempo di alzare il ritmo con «Noi no» ed eccolo di nuovo alla chitarra acustica per «Avrai», impreziosita e resa ancor più sognante dall'arrangiamento con gli archi.Ma il corpo dello spettacolo è costituito da cinque medley, nel tentativo quasi teatrale di raccontarsi attraverso cinque quadri, cinque momenti di vita e di spettacolo. Ecco allora il medley yè-yè (con una «Porta portese» quasi folk con banjo e violino, una «W l'Inghilterra» simil-western, e poi «A modo mio», «Signora Lia», «Notti», «Serenata in Sol»), il medley atmosfera («Con tutto l'amore che posso», «Io dal mare», «Le ragazze dell'Est», «Domani mai», «Quei due», «Acqua dalla luna»), il medley folk («Ragazza di campagna», «I vecchi», «Un po' di più», «Fotografie», «Vivi», «Le vie dei colori»), il medley rock («Dagli il via», «Un nuovo giorno o un giorno nuovo», «Io me ne andrei», «quanto ti voglio», «Bolero», «Grand'uomo», e il medley songs , quello più festeggiato con «Questo piccolo grande amore », « Amore bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «Solo», «E tu come stai»... Fra un medley e l'altro c'è comunque lo spazio per altri classici come «Mai più come Te », e «Amori in corso», «Poster" e «Quante volte» (più malinconica e crepuscolare che mai). «Sono io» e «Buona fortuna ". E ancora «Cuore d'aliante», «Adesso la pubblicità», «Notte di note», «Tienimi con te», «Via», mentre il gran finale - dopo aver pescato a sorpresa dall'ultimo cd la cover di «Cinque minuti e poi», che fu di Maurizio Arcieri - gioca su cavalli di battaglia come «Io sono qui», «Mille giorni di te e di me», «La vita è adesso»...
Dinanzi a tutto questo ben di dio musicale, il popolo di Baglioni è in adorazione. Anche perché il cantautore romano è uno di quegli artisti che il pubblico va a vedere e rivedere per il gusto di ritrovarsi, di ritrovare la colonna sonora della propria vita, spesso della propria adolescenza. Canzoni da riascoltare ma soprattutto da cantare in coro. in una sorta di rito laico di immedesimazione. Officiante: colui che è da quasi quarant'anni il massimo cantore del romanticismo pop italiano (il primo disco uscì infatti nel 70, ma il suo debutto al Festival degli Sconosciuti di Ariccia, appena sedicenne, è proprio del'67...).
Al PalaTrieste, quasi tre ore di musica e autentico trionfo di pubblico. Resta solo da riferire che l'elicottero che ha portato Baglioni ieri pomeriggio a Trieste non è potuto atterrare come previsto allo Stadio Rocco. A causa del vento ha toccato terra in condizioni di maggior sicurezza all'aeroporto di Ronchi.

Il Piccolo di Trieste 07 Mar. (Grazie a Grace di http://www.via.splinder.com )
Musica - Racconta: "Il mio primo giro estivo nelle balere l' ho inaugurato a Lignano Sabbiadoro nel 1970"
Baglioni: "Ritorno a Trieste con gioia"


Un ritorno alla grandissima per Claudio Baglioni, che arriverà in regione venerdì a Pordenone e poi a Trieste domenica al Palatrieste. Il suo «Tutti qui tour» sta diventando il tour dei record, con una serie di «sold out» in tutte le città che ha visitato, e con oltre 300 mila spettatori che non hanno perso l'occasione per tributare il loro affetto al cantautore romano. Una tournée molto impegnativa, ma che ce lo ripresenta in splendida forma, come se il tour dovesse ancora partire. «Sto bene, come affermare il contrario quando ognisera dal palco si ricevono delle energie formidabili? - dice Claudio Baglioni - Confesso che ormai più che una passione, quella di fare concerti è diventata una vera e propria "urgenza"».

Mesi e mesi in giro per l'Italia, di concerto in concerto: non è stancante?
«I nostri ritmi sono infernali, arriviamo anche a cinque concerti a settimana, e il resto delle giornate viene utilizzato per i trasferimenti, ma mi bastano solo due giorni lontano dal palco e ne sento subito la nostalgia. Fosse per me canterei tutte le sere. Trovo che sia terapeutico, è difficile spiegare quella sensazione che ogni volta si rinnova in me, è una gioia immensa».

Una specie di elisir di eterna giovinezza?
«Chi riesce a essere una star sul palco vorrebbe restare per sempre giovane.
Ovviamente non lo si può essere per sempre, ma è un gioco. Più volte ho ricordato che quando ho iniziato non avevo il sacro fuoco dell'arte. Ero un ragazzetto della periferia romana che cercava di non passare inosservato. Suonare era una "briscola" da giocare, era un vantaggio. Poi, con il passare degli anni, quest'esperienza ha cominciato a riempire la mia vita. Fino a diventare grande parte della mia stessa esistenza .

Due raccolte, superpremiate con ben sei dischi di platino, "Tutti qui» e "Gli altri, tutti qui»; e ora il tour omonimo: cos' ha preparato per questo appuntamento?
«Un concerto antologico. Racconto quasi quarant'anni di musica (lo saranno a maggio). Una cavalcata attraverso le canzoni di tutti questi anni».

Ancora una volta il palco nasce da una sua idea.
«Si, questa volta mi sono ispirato a un magazzino che ho a Roma. L' ho ridisegnato a memoria pensando a quello reale, ma in entrambi sono contenuti tanti strumenti, alcune scene, e piccoli pezzi di altri spettacoli, delle tante altre tournée che ho fatto negli anni. Io e gli altri musicisti, pian piano, li facciamo rivivere ritrovando a volte i suoni originali dell'epoca dalla quale arrivano. Nella scaletta ho trovato posto per brani lasciati in disparte da un po'. E ho studiato nuovi arrangiamenti per altri. La storia che racconterò sarà accompagnata anche da suggestioni. Ci sarà un vero e proprio percorso attraverso il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra».

Anche in questa occasione sarà accompagnato da validissimi musicisti.
«Sono dei polistrumentisti davvero in gamba. Da Paolo Gianolio (conduzione musicale, chitarre, violoncello. sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori) a Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra,cori) ho una specie di "famiglia" che mi accompagna in questa bellissima avventura. In totale, siamo più di ottanta persone».

Un'attenzione particolare quella che riserva ogni volta allo show, allo spettacolo visivo oltre alla ricerca della perfezione musicale.
«Ho fatto concerti di tutti i tipi, da quelli acustici a quelli che mi vedevano da solo sul palco con l'accompagnamento di un pianoforte. Ma mi piace vagheggiare sul fatto che il concerto sia uno spettacolo globale, che non sì limiti alla parte audio, Spesso gli spazi che ci vengono messi a disposizione per esibirci hanno dei problemi di acustica, e credo che diventi a quel punto doveroso dare al pubblico delle suggestioni aggiuntive.
Voglio che abbiano qualche cosa in più rispetto al semplice ascolto della mia musica, che trovano già nei cd. Voglio che siano soddisfatti anche considerato il fatto che per venire al concerto hanno pagato il biglietto.
Per quanto riguarda la spettacolarizzazione poi, di volta in volta, trovo una soluzione diversa che può andare da quella più clamorosa, come ho fatto tre anni fa con più di trecento persone che condividevano il palco con me, a quelle più contenute, più consone alle dimensioni dei palasport. Ogni volta sento, comunque, l'esigenza di inventare una realtà nuova per il viaggio che sto per iniziare».

Parla spesso di viaggi, il suo è un po' un eterno viaggio nel mondo della musica. Come legherebbe queste due parole?
«Nella musica la canzone è forse la parte meno ambiziosa, ma ha dalla sua la forza dell'evocazione. Come un colore, un odore, o un profumo, ha la possibilità di farci viaggiare anche quando siamo fermi. Spesso sono viaggi a ritroso nel tempo, attraverso la nostalgia, ma talvolta anche in avanti, attraverso i sogni, proiettandoci verso qualcosa che non conosciamo ancora".

In questi anni di viaggi ha creato anche l'occasione per molti di visitare Lampedusa, grazie alla manifestazione che cura.
«Quella di Lampedusa è una splendida esperienza, che arriva alla sua quinta edizione. Per quest'anno ho intenzione di andare versoaltri loghi, magari altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che sono egualmente interessati dal fenomeno della "migrazione", ma anche e soprattutto dalla volontà di un "incontro". Spero che la società del futuro non sarà segnata dalla diffidenza, dalla paura che il "vicino" possa rivelarsi un mostro, un diavolo, un nemico, solo perché non lo si conosce."
Spero che si possa trovare un modo per ricominciare, per fare in modo che ci siano reciproci racconti. e che le diversità vengano viste come delle ricchezze, per arrivare a una convivenza pacifica e solidale».

Quasi quarant'anni di musica significano non solo una lunga carriera, ma anche il ratto di avere attraversato tre generazioni di pubblico.
«Sta diventando una consapevolezza quella di avere un pubblico variegato.
Ogni sera li vedo. Si passa da persone molto più grandi di me a bimbi ancora in fasce; lo trovo curioso. Credo che sia da attribuire anche al momento in cui viviamo, nel quale c'è meno distanza tra le generazioni. Se penso ai miei tempi, la situazione era molto diversa. Quello che piaceva ai miei genitori non doveva assolutamente piacere a me. Oggi c'è maggiore condivisione, una raggiunta pace. Mi rendo, comunque, conto che ci sono dei linguaggi musicali che superano le età e riescono ad attraversare il tempo. Un tempo che è forse l'unico vero avversario che abbiamo nella vita, che non riusciremo mai a fermare ma che, come ho scritto in una canzone, talvolta possiamo padroneggiare».

Domenica sarà nuovamente a Trieste, mantenendo una promessa fatta anni fa ai suoi fan.
«Torno a Trieste con grandissima gioia. E un vero godimento personale stare in una città così. E' una città che ha la forza, le caratteristiche, la personalità e la bellezza di una capitale. Quando ci torno ho la consapevolezza di esserci, è una città inconfondibile. E poi, come dimenticare che nel 1970 ho inaugurato sempre in regione, a Lignano Sabbiadoro, il mio primo giro estivo nelle balere. Dove mi esibivo da solo alla chitarra e con un registratore». Sara Del Sal

Musicalnews 21 feb.

Oltre 40 date con più di 300.000 presenze per il tour di Claudio Baglioni, ottimo risultato senza dubbio di Patrizia Busonero

Con questo ottimo risultato la tournée 2006/2007 di Baglioni si avvia ad attestarsi fra gli eventi live di maggior successo nel panorama musicale italiano e diventare il giro più lungo mai effettuato nei grandi spazi.
Con questo ottimo risultato la tournée 2006/2007 di Baglioni si avvia ad attestarsi fra gli eventi live di maggior successo nel panorama musicale italiano e diventare il giro più lungo mai effettuato nei grandi spazi.
L'ufficio stampa della Goigest ha diffuso questo comunicato, bilancio di quello che e' successo numericamente per il tour di Claudio Baglioni: poiche' il risultato e' positivo anche sul fronte qualitativo (leggi la nostra recensione nei link, articolo firmato dal nostro diretur Giancarlo Passarella), possiamo affermare che per l'interprete di Sabato pomeriggio bisogna proprio parlare di una seconda giovinezza. E non e' una frase fatta ...
Infatti oltre 40 date con più di 300.000 presenze sono il bilancio, ad oggi, del tour di Claudio Baglioni “Tutti qui”. Partito a fine ottobre da Rieti, il magazzino dei ricordi dell’artista ha girato l’Italia dove ha fatto registrare il tutto esaurito in ogni tappa.
23 città sono state, finora, la cornice di questo spettacolo intenso ed emozionante che, a grande richiesta, continua ad arricchirsi di nuove date.
Tre ore di musica dal vivo (precedute dalla visione e l’ascolto dei pezzi anni ’60 registrati al Forum Village di Roma) con tutta la storia e tutta la musica di Claudio Baglioni con il meglio di quarant’anni di carriera dove alcuni brani vivono del fascino delle edizioni originali e altri di nuovi arrangiamenti suonati da 5 polistrumentisti e 6 musicisti aggiunti. Un trionfo che conferma l’ampio consenso di pubblico avuto con l’uscita del primo cofanetto “Tutti qui” e proseguito con la seconda raccolta "Gli altri, tutti qui", gli unici due cd tripli della storia della musica popolare italiana ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti ottenendo ben 6 dischi di platino.Altri 2 dischi di platino sono stati conseguiti dall’album “Quellideglialtri Tutti qui.

Corriere Adriatico 15 Feb.
“Lo seguo da una vita, avrò visto più di 200 concerti e lui non è mai banale”
Ancona, arrivati anche da fuori regione per festeggiare San Valentino con il cantautore romano
PalaRossini, tutti qui per Claudio


ANCONA - E' un vero e proprio mare di rimbaglioniti. In senso buono, ovviamente. Così amano chiamarsi fra loro tanti dei suoi fans. Tutti qui, tutti al PalaRossini, per Claudio. Un San Valentino speciale per Ancona e le Marche, l'amore come lo canta Baglioni sono in pochi a farlo, privilegio ulteriore quello di averlo proprio oggi.
Claudio Baglioni è riuscito a stupire e a coinvolgere ancora una volta il suo pubblico, che ha cantato insieme a lui per tre ore molti dei suoi successi passati e recenti. Con la sua voce e la sua musica, quella musica che fa innamorare, quella musica che ancora oggi, dopo tanti anni, fa sognare.
Lo seguo da una vita, avrò visto più di 200 concerti elui è mai banale racconta Mary Di Girolamo di Martinsicuro.
Incontro speciale quello tra Patrizia Merli, Sonia Ciappecucci di Perugia e Lorena Piccioni di Ancona, tutte del nutritissimo fans club: Ci rivediamo qui dopo la magnifica avventura di Lampedusa, è bellissimo. E' la terza tappa di questa tournée che seguiamo.
Arriva Cucaio sul palcoscenico: è palpabile l'emozione nei volti di tutti coloro che sono lì ad aspettarlo, ad aspettare lui l'uomo della storia accanto. Gli sguardi rivolti verso il punto da cui sarebbe uscito, le mani pronte ad applaudirlo ancora una volta.
Addirittura da Genova arriva Cinzia Angelini: Otto ore di treno per un ragazzo di Ancona che mi ha regalato il biglietto. E' un San Valentino indimenticabile.
Eccolo Baglioni. Elegante, ma nello stesso tempo sportivo, come sempre il suo stile. Arrivano le sue magiche note, i suoi gesti come se volesse salutare ad uno ad uno, ringraziando ognuno di essere ancora una volta Tutti qui. MARCO CHIATTI

Il Messaggero 15 Feb.
ABBRACCIO dei 5000 del palarossini per Claudio Baglioni. Striscioni sulle tribune e il boato del pubblico al momento dell’ingresso del cantante sul palco. Un live entusiasmante e assemblato con cura per 3 ore di musica che ha coinvolto e fatto cantare ogni brano le migliaia di intervenuti. In apertura l’ultimo singolo Tutto qui da cui ha preso il nome il tour che lo vede impegnato in tutta Italia. E poi subito Strada facendo canmtata da tutti presenti. Interessanti i 5 medley che hanno intramezzato lo spettacolo. Ovvero un mix yè yè delle hit Porta Portese, A modo mio, Signora Lia, Viva l’Inghilterra, Notti e Serenata in sol. Poi il medley d’atmosfera con Domani mai e Acqua dalla luna, il medley folk con Ragazza di campagna, I vecchi e Uno di più e ancora medley rock e l’ultimo con i più grandi successi della sua carriera tra cui Questo piccolo grande amore. Claudio Baglioni ha dominato la scena con una profondità vocale che continua ad imporlo in qualità di artista più che mai inossidabile e produttivo. Il concerto è andato lentamente verso la sua conclusione con i bis di routine, regalando al pubblico un momento di trasporto corale grazie alla celebre Mille giorni di te e di me. Un successo quello di ieri sera vissuto da un pubblico eterogeno tra giovani e adulti. di ANDREA MACCARONE

Il Mesaggero 15 feb.
Re Baglioni è qui, e, a grande richiesta, ci regalerà due date: domani e dopodomani al Palasport Giovanni Paolo II, a San Donato, a Pescara, alle ore 21, per tre ore di grande musica dal vivo, e una selezione mozzafiato tratta dalle due raccolte super-premiate (sei dischi di platino) "Tutti qui" e "Gli altri, tutti qui". Gli unici due cd tripli della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi più venduti. Il meglio del meglio dei quarant'anni di carriera di uno degli artisti più amati. Come se non bastasse la performance di Claudio Baglioni, dopo il concerto di Ivano Fossati la settimana scorsa, ecco arrivare a tamburo battente Carmen Consoli, martedì prossimo al Massimo, e Tiziano Ferro il 27 al Palasport per recuperare la data mancata per un'influenza. Davvero Pescara è diventata una grande piazza ed offre un inverno di grande musica per accontentare anche il pubblico più esigente. Ma intanto oggi e domani Claudio Baglioni aprirà il cassetto della memoria e reinterpreterà anche cover degli anni cinquanta e sessanta, da quelle di Lucio Battisti e Fabrizio De André, da Umberto Bindi a Giorgio Gaber, una sorta di tributo collettivo agli autori e agli interpreti che, un giorno, l'hanno convinto ad intraprendere la carriera musicale. Né mancheranno i titoli del calibro di "Porta Portese", "Io me ne andrei", "E tu", "Sabato pomeriggio", "Strada facendo", "Mille giorni di te e di me", "Io sono qui". Ed ancora "Se fosse lei", primissima versione di quella che oggi tutti conosciamo come "Questo piccolo grande amore", e "La suggestione", scritta da Claudio ma cantata da Rita Pavone e diventata un successo da 1 milione di copie in Francia. Una carrellata attraverso la canzone d'autore romantica, ma non solo, l'ennesima prova d'artista per regalare serate sempre uniche, un grande spettacolo del signore della musica che, con il suo aplomb impeccabile, riesce ancora magicamente ad emozionare nuove generazioni grazie ad un'esperienza lunga quarant'anni e a un repertorio vastissimo. Un acuto, un sorriso malinconico, una chitarra, una grande macchina scenica, e la professionalità del cantautore romano non deluderà neanche stavolta i tanti fan che hanno reclamato ed ottenuto per Pescara una doppia data. di LAURA VALENTINI


MUSICA: A GRANDE RICHIESTA CLAUDIO BAGLIONI TORNA A FIRENZE
Firenze, 15 feb. - (Adnkronos) - Dopo il doppio esaurito di dicembre, il tour di Claudio Baglioni "Tutti qui" fara' ancora una volta tappa al Mandela Forum di Firenze il prossimo 10 aprile. Occasione imperdibile per ascoltare live tutta la sua storia e tutta la sua musica. Tre ore di grande musica dal vivo, con una selezione mozzafiato tratta dalle due super-premiate (6 dischi di platino) raccolte "Tutti qui" e "Gli altri, tutti qui", gli unici due cd tripli della storia del pop ad aver scalato, contemporaneamente, le classifiche dei dischi piu' venduti. Il meglio del meglio dei quarant'anni di carriera di uno degli artisti piu' seguiti e amati, in uno show irripetibile nel quale - per la prima volta - alcuni brani vivranno del fascino delle edizioni originali. Sul palco insieme a Claudio Baglioni: Paolo Gianolio (conduzione musicale. Chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, Virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra,cori). I biglietti saranno disponibili sul circuito Box Office a partire da sabato 17 febbraio. Il palco e' come al solito posizionato al centro e tutti i posti sono numerati. Questi i prezzi: 45,00/35,00/30,00/25,00 piu' diritti di prevendita. Il concerto fa parte dell'operazione Alta Fedelta' riservata ai soci Unicoop Firenze mentre per i titolari Zapping e Carta Viola della Banca CR Firenze e' previsto uno sconto di 6,00 euro sul biglietto di qualunque settore.

Varesenews 13 Feb.
Varese - L'appello lanciato da un gruppo di ragazzi che seguono il cantautore nel tour. Il "furto" al Palawhirlpool durante lo show
Rubato lo striscione di Baglioni. I fan: "Aiutateci a ritrovarlo"


"Dopo il concerto di Varese l'otto febbraio, tre donne hanno rubato lo striscione del nostro sito. Era uno striscione firmato da moltissimi fans. Questo striscione della grandezza di 3x1 metri era destinato alla fine del tour come regalo ad un ragazzo disabile, grande fan di Claudio che al contrario di noi non può vedere i concerti con la nostra stessa facilità".

E' questa la denuncia arrivata alla nostra redazione nei giorni scorsi e resa pubblica sul sito di un gruppo di fan di Baglioni. Il sito è www.ancorassieme.net ed è gestito da un gruppo di ragazzi, veri appassionati del cantautore a tal punto da seguirlo nella tappe del tour. Nei primi giorni di febbraio erano al Palawhirlpool per seguire il concerto del loro "beniamino" e come sempre si erano portati lo striscione che hanno appeso sulle tribune. A fine concerto l'amara sorpresa: lo striscione era scomparso, portato via, secondo alcuni testimoni, da tre donne che senza farsi notare ma con la massima tranquillità lo hanno slegato arrotolato e portato fuori dal palazzetto. Inutile la caccia dei minuti successivi: lo striscione è scomparso. Prima lo sconforto e poi l''appello: «Quello striscione, firmato da molti di noi, era destinato ad un nostro amico disabile. Ci sembra una cosa assurda, rivogliamo il nostro striscione - scrive Grazia, una della fan - Rivolgo la richiesta alle persone che erano a Varese: se avete riconosciuto chi lo ha rubato o avete delle immagini, foto o video, utili per riconoscere le persone che hanno preso lo striscione, scrivete a me, grazia@ancorassieme.net . Manterremo se vorrete l'anonimato.
Daremo poi le informazioni raccolte, alle forze dell'ordine visto che è stata sporta regolare denuncia.
Rubare è un reato. E sapere che tra i fans di Claudio c'è tale pochezza e mancanza di rispetto, lascia davvero l'amaro in bocca. Ma visto che il fine resta comunque umanitario, spero che qualcuno si metta la mano sul cuore e ci aiuti a trovare lo striscione. Se le ladre vorranno restituirlo, la denuncia verrà ritirata e ci metteremo una bella pietra sopra».

Varesenews 9 feb.
Varese - Quasi cinquemila persone ieri sera, giovedì 8 febbraio, al PalaWhirlpool per uno show lungo tre ore Baglioni, strada facendo è arrivato fin qui!

Il palco è quadrato, è posizionato al centro del palazzetto, in modo tale da non avere un fronte. Ci sono strumenti ovunque e un sacco di televisori sui quali durante il concerto verranno trasmesse immagini più disparate: paesaggi, tramonti, cieli, immagini di concerti, vecchie foto di un Baglioni giovanissimo.

Come di rito si spengono le luci e una figura scura con una torcia in mano illumina il pubblico… indossa un cappellino… Eccolo Baglioni, al centro del palco, di nero vestito, che ci dà il benvenuto e intona la sua prima canzone suonando una chitarra. Inutile descrivere l’ovazione del pubblico. Potete godervela direttamente:

Un pubblico che va dai 18 ai 60 anni. Ragazze che si agitano e gridano ad ogni suo passaggio contrastano un pubblico più adulto che invece lo osserva con uno sguardo volto al passato e ai ricordi che li legano alle sue canzoni. Ma a fine concerto tutti batteranno le mani cantando e agitandosi sulle sedie.

Il nostro splendido cinquantaseienne regge praticamente tre ore di concerto senza mai fermarsi. Una canzone dietro l’altra, senza discorsi o altri intrattenimenti, in effetti i brani proposti sono veramente tanti e il tempo quindi è prezioso. Oramai Baglioni si porta dietro un bagaglio considerevole di testi “storici e amati” che “non possono non essere fatti” e così ha trovato la soluzione di fare dei medley dei brani più datati, praticamente intona solo le prime strofe di una canzone per poi passare ad un’altra, senza quindi finirne una. Un po’ (sinceramente) ci si rimane male: mentre si sta cantando a squarciagola Ragazza di campagna non si fa in tempo a prendere fiato che viene intonata subito un’altra canzone.

Lo accompagnano sei/sette fantastici musicisti che suonano praticamente qualsiasi cosa. Gli strumenti sono già posizionati sul palco e sono Baglioni e i suoi a spostarsi a seconda della canzone. Praticamente ad ogni brano c’è un “assetto” diverso… che fatica! Gli strumenti suonati sono tantissimi, potrebbero comporre un’orchestra intera! Chitarre elettriche, acustiche, cinque tipi diversi di batterie, per non parlare delle percussioni, violini, violoncello, sassofoni, trombe, vari tipi di tamburelli, pianole, piatti, fisarmonica, perfino un bongo.

E’ praticamente impossibile dire quante canzoni ha eseguito, comunque non ne è mancata nessuna. A fine concerto non si è sentito nessuno dire: “Però non ha fatto…”, quindi tutti ma proprio tutti soddisfatti.

Unici grandi assenti gli accendini: Piccolo grande amore, brano “vecchio” di trent’anni e pur sempre romanticissimo, non era più lui senza la cornice delle fiammelle. Ma va bene anche così, il tempo passa per tutti. Tranne che per Claudio.

Galleria fotografica
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Corriere Adriatico 6 Feb.
Il tour ha fatto registrare l’esaurito in ogni città toccata sino ad ora; uno spettacolo intenso e affascinante che continuaad arricchire il proprio calendariocon nuove date, tra cui il capoluogo dorico
Il cantautore romano grande protagonista il 14 febbraio al Palarossini
Tutti qui, ritorna Baglioni

ANCONA - Arriverà al Palarossini di Ancona il prossimo 14 febbraio l'atteso tour di Claudio Baglioni, grazie alla Anno Zero di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni in collaborazione con il Comune.
La seconda parte del Tutti qui: tour 2007 partirà oggi dal Pala B. Raschi di Parma per girare poi l'Italia ed arrivare dunque nel capoluogo marchigiano il giorno di San Valentino.
Partito dal Palamaggiò di Caserta lo scorso novembre, Tutti qui ha fatto registrare il tutto esaurito in ogni città toccata sino ad ora; uno spettacolo intenso e affascinante che, a grande richiesta, continua ad arricchire il proprio calendario con nuove date. Tra queste compare anche la data di Ancona.
Tre ore di grande musica dal vivo, con una accurata selezione di brani tratti dalle due super-premiate (6 dischi di platino!) raccolte Tutti qui e Gli altri, tutti qui.
Sul palco insieme a Claudio Baglioni: Paolo Gianolio (conduzione musicale. Chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, Virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra, cori).
Claudio Baglioni nasce a Roma, il 16 maggio 1951, nella clinica Villa Bianca (nome completo Claudio Enrico Paolo Baglioni), figlio unico di Riccardo, ex contadino poi carabiniere e Silvia Saleppico, casalinga e sarta.
Trascorre l'infanzia nel quartiere di Montesacro e la giovinezza in quello di Centocelle, frequentando spesso d'estate le campagne dell' Umbria, terra natale dei suoi genitori.
La sua carriera artistica inizia nel 1964 quando, appena tredicenne partecipa ad un concorso canoro di voci nuove organizzato da Ottorino Valentini a Centocelle, nella piazza San Felice da Cantalice, cantando il successo di Paul Anka, Ogni volta e vincendo lo stesso concorso l'anno successivo con il brano I miei anni più belli di Gene Pitney.
Nel 1965 partecipa anche ai Ludi Canori (vincendo in coppia con Maria Pia Crostella con la canzone Siamo due poveri ragazzi) e due anni dopo è al Festival degli Sconosciuti di Ariccia giungendo in semifinale.
Nel 1967 scrive la sua prima canzone, Annabel Lee, ispirata all'omonima poesia di Edgar Allan Poe e nel luglio del 1968 partecipa al concorso Fuori la voce, presentato da Pippo Baudo, in cui tra i concorrenti c'è anche una giovanissima Fiorella Mannoia.
Informazioni sulla tournèe di Claudio Baglioni sono disponibili anche sul sito ufficiale dell'artista http://www.patapan.it oppure su http://www.friendsandpartners.net/ Info line 02/4805731.

Tuttoabruzzo.it 6 feb.
Doppia data per Baglioni a Pescara
16 e 17 febbraio 2007 - Pala Giovanni Paolo II - Pescara


Il cantautore italiano porterà tutta la sua storia e tutta la sua musica nelle principali città d'Italia, infatti potremo ascoltare il meglio del meglio dei quarant'anni della sua carriera.

Biografia- L'infanzia e gli esordi
Claudio Baglioni nasce a Roma, il 16 maggio 1951, nella clinica Villa Bianca (nome completo Claudio Enrico Paolo Baglioni), figlio unico di Riccardo, ex contadino poi carabiniere e Silvia Saleppico, casalinga e sarta. Trascorre l'infanzia nel quartiere di Montesacro e la giovinezza in quello di Centocelle, frequentando spesso d'estate le campagne dell' Umbria, terra natale dei suoi genitori. La sua carriera artistica inizia nel 1964 quando, appena tredicenne partecipa ad un concorso canoro di voci nuove organizzato da Ottorino Valentini a Centocelle, nella piazza San Felice da Cantalice, cantando il successo di Paul Anka, Ogni volta e vincendo lo stesso concorso l'anno successivo con il brano I miei anni più belli di Gene Pitney.

Nel 1965 partecipa anche ai Ludi Canori (vincendo in coppia con Maria Pia Crostella con la canzone Siamo due poveri ragazzi) e due anni dopo è al Festival degli Sconosciuti di Ariccia giungendo in semifinale. Nel 1967 scrive la sua prima canzone, Annabel Lee, ispirata all'omonima poesia di Edgar Allan Poe e nel luglio del 1968 partecipa al concorso "Fuori la voce", presentato da Pippo Baudo, in cui tra i concorrenti c'è anche una giovanissima Fiorella Mannoia. Nel 1969 realizza il suo primo contratto discografico: dopo aver effettuato alcuni provini la RCA gli propone un contratto di durata quinquennale, firmato dal padre Riccardo a causa della minore età del cantautore.
Gli anni '70
L'anno successivo viene pubblicato il suo primo 45 giri, Una favola blu-Signora Lia e il cantante prende parte al Disco per l'estate con Una favola blu (brano non scritto da lui) ed alla sezione giovani del Festivalbar con Signora Lia, con scarso successo. È sempre del 1970 il suo primo album, Claudio Baglioni, ma le vendite vanno male ed il 33 giri viene ritirato dal commercio dopo pochi mesi; poco dopo incontra Antonio Coggio, produttore e pianista, che diventerà il suo principale collaboratore negli anni a venire.
Nel 1971, in aprile, incontra alla "Mostra dell'elettronica" di Roma la sua futura moglie e collaboratrice Paola Massari ed in settembre viene invitato al "Festival Internazionale" della cittadina polacca di Sopot, vincendo il premio della critica; l'anno si conclude con una tournée di 10 giorni in Polonia. Successivamente scrive alcuni brani per Mia Martini che la cantante interpreta nell'album Oltre le collina e, nel 1972, interpreta alcune canzoni per la colonna sonora del film Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli e scrive pezzi per Rita Pavone, tra cui Bonjour la France che, in febbraio, scala le classifiche francesi.
Acquista la "mitica" Camilla, la Citroën 2cv gialla immortalata sulla copertina di un suo album e dopo altri due mesi di tournée in Polonia, ultima i testi dell'album della sua svolta artistica in soli sette giorni. È nel 1972 infatti che esce, dopo l'insuccesso di alcuni singoli da lui eseguiti, l'album Questo piccolo grande amore che lo consacra al successo e contribuendo all'identificazione di Baglioni come cantautore romantico e dei buoni sentimenti per antonomasia, nonostante le evoluzioni artistiche di cui il cantautore sarà protagonista negli anni a venire.

La canzone che dà il titolo all'album, 13 anni più tardi, sarà proclamata da una giuria popolare "canzone italiana del secolo" e per questo premiata al Festival della Canzone Italiana di Sanremo. La censura dell'epoca colpisce il brano sostituendo "nudi" e "cose proibite" con le più rassicuranti parole "soli" e "le scarpe bagnate". Il 4 agosto del 1973 sposa la Massari (anche se la notizia verrà resa pubblica solo alcuni anni più tardi) e, subito dopo le nozze, esce il suo quarto album, Gira che ti rigira amore bello, che si rivela un successo come il precedente.
Il 1974 vede l'uscita di un altro grande successo discografico, E tu.... Il singolo, che dà il titolo all'album, composto con la collaborazione di Vangelis, vince il Festivalbar. Dal 1975 al 1978 Baglioni pubblica altri tre album: Sabato pomeriggio (1975) con arrangiamenti di Luis Bacalov, Solo (1977) (che conclude il burrascoso rapporto di lavoro con la RCA) e E tu come stai? (1978). Quest'ultimo lavoro, che segna il suo passaggio alla CBS, su richesta della vecchia casa discografica viene sequestrato per un breve periodo dai negozi, in seguito ad uno spiacevole contenzioso legale. Durante questi anni, Baglioni esegue concerti in gran parte dell'Europa, in tutto il Sud America, negli USA e in Canada, conseguendo record assoluti di vendite discografiche che toccano il milione di copie vendute.
Gli anni '80
Dopo tre anni di silenzio, nel 1981 esce l'album Strada facendo, che totalizzerà un milione di copie vendute. Si cimenta in un mini tour di sedici tappe nei palasport. Nell'estate del 1982 è protagonista della prima tournée di un cantante italiano negli stadi, Alè-oò, che totalizzerà un pubblico di oltre un milione di persone e dalla quale vengono tratti l'omonimo album live Alè-oò ed un resoconto video di due puntate trasmesso dalla RAI. Dalla sua unione con Paola Massari, nasce, il 19 maggio 1982, Giovanni, a cui il padre dedica la canzone Avrai, registrata in soli due giorni nello studio di Paul McCartney a Londra.
Nel 1984 si esibisce da solo in un concerto all'arena di Verona davanti a 20000 irriducibili messi a dura prova da un violento acquazzone. Nel 1985 esce l'album La vita è adesso, che vende un milione e mezzo di copie, (nuovo record di vendite), restando in classifica per diciotto mesi. Nello stesso anno appare il primo libro ufficiale sul cantante, Notti di note. Il tour relativo totalizzerà più di un milione di spettatori. Viene eletto "artista dell'anno".
L'anno successivo vede la luce il triplo live Assolo, sintesi discografica di una sua innovativa tournèe, basata sull'uso della tecnica MIDI per la quale si avvale della collaborazione di Pasquale Minieri, seguito nel 1987 dal libro Assolo, non solo. L' 8 settembre 1988 partecipa, come rappresentante italiano, al concerto di Amnesty International a Torino, concerto che vede come ospiti artisti di fama mondiale ritenuti impegnati socialmente come Bruce Springsteen, Peter Gabriel, Sting e Youssou N'Dour; Baglioni viene giudicato inadatto all'evento da una parte del pubblico e viene contestato mentre esegue la celebre Strada facendo.
Quest'ultimo episodio, avvenuto tra l'altro in concomitanza con la crisi del suo matrimonio e sodalizio artistico con Paola Massari, lascia il segno sull'artista che tornerà a suonare in uno stadio soltanto 3 anni dopo.
Gli anni '90
Nell'ottobre del 1989 iniziano le prenotazioni per il suo nuovo disco, sebbene l'artista non contento del proprio lavoro rimandi l'uscita dell'album prevista infine per ottobre 1990, ma la data di pubblicazione viene ulteriormente spostata, così come viene modificato il titolo dell'album (inizialmente doveva essere Un mondo più uomo sotto un cielo mago).
Intanto il cantautore rimane vittima di un incidente automobilistico, riportando ferite alle mani e alla lingua ed alcuni voci dicono che non potrà più cantare, voci smentite dalla nascita del nuovo lavoro. Il 16 novembre 1990, esce finalmente Oltre album che ha avuto come ospiti artisti di fama nazionale e internazionale come: Paco de Lucia, Pino Daniele, Mia Martini, Youssou N'Dour, Didier Lockwood e Oreste Lionello. Nel 1991 Baglioni esegue un doppio concerto allo Stadio Flaminio di Roma; la prima data è trasmessa in diretta tv. Nel 1992 è la volta del tour Assieme oltre il concerto e verso la fine dell'anno Assieme sotto un cielo mago. Dai due tour verranno pubblicati nello stesso anno i live Assieme ed Ancorassieme.
Inizia con questo album la cosiddetta trilogia dei colori composta da Oltre, probabilmente il picco artistico più alto dell'intera produzione, Io sono qui del 1995 e Viaggiatore sulla coda del tempo del 1999. Nel 1994, allo Stadio del Nuoto del Foro Italico in Roma, presenta Acqua nell'acqua, sigla ufficiale della VII edizione dei Campionati mondiali di nuoto.
L'anno successivo fonda ClaB, associazione culturale che riunisce tutti i suoi fans e per la quale annualmente organizza concerti ed inziative. Il 28 dicembre 1995, viene convocato, al Palazzetto dello Sport di Roma, il primo raduno del fans club. Al concerto di Natale del 1996 in Vaticano, canta Avrai davanti a Giovanni Paolo II. È dell'anno successivo invece la sua partecipazione come conduttore assieme a Fabio Fazio alla trasmissione televisiva di successo di RAIDUE, Anima mia, in cui vengono scherzosamente rivisitati gli anni '70. Sulla scia del grande successo della trasmissione, pubblica l'album Anime in gioco, in cui esegue canzonette anni 70 come Ufo robot, Sandokan, Heidi, ma anche successi come Il nostro concerto e, appunto, Anima mia, riarrangiate dallo stesso artista in maniera magistrale.
Nel 1998 la FIGC, in occasione del suo centesimo anniversario, gli commissiona un inno, Da me a te, presentato durante l'amichevole Italia-Paraguay. Compie un tour negli stadi: Roma, Milano, Palermo, Napoli, totalizzando 360.000 spettatori circa; il concerto viene trasmesso anche dalla RAI in diretta sia per l'esibizione nello stadio Olimpico di Roma che dal Meazza di Milano. Due anni dopo il successo di Anima mia, è ancora in tv a fianco di Fabio Fazio. Il 12 novembre 1999, in uno studio a forma di astronave inizia il programma L'ultimo valzer, ma la trasmissione non bisserà il successo della precedente.
In contemporanea con il programma esce il nuovo album Viaggiatore sulla coda del tempo. Il primo singolo tratto dall'album, Cuore d'aliante, verrà associato alla compagnia di telefonia mobile Omnitel, permettendo così agli utenti di ascoltare in anteprima il brano. In questo album l'artista è alla ricerca di una nuova dimensione musicale, di cui non è proprio fiero al 100%; questo suo disagio è evidenziato e trasmesso nel brano autobiografico A Clà. Grande successo di pubblico hanno avuto sempre le sue ultime tournée di concerti, veri e propri eventi di massa, in cui il cantante unisce innovatività tecnica e tradizione (Tour Giallo nel 1995, Tour Giallo Elettrico e Tour Rosso nel 1996, Da me a te nel 1998, Tour Blu nel 1999 , Sogno di una notte di note nel 2000 , Incanto nel 2001 , Sono io e Crescendo nel 2003 e 2004 , Cercando nel 2004).
L'artista nel terzo millennio
Nel 2001 si aggiudica il premio "Internet Winner" per il maggior numero di contatti (oltre 17 milioni nell'ultimo anno) al suo sito web.
La notte dell'Epifania del 2002, tra le rovine del Teatro Petruzzelli di Bari, esegue Per Incanto, con un testo ispirato alle composizioni del poeta indiano Rabindranath Tagore ed una melodia tratta dalla Cantata 147 di Johann Sebastian Bach. Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi lo nomina Commendatore della Repubblica nel 2003, anno di uscita di un altro disco in studio, Sono io, l'uomo della storia accanto e del riconoscimento per l'alto valore letterario dei suoi testi con il Premio Lunezia.
La laurea in architettura
La mattina del 24 giugno 2004 l'artista viene proclamato dottore presso la facoltà di architettura Valle Giulia di Roma con votazione di 108/110, discutendo una tesi sul restauro architettonico e la riqualificazione urbana del gazometro di Roma; per questo motivo riceve un plauso dal vicesindaco della città, Mariapia Garavaglia, per "l'atto di profondo affetto" così dimostrato verso la città.
I nuovi progetti
Baglioni a Lampedusa durante O' SciàIl 2005 è un anno molto ricco di pubblicazioni, musicali e non: a gennaio viene edito il doppio album live Crescendo e cercando e un cofanetto omonimo con triplo DVD, risultato degli ultimi tour realizzati in giro per l'Italia tra il 2003 e il 2004; quindi, il 25 aprile in Spagna (dove il cantautore romano è molto apprezzato) e il 3 maggio in Italia, esce Todo Baglioni grandes éxitos en Español, raccolta di 14 successi in lingua spagnola, più la traccia Sabato pomeriggio in versione originale; ancora, edito da Bompiani, esce il libro Senza Musica, una raccolta di scritti dal 1974, in cui il cantante racconta sé stesso ripercorrendo la sua carriera ultratrentennale.
Il 4 novembre 2005 esce Tutti qui - Collezione dal 1967 al 2005 che, a meno di due mesi dalla pubblicazione, è già triplo disco di platino e che oltre all'inedito Tutti qui comprende tutti i più grandi successi del cantautore, oltre a tre brani mai pubblicati prima, cioè Annabel Lee, La suggestione e Ci fosse lei, scritti da un giovanissimo Baglioni degli esordi. Infine per Einaudi esce Parole e canzoni (curato da Vincenzo Mollica: il libro traccia un profilo dell'artista, con i contributi di Roberto Cotroneo, di Ennio Morricone, Giuseppe Tornatore e Walter Veltroni e pubblica per la prima volta tutti i testi delle sue canzoni in un corpus completo.
Il cantautore inoltre è l'ideatore della rassegna musicale O' Scià, che nell'isola di Lampedusa, sulla spiaggia della Guitgia, è giunta nel 2006 alla sua quarta edizione.Prende parte attiva alle manifestazioni della XX Olimpiade Invernale di Torino 2006: l'8 dicembre porta, in veste di tedoforo, la torcia olimpica da Piazza Navona a Campo de' Fiori.
Compone Va', l'inno ufficiale della manifestazione. Il brano, (Go nella su aversione inglese), è presentato la sera del 20 dicembre 2005 al Palasport Olimpico in un concerto-evento gratuito, organizzato dal TOROC e dalla città di Torino. In tale occasione, il cantautore dirige un'orchestra sinfonica di 52 elementi, un coro lirico ed uno di bambini eseguendo alcuni dei suoi più grandi successi, dinanzi a un pubblico di 12 mila spettatori. Va' è stato eseguito anche nel corso della cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici Invernali, venerdì 10 febbraio 2006 allo Stadio Olimpico di Torino. Anche in questa occasione il cantautore è salito sul podio per dirigere un’orchestra che ha eseguito l'inno.
Il 31 marzo esce la seconda compilation Gli altri tutti qui, album contenente anche l'inno olimpico e tre brani inediti: Se la ragazza che avevi, registrata da Baglioni nel 1967; Amore amore un corno, scritta per Mia Martini nel 1971; Una storia normale, primissima versione del brano inciso da Gigi Proietti nel 1975 con il titolo Me so’ magnato er fegato. Nel mese di settembre 2006 riunisce in un evento musicale organizzato dalla Regione Lazio sull'isola di Ventotene tre musicisti di primo piano Danilo Rea, Nicola Piovani e Luis Bacalov e tiene un concerto nell'aula plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles, invitato per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sui problemi dell'immigrazione.
Il 20 ottobre esce la raccolta Quelli degli altri tutti qui, in cui Baglioni ripropone grandi successi degli anni '60, riarrangiati per orchestra. Inoltre, nell'autunno 2006, scrive la prefazione di Che faccio, mi rifaccio? (edito da Sperling&Kupfer), libro scritto dal chirurgo estetico Marco Gasparotti.
Di nuovo in tour
Il 30 ottobre 2006 è partito da Rieti il suo nuovo tour, 'Tutti qui', in cui Baglioni sta ripercorrendo i suoi quarant'anni di carriera, nei palasport delle principali città italiane.

Discografia - Album
Claudio Baglioni (1970)
Un cantastorie dei giorni nostri (1971)
Questo piccolo grande amore (1972)
Gira che ti rigira amore bello (1973)
E tu... (1974)
Sabato pomeriggio (1975)
Solo (1977)
E tu come stai? (1978)
Strada facendo (1981)
Alè-oò (1982)
La vita è adesso (1985)
Assolo (1986)
Oltre (1990)
Assieme (1992)
Ancorassieme (1992)
Io sono qui (1995)
Attori e spettatori (1996)
Anime in gioco (1997)
Da me a te (1998)
A-Live (1998)
Viaggiatore sulla coda del tempo (1999)
Acustico (2000)
InCanto tra pianoforte e voce (2001)
Sono io, l'uomo della storia accanto (2003)
Crescendo e cercando (2005)
Todo Baglioni grandes éxitos en Español (2005)
Tutti qui - Collezione dal 1967 al 2005 (2005)
Gli altri tutti qui - Seconda collezione dal 1967 al 2006 (2006)
Siempre aquí en Español (2006)
Quelli degli altri tutti qui (2006)
da it.wikipedia.org


La Sicilia.it 6 Feb.
Baglioni, tour al via oggi da Parma il 21 e il 22 farà tappa a Messina«TUTTI QUI».
Il cantautore in concerto al Palasport dopo molti anni d'assenza

Parte oggi dal Palasport di Parma e ritorna in Sicilia a Messina il 21 e 22 febbraio il «Tutti qui» Tour 2007. Ad annunciarlo Giuseppe Rapisarda Management, organizzatore del ritorno nell'Isola di Claudio Baglioni.
Le tappe messinesi, prodotte con la compartecipazione del Comune di Messina, vedranno il cantautore romano esibirsi all'interno del Palasport; un ritorno in città dopo molti anni di assenza dal concerto ospitato dallo Stadio Giovanni Celeste.
Il live che Claudio Baglioni proporrà da domani sera nella parte seconda del suo «Tutti qui» Tour 2006-2007 sarà un "omaggio" ai brani storici che lo hanno reso protagonista indiscusso del panorama musicale italiano. La play list scelta per la prosecuzione del nuovo Tour sarà in gran parte la stessa di tutte le prime date (programmate sino allo scorso 22 dicembre).
La scaletta vedrà anche dei medley in cui il cantautore romano regalerà emozioni a tinte forti al suo inseparabile pubblico. Il medley "Jè Jè" («Porta portese», «A modo mio», «Signora Lia», «W L'Inghilterra», «Notti», «Serenata in Sol»), il medley "atmo" («Con tutto l'amore che posso», «Io dal mare», «Le ragazze dell'Est», «Domani mai», «Quei due», «Acqua dalla luna»), il medley "folk" («Ragazza di campagna», «I vecchi», «Un po' di più», «Fotografie», «Vivi», «Le vie dei colori), il medley rock («Dagli il via», «Un nuovo giorno» o un giorno nuovo, «Io me ne andrei», «Quanto ti voglio», «Bolero», «Grand'uomo») ed il medley "songs" («Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Sabato pomeriggio», «Solo», «E tu come stai») rappresentano i vari momenti artistici di Baglioni che nel "Tutti qui" Tour 2007 vuole ricordare tutte le sfaccettature della sua musica.
Anche al Palasport di Messina la produzione del nuovo Tour di Claudio Baglioni sarà come sempre da "grandi numeri", con un mega-palco in stile "ring musicale" che occuperà il rettangolo di gioco dei palasport. La scelta di utilizzare questa tipologia di palco, già preferita nel passato dal cantautore romano, consentirà una visione a 360 gradi da parte del pubblico, che potrà comodamente assistere al live show da tutto l'anello dei palazzetti.
Sul palcoscenico Claudio Baglioni sarà accompagnato da Paolo Gianolio (conduzione musicale, chitarre, violoncello, sax baritono, cori), John Giblin (basso, contrabbasso, chitarra), Stefano Pisetta (batteria, virtual drum, percussioni, chitarra), Roberto Pagani (pianoforte, tastiere, vibrafono, clarino, sax contralto, fisarmonica, banjo, viola, chitarra, cori) e Pio Spiriti (violino, tastiere, fisarmonica, melodica, chitarra, cori).
Nelle tre ore di live ci saranno, quindi, tutti i brani "simbolo" della sua produzione, che verranno inseriti in scaletta come dei tasselli, per dimostrare come sullo stesso argomento, sulla stessa percezione, sulla stessa emozione o sentimento, si possa cambiare parere e modo di descriverli, sia musicalmente che dal punto di vista dei contenuti.
I biglietti per le date di Messina (21 e 22 febbraio) sono già da tempo disponibili in prevendita (infoline 899.600.097). Al Palasport sono previste quattro tipologie di posti, tutti a sedere e numerati: il parterre (51,75 euro), la tribuna 1° anello (46,00), la tribuna 2° anello (40,25) e gli angoli di tribuna 2° anello (28,75 euro).L. S.